Simona Lomasto
Area Marketing e Comunicazione
per il Centro Nautico Enel
Informazione,Attualità, Cultura, Cronaca, Politica e Sport della Provincia di Caserta

 Il Ministero dell'Ambiente, con un comunicato pubblicato  sul proprio sito internet   ha annunciato il raggiungimento di  un'intesa con le organizzazioni imprenditoriali per la nuova proroga del Sistri; l'entrata in vigore del sistema informatico di controllo dei rifiuti sarà così rimodulata:
Il Ministero dell'Ambiente, con un comunicato pubblicato  sul proprio sito internet   ha annunciato il raggiungimento di  un'intesa con le organizzazioni imprenditoriali per la nuova proroga del Sistri; l'entrata in vigore del sistema informatico di controllo dei rifiuti sarà così rimodulata: Riceviamo e pubblichiamo: “Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma Radio Rai (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche. E' arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure. Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente. il referendum è evidentemente anche questo!”. il referendum del 12 e 13 giugno è abrogativo: si vota SI' per abolire la normativa vigente, NO per mantenere lo status quo. I tre temi sono: produzione di energia nucleare, privatizzazione dell’acqua e legittimo impedimento. Referendum sul nucleare: Sebbene gli italiani avessero già espresso chiaramente la loro opinione nel 1987, con la Legge Sviluppo del 2009 il Parlamento ha formalmente sancito il ritorno al nucleare del nostro paese.
La lista dei siti dove verranno costruite le centrali è ancora segreta, ma le Regioni, anche quelle governate da esponenti dei partiti di maggioranza, hanno già fatto ostruzionismo: sul nostro territorio nessuna centrale. Insomma, sì formale al nucleare, a patto che siano gli altri ad accollarsene la gestione e tutti i rischi del caso. Il disastro giapponese di Fukushima sembra aver infranto anche le certezze dei più inossidabili convinti, e pure l’Europa pare voler far un passo indietro. Per quante misure di sicurezza si possano attivare, infatti, le centrali saranno sempre un pericolo per l’umanità. Senza dimenticare le problematiche relative alla gestione e locazione delle scorie radioattive. E allora anche i vantaggi in termini economici derivanti dallo sfruttamento di questo tipo di energia (l’Italia, come risaputo, è carente di materie prime energetiche, e dipende in gran parte dalla Russia e dai paesi del Maghreb e Medioriente) passano decisamente in secondo piano. Per impedire la produzione di energia nucleare in Italia, bisogna votare SI’. Per permettere il ritorno delle centrali nel nostro paese e ‘liberarlo’ dalla “dipendenza energetica”, votare NO.
Riceviamo e pubblichiamo: “Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma Radio Rai (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche. E' arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure. Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente. il referendum è evidentemente anche questo!”. il referendum del 12 e 13 giugno è abrogativo: si vota SI' per abolire la normativa vigente, NO per mantenere lo status quo. I tre temi sono: produzione di energia nucleare, privatizzazione dell’acqua e legittimo impedimento. Referendum sul nucleare: Sebbene gli italiani avessero già espresso chiaramente la loro opinione nel 1987, con la Legge Sviluppo del 2009 il Parlamento ha formalmente sancito il ritorno al nucleare del nostro paese.
La lista dei siti dove verranno costruite le centrali è ancora segreta, ma le Regioni, anche quelle governate da esponenti dei partiti di maggioranza, hanno già fatto ostruzionismo: sul nostro territorio nessuna centrale. Insomma, sì formale al nucleare, a patto che siano gli altri ad accollarsene la gestione e tutti i rischi del caso. Il disastro giapponese di Fukushima sembra aver infranto anche le certezze dei più inossidabili convinti, e pure l’Europa pare voler far un passo indietro. Per quante misure di sicurezza si possano attivare, infatti, le centrali saranno sempre un pericolo per l’umanità. Senza dimenticare le problematiche relative alla gestione e locazione delle scorie radioattive. E allora anche i vantaggi in termini economici derivanti dallo sfruttamento di questo tipo di energia (l’Italia, come risaputo, è carente di materie prime energetiche, e dipende in gran parte dalla Russia e dai paesi del Maghreb e Medioriente) passano decisamente in secondo piano. Per impedire la produzione di energia nucleare in Italia, bisogna votare SI’. Per permettere il ritorno delle centrali nel nostro paese e ‘liberarlo’ dalla “dipendenza energetica”, votare NO. PIEDIMONTE MATESE. "Sono mesi che la direzione della Metro Campania NordEst in accordo con l’assessore ai Trasporti della Regione Campania Ing. Vetrella e, i sindacati confederali, discutono di un piano di tagli da effettuare presso i tronchi di Benevento Appia e Piedimonte Matese, (corse treni per Napoli, chiusure di alcune stazioni, riduzione dell’orario di lavoro del personale, riduzione dell’occupazione etc. etc. etc.) A tutti e tre (Regione, Azienda e Sindacati) Noi diciamo basta  all’assessore Vetrella con questa storia dei tagli inesistenti, visto che con l’accordo del 16/12/2010 Stato-Regioni il governo ha previsto la copertura finanziaria fino a tutto il 2012. Se poi la scelta della Regione Campania è stata quella di destinare i soldi del T.P.L. ad altri comparti (vedi sanità) non può pretendere senza motivo che si tagli il servizio pubblico penalizzando un’ intera provincia (Benevento) e non solo, ricordando che dal 1 aprile 2011 c’è stato l’ennesimo aumento dei biglietti di Unico Campania. Noi diciamo basta  ai vertici aziendali che con le loro scelte fallimentari, hanno contribuito a far sì che questa azienda, da virtuosa fino a qualche anno fa, diventasse la cenerentola regionale. Ricordando soprattutto la precedente gestione dell’ex amministratore unico che con le sue idee di grande management, ha fatto sì che ereditassimo una situazione disastrosa nel panorama trasporti regionali e, pensando solo esclusivamente al tronco metropolitano di (Aversa-Napoli) della stessa Metrocampania nord est. Come le decine e decine di incarichi esterni che (non servivano) ma semplicemente accontentando gli amici degli amici di turno che sono costate per le casse aziendali centinaia di migliaia di euro l’anno. Senza parlare poi dell’attrezzaggio dei sistemi di sicurezza (SCMT) sul materiale rotabile vecchio e obsoleto di oltre 50 anni, costati milioni di euro quasi quanto il costo di nuovi treni, tenendoci però i treni vecchi senza aria condizionata, sedili scomodi, bagni fatiscenti...ottima scelta dei nostri dirigenti!!! Considerando poi che tre composizioni (treni) corrono un serio pericolo di essere fermati dall’agenzia per la sicurezza (A.N.S.F.) entro il 30 giugno 2011 in quanto non attrezzati in tempo, ciò significherebbe rimanere con pochi treni, con il rischio di non garantire il servizio quotidiano per Napoli. Un’ altra grande scelta del nostro Amministratore Unico fu quella di comprare (sì fa per dire perché non è stato mai pagato) un elettrotreno dalle Ferrovie-Emilia Romagna (F.E.R.) che giusto un anno fa è arrivato, treno pronto per l’esercizio con tutti i comfort e i sistemi di sicurezza omologati, ma continua a marcire su un binario del deposito di Benevento Appia. Noi diciamo basta  ai sindacati confederali che prima vanno a braccetto con l’azienda condividendo affarismi e interessi personali (come le assunzioni e incarichi esterni) e poi ci vengono a raccontare che bisogna tagliare i servizi e fare sacrifici, dopo che hanno razziato in lungo e in largo nella nostra azienda. Il sindacato torni a fare il sindacato e quindi a controllare e programmare quello che è lo sviluppo e l’andamento di un’azienda e non a pensare le solite logiche di potere, ma curando quelle che sono l’esigenze dei lavoratori e non le proprie. Queste sono solo delle piccole cose, ci sarebbe da raccontare ancora altro ma lo rimandiamo alla prossima puntata, invitando tutti i lavoratori, ad attivarsi in un unico intento, per far fronte a questa situazione che si fa sempre più critica. Noi diciamo basta a questa sinergia fallimentare regione- azienda-sindacato, e di attivarsi alla difesa del posto di lavoro, contro i tagli. Invitiamo le forze politiche ad attivarsi allo sviluppo e al miglioramento della nostra storica ferrovia e non ad essere penalizzati ancora una volta come provincia ,che sta diventando sempre più la maglia nera in tutti i servizi ormai come si sta verificando da anni".
PIEDIMONTE MATESE. "Sono mesi che la direzione della Metro Campania NordEst in accordo con l’assessore ai Trasporti della Regione Campania Ing. Vetrella e, i sindacati confederali, discutono di un piano di tagli da effettuare presso i tronchi di Benevento Appia e Piedimonte Matese, (corse treni per Napoli, chiusure di alcune stazioni, riduzione dell’orario di lavoro del personale, riduzione dell’occupazione etc. etc. etc.) A tutti e tre (Regione, Azienda e Sindacati) Noi diciamo basta  all’assessore Vetrella con questa storia dei tagli inesistenti, visto che con l’accordo del 16/12/2010 Stato-Regioni il governo ha previsto la copertura finanziaria fino a tutto il 2012. Se poi la scelta della Regione Campania è stata quella di destinare i soldi del T.P.L. ad altri comparti (vedi sanità) non può pretendere senza motivo che si tagli il servizio pubblico penalizzando un’ intera provincia (Benevento) e non solo, ricordando che dal 1 aprile 2011 c’è stato l’ennesimo aumento dei biglietti di Unico Campania. Noi diciamo basta  ai vertici aziendali che con le loro scelte fallimentari, hanno contribuito a far sì che questa azienda, da virtuosa fino a qualche anno fa, diventasse la cenerentola regionale. Ricordando soprattutto la precedente gestione dell’ex amministratore unico che con le sue idee di grande management, ha fatto sì che ereditassimo una situazione disastrosa nel panorama trasporti regionali e, pensando solo esclusivamente al tronco metropolitano di (Aversa-Napoli) della stessa Metrocampania nord est. Come le decine e decine di incarichi esterni che (non servivano) ma semplicemente accontentando gli amici degli amici di turno che sono costate per le casse aziendali centinaia di migliaia di euro l’anno. Senza parlare poi dell’attrezzaggio dei sistemi di sicurezza (SCMT) sul materiale rotabile vecchio e obsoleto di oltre 50 anni, costati milioni di euro quasi quanto il costo di nuovi treni, tenendoci però i treni vecchi senza aria condizionata, sedili scomodi, bagni fatiscenti...ottima scelta dei nostri dirigenti!!! Considerando poi che tre composizioni (treni) corrono un serio pericolo di essere fermati dall’agenzia per la sicurezza (A.N.S.F.) entro il 30 giugno 2011 in quanto non attrezzati in tempo, ciò significherebbe rimanere con pochi treni, con il rischio di non garantire il servizio quotidiano per Napoli. Un’ altra grande scelta del nostro Amministratore Unico fu quella di comprare (sì fa per dire perché non è stato mai pagato) un elettrotreno dalle Ferrovie-Emilia Romagna (F.E.R.) che giusto un anno fa è arrivato, treno pronto per l’esercizio con tutti i comfort e i sistemi di sicurezza omologati, ma continua a marcire su un binario del deposito di Benevento Appia. Noi diciamo basta  ai sindacati confederali che prima vanno a braccetto con l’azienda condividendo affarismi e interessi personali (come le assunzioni e incarichi esterni) e poi ci vengono a raccontare che bisogna tagliare i servizi e fare sacrifici, dopo che hanno razziato in lungo e in largo nella nostra azienda. Il sindacato torni a fare il sindacato e quindi a controllare e programmare quello che è lo sviluppo e l’andamento di un’azienda e non a pensare le solite logiche di potere, ma curando quelle che sono l’esigenze dei lavoratori e non le proprie. Queste sono solo delle piccole cose, ci sarebbe da raccontare ancora altro ma lo rimandiamo alla prossima puntata, invitando tutti i lavoratori, ad attivarsi in un unico intento, per far fronte a questa situazione che si fa sempre più critica. Noi diciamo basta a questa sinergia fallimentare regione- azienda-sindacato, e di attivarsi alla difesa del posto di lavoro, contro i tagli. Invitiamo le forze politiche ad attivarsi allo sviluppo e al miglioramento della nostra storica ferrovia e non ad essere penalizzati ancora una volta come provincia ,che sta diventando sempre più la maglia nera in tutti i servizi ormai come si sta verificando da anni".