17 febbraio 2009

L’ASSOCIAZIONE PRODUTTORI LATTE DI CASERTA CHIEDE UN PREZZO PIU’ EQUO DEL LATTE.


Piedimonte Matese. Nonostante gli sforzi della COLDIRETTI e dall’associazione produttori latte di Caserta “A.Pro.Lat”., nelle ripetute occasioni d’incontro succedutesi da marzo 2008 a oggi, con la rappresentanza della Parmalat, per giungere a un prezzo del latte alla stalla equo e che riconoscesse i costi di produzione agli allevatori, a oggi non c’è stato alcun riscontro. La parte industriale, si è trincerata su posizioni assolutamente non condivisibili, decidendo unilateralmente, attraverso una comunicazione scritta del 15/12/2008, di diminuire pesantemente il prezzo d’acquisto del latte locale, per rispondere alla politica aggressiva di prezzo, attuata dalla grande distribuzione organizzata, che commercializza sugli scaffali, latte a proprio marchio e a basso costo, ovviamente non di alta qualità che sottrae quote di mercato ai prodotti di marchio. Questa decisione ha trascinato al ribasso anche il prezzo praticato dai numerosi caseifici che operano sul territorio, questi ultimi, ancora una volta stanno rinunciando a collaborare con i loro conferenti, che lavorano onestamente e con professionalità, al fine di valorizzare la qualità del latte matesino, il legame con il territorio, l’origine del prodotto. Il prezzo del latte pagato alla stalla dal primo di gennaio, è diminuito di oltre tre centesimi rispetto a dicembre, mediamente pagato poco oltre 42,00 centesimi più iva, acquistato dai consumatori più o meno, tra il piccolo esercizio e la grande distribuzione, da circa 1,65 a oltre 1,75. Per sbloccare la situazione, già nel mese di settembre, ha dichiarato il Direttore Provinciale dell’A.Pro.Lat. Francesco Lambiase, si è richiesto l’intervento dell’assessore all’agricoltura campana,coinvolgendo numerosi Sindaci dei comuni maggiormente interessati, in modo da avviare un tavolo di mediazione e uscire dalla situazione di stallo che si è venuta a creare. Infatti, il prezzo medio ottenuto nel 2008 dagli allevatori, non copre i costi di produzione e tradisce le aspettative dei consumatori, che richiedono di acquistare prodotti locali di alta qualità, che da oggi a qualche mese mancheranno, per l’inevitabile chiusura delle stalle locali, a favore di prodotti provenienti da altri territori, magari poco controllati. La speranza che la trattativa fosse ripresa sulla base di posizioni industriali più ragionevoli, attente al futuro del settore lattiero-caseario di questa provincia, è venuta meno definitivamente in occasione dell’incontro tenutosi presso l’assessorato all’agricoltura e alle attività produttive, il giorno 22/01/2009. Alla riunione, sollecitata da Coldiretti Caserta e Benevento, erano presenti gli incaricati Parmalat, i dirigenti dell’assessorato, e le altre sigle sindacali degli allevatori. In quest’ occasione i rappresentanti dell’azienda di Colecchio, a conferma del difficile rapporto con l’industria, hanno rifiutato ogni forma di dialogo, confermando la loro decisione. In attesa dell’evolvere della situazione, per adottare scelte condivise tra le parti, la Federazione Provinciale Coldiretti di CASERTA BENEVENTO e A.PRO.LAT. CE, organizzeranno mirati momenti d’informazione a tutti i soci per garantire il coordinamento di tutte le iniziative che potranno essere programmate nei prossimi giorni. L’auspicio del Direttore dell’associazione Francesco Lambiase, è che in uno scenario, dove i conti per le aziende non tornano, diventano di estrema importanza iniziative coordinate con industria ed istituzioni, al fine di sensibilizzare, una programmazione che difenda il settore e aiuti a sviluppare politiche di filiera. E’ doveroso promuovere un prodotto di altissima qualità e rinforzare un sistema zootecnico locale, destinato prevalentemente all’allevamento di bovine da latte, strategico per l’economia di una buona parte della provincia casertana. Alta Qualità, ha concluso Lambiase, non è uno slogan commerciale sulla bontà del prodotto, ma una vera e propria categoria merceologica, indicata dalle legge n°169 del 3/5/89 e D.M. 185/91. I requisiti necessari affinché il latte fresco pastorizzato sia definito di Alta Qualità sono così rigorosi che solo alcune aziende in Italia sono oggi in grado di proporre questo tipo di latte. Raccolto quotidianamente presso stalle selezionate sottoposte a severi controlli igienico-sanitari, il latte fresco pastorizzato è un alimento ad alto valore nutritivo indispensabile per un'alimentazione sana ed equilibrata.


Pietro Rossi

La Carovana della Fondazione Exodus di Don Mazzi fa tappa al Liceo di Piedimonte Matese.




Piedimonte Matese. La gioventù, croce e delizia del nostro tempo, speranza del futuro ma anche protagonista di incresciosi episodi. C’è una possibilità per chi ha commesso errori, per chi ha intrapreso strade che portano all’autodistruzione e a volte anche al pericolo per l’altro? Una risposta positiva la danno i ragazzi della Carovana della fondazione Exodus, quella che don Antonio Mazzi ha fondato circa 25 anni fa per il recupero di chi attraversa momenti di disagio, e che proprio ieri mattina ha avuto come tappa il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Piedimonte Matese, con un carico di testimonianze che un gruppo di giovani ha portato con sé, da condividere con gli studenti dell’istituto matesino. E così è stato possibile ascoltare i loro racconti sui primi approcci alle droghe e al carcere minorile, storie tutte a lieto fine, come era evidente dai loro visi sereni e cristallini dai quali traspariva timidezza mista al coraggio di ammettere in pubblico i grandi sbagli commessi. “È sull’educazione che bisogna intervenire”, ha spiegato il responsabile di questa comunità itinerante Giancarlo Pignone, riferendosi al ruolo della famiglia ma anche al quello della stessa scuola, “nessuno di questi ragazzi è nato con la predisposizione all’uso di stupefacenti, ed è importante che sappiano rendersi conto che non è normale fare uso di droghe”. C’è stato spazio anche per momenti di dibattito, a cui gli alunni del Galilei hanno partecipato attivamente assieme al sindaco di Piedimonte Matese Avv. Vincenzo Cappello e ai due assessori all’istruzione, comunale e provinciale, Prof. Costantino Leuci e Dott. Nicola Ucciero. È un viaggio quello che propone la Carovana di Pignone (non a caso la fondazione è chiamata Exodus, esodo), tutto metaforico: un cammino per rompere i vincoli con le difficoltà per potersi riappropriare della propria vita e dei propri sogni, anche quelli nel cassetto.

Fonte: comunicato stampa