13 marzo 2011

Lettera aperta del Dott. Emilio Iannotta al Presidente Vendola


Caro Presidente,

Le scrive un cittadino e un militante di partito. Di Italia dei Valori e, soprattutto, di centrosinistra. Si, di centrosinistra senza trattino e senza spazio, perché l’assenza di quel trattino e di quello spazio hanno un valore simbolico a cui tanti Italiani, e io tra loro, sono affezionati . Quell’assenza ha un significato politico molto forte perché sottintende che:

-il bipolarismo e la politica dell’alternanza sono segno di civiltà politica e avvicinano la politica ai cittadini, consentendo a questi ultimi una più facile lettura ed una più consapevole valutazione delle vicende politiche e amministrative;

-i partiti della coalizione sono disposti a rinunciare all’egoismo di parte in favore di una sintesi più avanzata. Alla tattica spicciola in favore di una strategia di lungo respiro;

-i partiti della coalizione pongono quale stella polare del proprio cammino comune la tutela di diritti costituzionalmente sanciti quali il lavoro, la salute, la sicurezza, l’istruzione, le pari opportunità, l’uguaglianza nei confronti della legge. E, coi tempi che corriamo e col Governo che ci ritroviamo, più che di tutela siamo costretti alla difesa ad oltranza;

-i partiti della coalizione hanno la maturità per far rappresentare i diritti di cui sopra alle migliori menti, alle migliori energie, alle migliori testimonianze a prescindere dall’appartenenza politica. A rinunciare al diritto di primogenitura e al diritto di veto. A chiamare in aiuto i cittadini, con le primarie, quando un civile confronto tra candidati e partiti non sortisce una sintesi condivisa.

Caro Presidente,

molti Italiani e io tra loro la consideriamo un alfiere del centrosinistra senza trattino, soprattutto perché ha incentrato la sua battaglia per la difesa di quei diritti di tutti che ora alcuni vorrebbero far divenire privilegi di pochi. Perché ci ha sempre messo la faccia con coraggio e generosità senza paura di sfidare gli apparati di partito. Perché ha voluto e saputo confrontarsi con le difficoltà dell’amministrazione giornaliera di una bella regione meridionale dimostrando ad un tempo attaccamento alle origini e concretezza.

Le sue narrazioni hanno affascinato tanti, anche al di fuori del perimetro di SEL.

Oggi le tocca una scelta apparentemente difficile in cui credo debba farsi guidare dall’istinto, dal cuore,dalla sua storia e dal suo percorso politico, dalle sue narrazioni. Deve scegliere e aiutare i suoi militanti (e tutti i Napoletani) a scegliere tra Luigi de Magistris e il prefetto Mario Morcone.

La città di Napoli, con i suoi tanti problemi e le sue mai abbastanza valorizzate potenzialità, merita una sua valutazione serena dettata dall’amore e dalla coerenza e non certamente condizionata dalla realpolitick.

I Napoletani, popolo passionale e generoso, non meritano che le proprie vicende amministrative e le proprie sorti entrino a far parte di una partita a scacchi tra partiti in cui la tattica sembra di nuovo prevalere sulla strategia di largo respiro. Ad attardarne sviluppo e crescita bastano e avanzano la camorra e i perversi intrecci tra criminalità organizzata, economia malata e cattiva gestione amministrativa.

In definitiva deve scegliere tra due persone, due storie senza lasciarsi condizionare, a mio modesto parere, dai partiti che li sostengono e che oggi la sollecitano ad un sostegno elettorale.

A me pare che Luigi de Magistris abbia stimoli, motivazioni e storia personale tali da meritare il suo sostegno convinto . D’istinto ma rinforzato dalla riflessione consapevole. Perché è un uomo di centrosinistra senza trattino, perché si è battuto con la schiena dritta a tutela dei diritti di cui sopra,perché non ha avuto timore di schierarsi contro gli apparati dei partiti (compreso il proprio quando ne ha ravvisato la necessità), perché per amore della sua terra e con atto di generosità ha voluto raccogliere il pressante invito dei tanti Napoletani per bene che sono stanchi del Bassolinismo ma certo non vogliono precipitare in mano al Berlusconismo e ai suoi mentori campani.

Altre due riflessioni mi permetto di sottoporre. Al grande comunicatore che lei è faccio osservare che Napoli e il centrosinistra oggi hanno bisogno di una faccia giovane, fresca, sorridente, promettente. Napoli deve tornare gioiosa, orgogliosa ed ottimista.

All’uomo delle primarie, all’uomo del popolo faccio osservare che questo straordinario strumento di democrazia viene spesso delegittimato, depotenziato e strumentalizzato. Spesso in nome della realpolitik. A Napoli il Partito Democratico, imprescindibile alleato, le ha organizzate, effettuate, contestate e mai riconosciute. Il PD napoletano, così poco accorto e così frammentato può arrogarsi a Napoli diritto di veto o di primogenitura? E può il PD nazionale arrogarsi il diritto di scegliere il Sindaco di Napoli, sostituendosi al PD napoletano e in definitiva ai Napoletani? Non credo i Napoletani apprezzeranno.

In definitiva, caro Presidente, lasci perdere gli scacchi, i cavalli, la realpolitick, la tattica. Dia ascolto al cuore, all’istinto, ai Napoletani. Altrimenti le sue narrazioni rischiano evoluzioni incomprensibili…………

Emilio Iannotta

DIGNITA’ PER I PRIGIONIERI ITALIANI MORTI NELL’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO “ORIA”.



L'Oria è stato un piroscafo norvegese , affondato nella seconda guerra mondiale con la morte di oltre 4000 prigionieri italiani. Si tratta di uno dei peggiori disastri navali della storia dell'umanità, e del peggiore del Mediterraneo. Nell'autunno del 1943, dopo la resa delle truppe italiane in Grecia, i tedeschi dovettero trasferire le decine di migliaia di prigionieri italiani via mare. Questi trasferimenti vennero effettuati usando spesso carrette del mare, stipando i prigionieri oltre ogni limite consentito, e senza nessuna norma di sicurezza. Diverse navi affondarono, per attacco degli Alleati o per incidente, con la morte di migliaia di prigionieri. L'Oria fu tra le navi scelte per il trasporto dei prigionieri italiani. L' 11 febbraio del 1944 partì da Rosi diretto al Pireo, con a bordo 4046 prigionieri (43 ufficiali, 118 sottufficiali, 3885 soldati), 90 tedeschi di guardia o di passaggio, e l'equipaggio, ma l'indomani, colto da una tempesta, affondò presso Capo Sounion. Alcuni rimorchiatori, accorsi il giorno seguente, non poterono salvare che 21 italiani, 6 tedeschi ed un greco. Tutti gli altri persero la vita.

Il desiderio di veder restituita dignità ai resti dei nostri soldati periti nell’affondamento dell’Oria e di cui abbiamo detto tanto, ci spinge a ritornare sul tema. A raccontarvi di un commovente messaggio d’amore rinvenuto dai sub greci, fra i quali l’esperto ricercatore Aristotelis Zervoudis, cui tanto si deve per l’emersione di questa grave sciagura del mare che tanti lutti ha procurato alle famiglie dei nostri militari impegnati nell’ultimo conflitto mondiale sul fronte greco. Siamo al cospetto di un tragico evento della nostra storia mai raccontato, un muro di gomma, un silenzio assordante si sono frapposti impedendone la cura e la divulgazione.
Abbiamo usato l’espressione “ silenzio assordante “ mutuata da altre nostre letture o ricerche convinti che sia degnamente appropriata anche al nostro caso. Il silenzio per sua natura ci isola, ci lascia soli con i nostri pensieri reconditi e senza risposte, senza suoni, nel mentre il cuore e la mente si sofferma sulle angosce, gli accadimenti e si chiedono perché ?
C’è un perché che giustifichi il silenzio di chi dovrebbe addirittura gridare ed invece è sordo ad ogni grido di dolore ?
I familiari delle vittime dell’oria, quelli ancora in vita, i loro congiunti, avevano il diritto di sapere che ai i resti dei loro e nostri eroi veniva garantita la sacralità e l’onore acquisita sul campo di battaglia ?
Il 12 febbraio di quest’anno sono trascorsi 67 anni da quella spaventosa tragedia ed ancora si invocano le istituzioni affinché venga ristabilito un doveroso obbligo morale vero l’immane sacrificio di tanti soldati.
Tra i resti sul fondo del mare di Patroklou i sub greci hanno fotografato una borraccia di alluminio appartenuta ad un nostro giovane. ( nella foto )
Quel giovane, ventenne, aveva affidato al mare un messaggio d’amore alla propria mamma che tanto lo attese e le cui anime sono ,ormai ,ricongiunte nelle braccia di Dio in premio alla loro sofferenza. Aveva inciso sulla borraccia d’alluminio la seguente, ancora, leggibile scritta: “ MAMMA RITORNERO’ PERCHE’ TI VOGLIO BENE “. Precede l’incisione: ANDREOZZI FRANCESCO, ROMA, ITALIA, 1922. Una speranza tradita dagli eventi e dalla sfortuna.

Da ricerche da noi effettuate, sul competente archivio del Ministero della Difesa, abbiamo accertato che quel giovane Andreozzi era nato a Roma il 16-10-1922. Non esiste negli archivi ministeriali altro militare avente il medesimo nome e cognome nato in Roma nel 1922. Da tempo stiamo invocando, attraverso il Comune di Roma, opportune ricerche tese ad individuare possibili congiunti in vita di quel giovane cui restituire quella borraccia con il suo nobile messaggio d’amore non potuto recapitare alla mamma dolente per quel “ silenzio assordante “, quel muro impenetrabile, protratti nel tempo, di cui abbiamo tristemente accennato.

Vittorio Ricciardi.


Quel giovane, ventenne, aveva affidato al mare un messaggio d’amore alla propria mamma che tanto lo attese e le cui anime sono ,ormai ,ricongiunte nelle braccia di Dio in premio alla loro sofferenza. Aveva inciso sulla borraccia d’alluminio la seguente, ancora, leggibile scritta: “ MAMMA RITORNERO’ PERCHE’ TI VOGLIO BENE “. Precede

l’incisione: ANDREOZZI FRANCESCO, ROMA, ITALIA, 1922. Una speranza tradita dagli eventi e dalla sfortuna. Da ricerche da noi effettuate, sul competente archivio del Ministero della Difesa, abbiamo accertato che quel giovane Andreozzi era nato a Roma il 16-10-1922. Non esiste negli archivi ministeriali altro militare avente il medesimo nome e cognome nato in Roma nel 1922. Da tempo stiamo invocando, attraverso il Comune di Roma, opportune ricerche tese ad individuare possibili congiunti in vita di quel giovane cui restituire quella borraccia con il suo nobile messaggio d’amore non potuto recapitare alla mamma dolente per quel “ silenzio assordante “, quel muro impenetrabile, protratti nel tempo, di cui abbiamo tristemente accennato. Il suo era sto un impegno assolto con passione tenuto conto di vuoti nel sistema informatico che l’aveva costretta a ricorrere alla non poca documentazione cartacea del competente ufficio romano. Del giovane Francesco esistevano e sono ancora in vita due fratelli e molti nipoti. Abbiamo avuto nomi ed indirizzi di questi ed in una cerimonia in Campidoglio il subacqueo greco, l’impaziente Aristotelis, potrà consegnare nelle loro mani, in presenza del Primo Cittadino di Roma, il messaggio d’amore sconfinato di un figlio, loro fratello, verso una comune mamma che tanto dovette piangere per l’assenza di ogni notizia sul destino del proprio figlio. Grazie ! siete stati veramente meravigliosi e speriamo nel vostro costante impegno per arricchire di una pagina di storia mancante il passato ed il sacrificio di tanti giovani con il dolore di tante mamme.

DALLE TERRE DI CAMORRA ALLE TERRE DI DON PEPPE DIANA


Villa di Briano LIBERA Caserta e Comitato don Peppe Diana informano che venerdì 18 marzo, alle ore 18, presso l’Auditorium del Santuario Madonna di Briano, in Via Kruscev, appuntamento di festa per il XVII anniversario dell’uccisione di don Peppe Diana e in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata. All’evento parteciperanno, tra gli altri, centinaia di ragazzi, decine di amministratori pubblici provenienti da diverse Regioni(Toscana, Emilia Romagna, Veneto), in occasione dei festeggiamenti dell’Unità di Italia.

c.s.

Ad Alife Convegno sul difficile cammino del risorgimento italiano.


ALIFE. Domenica 13 marzo nella sala Consiliare del Comune di Alife, alle ore 19,00 in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il Partito Democratico di Alife in collaborazione con Sinistra Ecologia Libertà di Alife e l’Associazione OL.PAC. organizza il convegno su “Difficile cammino del risorgimento italiano”. La manifestazione vuole ribadire la necessità della certezza del diritto, che è il primo bene pubblico indispensabile per ciascun cittadino, di qualunque schieramento. Per questo motivo si preferisce non vi siano simboli riconducibili a partiti o sindacati, nel rispetto dell’iniziativa che vuole essere trasversale ed aperta a chiunque vi si riconosca. Durante l’incontro saranno trattati vari argomenti tra cui L’unità d’Italia e la Costituzione, il doppio risorgimento italiano a cura di Gianfranco Di Caprio segretario cittadino del PD. La costituzione della Repubblica Italiana sarà approfondita con la lettura dei principi fondamentale e della parte prima. Gli aspetti e personaggi del risorgimento alifano saranno ricordati con il ruolo politico della famiglia Cornelio nell’800 a cura del Prof. Giovanni Guadagno. Il Convegno ha ricordato il Segretario del PD Gianfranco Di Caprio, è stato organizzato per difendere i valori della legalità repubblicana, troppo spesso impunemente violati, e della dignità costituzionale che non dev’essere calpestata, è aperta a chiunque creda che la Costituzione sia una somma di diritti e di doveri per tutte le cittadine e tutti i cittadini, che sono sovrani nel proprio paese, come sancito dall’Art.1.

Pietro Rossi