11 novembre 2013

Precisazioni sul ruolo studenti nella manifestazione sull'ambiente


Fabrizio Arnone
CASERTA - La manifestazione di ieri è stata senz'altro un successo. La Consulta degli Studenti, nella persona di Fabrizio Arnone, Presidente in carica, ha fatto sì che anche gli studenti avessero un ruolo di protagonisti all'interno dell'organizzazione logistica della marcia. "Siamo soddisfatti – ha dichiarato il Presidente Arnone – della partecipazione della cittadinanza e degli studenti. La sensibilità dei nostri concittadini era quella che ci immaginavamo. Come rappresentante degli studenti, ho ottenuto di partecipare oltre che al coordinamento Caserta Vuole Vivere, anche al Tavolo permanente con le istituzionI"

"Già una settimana fa, siamo stati ricevuti dal Prefetto di Caserta che ha ascoltato le nostre istanze. Ieri, siamo stati anche in Comune. I tavoli avranno cadenza mensile e saranno istituite assemblee pubbliche dove i cittadini e gli studenti interessati potranno intervenire e indicarci gli argomenti su cui bisogna battersi maggiormente." "L'idea del comitato è stata senz'altro un successo. All'interno di questo, infatti, sono rappresentate tutte le realtà del territorio, che, insieme, hanno creato le condizioni per avere la partecipazione totale della cittadinanza. Pochi sono stati gli insoddisfatti di questa organizzazione. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che ad emergere fosse un coordinamento di associazioni e non una sola associazione. Non è mancata la sigla che è voluta emergere, ma, ovviamente, senza successo. Caserta vuole vivere, e lo vuole fare insieme. Gli utili idioti o gli egocentrici del momento, non ci interessano. Aspettiamo invece tutti il 7 dicembre alla prima assemblea pubblica per decidere come organizzarci e cosa proporre. All'assemblea saranno invitati anche i rappresentanti degli studenti"
  Fabrizio Arnone
Presidente Consulta Provinciale degli Studenti di Caserta


LA NUOVA METROPOLITANA DI SALERNO POCO ACCESSIBILE AI DISABILI



SALERNO - La nascita della nuova metropolitana nella città di Salerno rappresenta – come ha dichiarato il sindaco De Luca – un qualcosa che cambierà gli stili e la qualità di vita dei cittadini. Peccato che al momento non ne possono usufruire tutti gli utenti. Le categorie svantaggiate sono sempre quelle più deboli: anziani, disabili. L’ennesimo episodio che si è verificato giovedì pomeriggio non fa altro che lasciare dell’amaro in bocca e confermare che per determinati utenti i disagi sono destinati ad aumentare per colpa di negligenze altrui. Protagonista della vicenda è una ragazza disabile in carrozzina, Vitina Maioriello di Campagna, la quale il suddetto giorno si è recata, presso lo Stadio Arechi San Leonardo per prendere la metropolitana ed arrivare alla Stazione Centrale di Salerno. Peccato che una volta giunta alla Stazione di Salerno non ha potuto continuare il suo viaggio alla scoperta della città. La malcapitata afferma: << nei giorni scorsi mi sono preoccupata di inviare delle email per essere sicura che tutto fosse accessibile alle mie esigenze. Ho avuto risposta positiva. Giunta alla Stazione Arechi, verso le ore 16.00, mi sono resa conta che la stessa era sprovvista di biglietteria automatica o sportello dove poter acquistare con il mio accompagnatore i biglietti. Siamo stati costretti a riprendere la macchina, fare alcuni km, e arrivare alla prima rivendita di ticket. Ritornati alla stazione Arechi abbiamo obliterato il biglietto e recati al piano superiore, con l’ascensore, per accedere alla metropolitana. Siamo saliti sul mezzo senza problemi, nonostante dei piccoli ostacoli superabili, ed è iniziato il nostro viaggio. All’arrivo alla Stazione Centrale di Salerno siamo scesi e ci siamo diretti presso l’ascensore per scendere al piano inferiore ed iniziare il nostro cammino per la città. Peccato che questo non è stato possibile poichè l’apparecchio era disattivato. Il personale ferroviario (capostazione della metropolitana ed altri collaboratori) si sono attivati per capirne il motivo. Hanno effettuato delle telefonate dalle quali si è evinto che l’ascensore non poteva essere utilizzato perché attivo fino alle ore 17.00, pertanto, non era più possibile scendere. Disagi sono stati avvertiti anche da mamme con bambini nel passeggino e persone anziane con bagaglio che non riuscivamo a scendere l’enorme scalinata presente in stazione. Mentre aspettavamo l’intervento di qualcuno, le porte dell’ascensore si sono aperte, e siamo entrati dentro (io, il mio accompagnatore, e il capostazione) credendo che chi di dovere, in seguito alle nostre sollecitazioni, avesse ripristinato il servizio. Una volta entrati nell’ascensore le porte si sono chiuse ma non siamo riusciti a scendere al piano inferiore perché l’apparecchio non dava segni di vita, per qualche minuto si sono spente anche le luci interne. Il capostazione, insieme a noi nell’ascensore, ha allertato la sicurezza e la polizia. Con una manovra manuale da parte di addetti siamo scesi al piano di sotto. A questo punto si era fatto tardi e dovevamo ritornare all’Arechi. L’addetto delle Ferrovie dello Stato non voleva farci salire dicendo che l’ascensore non poteva essere utilizzato perché fuori orario e che eventualmente sarebbe comunque servita una prenotazione fatta almeno 12 ore prima. Assurda come cosa. Dove si è mai visto che per prendere l’ascensore bisogna prenotarsi? Non si sta chiedendo assistenza personale sul treno per la quale è richiesta una prenotazione anticipata. Dopo una serie di battibecchi siamo riusciti a farci riportare al piano superiore per riprendere la metropolitana che ci avrebbe riportato alla Stazione Arechi>>. Si parla di sfide importanti che bisogna vincere. Questa della metropolitana rappresenta una grande sfida per la città di Salerno ma non si può pensare di ottenere risorse per il prolungamento verso l’aeroporto di Pontecagnano e l’Università di Salerno se poi questo servizio manca di quelle che dovrebbero essere le esigenze prioritarie. Ogni giorno decine di persone disabili, anziani, hanno la necessità di dover utilizzare questo mezzo di trasporto e non possono farlo perché puntualmente si verifica un inconveniente dovuto a disattenzioni da parte di chi invece dovrebbe vigilare e garantire determinati servizi. Abbiamo contattato, in seguito alla vicenda, l’azienda Salerno Mobilità, nelle persone di Massimiliano Giordano, Amministratore Unico, e l’ing. De Sio, riguardo la gestione degli ascensori. Gli stessi ci hanno informato che la loro società gestisce cinque stazioni ossia quella di Torrione, Pastena, Mercatello, Mariconda, Arbostella, Arechi San Leonardo i cui ascensori sono attivi per tutto l’orario di transito del mezzo pubblico. Le suddette stazioni sono state realizzate in seguito all’attivazione della metropolitana. Dell’ascensore presente nella Stazione Centrale, invece, ne risponde Trenitalia. A questo punto si chiede a chi di dovere di intervenire per evitare che si riverifichino incidenti di questo tipo proprio in virtù del fatto che si tratta di una sfida e non possiamo permettere che ad oggi determinate persone debbano vivere disagi che non esistono.


IL BARITONO DI ALVIGNANO FRANCESCO LANDOLFI AL “RAVENNA FESTIVAL 2013” PER IL FALSTAFF DI VERDI

Francesco Landolfi
ALVIGNANO - Il baritono di Alvignano (Ce) Francesco Landolfi sarà uno dei principali protagonisti al Teatro “Alighieri” di Ravenna del “Falstaff”, ultima opera in tre atti composta da Giuseppe Verdi. L’artista casertano vestirà i panni di Ford, marito geloso di Alice, quest’ultima caduta, insieme a Meg Page tra le conquiste di Falstaff. La regia sarà di Cristina Mazzavillani Muti, sarà prezioso anche il contributo dell’Orchestra “Cherubini” diretta dal Maestro Nicola Paszkowski ed del Coro del Teatro Municipale di  Piacenza. Spettacoli: 10 e 17 novembre, ore 15,30 e giovedì 14 novembre, ore 20,30. Repliche a dicembre  2013 al Teatro del Giglio di Lucca.

“Letteratitudi” riapre la nuova stagione 2013/2014



(Matilde Maisto) - E’ previsto per sabato 16 Novembre 2013, il primo incontro della stagione 2013/2014. Tutti pronti i componenti storici del gruppo: Giannetta Capozzi, Matilde Maisto, Felicetta Montella, Arkin Jasufi, Concetta Pennella, Olga Petteruti, Raffaele Raimondo con la gentilissima signora Lella, Laura Sciorio, Marinella Viola, nonché nuovi graditissimi associati come Maria Sciorio, Rossella Botta, Maria Luisa Santonicola ed altri ospiti. Per questo primo incontro ci lasceremo incantare dalla recitazione di Roberto Benigni nel V Canto dell’Inferno della Divina Commedia, “L’impossibile amore di Paolo e Francesca a confronto con la realtà dei giorni nostri”. Quindi andremo a leggere di Virgilio e Dante mentre si trovano nel II cerchio dell’inferno nella bufera infernale, che è incessante, trascina le anime, le tormenta sbattendole e percuotendole, sono i dannati per i peccatori di lussuria, quei peccatori che hanno sottomesso la ragione al piacere. A tal proposito Dante dice: …E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di sé lunga riga, così vid’io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga; per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle genti che l’aura nera sì gastiga…? (E come d’inverno gli stornelli sono trasportati in volo dalle loro ali, formando una larga schiera, così quel vento trasporta gli spiriti malvagi; li trascina qua e là, su e giù; non hanno alcuna speranza che li conforti, né di riposo né di una diminuzione della pena. E come le gru emettono i loro lamenti, formando in cielo una lunga riga, così vidi venire sospirando delle anime, trasportate da quella tempesta). Tra queste anime Dante ne scorge due che lo colpiscono particolarmente e chiede di parlare con loro. E’ Francesca a parlare: “…Siede la terra dove nata fui su la marina dove ‘Po discende per aver pace co’ seguaci sui. Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense…” (La terra dove sono nata (Ravenna) sorge alla foce del Po, dove il fiume si getta in mare per trovare pace coi suoi affluenti. L’amore, che si attacca subito al cuore nobile, prese costui per il bel corpo che mi fu tolto, e il modo ancora mi danneggia. L’amore, che non consente a nessuno che sia amato di non ricambiare, mi prese per la bellezza di costui con tale forza che, come vedi, non mi abbandona neppure adesso. L’amore ci condusse alla stessa morte: Caina attende colui che ci uccise…).
La storia di Paolo e Francesca
C’era una volta una nobile fanciulla chiamata Francesca…
Potremmo iniziare così il nostro racconto, ma non è una favola, bensì una storia vera. Paolo e Francesca sono due personaggi realmente esistiti e non figure romantiche come Giulietta e Romeo nate dalla geniale fantasia di Shakespeare. Francesca da Polenta era figlia di Guido Minore Signore di Ravenna e Cervia “…siede la terra dove nata fui, sulla marina dove ‘l Po discende…..” e lì viveva tranquilla e serena la sua fanciullezza , sperando che il padre le trovasse uno sposo gradevole e gentile. Siamo nel 1275 e Guido da Polenta decise di dare la mano di sua figlia a Giovanni Malatesta (detto Giangiotto Johannes Zoctus – Giovanni zoppo) che lo aveva aiutato a cacciare i Traversari, suoi nemici. Il capostipite, Malatesta da Verucchio detto il Mastin Vecchio o il Centenario, concorda ed il matrimonio è combinato. Fu detto a Guido:
“-…voi avete male accompagnato questa vostra figliuola, ella è bella e di grande anima, ella non starà contenta di Giangiotto… Messer Guido insistette: - Se essa lo vede soltanto quando tutto è compiuto, non può far altro che accettare la situazione”. Per evitare il possibile rifiuto da parte della giovane Francesca i potenti signori di Rimini e Ravenna tramarono l’inganno. Mandarono a Ravenna Paolo il Bello “piacevole uomo e costumato molto”, fratello di Giangiotto. Francesca l’aveva visto “…fu una damigella di là entro, dimostrato da un pertugio d’una finestra a madonna Francesca, dicendole – madonna, quegli è colui che dee esser vostro marito – e così si credea la buona femmina, di che madonna Francesca incontamente in lui pose l’anima e l’amor suo…” Francesca accettò con gioia ed il giorno delle nozze, senza dubbio alcuno, pronunciò felice il suo “sì” senza sapere che Paolo la sposava “artificiosamente” per procura ossia a nome e per conto del fratello Giangiotto. “…non s’avvide prima dell’inganno, che essa vide la mattina seguente al dì delle nozze levare da lato a sè Giangiotto…” Pensate alla sua disperazione! Ma ben presto si rassegnò, ebbe una figlia che chiamò Concordia, come la suocera, e cercava di allietare come poteva le sue tristi giornate. Paolo, che aveva possedimenti nei pressi di Gradara, sovente faceva visita alla cognata e forse si rammaricava di essersi prestato all’inganno! Uno dei fratelli, Malatestino dell’Occhio, così chiamato perchè aveva un occhio solo “ma da quell’uno vedeva fin troppo bene”, spiando, s’accorse degli incontri segreti tra Paolo e Francesca. Ed eccoci all’epilogo della nostra storia: un giorno del settembre 1289, Paolo passò per una delle sue solite visite e qualcuno (forse Malatestino “quel traditor”) avvisò Giangiotto. Quest’ultimo che ogni mattina partiva per Pesaro ad espletare la sua carica di Podestà, che per maggior equanimità non doveva avere appresso la famiglia, per far ritorno a tarda sera, finse di partire ma rientrò da un passaggio segreto e …mentre leggevano estasiati la storia di Lancillotto e Ginevra, “come amor li strinse” si diedero un casto bacio (questo è quello che Dante fa dire a Francesca!) proprio in quell’istante Giangiotto aprì la porta e li sorprese. Accecato dalla gelosia estrasse la spada, Paolo cercò di salvarsi passando dalla botola che si trovava vicino alla porta ma, si dice, che il vestito gli si impigliasse in un chiodo, dovette tornare indietro e, mentre Giangiotto lo stava per passare a fil di spada, Francesca gli si parò dinnanzi per salvarlo ma…Giangiotto li finì entrambi. Dante mette gli sventurati amanti all’inferno perchè macchiati di un peccato gravissimo, ma li fa vagare assieme: oltre la pena, che non abbiano anche quella della solitudine eterna. “…io venni men così com’io morisse; e caddi come corpo morto cade”. Gli sventurati amanti vengono così immortalati da Dante nella Divina Commedia – V canto dell’Inferno. Nel corso dei secoli poeti, musicisti, letterati, pittori e scultori si sono ispirati alla tragedia di Paolo e Francesca (da Pellico a D’Annunzio, da Zandonai a Scheffer, ecc.) ed ancor oggi la loro storia d’amore, avvolta in un alone di mistero, affascina migliaia di persone. Ebbene anche il gruppo di “Letteratitudini” è rimasta affascinata da questa storia e ne farà una serata di argomentazioni, raffrontandola con la realtà dei giorni nostri.


Novartis presenta, in anteprima per il Sud Italia, il nuovo farmaco "sgonfia-polmoni" per la terapia della BPCO presso la Casa di Cura Athena-Villa dei Pini



PIEDIMONTE MATESE- Lo scorso venerdì presso il centro convegni della Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE), la nota casa farmaceutica Novartis ha presentato il nuovo farmaco, che di recente ha ricevuto il parere positivo del Committee for the Human use of Medicinal Products (CHMP) dell’EMA come trattamento broncodilatatore di mantenimento per alleviare i sintomi della BPCO. Presente tutto il Medical Department Novartis del Sud Italia che ha illustrato le proprietà terapeutiche del nuovo principio attivo per la prima volta proprio presso la struttura sanitaria matesina.  "Tra i nuovi farmaci -esordisce la ricercatrice Raffaella Raddino- di prossimo arrivo sul mercato, di grande interesse è il QVA149 (Ultibro® Breezhaler®), un’associazione tra due broncodilatatori (indacaterolo e glicopirronio) a diverso meccanismo d’azione (il primo è un agonista dei recettori beta-2 adrenergici a lunga durata d’azione o LABA, l’altro un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione o LAMA) ma ad uguale durata d’azione, fatto che permette di somministrarla per via inalatoria una sola volta al giorno. “Il due farmaci – spiega la ricercatrice - sono efficaci sia a livello delle vie aeree superiori che di quelle più periferiche e il vantaggio di poter dare in mono-somministrazione giornaliera le due classi di farmaci più efficaci per il trattamento della BPCO è evidente”. Presenti all'incontro molti medici dell'alto casertano, che si sono mostrati interessati, dando vita ad una valida tavola rotonda finale.  Molta soddisfazione è stata espressa dal Dott. Luigi Ferritto, responsabile dell'ambulatorio di Fisiopatologia Respiratoria della Clinica Athena-Villa dei Pini, che ha così commentato: "Mi onora il fatto che una così importante casa farmaceutica, come è Novartis, abbia scelto la nostra struttura e i medici matesini per presentare questo nuovo farmaco in anteprima per il Sud Italia. Segno che in questi anni abbiamo lavorando bene, soprattutto per quanto riguardo la sensibilizzazione verso la BPCO, malattia che colpisce circa 210 milioni di persone nel mondo e che entro il 2020 rappresenterà la terza causa di morte". Il QVA149(Ultibro® Breezhaler®) è stato oggetto di studio nel programma di sperimentazione clinica di fase III IGNITE (che a sua volta comprende 11 studi condotti o in fase di svolgimento in 52 Paesi per un totale di 10.000 pazienti) ed è stato elaborato un piano di gestione del rischio per garantire che sia usato nel modo più sicuro possibile.

Complesso ex Salesiani, pronti a partire i progetti di due Centri Comunali



Piedimonte Matese - La Giunta Comunale di Piedimonte Matese ha approvato le due progettazioni esecutive che riguardano  il complesso degli ex Salesiani in via Don Bosco: si tratta della realizzazione di due Centri comunali finanziati nell’ambito dei bandi del Gal Alto Casertano, in attuazione della misura 321 del Psr Campania “Servizi essenziali alle persone che vivono nei territori rurali”. Le risorse ammontano a circa 100mila euro per ciascun progetto, e permetteranno al Comune matesino di procedere prima di tutto con i lavori di adeguamento dell’edificio necessari a renderlo adatto alle funzioni che si troverà a svolgere, con le attività e i servizi che dovrà ospitare, nell’ottica di quel rilancio del luogo, a cui i Piedimontesi sono da sempre  molto legati, continuato dall’Amministrazione di Vincenzo Cappello soprattutto dopo l’acquisto dell’immobile, avvenuto successivamente all’abbandono dell’Opera Salesiana. Entrambi i progetti hanno carattere sociale. Il Centro comunale di aggregazione è stato pensato per quelle fasce della popolazione che più vivono in condizioni di disagio: famiglie, coppie, studenti, che avrebbero nel Centro un nuovo punto di riferimento in cui trovare il supporto di persone qualificate, ma anche servizi e attività culturali promosse per coinvolgere cittadini di ogni età. Adeguare i locali sarà indispensabile, e sono pertanto previsti lavori di messa a nuovo sei servizi igienici, infissi e impianto energetico e idrico. L’abbattimento delle barriere architettoniche sarà centrale poi per la nascita del Centro comunale dedicato ai disabili (in cui è prevista l’azione dell’Ambito Sociale C6, oggi parte del nuovo C4), che ha per obiettivo l’attivazione di servizi sociosanitari: attività ricreative, riabilitative, educative e culturali per i diversamente abili del territorio dell’Alto Casertano, dai 18 ai 65 anni. L’iter dei progetti era stato avviato dall’Amministrazione Comunale di Piedimonte lo scorso anno. Ora che la Giunta  ha deliberato gli atti esecutivi, bisognerà attendere il Decreto per l’assegnazione dei fondi prima di poter procedere nei prossimi mesi alla gara d’appalto.