14 maggio 2020

LA GUARDIA DI FINANZA DI CASERTA SEQUESTRA OLTRE 56.000 MASCHERINE DI PROTEZIONE PERSONALE CONTRAFFATTE E NON SICURE.


CASERTA - Ancora un sequestro di mascherine non conformi agli standard di sicurezza imposti dalle norme comunitarie da parte delle Fiamme Gialle casertane: questa volta protagonisti dell’intervento operativo sono stati i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caserta che, risalendo nella filiera distributiva dei prodotti trovati in vendita in alcuni esercizi della provincia, hanno fatto accesso in un ingrosso del quartiere Gianturco di Napoli gestito da imprenditori di etnia cinese dove, occultate in un soppalco, sono state rinvenute e sequestrate oltre 56.000 mascherine non a norma. All’atto del controllo, infatti, i militari accertavano l’esposizione per la vendita di diverse tipologie di dispositivi di protezione individuale (DPI) riportanti la classificazione internazionale KN95 e il marchio “CE” risultato però contraffatto e altre mascherine facciali con indicazioni d’uso esclusivamente in lingua cinese e quindi non conformi alle disposizioni del “Codice del consumo”. Tali evidenze comportavano l’estensione del controllo agli oltre 900 mq del punto vendita dove, tuttavia, non venivano rinvenute le scorte di magazzino dei prodotti illegali fino a quando non è stato individuato un soppalco – il cui accesso era celato da pannelli in cartongesso e raggiungibile solo attraverso l’utilizzo di un carrello elevatore - all’interno del quale erano stati occultati numerosi colli, contenenti proprio quei prodotti con marchio “CE” contraffatto. All’esito delle operazioni, sono state conteggiate oltre 22.000 dispositivi di protezione individuale con certificazione falsa e circa 30.000 mascherine facciali e/o chirurgiche per la violazione delle norme sull’etichettatura e sull’informazione dovuta al consumatore, segnalando il titolare dell’illecita attività all’Autorità Giudiziaria competente. Allo stesso grossista è stata, altresì, comminata una sanzione amministrativa dell’importo di oltre 7.000 euro, per la commercializzazione di prodotti privi della marcatura CE e recanti le indicazioni per il consumatore esclusivamente in lingua straniera.  Gli sforzi operativi in corso per assicurare un presidio di sicurezza e di legalità economica in questo particolare momento di emergenza sanitaria, testimoniano l’attenzione e la determinazione posta dalla Guardia di Finanza nel contrastare ogni forma insidiosa di illecito commercio con fini speculativi di presidi di sicurezza e sanitari destinati ad un uso professionale in ambienti di lavoro non correttamente certificati e quindi non conformi alle normative vigenti e, pertanto, astrattamente non sicuri per la salute dei cittadini e dei lavoratori.
COMUNICATO STAMPA Guardia di Finanza 

Comando Provinciale Caserta

LA CASA DI CURA VILLA FIORITA DI CAPUA ADERISCE ALLA CAMPAGNA NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA


CAPUA - Sono riprese ormai da diversi giorni, a pieno ritmo, le attività ambulatoriali e sanitarie presso la Casa di Cura “Villa Fiorita” di Capua che, dopo la grave emergenza epidemiologica da Covid-19, sta tornando alla normalità seppur con tutte le precauzioni dettate dai protocolli sanitari. Riprova ne è la Settimana della Celiachia che, come avviene ogni mese di maggio, anche quest’ano è stata promossa dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) con l’adesione convinta ed immediata della clinica capuana.  Fino a sabato prossimo 16 maggio, i medici coordinati da Anna Rauso, responsabile dell’Ambulatorio della Celiachia e delle Intolleranze alimentari della casa di cura, garantiranno tutti i giorni attività di informazione e sensibilizzazione per far conoscere la particolare patologia e, soprattutto per aiutare ed individuare insieme i cosiddetti “pazienti nascosti”. Pur in tempi di Coronavirus dove è necessario salvaguardare la salute di tutti, la direzione sanitaria di Villa Fiorita ha inteso raggiungere comunque l’obiettivo di favorire una diagnosi tempestiva di questa patologia, organizzando un servizio di ascolto in cui l’esperta Rauso sarà a disposizione per consulenze telefoniche gratuite, contattando il numero 340.8397564, secondo il seguente calendario:
LUNEDÌ 11 maggio - pomeriggio 15.00/18.00
MARTEDÌ 12 maggio - pomeriggio 15.00/18.00
MERCOLEDÌ 13 maggio - mattina 10.00/13.00
GIOVEDÌ 14 maggio - mattina 10.00/13.00
VENERDÌ 15 maggio - mattina 10.00/13.00
SABATO 16 maggio - mattina 10.00/13.00
“Il nostro obiettivo è di informare i partecipanti e di richiamare l’attenzione su questa diffusa patologia, spesso confusa con altre, e per dire “no” alla cattiva informazione che talora vi è su di essa. Verranno puntati i riflettori sulla diagnosi della malattia e sull’importante dato che una dieta senza glutine rappresenta l’unica terapia per la celiachia, mentre una deliberata scelta alimentare di utilizzo di prodotti gluten free, viene sovente consigliata e, poi, erroneamente seguita da molte persone perché ritenuta la panacea di tutti i mali”, dichiara Raffaella Sibillo, presidente del CdA della Casa di Cura Villa Fiorita di Capua.“Garantiremo ogni consulenza possibile ai pazienti che ci chiameranno ed illustreremo i vantaggi di una dieta gluten free, anche per dimostrare il fatto che si mangia bene anche senza glutine e che l’utilizzo di prodotti senza glutine, e quindi a base di farine di mais, riso, soia, etc., non deve e non comporta assolutamente la rinuncia al gusto della buona tavola”, spiega Anna Rauso, responsabile dell’Ambulatorio della Celiachia e delle Intolleranze Alimentari presso la clinica capuana.

Pietro Rossi

CAIAZZO BENE COMUNE CHIEDE CHIAREZZA E TRASPARENZA SULLE CAUSE DEL CEDIMENTO STRUTTURALE E SUI NUOVI LAVORI APPROVATI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER IL CHIOSCO DI SAN GIOVANNI E PAOLO.


CAIAZZO - “La giunta comunale di Caiazzo, lo scorso 30 aprile, ha approvato il progetto esecutivo per il recupero del chiosco-bar di San Giovanni e Paolo, per un importo complessivo di € 45.500. I cittadini ricorderanno che il chiosco-bar fu inaugurato nel 2005 dall’allora ed attuale sindaco Stefano Giaquinto ma subito dopo, per problemi strutturali, si evidenziarono vistose lesioni talmente importanti da rendere la costruzione inagibile e interdetta al pubblico in quanto pericolante. A memoria dei testimoni di allora, il cedimento sarebbe stato determinato dalla mancanza di idonee fondamenta in cemento armato, atteso che il terreno sul quale posava la struttura era di tipo argilloso, ma i tecnici, nonostante un’attenta e puntuale relazione geologica che suggeriva fondamenta a palificazione, realizzarono il chiosco su una base non sufficientemente spessa e profonda da reggere il peso di tutta la struttura”. A rilevarlo il gruppo consiliare Caiazzo Bene Comune che intende vederci chiaro sulla vicenda che va avanti da ormai 15 anni senza alcuna soluzione. “All’epoca il giochetto, comprensivo di sistemazione della piazzetta, costò l'importante cifra di 220mila euro, ottenuti con mutuo erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti. Non poco considerato che i cittadini non hanno mai potuto usufruire di quel chiosco-bar.  Adesso l’Amministrazione comunale ci riprova e, naturalmente, per sanare i danni subiti, la collettività spenderà altri 45 mila euro. Speriamo che questa sia la volta buona perché l’accoppiata sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico che si stanno occupando di questo progetto, Giaquinto/Marra, manco a farlo apposta è la stessa di allora. Non vorremmo ritrovarci nella condizione “non c’è due senza tre” e, tra un paio danni, con il manufatto nuovamente spaccato in due e transennato. Fa sorridere pertanto lo slogan che il gruppo “Uniti per Caiazzo” ha utilizzato per promuovere questo progetto quando dice “manteniamo le promesse”. Le promesse di cosa? Quelle di riparare i danni del passato con i soldi della collettività? Possibile mai che all'epoca tutte le figure coinvolte, dal progettista all’impresa esecutrice, dall’ingegnere responsabile dell’Ufficio Tecnico al Sindaco (che pure è un geometra), non si siano rese conto che il basamento che si stava per realizzare non era idoneo a sopportare il peso della struttura su quel tipo di terreno di riporto, vegetale ed argilloso?”, continuano i consiglieri di minoranza Michele Ruggieri (nella foto), Marilena Mone e Mauro Carmine Della Rocca “Ma sul punto vogliamo essere benevoli e contare, ancora una volta, sulla buona fede degli interessati. Ma se buona fede era, come mai il Sindaco e il Responsabile dell’Ufficio Tecnico non hanno ancora fornito riscontro all’interpellanza a nostra firma presentata il 3 ottobre 2019 con la quale abbiamo chiesto informazioni sulle cause del cedimento strutturale del chiosco-bar? È solo una dimenticanza quella del sindaco o c’è dell’altro?”, concludono gli esponenti della minoranza consiliare di Caiazzo Bene Comune.