05 novembre 2008

Nuovo sequestro all’ex cotonificio di Piedimonte Matese. Si allungano i tempi per l’apertura del Centro Commerciale.


Piedimonte Matese. Stavolta diventano davvero biblici i tempi per l’apertura di un centro commerciale nell’ex cotonificio di Piedimonte Matese. Infatti stamani i carabinieri della Compagnia coordinata dal capitano Salvatore Vitello, hanno effettuato un nuovo sequestro a tutta l’area su precise disposizioni del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Marco Guarriello. Due i reati ipotizzati nell’impianto accusatorio, abuso d’ufficio e abuso edilizio. A finire sotto inchiesta il proprietario/titolare della licenza, un imprenditore del posto e il tecnico comunale che all’epoca rilasciò la licenza edilizia. L’ex cotonificio è la seconda volta che viene sottoposto a sequestro. Infatti fu oggetto di provvedimento da parte della magistratura samaritana qualche mese fa per presunti reati ambientali. Di seguito furono tolti i vincoli e quindi dissequestrata tutta l’area e si pensava in città che fosse la volta buona per dar vita al tanto decantato centro commerciale. Oggi è arrivato l’ennesimo provvedimento restrittivo e, conseguentemente a ciò anche molti commercianti di Piedimonte Matese hanno inteso partecipare viva soddisfazione, sebbene su disgrazie altrui, per questa misura adottata dalla Magistratura, atteso che in molti era viva la paura che una volta aperto proprio il centro commerciale, avrebbe decretato la morte di molte attività dell’area matesina. Bisognerà capire ora, quanto tempo ci vorrà ancora per venire a capo della situazione e se l’impianto accusatorio formulato dagli inquirenti a carico degli indagati sarà efficace per sostenere un giudizio in un’aula di tribunale. Se prende piede quest’ultima circostanza, si può davvero affermare fin d’ora che saranno tempi lunghissimi quelli che avrebbero dovuto vedere sorgere un centro commerciale a Piedimonte Matese.

Fonte: caiazzorinasce

Tutto quello che non ci hanno detto sul quattro novembre.


A Bussonelo (TO) una lapide cominciava con queste parole:
PER QUELLO CHE FU SOFFERTONELL'OZIO DEPRAVANTE DELLA CASERMASOTTO IL BASTONE DELLA SERVITU'NEL LEZZO DELLE TRINCEENELLE VIGILIE DI MAGNIFICATE CARNEFICINE...
Essa fu distrutta nel 1921 dai fascisti.
Il monumento ai caduti di Tolentino (MC),distrutto dai fascisti nel 1922, recava questa lapide:
POSSA LA SANTITA' DEL LAVORO REDENTOFUGARE E UCCIDERE PER SEMPREIL SANGUINANTE SPETTRO DELLA GUERRAPER NOI E PER TUTTE LE GENTI DEL MONDOQUESTA LA SPERANZA E LA MALEDIZIONE NOSTRACONTRO CHI LA GUERRA VOLLE E RISOGNA


Lettere dal Fronte

Chi il 4 novembre festeggia la "vittoria" farebbe bene a rileggere questa lettera scritta da una vittima, semianalfabeta,ma con le idee molto piu' sincere e molto piu' chiare di tanti intellettuali ed editorialisti di oggi:
"Maesta' inviamo a V.M. questa lettera per dirvi che finite questo macello inutile. Avete ben da dire voi, che e' glorioso ilmorire per la Patria. E a noi sembra invece che siccome voi e i vostri porchi ministri che avete voluto la guerra che inprima linea potevate andarci voi e loro. Ma invece voi e i vostri mascalzoni ministri, restate indietro e ci mandate avantinoi poveri diavoli, con moglie e figli a casa, che ormai causa questa orribile guerra da voi voluta soffrono i poverini lafame! Viliacchi, spudorati Ubriaconi, Impestati, carnefici di carne umana, finitela che e' tempo li volete uccidere tutti? Alfronte sono stanchi nell'interno soffrono la fame, dunque cosa volete? Vergognatevi, ma non vedete che non vincete, mavolete che vadino avanti lo stesso per ucciderli. Non vedete quanta strage di giovani e di padri di famiglia avete fatto, enon siete ancora contenti? Andateci voi o viliacchi col vostro corpo a difendere la vostra patria, e poi quando la vostra vitala vedete in pericolo, allora o porchi che siete tutti concluderete certamente la pace ad ogni costo. Noi per la patriaabbiamo sofferto abbastanza, e infine la nostra patria e' la nostra casa, e' la nostra famiglia, le nostre mogli, i nostribambini. Quando ci avete uccisi tutti siete contento di vedere centinaia di migliaia di bambini privo di padre? E perche'?per un vostro ambizioso spudorato capriccio."
Lettera dal fronte del tenente Angelo Campodonico, 1915.
Durante le oscurissime notti, quando scoppiano sulle trincee terribili granate, i soldati cercano uno scampo nel ritirarsiindietro, e allora io e gli altri ufficiali li ricacciamo, puntando il nostro moschetto carico, pronto ad agire ad ogni tentativo difuga. Forse questi sono i momenti peggiori della guerra, quando noi, sotto il grave peso dell'enorme responsabilita', siamocostretti a ricorrere a qualunque mezzo, pur di obbedire anche noi agli ordini che ci vengono da fonte superiore.
Lettera di protesta di un italiano, Padova, 28 maggio 1916
Signor re, basta tanto macello di carne umana. Loro signori tutti birboni sono in salvo, i nostri poveri tutti al macello. Volete conquistarela terra e ammazzare i cittadini? Dite voi signori di amare la Patria e intanto distruggete chi la rende grande egloriosa. Uccisa la gioventù e molti padri di famiglia chi lavorerà le terre italiane? Invece della guerra se aveste avutobuon senso avreste fatto lavorare tante terre incolte, e così far sfamare i popoli, ma no, li volete ammazzare. Un padreche ama i suoi figli non cerca di ucciderli per acquistare terra, lei invece si proclama padre della Nazione... che padre è?E la faccia finita che è ora, basta la guerra così infame e ingiusta. Siamo tutti stanchi: domme, bambini, uomini, anziani.La nostra bella Italia prima si diceva fiore d'Europa, ora invece lutto e pianto.Lettera spedita a Viterbo il 14 agosto 1917 da un soldato di 21 anniQuesta lettera e' costata una condanna a 1 anno e 10 mesi di reclusione militare per "insubordinazione" e "lettera denigratoria".La guerra e' ingiusta, perche' e' voluta da una minoranza di uomini i quali, profittando della ignoranza della grande massadel popolo, si sono impadroniti di tutte le forze per poter soggiogare, comandare e massacrare; che chi fa la guerra e' ilpopolo, i lavoratori, loro che hanno le mani callose e che sono questi che muoiono, sono essi i sacrificati, mentre gli altri, iricchi, riescono a mettersi al sicuro.
(Fonte: E.Forcella e A.Monticone, "Plotone di esecuzione", Laterza)
Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone. Chi la festeggia oggi e' un ignorante.Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU' LA GUERRA!


Tutto quello che non ci hanno detto sul quattro novembreF.I.P. il 4/11/1999 per conto dell’Associazione Peacelink Via Galuppi 15 - 74010 Statte -Taranto
La prima guerra mondiale costo' all'Italia 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di piu' di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, i territori ottenuti con la vittoria della guerra, che erano gia' stati concessi all'Italia dall'Austria in cambio della non belligeranza
Il 4 novembre ripudiamo la guerra
Oggi si svolgono in tutta Italia le cerimonie per ricordare il 4 novembre 1918, data in cui l'Italia usci' "vittoriosa" dalla prima guerra mondiale. Con questo volantino vogliamo dedicare spazio alle vittime della prima guerra mondiale, che hanno pagato con la loro vita il costo di una guerra inutile. La festa del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per trasformare le vittime di una guerra spietata e non voluta in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu chiesto di celebrare leforze armate. Questa eredita' non e' stata sufficientemente sottoposta a critica con l'avvento della Repubblica. Vogliamo portare nella consapevolezza sociale cio' che e' ormai acquisito nello studio degli storici e degli studiosi: l'Italia entro' in guerra nonostante l'Austria avessepromesso la restituzione di Trento e Trieste in cambio nella non belligeranza. L'intento era infatti quello di espandere l'Italia verso territori esteri (come avvenne con la conquista del Sud Tirolo) seguendo il mito dell'imperialismo romano, che ebbe poi nel fascismo la sua massima celebrazione. Dopo la guerra infatti si parlo' di "vittoria mutilata" perche' le mire espansionistiche non furono coronate. La prima guerra mondiale fu un affare per grandi industriali, politici corrotti, funzionari statali senza scrupoli, alti ufficiali con le mani in pasta. Le commesse diguerra fruttarono profitti cosi' scandalosi che fu nominata una commissione di inchiesta parlamentare, prontamente sciolta dal fascismo dopo la marcia su Roma. I migliori libri di storia segnalano che il fascismo al potere - fra i primi atti - blocco' la commissione parlamentare che indagava sulla prima guerra mondiale e sui porofitti illeciti accumulati da faccendieri, burocrati, generali, industriali. Perche' allora si festeggia la prima guerra mondiale? Una risposta ci viene da un testo scolastico: G. De Vecchi, G. Giovannetti, E. Zanette, "Moduli di storia 2", ed. scolastiche B. Mondadori. "L'idea di una "guerra grande" non per l'orrore e la sofferenza bensi' per l'eroismo e ill patriottismo deisuoi protagonisti e la bonta' dei suoi obiettivi, nacque soltanto dopo il conflitto. Essa fu il risultato delle commemorazioni ufficiali dei governi liberali dell'immediato dopoguerra e poi del regime fascista. Questa idea si concretizzo', fin dagli anni immediatamente successivi al conflitto, in una serie di iniziative finalizzate a tenere vivo negli italiani il ricordo della guerra: cerimonie pubbliche, istituzione di festivita' (per esempio il 4 novembre, anniversario della vittoria), intitolazione di vie e scuole a eroi della guerra, diffusione nelle stesse scuole e nei centri ricreativi dei canti patriottici. Ma lo strumento piu' efficace furono i monumenti ai caduti. Fu soprattutto il regime fascista a favorirne la diffusione,imponendone la costruzione in tutti i paesi e citta' d'Italia. Quali erano la funzione e le caratteristiche dei monumenti ai caduti? Il loro obiettivo immediato era la commemorazione dei soldati morti sul campo di battaglia, in particolare di quelli originari della località in cui era costruito il monumento. Tuttavia, nei testi che apparivano sulle lapidi e nel tipo di raffigurazione emergeva un altro e piu' importante obiettivo. Si trattava, infatti, di iscrizioni e di sculture che descrivevano la guerra come una sofferenza giusta e necessaria; i soldati vi erano rappresentati come degli eroi che, consapevolmente e volontariamente, avevano sacrificato la propria vita per la patria. In sostanza, i monumenti e le lapidi presentavano la guerra come un momento di "grandezza" dell'Italia e degli italiani, dunque come un'esperienza estrema ma assolutamente positiva. Niente di piu' lontano dalla realta'. Appare allora chiaro che i monumenti erano progettati non solo per offrire alle famiglie un conforto e una giustificazione per la morte dei loro cari, ma anche e soprattutto per costruire la memoria di una guerra "grande" che ne falsificava la realta' nascondendone gli aspetti piu' violenti e assurdi. La memoria non ufficiale e l'opposizione alla guerra La memoria ufficiale della guerra non fu pero' l'unica forma di commemorazione del conflitto. Soprattutto nel biennio 1919-20, vi furono associazioni e forze politiche (in genere di sinistra) che cercarono di mantenere in vita il ricordo dell'opposizione alla guerra e delle sofferenze che essa aveva causato ai soldati e ai civili. Anche questa versione alternativa si manifesto' attraverso lapidi e monumenti in genere costruiti nei comuni guidati da sindaci socialisti. Si trattava pero' di monumenti molto diversi da quelli ufficiali. Le lapidi "alternative" erano ben piu' precise ed esplicite nel descrivere l'orrore del conflitto. I soldati morti erano descritti come vittime e non come eroi. Questi monumenti ebbero vita breve e difficile. Gia' i primi governi liberali del dopoguerra ne ostacolarono o vietarono la costruzione; con la salita al potere del fascismo, nella cui ideologia tanta parte aveva l'esaltazione della nazione e della guerra, essi vennero tutti distrutti. Un mito presente ancora oggi L'interpretazione ufficiale della guerra rimase prevalente anche dopo la caduta del fascismo, non solo a causa dell'efficacia della propaganda del regime, ma anche perche', messa a confronto con la seconda guerra mondiale - che in Italia nessuno, a parte il regime fascista, aveva voluto - la Grande guerra appariva meno insensata e drammatica. E' solo a partire dagli anni sessanta che nelle interpretazioni degli storici, così come nella mentalita' degli italiani, ha cominciato a riaffiorare una memoria critica della guerra. A testimoniare la sopravvivenza del mito della Grandeguerra vi sono ancora i monumenti di epoca fascista; in molti casi ne e' stata modificata la dedica, estendendola anche ai morti della seconda guerra mondiale e della Resistenza. Solo in pochissime realta', in genere nel corso degli anni settanta e ottanta, sono stati sostituiti con nuovi monumenti che rappresentano la guerra non come un giusto sacrificio per il bene della patria, ma come un orrore da evitare per sempre."

Il '15-'18 fu una carneficina oscena - Testimoniare la verità si puòLa "festa" militarista del 4 novembre è stata voluta ed istituita dal fascismo. E ora che gli eredi culturali del ventennio sono arrivati al potere, quella festa vogliono rilanciare. Non solo caserme aperte, esposizione pubblica di carri armati, parate in divisa, ma anche militari nelle scuole a raccontare ai giovani l'epopea della "grande guerra". Alla festa per la vittoria si è aggiunta quella per l'unità nazionale ed anche la Giornata della Forze Armate. Ogni anno, in ogni città, le autorità civili, militari, religiose, si ritrovano tutte unite per legittimare eserciti e guerre. Stiamo assistendo ad un arretramento culturale. Le parole perdono il loro significato. Non si dice più "carneficina di uomini", ma "intervento militare per portare la pace". La guerra ormai è entrata nelle coscienze di molti, per annullarle. Ed ora si vuole persino riscrivere la storia!Alle iniziative militariste del ministro La Russa, dobbiamo rispondere con una campagna culturale che ristabilisca la verità storica, che valorizzi il dettato costituzionale «L'Italia ripudia la guerra».Il Movimento Nonviolento, Beati i Costruttori di Pace e Peacelink propongono quest'anno di trasformare il 4 novembre in una giornata di studio e di memoria, in una giornata di ripudio della guerra. Nei prossimi giorni diffonderemo un volantinaggio telematico, invitando ogni persona di buona volontà e di buon senso (soprattutto gli insegnanti onesti) a dire pubblicamente la verità storica. Invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere della pace e della nonviolenza, a partecipare alla manifestazioni ufficiali, esprimendo una voce di dissenso (con un volantino, una bandiera che sventola, un cartello appeso al collo . la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo!). E soprattutto nelle scuole, gli insegnanti onesti:- leggano agli studenti le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea. Facciano leggere il Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda in cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi;- facciano leggere Addio alle armi di Ernest Hemingway e Un anno sull'altopiano di Emilio Lussu, grandi testimonianze del fanatismo di quella guerra;- diffondano le lettere dei soldati che mandavano al diavolo la guerra e il re. Furono censurate. Perché censurarle oggi nelle cerimonie ufficiali e non farne mai la minima menzione?- facciano vedere ai ragazzi il capolavoro cinematografico Uomini contro di Francesco Rosi, che fu denunciato per vilipendio e proiettato pubblicamente dal sindaco disobbediente Giorgio La Pira.Bisogna diffondere la voce di chi ha maledetto la guerra perché voleva la pace. Oramai in tutte le scuole i libri di storia hanno rivisto il tradizionale giudizio positivo sulla prima guerra mondiale e oggi prevale una netta disapprovazione di una guerra che fu una carneficina e che poteva essere evitata portando all'Italia Trento e Trieste mediante una neutralità concordata con l'Austria.Ci chiediamo per quale oscura ragione il livello di consapevolezza raggiunto dalla cultura venga demolito dalla retorica governativa. Non comprendiamo come possa essere che una guerra venga celebrata in piazza nella sua giornata vittoriosa, e quella stessa guerra sia disapprovata nei libri di scuola.Ecco perché ci dobbiamo dissociare dalle cerimonie ufficiali. Il popolo della pace - in nome della nonviolenza - deve dire ancora una volta no alla guerra.Bisogna dissociarsi in nome della pace e della Costituzione.Bisogna dissociarsi in nome di tutti quegli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti. Bisogna dissociarsi in nome di tutti i disertori che non vollero partecipare a quella che il papa Benedetto XV definì «un'inutile strage».La realtà storica ci dice che i veri costi umani di quella guerra furono per l'Italia: 680mila 071 morti; un milione 50mila feriti di cui 675mila mutilati. Per l'Austria-Ungheria: un milione 200mila morti; tre milioni 620mila feriti. I morti di tutti i paesi coinvolti furono quasi 10 milioni.Queste le conseguenze di una folle decisione del re e del governo contro la volontà del Parlamento (450 su 508 deputati erano contrari); furono uccisi, feriti, mutilati due milioni 405mila italiani, contadini e poveri, e quattro milioni 820mila austriaci e ungheresi, per conquistare all'Italia terre che si potevano ottenere per via diplomatica, come voleva Giolitti. Bisogna ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo spietato, che avrebbe poi aperto le porte al fascismo.Noi ricordiamo con rispetto e con pena profonda le vittime civili e militari di tutte le guerre. Piangiamo tutti i morti della prima e della seconda guerra mondiale, ed oggi delle guerre in Irak, in Afganistan, in Libano, in Israele, in Palestina, in Cecenia, in Africa, in Asia, siano essi civili o militari, uomini o donne, italiani o di qualsiasi altra nazionalità. Rende vero onore alle vittime soltanto chi lavora tenacemente per rendere illegittima ogni guerra ed escluderla dai mezzi della politica, per sciogliere gli eserciti ed istituire i corpi civili di pace per una polizia internazionale sotto egida dell'Onu.Non gli eserciti hanno diritto a render omaggio alle vittime (di ieri e di oggi), ma chi alle guerre si oppone; solo chi è costruttore di pace e si batte affinché mai più ci siano guerre domani, può ricordare le vittime delle guerre di ieri senza offenderle ancora. Noi pensiamo che perseverando in questa azione rigorosamente nonviolenta anno dopo anno riusciremo a rendere sempre più partecipate le nostre iniziative di memoria, e rendere sempre più evidente l'ipocrisia e l'immoralità dei militari scandalosamente in festa innanzi alle tombe delle vittime. Noi pensiamo che il 4 novembre possa e debba diventare, da oscena festa delle forze armate, giornata di memoria e di impegno per la pace.Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" Movimento Nonviolento, http://email4.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cGlldHJvLnJvc3NpQGVtYWlsLml0&sid=%7b11446675634911E8D5709A9-4911E8D57117A-1225910485%7d&to=an@nonviolenti.orgAssociazione Beati i Costruttori di Pace, http://email4.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cGlldHJvLnJvc3NpQGVtYWlsLml0&sid=%7b11446675634911E8D5709A9-4911E8D57117A-1225910485%7d&to=segreteria@beati.orgAssociazione PeaceLink, http://email4.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cGlldHJvLnJvc3NpQGVtYWlsLml0&sid=%7b11446675634911E8D5709A9-4911E8D57117A-1225910485%7d&to=info@peacelink.it

Questo documento e’ stato realizzato e distribuito da Peacelink, una associazione divolontariato dell’ informazione che dal 1992 offre una alternativa ai messaggi propostidai grandi gruppi editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con associazioni divolontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si occupano di Pace,nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi, rispetto dell'ambiente elibertà di espressione. Tutti i volontari di PeaceLink svolgono il loro lavoro a titolopuramente gratuito, per dare voce a chi non ha voce.Per contatti, informazioni e collaborazioni:PeaceLink - C.P. 2009 - 74100 Tarantohttp://email4.leonardo.it/webmail/wm_5/redir.php?http://www.peacelink.it - http://email4.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cGlldHJvLnJvc3NpQGVtYWlsLml0&sid=%7b11446675634911E8D5709A9-4911E8D57117A-1225910485%7d&to=info@peacelink.itPeaceLink Tel: ++39-099-7303686 Fax: ++39-06-57290945

CELEBRAZIONE DEL 4 NOVEMBRE A PIEDIMONTE MATESE.




Piedimonte Matese. Il 4 novembre ha avuto luogo l’appuntamento annuale con la memoria nei confronti di chi in guerra ha perso la vita in nome della Patria. Nelle prime ore del mattino, gli studenti, gli ex-combattenti e le autorità (civili, militari e religiose) si sono radunati presso la Casa Comunale per la commemorazione dei caduti in guerra della città, per dirigersi in corteo in piazza Giovanni Caso, dove all’ombra del Monumento al Milite , si è svolta la solenne cerimonia di commemorazione. Numerose le personalità presenti alla manifestazione, a cominciare dal Sindaco avv. Vincenzo Cappello, seguito da assessori comunali e consiglieri, in rappresentanza dell’amministrazione. Sono intervenuti anche il presidente della Comunità Montana Fabrizio Pepe e l’assessore provinciale Renato Ricca. In una festa che celebra anche le forze armate, è stata molto forte la presenza militare. Hanno partecipato infatti diverse delegazioni: l’Esercito Italiano con il Colonnello Luigi Santoro, il Capitano Salvatore Vitello per i Carabinieri, il comandante Luigi Ragucci per il Corpo Forestale dello Stato, il luogotenente Liliano Liberato per la Guardia di Finanza, il dott. Domenico Renga per il Corpo di Polizia Municipale, nonché erano presenti delegazioni della Polizia di Stato e della Polizia Provinciale con il Capitano Enrico D’angerio.
Dopo l’alzabandiera e la deposizione dell’alloro ai piedi del monumento, accompagnati dalle note de ‘La canzone del Piave’, il cav. Stefano Micelli, presidente dell’associazione combattenti, e il sindaco Cappello, hanno salutato tutti i presenti e ringraziato coloro che hanno reso possibile la manifestazione. Il primo cittadino, nel ricordare i militari impegnati nelle missioni in corso nel mondo per assicurare la pace, si è rivolto in particolar modo ai giovani, soffermandosi sull’importanza rivestita dai corpi militari, «orgoglio per noi tutti e sicurezza per il futuro della democrazia». Il Sindaco ha voluto inoltre riflettere sul valore della Patria, quale «espressione di fratellanza e di comune identità collettiva».
Il presidente Pepe ha invece cavalcato gli anni che hanno segnato l’unità d’Italia, rievocando gli eroi che si sono distinti per le loro azioni, come Giovanni Palatucci, e gli eventi tragici in cui numerose persone hanno perso la vita, non soltanto militari, ma anche civili, poiché «tutti loro hanno contribuito all’affermazione della democrazia e della libertà dei popoli».
Le parole del cav. Micelli, del cav. Armando carbone (che ha letto il bollettino della vittoria) e del prof. Alfredo Marino, orfano di guerra, tutti emozionati al microfono, hanno commosso i presenti, rendendoli partecipi dei loro ricordi. La Santa Messa, concelebrata dai parroci don Alfonso Caso e don Salvatore Zappulo ha concluso la manifestazione che ogni anno emoziona i cittadini, anche quelli che semplicemente si affacciano alla finestra per vedere il corteo passare e sventolare il Tricolore. La Settimana della Memoria continua oggi nel salone della biblioteca comunale, dove alle ore 9:00 avrà luogo una proiezione cinematografica riservata agli studenti delle scuole medie cittadine, dedicata a Giovanni Palatucci. A seguire un dibattito guidato dal comandante di tenenza della Guardia di Finanza Liliano Liberato.

Pietro Rossi

CON LA MOSTRA FOTOGRAFICA PARTE LA SETTIMANA DELLA MEMORIA IN ONORE DEI CADUTI IN GUERRA A PIEDIMONTE MATESE.











Piedimonte Matese. Ha avuto inizio a Piedimonte Matese la ‘Settimana della Memoria’, progetto voluto fortemente dall’amministrazione comunale e dalla sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci in occasione delle celebrazioni del 4 Novembre. La prima delle iniziative dalla ‘Settimana’ per la commemorazione dei caduti di guerra è stata la mostra storico-fotografica “Militari del Matese in guerra e pace”, che è stata inaugurata l’altra sera nel salone della Biblioteca Comunale di Piedimonte, alla presenza delle autorità religiose e militari tra cui il Vescovo della Diocesi di Alife-Caiazzo mons. Pietro Farina, il sindaco di Piedimonte Matese avv. Vincenzo Cappello seguito da assessori e consiglieri di maggioranza, i consiglieri provinciali Dario Puorto e Enzo Di Franco, l’assessore provinciale Renato Ricca, il comandante della Guardia di Finanza Liliano Liberato, il capitano dei Carabinieri Salvatore Vitiello, il colonnello dell’Esercito Luigi Santoro e l’ispettore Capo del Corpo Forestale dello Stato Luigi Raucci, nonché il presidente della Comunità Montana Fabrizio Pepe, il presidente dell’Associazione Combattenti cav. Stefano Micelli e il dott. Rosario Di Lello, che ha curato la mostra e modererà il convegno previsto per giovedì 6 Novembre.
La musica della Fanfara dei Bersaglieri di stanza presso la caserma ‘G. Garibaldi’ di Caserta, che, partendo dal municipio, è giunta nei pressi della biblioteca, ha dato il via alla manifestazione, emozionando tutti i presenti con le note delle più celebri canzoni militari. Il sindaco Cappello, assieme al vescovo Farina e al cav. Micelli, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la mostra, ricordando, in particolare, che è la prima volta che un'iniziativa come la ‘Settimana della Memoria’ si svolge a Piedimone Matese; il ricordo dei caduti in guerra merita più di un giorno di festeggiamenti: la memoria è ciò che rende un popolo civile. Dopo il consueto taglio del nastro tricolore, tutti i partecipanti all'evento hanno potuto visitare l'esposizione, che, tra foto d'epoca e rari documenti, mette in luce personaggi provenienti da tutto il territorio matesino – il versante campano e molisano – che si sono distinti durante le guerre, sia in ambito militare che per opere filantropiche, senza dimenticare i civili che hanno perduto la vita per fatti di guerra. Una sezione è dedicata anche alla storia dell’Associazione Combattenti di Piedimonte, la quale ha messo a disposizione, oltre a numerose fotografie, molti cimeli da loro custoditi. La mostra, rivolta, come ha detto anche il dott. Di Lello, soprattutto alle giovani generazioni, resterà aperta al pubblico fino alle ore 12:00 del 9 Novembre. A concludere la serata, un buffet offerto gentilmente dall'Istituto Alberghiero di Piedimonte, diretto dalla preside Anna Cirioli, che ha allietato i momenti conclusivi dell'inaugurazione.

Pietro Rossi

Piatti tipici, prima tappa.


Caiazzo. Primo appuntamento gastronomico del concorso “I piatti tipici del Medio Volturno 2009”, seconda edizione. La prima cena-degustazione del concorso I Piatti Tipici del Medio Volturno, ci sarà giovedì 6 novembre 2008, alle ore 20.00, presso l’azienda agrituristica Marinella di Pontelatone. Il ristoratore, Luigi Scirocco, presenterà un menù, a base di prodotti tipici locali, composto da un antipasto, un primo, un secondo, un contorno e dessert. Prima dell’appuntamento conviviale ci sarà una visita guidata a Treglia, frazione di Pontelatone, dove sarà possibile ammirare l’antica Trebula, definita “la Pompei dei Sanniti”. Per chi fosse interessato a partecipare come giuria popolare è possibile prenotarsi presso la Pro loco Caiazzo telefonando al numero 0823.862761, dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 18.00. Per quanto riguarda la visita guidata l’appuntamento è alle ore 16.00 presso l’agriturismo Marinella, sito in via Ponte Pellegrini, per poi procedere per Treglia. Ricordiamo che l’azienda agrituristica Marinella, la scorsa edizione è entrata a far parte del Circuito dei Piatti Tipici del Medio Volturno, così come l’agriturismo la Selvetella di Caiazzo che sarà il prossimo appuntamento del concorso venerdì 14 novembre 2008.


Fonte:teleradionews

La Bandiera della PACE listata a Lutto issata dal balcone dell’abitazione di Agnese Ginocchio in memoria delle vittime di tutte le guerre.


Alife . Azione dirette nonviolenta svolta dalla pacifista e testimonial della Pace che ha consegnato al sindaco e istituzioni presenti il volantino diffuso dal Movimento internazionale della Pace sul 4 novembre . 4 Novembre Commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Così si presentava lo scenario nel pieno del centro storico ovvero sul corso principale in Via Roma della cittadina alifana. Un’azione diretta nonviolenta messa in atto dalla testimonial della Pace Agnese Ginocchio (www.agneseginocchio.it): La Bandiera della Pace (vedi foto, autore di Andrea Pioltini ) listata a lutto issata dal balcone dell’abitazione della Ginocchio, proprio sullo stesso corso dove più tardi sarebbe passato il corteo accompagnato da istituzioni e banda musicale in direzione del monumento dei Caduti. Al passaggio del corteo intorno alle ore 13:00 la testimonial della Pace Agnese Ginocchio ha distribuito i Volantini del 4 Novembre “INUTILE STRAGE (di Mosaico di Pace)” alle istituzioni locali e al sindaco rappresentanto in questa giornata dal vicesindaco Lucantonio Guarnieri, e ha ricordato che la giornata odierna non era da celebrare come una festa ma come una giornata di cordoglio e di lutto. Questa inutile guerra, costò all’Italia 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, i territori ottenuti con la vittoria della guerra che erano gia stati concessi dall’Austria all’Italia in cambio della non belligeranza. Giolitti sostenne che questa guerra poteva essere evitata portando all’Italia Trento e Trieste mediante una neutralità concordata con l’Austria. Ma anche allora per questa guerra ci furono accordi loschi, di potere e di ingente guadagno economico da parte dei colpevoli criminali che invece permisero e quindi decretarono la sentenza di guerra. MAI PIU GUERRA!!! Pace, Nonviolenza e disarmo. Questo é il nostro motto- ha ricordato Agnese Ginocchio-4 Novembre non festa retorica dunque ma lutto per i caduti di tutte le guerre….

(Fonte: Comunicato stampa Segreteria Movimento per la Pace)