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| Nico Fortarezza | 
Il  29 luglio 2011, a Zogno,  in provincia di Bergamo, c'è stato un grande concerto in memoria di  Giovanni Paolo II. Un evento al quale  hanno partecipato importanti big della musica leggera come Ivana Spagna,  Francesco Renga, Gatto Panceri, Paolo Meneguzzi, i Sonhora. Una delle canzoni in programma si intitola “Non  temere” e si ispira alla famosa frase che Papa Wojtyla ripeteva spesso: “Non  abbiate paura”. E’ stata scritta da  Nico Fortarezza, musicista milanese con un’ottima carriera di cantante e  compositore alle spalle e una bellissima storia da raccontare. Stavo affrontando un  periodo terribile, avevo anche deciso di abbandonare la musica, dice  Nico Fortarezza. Poi ho  incontrato Roberto Bignoli, e mi ha chiesto di scrivere un brano in memoria di  Giovanni Paolo II. Ho accettato e  durante quei giorni di lavoro sono diventato un’altra persona. La vita di Fortarezza è piena di  colpi di scena. Dopo aver studiato  canto lirico, si appassiona al rock ed entra a far parte dei Cordatesa, una  delle band underground più talentuose degli anni Novanta, con la quale incide il  primo disco. Quindi, affronta una  serie di esperienze musicali apparentemente disparate: chitarrista in una band  funky-rock, vocalist in una band heavy metal che lo vedono protagonista anche  sul mercato statunitense, giapponese.  Va in tour con Maurizio Vandelli e poi, per diversi anni, con Enrico  Ruggeri. Il produttore di  Ruggeri era entusiasta della mia canzone “Fiabe di maggio”, scritta per Titti,  la ragazza di cui ero innamorato, racconta Nico. Mi disse che l’avrebbe proposta per  Sanremo. Ero al settimo  cielo. Sicuro che avrei passato le  selezioni, lasciai tutti gli altri lavori. Ma la mia canzone non fu accettata e mi cadde il  mondo addosso. Amereggiato, lasciai  l’Italia e partii per l’America con l’intenzione di perfezionarmi come  tenore. Ma dopo un mese mi raggiunse  la telefonata della mia ragazza: stava entrando in ospedale perché le avevano  diagnosticato un tumore. Tornai  immediatamente per starle vicino.  Purtroppo morì poco tempo dopo. Un’ombra cala sullo sguardo di  Nico mentre ricorda il passato. Siamo  nel Solid Groove Studio, di Bonate Sopra. Qui vengono a registrare “mostri sacri”  come Glenn Hughes e Ian Paice dei Deep Purple, spiega  Nico. E qui, io e Bignoli  abbiamo registrato la canzone per il Papa. A poche centinaia di metri dallo studio, c’è la  località “Le Ghiaie”, dove apparve la Madonna nel 1944. E’ bello camminare fino al piccolo santuario dopo  aver lavorato al chiuso per molte ore. E’ qualcosa che alleggerisce il  cuore.
   D.. Hai detto che cantando per Wojtyla sei  rinato. Ti riferivi a quel brutto  periodo della tua vita?
   R. Sì. La morte di Titti mi aveva gettato nella  disperazione più profonda. Non  riuscivo a capire come si potesse morire così giovani, con tutta la vita  davanti. Non avevo più voglia di fare  niente, la musica che per tanti anni era stata la mia energia, era completamente  finita. Sono rimasto tre anni senza  prendere in mano la chitarra, senza scrivere una sola nota. Ero finito. Poi, un giorno è arrivata la  luce.
    D. In che  modo?
    R. Un amico mi disse di andare a trovare  Roberto Bignoli, leader della Christian music in Italia. Seguii il consiglio. Come mi vide, Bignoli mi disse: “Hai voglia di  scrivere la musica per una canzone su Giovanni Paolo II?”, e  mi presentò un testo che aveva già preparato lui. Lo guardai stupito, perché quella proposta mi  prendeva in contropiede, ma risposi: “Va bene”. Mi misi al lavoro e fu straordinario.    D. Perché?  
   R. Perché mi immersi completamente in Giovanni Paolo II. Era il 2007, il Papa era scomparso da due  anni. Lo avevo sempre seguito ma ora,  per scrivere la musica, “passai” con lui giorni interi. Lessi libri, lessi le sue poesie che sono sempre di  una bellezza inaudita. E  continuavo a imbattermi  in quella frase  che ripeteva spesso: “Non abbiate paura”. Mi accorsi che poco alla volta  la mia paura, la mia  rabbia, il mio dolore stavano scemando. Visionai decine di filmati,  guardando il Papa  mentre stava in mezzo ai giovani. Mi  chiedevo: se potesse farlo, che musica scriverebbe Giovanni Paolo II per  questo  testo che lo riguarda? Lo vedevo interagire coi giovani, muovere le mani  al loro  canto, rispondere in modo fisico al loro entusiasmo. Ecco, quella era la  chiave: una musica che  attirasse i giovani, li colpisse e permettesse al messaggio del Papa  “Non  abbiate paura”, di entrare in loro, così come era entrato in me. Così è  nata “Non temere”. La canzone, interpretata magnificamente da Roberto  Bignoli e dal baritono Diego Bragonzi Bignami, ha raggiunto una grande  popolarità negli ambienti cattolici, non solo in Italia.
   D. E tu sei  cambiato.
   R. Sì. In quel periodo era come  se Papa Wojtyla si fosse rivolto direttamente a me, chiamandomi e dicendomi di  smettere di avere paura. Ho ritrovato  la speranza e la voglia di vivere, di lavorare. E subito dopo c’è stata anche un’altra canzone che  mi ha aiutato molto. Una canzone,  sempre su testo di Bignoli, dedicata alla Madonna, ma legata anche a Papa  Wojtyla perché il tema è il famoso motto mariano di Giovanni Paolo II “Totus  tuus”. La canzone infatti si intitola  “Dulcis Maria Totus tuus”, e, interpretata da Bignoli, ha avuto un vasto  successo internazionale ed ha vinto negli Stati Uniti  due premi "Unity Awards", che sono i  "Grammy" della musica cristiana mondiale. Con l’aiuto di Karol Wojtyla e della Madonna, ho  ripreso a vivere, le mie ferite si sono rimarginate, il dolore per la drammatica  perdita della mia ragazza ha trovato una speranza. Ho anche ripreso “Fiabe di maggio”, la canzone che  avevo scritto per lei e non avevo mai avuto il coraggio di  incidere. Uscirà nel mio prossimo  CD.
 (nella foto il musicista cantautore Nico  Fortarezza)
Fonte Sett."CHI"
Roberto  Allegri 
Foto di  Nicola Allegri