05 settembre 2013

ENCOMIO SOLENNE AL COMANDANTE DEI CARABINIERI DI PIEDIMONTE MATESE, CAPITANO SALVATORE VITIELLO


Capitano Salvatore Vitiello
PIEDIMONTE MATESE. Su proposta del Sindaco di Piedimonte Matese  Avv. Vincenzo Cappello, la Giunta Comunale all’unanimità ha deliberato , un Encomio Solenne al Capitano Salvatore Vitiello, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Piedimonte Matese, per il peculiare e fattivo servizio istituzionale, l'alta professionalità e lo spiccato senso del dovere, nel pieno rispetto delle leggi dello Stato, dimostrati nel corso degli anni di servizio svolti nella cittadina pedemontana attraverso le operazioni compiute su tutto il territorio. L’ Amministrazione Comunale, ha precisato il Sindaco Cappello, alla vigilia del trasferimento, conseguente alla promozione al grado Superiore, ha inteso porre in risalto l’attività svolta nella locale Compagnia dei Carabinieri di Piedimonte Matese dal mese di Ottobre 2006 al mese di Settembre 2013 dal Capitano Salvatore Vitiello. Evidenziando in particolare, l’impegno profuso dal prefato Capitano nel dirigere l’attività dell’Arma dei Carabinieri sul territorio comunale, nel corso degli ultimi anni, con il verificarsi di numerosi episodi e rilevanti interventi a tutela della salvaguardia sia delle persone che della realtà territoriale locale. Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Piedimonte Matese Salvatore Vitiello, ha ribadito il sindaco Vincenzo Cappello,   in numerosissime occasioni si è mostrato valido supporto e prezioso ausilio alle attività istituzionali del nostro Comune. In particolare, ha avuto grande attenzione nel gestire le problematiche connesse alla sicurezza di una complessa ed estesa area come quella dell’Alto Casertano, operando con spirito di abnegazione e dimostrando grande professionalità nonché doti umane e caratteriali che hanno connotato la sua attività con dedizione al dovere ed alle istituzioni garantendo la massima operatività di uomini e mezzi per l'attività propria del suo Comando
Pietro Rossi


NEI BOSCHI DEGLI ALTRI NASCONO ALBERI, IN QUELLI MOLISANI CEMENTO E DEGRADO! S.O.S. PER TAPPINO.




ISERNIA. Continuo imperterrito a dire e raccontare in giro che sono molisano, ma mi riesce sempre più difficile aggiungere che ne sono orgoglioso. O meglio, lo sarò sempre di quella cara e meravigliosa terra  ereditata dai nostri avi, di quella fatta di natura incontaminata, di monti incantati, di corsi d’acqua puri, di centri abitati a misura d’uomo, di vie pulite e gente cordiale, di pascoli e tratturi, di stazzi e recinti, di pastori e contadini, di terreni naturalmente fertili, di boschi meritevoli di riconoscimenti mondiali, di spiagge con spiaggia, di piccole centrali sui corsi d’acqua, di vento libero di soffiare senza freni, di architettura semplice, di tradizioni sane, di artisti non condizionati, di archeologia tutelata, di storia antichissima e inaspettata, di un paesaggio senza pari. Insomma, di tutto quello che c’era fino a qualche decennio fa quando, fregandosene di quanto erano riusciti a custodire amorevolmente, forse anche inconsapevolmente, i nostri nonni, un gruppo di amministratori senza scrupoli (e senza cultura) sostenuti da centinaia di cittadini senza basi, né coraggio, hanno perpetrato su questa sorella terra il più ignobile massacro che si potesse immaginare, hanno devastato tutto quello che c’era di bello, hanno creato i più inutili e inguardabili scatoloni di cemento, le più deprimenti e selvagge insulsaggini eoliche, doppioni e doppioni di lingue di asfalto (lasciandone diverse mai ultimate), “villaggi” industriali (sic!) mostruosi, mortali e senza industrie, spiagge con grattacieli sul bagnasciuga, porti con cemento e senza navi, fiumi stravolti da colate di cemento, inquinati e senza pesci, discariche (quelle ufficiali) nei punti suggestivi, sottosuolo farcito di rifiuti tossici (ufficioso!!!), paesi (alcuni dei quali stravolti nel loro assetto storico-architettonico) rifugio dorato di soggiornati a richiesta libera. E così, approfittando di una massa silente, distratta, accondiscendente, omertosa, si continua senza tregua, senza logica, senza alcuna utilità a offendere una delle regioni più belle del paese. La prova oscena di nuovi (vecchi) eco-mostri è alla portata di tutti, basta solo farci caso, ammettere di essere uomini desiderosi di rispetto per se stessi e per ciò che li circonda, evidenziare, segnalare, denunciare pubblicamente l’assalto senza scrupoli alla nostra identità paesaggistica. Allora, esorto i responsabili in indirizzo, ad essere con lo scrivente e con tutti quelli che lo vorranno, lunedì 9 settembre alle ore 10.30 in contrada Tappino di Campobasso per avvistare la più esemplare “piantagione di cemento” nel polmone verde di quei luoghi e più precisamente alle spalle dell’edificio del Collegio Medico dell’Università degli studi del Molise, già di per se mostro inutile. Spero proprio che qualcuno ci faccia capire come mai con tanti rappresentanti della cosa pubblica possano accadere disastri e mafiosità di tale portata, a meno che non si voglia, come consuetudine, coprirsi l’un l’altro. Proprio in queste ore monta la polemica tra il presidente della regione Molise, Frattura e il rettore dell’Unimol Cannata sul mancato finanziamento dell’ente regione per 22 milioni di euro destinati alla ricerca e alle strutture. Bene ha fatto Frattura a destinare quei fondi altrove, bene naturalmente per quelli riguardanti gli immobili visto come sono stati utilizzati alcuni di essi finora specialmente per quelle opere incompiute, degradanti e devastanti come quella di Tappino. Certo sarebbe stato meglio se le motivazioni del presidente sul mancato finanziamento non fossero state quelle della mancanza di fondi  quanto piuttosto di buonsenso e di inutile sperpero di denaro pubblico a fronte di disastri paesaggistici-ambientali. L’occasione sarà utile anche per ammirare da vicino come in quel posto sugli alberi al posto dei rami e delle foglie, proliferano copiosi manti di asfalto e bitume!



                                                                               Il Segretario Regionale UILBAC Molise

                                                                                                                                           Emilio Izzo