22 agosto 2008

APPROVATI TRE PROGETTI SPERIMENTALI PER I GIOVANI DEL MATESE.


Piedimonte Matese. La Regione Campania con D.D. n.191 del 1 Agosto 2008, ha approvato la graduatoria definitiva di Progetti P.A.S. (Percorsi Alternativi Sperimentali) anno scolastico 2008/2009 da realizzare presso gli Istituti Statali Professionali e Tecnici della Campania, ivi compresi gli Istituti d’Arte, ai sensi dell’Accordo, sancito l’8 novembre 2007, tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Regione Campania mirante a favorire lo svolgimento di Interventi per l’innalzamento della qualità dell’offerta educativo/formativa. Nella graduatoria risultano finanziati per la zona matesina ben tre progetti tra cui: un Corso per “Panificatore Pizzaiolo” che sarà svolto presso l’IPSART “E. V. Cappello” di Piedimonte Matese, un Corso per “Acconciatore” che sarà svolto presso l’I.P.I.A. “M.Bosco” di Alife e un Corso per “Addetto alla cucina” che si svolgerà presso l’I.S.I.S. di Piedimonte Matese. La Regione con la delibera di Giunta Regionale n . 1871 del 23/11/2006 recante “Linee guida per il contrasto alla dispersione scolastica e per i percorsi integrati” ha prefigurato, pertanto, l’attivazione di percorsi alternativi di istruzione e formazione a carattere fortemente sperimentale - con una prassi didattica e metodologica fortemente integrata e supportata che coinvolga scuole, enti di formazione e imprese - destinati ai giovani fuoriusciti dal sistema educativo/formativo, nei confronti dei quali si attiverà preliminarmente una strategia/azione di contatto e di orientamento attraverso attività di scouting nei territori particolarmente segnati da fenomeni di degrado e di devianza. Per corrispondere all’esigenza sociale del recupero di giovani fuoriusciti dal sistema scolastico/formativo e della loro immissione nel mondo del lavoro occorre definire percorsi che consentono di perseguire i seguenti obiettivi: assicurare il reinserimento ed il successo formativo a giovani fuoriusciti dal sistema scolastico/formativo; far acquisire competenze di base adeguate all’inserimento nella vita sociale e al proseguimento degli studi, competenze tecnico professionali adeguate per un immediato ed autonomo inserimento nel mondo del lavoro; potenziare le capacità di scelta dei giovani in un passaggio delicato e determinante per i loro percorsi formativi e di vita; sviluppare processi di insegnamento/apprendimento diversi da quelli tradizionali con capacità attrattive, in termini di linguaggi e di metodologie didattico/relazionali, nei confronti di giovani che in precedenza hanno abbandonato il mondo della scuola ed occasioni di incontro con la cultura del lavoro; assicurare la piena interazione tra scuola, formazione ed aziende e creare gruppi di interesse dei giovani anche mediante un più proficuo utilizzo delle tecnologie. I percorsi alternativi sono rivolti ai giovani che hanno meno di 18 anni al momento dell’iscrizione, in possesso del titolo di licenza media e si trovano fuori dal sistema scolastico/formativo in quanto non iscritti ad alcun percorso e per i quali la permanenza sui banchi di una scuola superiore costituisce una sorta di costrizione che genera disagio e determina dispersione. La fascia di età interessata va, pertanto, dai 14 ai 18 anni. Ai giovani diciottenni iscritti è garantita la possibilità del prosieguo fino al compimento del percorso.

Pietro Rossi

L’Associazione Arcobaleno raccoglie fondi per la sala ludica al Pronto Soccorso Medico dell’Ospedale di Piedimonte Matese


Piedimonte Matese. L’Associazione Arcobaleno Onlus, presieduta dal dinamico Guglielmo RAVONE che ha provveduto a far inserire il sodalizio nell’elenco delle Associazioni che riceveranno il 5 x mille dell’IRPEF nella dichiarazione dei redditi dei propri soci e di tutti i contribuenti che vogliono donare senza alcun addebito tale percentuale, informa che l’ultima iniziativa benefica in corso di attuazione, è una raccolta di fondi per finanziare l’allestimento di una sala ludica presso il nuovo Pronto Soccorso Medico Chirurgico dell’Ospedale di Piedimonte Matese. Qui, i piccoli pazienti potranno giocare e in qualche modo alleviare le sofferenze ed eventualmente distrarsi dai tempi di attesa. Le offerte potranno essere inviate sul C.C.Bancario intestato all’Associazione Arcobaleno Onlus, presso la Banca Popolare di Ancona filiale di Piedimonte Matese - Codice Iban:IT22H0530874940000000003320. Per Info e-mail: guglielmoravone@virgilio.it. Il sodalizio nell’ambito delle proprie attività, informa che a breve sarà allestito anche il sito ufficiale. Altra iniziativa portata a termine dell’Arcobaleno, il finanziamento, attraverso cooperazioni con altre associazioni romane, del campo scout. Inoltre, presso il Presidio Ospedaliero di Piedimonte Matese, dove maggiormente opera l’Associazione, precisamente nella Sala di attesa esterna alla Terapia Intensiva di Rianimazione, per alleviare le lunghe attese dei parenti dei ricoverati, è stato finanziato l’acquisto di comodi divani e altre suppellettili. Molte gli aiuti economici alle famiglie in difficoltà dei soci. Il comune di Roccamonfina ha concesso in comodato d’uso due locali, nei quali l’Associazione ha provveduto all’allestimento di una biblioteca, con la fornitura di circa 6.000 testi. L’Arcobaleno è presente in tutte le problematiche sanitarie, con rilascio di informazioni, notizie e suggerimenti per ricoveri presso altri ospedali e/o altre strutture sanitarie specializzate a consulenze specialistiche. Inoltre, attraverso una società privata, è stato possibile provvedere all’ingresso dell’Ospedale, all’allestimento di una reception per informazioni ospedaliere. Sempre presso l’Ospedale cittadino, una grossa mano viene continuamente data al reparto di Oncologia, dove già da diverso tempo, grazie ad una convenzione gratuita, avviene la distribuzione, al personale e all’utenza, di molte copie del quotidiano nazionale “CORRIERE DELLA SERA”. Infine, l’Ufficio Comunicazioni dell’Arcobaleno, informa che molte sono le convenzioni stipulate con attività commerciali e/o sportive di cui gli iscritti e i loro familiari possono usufruire, tra cui quella alla piscina comunale di Piedimonte Matese.

Nico Brunelli

GRANDE ATTESA PER IL FILM SULLA VITA DI GIULIO ANDREOTTI A “CINEMA SOTTO LE STELLE”.







Alife. Grande attesa per sabato 23 Agosto, per la proiezione del film “IL DIVO” di Paolo Sorrentino (Foto in alto), Premio della Giuria al Festival di Cannes 2008, nell’ambito della Rassegna Cinematografica di solidarietà “CINEMA SOTTO LE STELLE” organizzata dall’Associazione "NUOVI ORIZZONTI ALIFE". La democrazia italiana ruota attorno ad un uomo, Giulio Andreotti (foto al lato), e alla sua Democrazia Cristiana dal secondo dopoguerra al 1993 – anno in cui il partito cattolico viene distrutto da Tangentopoli. Il film racchiude gli esordi della sua attività politica fino ad oggi. Quando Andreotti è senatore a vita. Il film non ha subito censure e è stato distribuito in molte copie, dopo l’affermazione al Festival di Cannes 2008.


Recensione:



Il Divo riesce dove molti non hanno neanche osato. Fare un film lucido, implacabile, freddo e insieme visionario per montaggio, mirabile colonna sonora (di nuovo Teho Teardo) e fotografia. Un film sull’uomo attraverso il quale passano quarant’anni di malcostume politico italiano. Il Divo riesce nella cosa più audace: dichiarare che la democrazia italiana è un miraggio. E che il problema riguarda l’Europa, non si limita solo ai confini patrii. Il Divo ribadisce che il cinema può e deve essere politico, sebbene il regista dichiari che non lo ha mosso quest’intento ma la voglia di fare il ritratto dell’uomo attraverso cui passa la maggior parte di segreti del nostro paese."Non bisogna mai lasciare tracce". Ispirato a una delle frasi celebri del Senatore, che Toni Servillo/Giulio Andreotti dispensa serafico nel film, Il Divo si apre, fulmineo come un videoclip, con una buona rappresentazione di omicidi eccellenti per cui Andreotti è stato processato, oppure per cui sono state chieste autorizzazioni a procedere al Senato della Repubblica, oppure nessuna delle due cose. Da più parti incolpato oppure "inchiodato" da pentiti e memoriali, lo statista democristiano non è stato colpito da alcuna condanna.Moro, Calvi, Sindona, Dalla Chiesa, fino a Falcone. Una sequela impressionante di orrori: la morte colta nell’attimo in cui viene somministrata. E subito, come un testo a fronte, vi è il rimando alla vita del senatore nel momento in cui gli omicidi avvenivano: confuso dalle polveri di cavalli al trotto, è con la moglie Livia (Anna Bonaiuto, superba) all’ippodromo. Oppure è alla barberia circondato dalla sua corrente (Pomicino, Sbardella, qualche cardinale), od ancora, è nella quiete del suo studio e risponde a telefono ad una sua cugina ammalata. Oppure, fervente cattolico, è a piedi prima dell’alba al centro di Roma circondato dalle auto di scorta, a passeggiare verso la messa. Oppure, malato cronico di emicrania, consuma l’ennesima pasticca da cui dipende vistosamente.Il Divo prende il titolo da uno dei soprannomi di Andreotti, quello che secondo il regista napoletano Paolo Sorrentino (Premio della Giuria a Cannes 2008) il senatore preferiva di più. Indugia sulla notissima vita politica di Andreotti e sulla sua vita privata, desunta mirabilmente dal regista, visto che sono rarissime le interviste di Andreotti che ne parlano (così come quelle, rispettivamente, della moglie e della fidata segretaria Enea). Della prima, il film ripercorre tutte le tappe "mature" del potere andreottiano, dal VII governo, alla (mancata) corsa al Quirinale, fino ai processi dei quali non interessa lo scontato esito, ma la raffigurazione immota dello statista durante gli stessi. Il Divo ha il pregio di renderci italiani, di farci guardare a fondo nelle peggiori pagine della nostra storia. Il Divo ha il pregio di mettere in scena il presunto incontro tra la Belva (Totò Riina) e il Divo. Quell’incontro mai provato che riassume tutto il peso della maledizione di essere governati dal Parlamento che ci meritiamo.Siamo stati governati per oltre quarant’anni da un uomo di media statura che sua moglie, la sua fedele ancella, ha definito "non uno intelligente ma che ricorda tutto", che ha inseguito titoli (quali la presidenza degli Studi Ciceroniani) per sentirsi un uomo di alta statura. Di fronte all’incedere delle inchieste, nonostante il progressivo allontanamento della sua corrente e suicidi eccellenti (Cagliari, Gardini) quel che lo rattrista, dice il Senatore, sono le cariche culturali che non gli vengono rinnovate."Senatore, è un caso che la si accusi di ….." e parte l’elenco dei misfatti: questa domanda viene posta in due diversi momenti del film. Prima da una giornalista straniera durante un affollato question time in cui Andreotti, accecato dai flash, non fa un guizzo. E poi da Eugenio Scalfari che intervista one to one il Divo. Curiosamente, la domanda si ripete due volte quasi con le stesse parole, come due volte il regista incastona, identica, un’altra scena mirabile: l’esplosione dell’auto del Giudice Falcone che salta per metri fino ad atterrare e creare una voragine nel terreno. Alla prima domanda il Senatore non risponde, ma si blocca qualche secondo cogliendone la perfezione implacabile. Con Scalfari non può non rispondere e allora dice di non credere al caso ma alla volontà di Dio. E lo invita alla cautela: il suo giornale (La Repubblica) deve la vita e l’attuale proprietà proprio ai favori andreottiani.Questi distill della pellicola ci fanno capire la grandezza del regista quarantenne e del pari l’inusuale prospettiva con raddoppi che dona ai cruciali anni della democrazia italiana. Nel citare dati e personaggi, il film si muove agile e assomiglia quasi ad una piece teatrale che affonda in anni e luoghi per districarli: le città (Torino, Roma, Napoli) completamente spogliate dei loro attributi e resi pure quinte sensuali. Quel che rimane allo spettatore, in un linguaggio assolutamente universale, è il decadimento della rappresentazione nella democrazia. Il film lavora su questo attraverso la statura di un personaggio. Leggere la storia è l’ossessione di Sorrentino. Che non venga dimenticata, che venga incisa con il sangue versato (tutte le abbondanti sovrimpressioni del film sono di colore rosso mentre le atmosfere sono grigie e penombrose, come le stanze del potere).Forse il film racchiude una speranza: si sopravvive se si racconta. Di pura poesia, una scena in cui, mentre il senatore va ad accettare l’ennesimo incarico di Presidente del Consiglio, un gatto bianco si frappone tra Andreotti e la porta da varcare. Lui ha paura (solo dei gatti?), e non riesce a proseguire, fino a che l’animale non decide di lasciargli il passo, dopo aver sostenuto fiero il suo sguardo come mai nessun umano nel film fa.Paolo Sorrentino, come un gatto, ha trovato soldi e leve per fare un film che non volevano fargli fare, mentre Procacci portava con la RAI a Cannes Gomorra con due attori in comune (oltre a Servillo, anche uno splendido Gianfelice Imparato). Con l’aiuto di una delle migliori penne di Repubblica (il napoletano Giuseppe D’Avanzo) e con coraggiosi produttori come Nicola Giuliano e senza la tv di stato (ma con SKY, un canale francese e con il sostegno di Eurimages), Il Divo è realtà e dovrebbe finire nelle scuole.



Modi di dire calitrani di Angelo Raffaele Salvante .




Cap’ chi n’ parla, eia chiamata cucozza (La testa che non parla è chiamata zucca)Cora eia cchiù brutta a scurcià / scurt’cà (La coda è la peggiore a spellare: è l’ultima parte di ogni lavoro la più impegnativa)Femm’na fac’ lu chiacch’ e l’omm’n’ ng’ s’appica (La donna fa il cappio e l’uomo ci si impicca)



L’autore intende conservare il modo di parlare di Calitri, visto che oggi i giovani non conoscono affatto certi termini dialettali legati per lo più alla quotidianità contadina dei progenitori, fatta di una maggiore comunità di vita e di lavoro. Strumento di ricerca e di studio per le future generazioni che studieranno non solo la storia, ma anche i dialetti italiani, questo libro aiuta a ricordare come si parlava – e si continua a parlare – in questo paese in provincia di Avellino abitato, una volta e per lo più, da gente analfabeta che spesso si esprimeva ricorrendo a frasi idiomatiche, proverbi, contrasti, canzoni, modi di dire ecc.



Presentazione di Michela Salvante





Angelo Raffaele Salvante (nella foto)

Nato a Calitri (Avellino) il 5 maggio 1937, Salvante vive a Firenze, dove lavora in banca.È ragioniere, ma i suoi interessi culturali sono rivolti alla linguistica e alle tradizioni popolari; ha conseguito presso la Pro Deo di Roma un diploma di specializzazione in Studi Sociali e presso l’Università Gregoriana di Roma il “Baccalaureum in Sacra Theologia”.Ha fondato e diretto la rivista «Il Dibattito» per il Sindacato Bancari FABI nel quale, per molti anni, ha ricoperto la carica di Segretario Provinciale e Segretario Regionale Toscano.Nel 1981 ha fondato e diretto «Il Calitrano» giornale di ambiente, storia, dialetto e tradizioni; sulla storia e le tradizioni di Calitri ha scritto vari libri,

Piedimonte Matese, regole nel settore del commercio come in una giungla! Vestito venduto da lavanderia e auto fusa venduta ad un giovane!




PIEDIMONTE MATESE (di Giuliano Torlontano). Quando esercitare i propri diritti diventa un modo come un altro per essere offesi e soprattutto umiliati. E’ il caso di un ragazzo di Piedimonte Matese, chiamiamolo Fabrizio, che si reca presso una concessionaria per acquistare una piccola utilitaria, un’ auto di marca giapponese, pagandolo all’incirca 3.000 euro. Al ragazzo, contentissimo di guidare quella che per lui è una vera e propria fuoriserie, atteso che l’ha acquistata coi soldi dei primi tre mesi di stipendio, non par vera di guidare una vettura diversa dalla Fiat Punto del papà ma, bensì, guida la “sua” automobile, una Suzuki che gli sembra una cadillac e guai a chi gliela tocca! Il problema però è un altro, ed anzi è forse anche più che mai retorico, l’auto appena uscita dalla concessionaria che garantisce sull’usato sicuro, fonde il motore! Il giovane è in preda ad una vera e propria crisi di disperazione e fatti i debiti calcoli, il danno al motore equivale all’incirca alla spesa effettuata per l’acquisto della sua “prima vettura”. Ovviamente, senza batter ciglio, Fabrizio si presenta al concessionario, il quale a sua volta di voler riparare la vettura o, quantomeno, riprendersela indietro perché è stato esercitato un diritto di recesso entro due giorni dalla vendita, proprio non ne vuole sapere, gli risponde che piuttosto la vettura la porta alla demolizione. Fabrizio, tenacemente, non si rassegna ed anzi insieme al legale presenta un esposto ben dettagliato su come sono avvenuti i fatti. Lo stesso legale ha già preannunciato di voler investire la Guardia di Finanza di Piedimonte Matese sull’accaduto. Ma non è stato il solo caso ad essere oggetto di invocazione da parte della popolazione delle fiamme gialle. Infatti anche un’altra signora avrebbe lamentato di aver depositato presso una lavanderia di Piedimonte Matese un vestito costosissimo, utilizzato solo in occasione delle cerimonie e quindi lo doveva far ripulire al meglio per un’altra cerimonia che si svolge alla fine del mese. La circostanza incresciosa che ha scatenato nella stessa donna un sentimento di livore e di indignazione è dovuto al fatto che circa quattro mesi orsono la donna depositava il vestito, appunto in lavanderia, e a distanza di 120 giorni non lo rinvenivano più ne il titolare ne la proprietaria che lo aveva pagato 1.700 euro! Anche in questo caso una querela ben dettagliata è stata presentata per il danno ingente (ma pare anche per delle offese) ricevute dalla signora.

Fonte: caiazzorinasce