Neuromed |
La
terapia della depressione maggiore va verso nuove e più efficaci cure
che potrebbero risolvere uno dei principali problemi legati al trattamento
farmacologico: il lungo intervallo di tempo che intercorre prima del miglioramento
dei sintomi depressivi. L’ipotesi nasce
dai recenti studi realizzati dalla collaborazione tra i ricercatori
dell’Università di Roma Sapienza ed il laboratorio di Neurofarmacologia Molecolare
dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli. Tali studi dimostrano che un farmaco già in
commercio per il trattamento delle neuropatie dolorose, l’acetilcarnitina (LAC), esercita una
rapida ed efficace azione “terapeutica” in modelli sperimentali animali di
depressione maggiore. Il farmaco agisce con un meccanismo innovativo basato
sull’epigenetica, cioè la modificazione
dell’espressione genica che dipende da particolari eventi di natura
biochimica (in questo caso dall’acetilazione di istoni e fattori di trascrizione).
La LAC è in grado di promuovere l’espressione di una particolare proteina (il
recettore mGlu2 del glutammato) la cui attivazione endogena è responsabile
degli effetti antidepressivi. Tale meccanismo insorge rapidamente e persiste
anche dopo la fine del trattamento con la LAC. Nei modelli sperimentali
utilizzati (ratti spontaneamente depressi e topi sottoposti a stress cronico)
la LAC ha mostrato un’azione
antidepressiva estremamente veloce (dopo solo tre giorni di trattamento) e
persistente per almeno le due settimane successive al trattamento. La LAC si è
mostrata superiore rispetto alla clorimipramina, uno dei farmaci più largamente
utilizzati nel trattamento della depressione maggiore. Il lavoro, realizzato dalla Dott.ssa
Carla Nasca e da altri studiosi dell’Università Sapienza in collaborazione con
il gruppo di ricercatori Neuromed diretti dal Prof. Giuseppe Battaglia, è stato
pubblicato dalla prestigiosa rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of
Sciences) ed ha destato grande interesse nella comunità scientifica
internazionale, come testimoniato dalle recensioni e dagli editoriali
apparsi non solo su PNAS ma anche su Nature Reviews Neuroscience, una delle
riviste leader in campo delle neuroscienze. La LAC è dotata di un eccellente profilo
di sicurezza e tollerabilità e non
interferisce con il metabolismo e la distribuzione dei farmaci utilizzati nel
trattamento della depressione. Sono in corso studi clinici (dai risultati
preliminari promettenti) sull’impiego della LAC nel trattamento della
depressione maggiore, in particolare in quei pazienti che non rispondono alla
terapia tradizionale o che necessitano di una rapida azione antidepressiva. La
LAC potrebbe inoltre rappresentare un farmaco ideale per regimi di politerapia
in pazienti con forme severe di depressione. Lo studio rappresenta un brillante
esempio di proficua collaborazione tra gruppi di ricerca universitari ed IRCCS
nella ricerca di base a carattere traslazionale, cioè di potenziale
applicazione per il trattamento di patologie del Sistema Nervoso Centrale.
Uff. Stampa Neuromed