16 ottobre 2009

Vertenza B.A.I.F.: non così scontata la solidarietà degli abitanti del Matese.


Gallo Matese. Negli ultimi giorni sulla stampa locale tiene banco l’accendersi di una vertenza tra il personale BAIF e l’Amministrazione della Comunità Montana del Matese, guidata dal presidente Fabrizio Pepe. Il tema della discordia consiste nella presunta impossibilità, da parte dell’Ente Montano, di garantire standard occupazionali e stabilità a circa 200 addetti. Sul piede di guerra sono scesi immediatamente i sindacati, con possibili agitazioni tra il personale. Ferma restando la preoccupazione che una notizia del genere potrebbe suscitare, sia per il personale, sia per le loro famiglie, sia per i paesi dove vivono gli operai, non si può far finta di non sentire l’altra campana, che ben sarebbe favorevole ad un consistente ridimensionamento degli organici della Comunità Montana. Senza voler generalizzare, consapevoli che la stragrande maggioranza dei Baif svolge quotidianamente il proprio lavoro con dedizione e che solo una sparuta minoranza abbia talvolta gettato discredito sull’intera categoria (come spesso, purtroppo, accade nelle pubbliche amministrazioni), gli abitanti del Matese non vedono di buon occhio la categoria dei Baif, e non è scontata la solidarietà nei confronti della categoria in questo momento di incertezza sul futuro professionale. Staremo a vedere, con la speranza che il grande gruppo dei Baif sappia spontaneamente isolare ed allontanare le mele marce (per intenderci, quei pochi che, d’estate, sono coricati al fresco nelle montagne dei Zappini e simili), e sappia dimostrare nei fatti la propria utilità.

c.s.

Acqua potabile sempre più cara.


Rialzi medi del 5,4%, con punte del 30% a Salerno e Benevento. E molte regioni sono in deroga sugli inquinanti Secondo un'indagine di Cittadinanzattiva sulla qualità del servizio, nell'ultimo anno il costo dell'acqua ha registrato un incremento medio del 5,4%, con punte del 30% a Salerno e Benevento. Non solo. In otto regioni la qualità è fuorilegge. Anno dopo anno si è verificata una crescita costante delle tariffe che dal 2000 ad oggi sono aumentate del 47% (dati Istat). Secondo il dossier di Cittadinanzattiva, nel 2008, il costo ha registrato un incremento medio del 5,4% rispetto al 2007, con aumenti a due cifre in 15 città: si parte dalla Campania (+34,3% a Salerno, +31,9% a Benevento) per arrivare in Emilia Romagna (+21,4% a Parma, +10% a Ravenna) passando per Basilicata (+16,1% a Potenza e Matera), Veneto (+16,3% a Padova e +12,3% a Verona), Lombardia (+15,9 a Lodi, + 13,4% a Cremona), Piemonte (+14,5% a Verbania, +12,8% a Novara), Marche (+14,4%, ad Urbino e +11,5% ad Ancona) e Friuli (+12,1% Gorizia). In definitiva, gli incrementi si sono registrati in ben 68 capoluoghi di provincia.
Ma il rialzo dei prezzi non è stato corrisposto da un incremento della qualità del servizio. Anzi. Negli ultimi sette anni hanno usufruito delle deroghe ben 13 regioni. Attualmente sono 8 le regioni in deroga circa i contenuti ritenuti tossici (fluoro cloruri, magnesio, sodio, solfati). E sono: Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino, Umbria, Toscana, Campania, Puglia), per un totale di 7 parametri: arsenico, boro, cloriti, fluoro, selenio, trialometani e vanadio.Tali regioni dovrebbero organizzarsi affinché la popolazione sia adeguatamente informata, ma in alcuni casi non si specificano nemmeno i nomi dei singoli comuni coinvolti. Acqua dei rubinetti, ecco dove è buona e no. L'acqua che esce dal miscelatore di casa è meno inquinata di quanto si pensi, ma spesso per paura rinunciamo a berla. La potabile più pura a Bolzano, male Genova e Palermo La beviamo anche se non ci fidiamo. Ma il più delle volte rinunciamo all'acqua del rubinetto per la paura, spesso ingiustificata, di contaminazioni chimiche o microbiologiche, anche quando le analisi degli enti che svolgono i controlli, cioè gli acquedotti e le Asl, ne certificano qualità e sicurezza. La mineraleCosì non ci resta che "ripiegare" sulla minerale. E in Italia siamo diventati i migliori clienti dei produttori di acqua in bottiglia, siamo addirittura arrivati ad avere oltre trecento marche diverse di minerale. Ma, secondo una ricerca, pur non sapendo esattamente cosa esce dai nostri rubinetti, consumiamo anche 250 litri pro capite al giorno di potabile e siamo sempre più inclini verso le nuove fonti d'acqua "alla spina", dove si fa rifornimento a costo e a impatto zero. RicercaDue ricercatori dell'università degli studi di Milano Bicocca hanno da poco brevettato un kit per l’analisi chimico-fisica dell’acqua domestica. Cinque strisce da immergere nell’acqua e in pochi minuti si può analizzare l’acqua di casa nostra e scoprire le sue caratteristiche, misurando i parametri di legge: pH, durezza, nitriti, nitrati, cloruri e solfati.In LombardiaL'indagine ha preso come campioni tantissime città italiane e in particolare quelle della Lombardia. Le città che hanno l'acqua più pura sono Brescia e Mantova, seguite da Varese, Cremona, Sondrio e Como che quasi a pari merito hanno una qualità della potabile piuttosto buona, solo con i valori dei nitriti un po' alti e la direzza dell'acqua un po' al di sopra della norma. A Bergamo, la sitazione è peggiore di quanto ci si aspetti con i cloruri decisamente oltre la soglia consentita. L'acqua peggiore a Pavia che ha la durezza, i nitriti e il PH superiori ai valori di legge. A Milano c'è una concentrazione di nitrati al limite dei valori di legge in diverse zone della città. In ItaliaA Genova e a Torino i valori di cloruri e solfati superavano i limiti di legge. I solfati non hanno superato la prova neanche a Palermo. Situazione con alcuni valori "fuorilegge" a L'Aquila, Bari, Firenze, Napoli, Milano (l'acqua migliore ce l'ha in centro), Roma, Torino. Si va migliorando a Bologna, Padova, Reggio Emilia e Sassari. La città con l'acqua più pura? Bolzano.Nel mondoSe si vuole bere un'acqua con tutti i valori consentiti dalla legge si deve andare a Parigi. Anche a Berlino e a Mosca la potabile spicca per purezza, a parte i nutriti leggermente superiori alla norma. A Madrid, Londra e New York, la situazione è accettabile, anche se non con tutti i valori a norma. Maglia nera a Gerusalemme per la sua potabile fuorilegge.Quello che non sappiamo dell'acqua dei rubinettiCittadinanzattiva sottolinea invece come poco si parli del ricorso alle deroghe al rispetto dei parametri di potabilità, previste dal D. Lgs. 31/01 e concesse dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: negli ultimi 7 anni, ne hanno usufruito ben 13 regioni. Attualmente sono 8 le regioni in deroga: Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino, Umbria, Toscana, Campania, Puglia. Tutte per un totale di 7 parametri: arsenico, boro, cloriti, fluoro, selenio, trialometani e vanadio. In generale, a fronte di una crescita costante delle tariffe, la qualità del servizio è carente: si continua a far pagare il canone di depurazione anche in assenza del servizio; la dispersione idrica è ormai pari ad un terzo del volume di acqua immessa nelle tubature; il regime delle deroghe da transitorio rischia di diventare perpetuo. In positivo, si distinguono Veneto e Liguria, dove a fronte di investimenti alti, le tariffe risultano inferiori alla media nazionale, la dispersione idrica è bassa e non vi sono deroghe. In negativo spicca invece la Puglia.

Ma in fondo, il Consiglio Comunale a che cosa serve?


GALLO MATESE. Ma in fondo, il Consiglio Comunale a che cosa serve? Questa deve essere la domanda che il sindaco di Gallo Matese, Francesco Confreda, e la sua “maggioranza” si staranno ponendo da un pò, almeno osservando quanto si è verificato nelle ultime occasioni. Più di una volta negli ultimi mesi le sedute di prima convocazione sono andate deserte, a causa dell’assenza della nuova maggioranza atipica (generalmente sono le minoranze che fanno mancare i numeri), nonostante è notorio spetti solo al sindaco fissare data ed ora di convocazione, dimostrandosi sempre più “ex – Russo” dipendente la politica del piccolo paese montano.
Anche gli adempimenti propri del Consiglio, quando si riesce ad ottenere un minimo numero legale, procedono con difficoltà, con un’acredine tra maggioranza di Vitulazio e minoranza di Gallo molto intensa; il Consiglio è sempre attardato nei propri adempimenti (si pensi alla recente ratifica fuori termine di delibere di giunta), disattento ed impreciso (come il bilancio prima approvato a forza, poi annullato in autotutela e riapprovato quindici giorni dopo…).
Del tutto fastidiosi per la maggioranza i quesiti più volte avanzati dalla minoranza: a distanza di circa due anni ancora non è dato sapere come mai il Comune abbia rifiutato una proposta contrattuale per un parco eolico per accoglierne una economicamente meno vantaggiosa (domanda consigliere Pirraglia ottobre 2007); del tutto oscuro il “problema Idroeco”, nonostante numerose richieste di chiarimenti (per i quali pare sono in corso indagini della magistratura); ferme le iniziative, sollecitate in seduta, concernenti la costruzione della scala della chiesa di Vallelunga (ricordiamo che il direttore dei lavori D.D. fu sottoposto per questioni non riguardanti Gallo agli arresti domiciliari).
Nulla è dato sapere, forse anche per un complice silenzio del diretto interessato, delle malcelate dimissioni dell’assessore Tartaglia; rassegnate, ritirate, presentate e poi rimpiante (vista l’assidua presenza pubblica dell’ “ex” amministratore, ad esempio nel servizio della Rai)? Dimissioni che si tingono di mistero se si considera che proprio nel settore sanitario assegnato al Tartaglia si stanno verificando delle grane di non poco conto, che a breve verranno a galla (se, come si vocifera, dopo lo scoop della Rai, arriverà anche la troupe di Striscia la Notizia): ci riferiamo al gran bel pasticcio del telesoccorso e telemedicina, di cui non resta che un gigantesco camper super attrezzato, inutilizzato nel cortile del Comune, mentre nulla si sa della Mercedes per i trasporti veloci…
Nulla è dato sapere in consiglio, organo che, fino a prova contraria, rappresenta la collettività di Gallo Matese e Vallelunga e che di queste cose dovrebbe, se non decidere, almeno essere informato…
Ribadisco: ma in fondo, il Consiglio Comunale a che cosa serve?


Stop alla povertà. Stand Up-Alzati e muoviti contro la povertà. 17 Ottobre giornata mondiale contro la povertà!




Caserta- Olotre 20 milioni di persone in piedi per la Giornata Mondiale di mobilitazione contro la povertà e per gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Aderisci anche tu con quest’azione simbolica, attraverso la quale manifesti il tuo impegno a dare un contributo alla Pace e alla lotta alla povertà giorno dopo giorno per la costruzione di un mondo più giusto, più equo e più solidale. La povertà é la più grossa violazione dei Diritti Umani. La povertà impedisce all’uomo di realizzare i propri sogni, di sperare in un futuro certo. la Povertà é la piaga del secolo e va sradicata dalla storia. Nelson Mandela(Nobel per la Pace) leader del popolo africano diceva: “Getta la miseria e la povertà fuori dalla storia!”. Ogni cinque secondi muore una persona per fame e malattie. Bisogna impegnarsi a fondo per la Pace e la lotta contro le nuove forme di povertà del III millennio : illegalità, prostituzione, mafie, racket, estorsioni, criminalità organizzata,traffico di stupefacenti e di armi, disoccupazione, sfruttamento minorile, immigrazione, razzismo, emarginazione, privatizzazione dei beni comuni come l’acqua… sono guerre globali che investono il mondo, in particolare il sud e i paesi poveri come l’Africa un tempo ricchi di risorse naturali, ma sfruttati a fondo e privati della loro dignità. Ogni cinque secondi muore una persona per fame e malattie. Noi società occidentale non possiamo permetterlo è un terribile crimine, è uno scontro di civiltà! Bisogna sradicare dalla storia la povertà e la miseria prime guerre globali. Fare il possibile e l’impossibile perchè la Solidarietà venga globalizzata! Bisogna mobilitarsi ed attivarsi in prima persona. Per il cambiamento bisogna rimboccarsi le maniche, avere coraggio e rischio di esporsi affinchè il male venga denunciato ed estirpato alla radice. E’ questione di morte, o di vita, di guerra o di Pace. Non c’è Pace senza giustizia, giustizia senza diritti, diritti senza sicurezza. Sviluppo dunque, solidarietà e legalità, sono le basi per costruire un futuro di Pace. Leggi e politiche giuste eque e solidali a servizio non del potere, ma a servizio della civiltà, che offrino ad ogni uomo spazi, scelte e pari opportunità.. ” (Comunicato da Agnese Ginocchio-Ambasciatrice per la Pace) -Leggi testo e ascolta file musicale canzone di impegno per la Pace: “I poveri non possono aspettare. Stop alla povertà!”


La lotta alla povertà e gli otto obiettivi di sviluppo del Millennio da raggiungere entro il 2015:

Caserta- * 1 Sradicare la povertà estrema e la fame* 2 Rendere universale l’educazione primaria * 3 Promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne * 4 Ridurre la mortalità infantile * 5 Migliorare la salute materna* 6 Combattere l'AIDS, la malaria e le altre malattie* 7 Assicurare la sostenibilità ambientale * 8 Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo Sale a 1,02 miliardi il numero degli affamati. Ogni 5 secondi muore un uomo ed un bambino per fame e povertà! Urge un cambio di rotta! I poveri in Italia sono 7'500.000 + altri 7'500.000 sotto il salario da 600 euro. Nel mondo, l'estrema povertà confina con l'abbondanza. Dei 6 miliardi di abitanti del pianeta, 2,8 miliardi hanno meno di 5.000 lire al giorno per sopravvivere, e 1,2 miliardi meno di 1 dollaro eguale a circa 1 euro al giorno. Ma la povertà non è solo mancanza di soldi. La povertà è la più grossa violazione dei DIRITTI UMANI . Se la povertà è la madre dei delitti, lo scarso ingegno ed il disinteresse di ogni uomo per abbatterla ne è il padre ( Jean de La Bruyère) * 1. Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei 5 anni d'età.* 2. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto 5 anni. * 3. Carestia e guerre causano solo il 10% dei decessi per fame, benché queste siano le cause di cui si sente più spesso parlare. La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all'estrema povertà. 4. Oltre alla morte, la malnutrizione cronica causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concentrarsi e lavorare, una crescita stentata ed un'estrema suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari. 5. Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno. 6. Spesso, le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti prodotti commestibili e diventare autosufficienti. Queste risorse possono essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l'accesso all'acqua. Minimi miglioramenti delle tecniche agricole e dei sistemi di conservazione dei cibi apportano ulteriore aiuto. 7. Il modo migliore per alleviare la fame nel mondo sia l' istruzione e l’Informazione. Le persone istruite riescono più facilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame. Non c’è tempo da perdere. AGISCI ORA e dai il tuo CONTRIBUTO per la PACE. -Info: MOVIMENTO INTERNAZIONALE per la PACE e la SALVAGUARDIA del CREATO- (http://wm6.email.it/webmail/wm_5/redir.php?http://movimentopaceambasciatori.blogspot.com/ )
-Leggi testo e ascolta file musicale canzone di impegno per la Pace: “I poveri non possono aspettare. Stop alla povertà!”

Il Partito Democratico cittadino sulla visita di Rivellini e della delgazione del PdL: "Evidentemente per loro è già iniziata la campagna elettorale".


Piedimonte Matese.Prendiamo atto che anche il PdL locale e regionale si è accorto dell’esistenza dell’Ospedale di Piedimonte Matese e delle sue problematiche. In effetti negli ultimi quattro anni di consiliatura regionale non si ricorda un particolare interessamento degli onorevoli Polverino e Rivellini. Oggi che evidentemente è cominciata la loro campagna elettorale, si mostrano preoccupati delle problematiche del nosocomio matesino, insieme ad esponenti locali anch’essi in fase di riscaldamento preelettorale. Nulla di male, vuol dire che potranno dare una mano a chi come il Sindaco di Piedimonte, Vincenzo Cappello (nella foto), si adopera per il miglioramento dell’ospedale con un impegno continuo a cominciare dal primo giorno della sua sindacatura. Non più tardi di una settimana fa, in uno dei continui incontri con il commissario Gambacorta, alla presenza di rappresentanti sindacali e professionali, il Sindaco ha avuto rassicurazioni sul mantenimento di alcuni servizi, come quello di Pediatria e sul potenziamento di altri come quello di Ecografia. Dispiace solo che si voglia strumentalizzare un bisogno fondamentale come quello di avere un’assistenza sanitaria di qualità per scopi elettoralistici. Ma tant’è, la gente del Matese sa distinguere tra chi viene solo in tempi di campagna elettorale a fare passerella e chi appartenendo a questa terra da sempre, lavora quotidianamente per migliorare la qualità della vita ed assicurare livelli i diritti di questi come di tutti i cittadini.


Fonte: Comunicato Stampa

L'europarlamentare Enzo Rivellini, accompagnato da Consigliere Regionale Angelo Polverino, dal capogruppo Pdl cittadino Ferrante visita l'Ospedale.


Piedimonte Matese. Nella mattinata di venerdi 16 ottobre, una delegazione composta dall'On. Enzo Rivellini (Eurodeputato e Consigliere Regionale del PdL), dal Consigliere Regionale del PdL On. Angelo Polverino, dal Capogruppo del PdL nella città di Piedimonte Matese Giovanni Ferrante, dall'Assessore del Comune di San Gregorio Matese Antonio Mallardo, ha visitato l'Ospedale civile di Piedimonte Matese (nella foto). Accompagnati dal Direttore Sanitario dell'azienda ospedaliera, dott. Alessandro Accinni e dal dott. Giulio Liberatore, i componenti la delegazione hanno visitato numerosi reparti dell'Ospedale, incontrando il personale medico e paramedico, e verificando le condizioni strutturali ed organizzative di ciascun reparto. L'On. Rivellini ha voluto conoscere le principali problematiche e le numerose carenze segnalate dal Direttore sanitario e dal personale medico responsabile in ciascun reparto. L'intera delegazione si è soffermata, in modo particolare, presso il reparto di Oncologia per accertare la grave carenza di personale medico e l'urgenza di una ristrutturazione logistica che possa consentire la necessaria funzionalità e la migliore assistenza ai numerosi pazienti che sono costretti a ricorrere alle necessarie terapie oncologiche. Immediata la disponibilità e l'impegno degli On. Rivellini e Polverino che hanno prontamente sollecitato telefonicamente il Commissario dell'Asl CE, dott. Gambacorta, ottenendo la disponibilità ad intervenire per la risoluzione di quanto denunciato. Inoltre, su sollecitazione del Direttore sanitario, il Consigliere Regionale On. Polverino ha assunto l'impegno di intervenire per la risoluzione degli ostacoli che hanno impedito, fino ad ora, all'azienda ospedaliera di Piedimonte Matese di utilizzare i circa 3 milioni di euro destinati alla ristrutturazione dell'azienda e che giacciono ancora inutilizzati nelle casse della Regione Campania. L'incontro si è concluso con l'ulteriore impegno ad interessare gli organi competenti affinchè si provveda tempestivamente a dotare l'azienda ospedaliera di una nuova TAC, atteso che quella in uso da ben 17 anni è da considerarsi obsoleta.


Fonte: comunicato stampa

“Sposi d'Autore”, ultimi giorni per allestire i locali della mostra-evento più importante del Meridione.


Casagiove. E' in pieno allestimento la mostra-evento “Sposi d'Autore 2009”, la vetrina più autorevole del Meridione in cui sfilano oltre cento aziende del settore “matrimonio”. In un vortice di stoffe, sete di San Leucio, legni, luci e divani ci si affretta a completare gli ultimi ritocchi per rendere la magnifica Caserma borbonica di Casagiove (nella foto) una location adatta e pronta all'avvenimento del 22 ottobre voluto e curato da Luana Cavazzuti per la Event Promotion Social. Molti gli artisti del design e della moda che si sono assicurati un posto al sole in quella che si preannuncia anche quest'anno come un evento di successo. Tra i protagonisti, accanto alle innumerevoli star dello spettacolo e dello sport, saranno esposte le “culle d'artista” della Yoko – Metrò Spazioarte ed i corredi della Arnaldo Caprai, i cui merletti costituiscono una delle più sublimi manifestazioni d’arte che racchiudono in sé tutti i tesori del passato. Suggestivo l'angolo dedicato a Walter Capezzali, consulente della 'Caprai' ed esperto di storia del cerimoniale privato. Si esploreranno curiosità e tradizioni nella storia dell'apparecchiatura della tavola, con un occhio alle basi del bon-ton e dei comportamenti conviviali moderni. Presente alla mostra anche l'impresa di Vincenzo Canzanella, fine realizzatore di costumi teatrali, che ha creato costumi di scena per le indimenticate Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e Maria Callas.
Tra i protagonisti indiscussi della manifestazione “Sposi d'Autore” vi è senza dubbio la Impero Couture, realizzatrice di sei dei magnifici abiti indossati dall'attrice Benedetta Valanzano nel calendario 2010, mentre le rimanenti sei creazioni sono nate dalla virtuosa matita dello stilista casertano emergente, Salvatore Pappacena. Il Gruppo Impero è una delle aziende più ricercate sul mercato, che spazia dagli abiti realizzati per le star che hanno calcato il palcoscenico mondiale di Sanremo ai costumi di scena per produzioni importanti come “Elisa di Rivombrosa”. Insomma, “Sposi d'Autore” si conferma una galleria d'eccezione di artisti da offrire ad un pubblico attento e raffinato che attende l'apertura dei battenti fissata per giovedì 22 ottobre.

Patriciello sulla Banca del Mezzogiorno:"Occasione unica per ricreare una banca meridionale”.


VENAFRO. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla Banca del Mezzogiorno, l’eurodeputato del PdL, Aldo Patriciello (nella foto), interviene nel dibattito sul futuro dello sviluppo nel Sud e sul ruolo che avrà il nuovo soggetto finanziario. “Finalmente sono state gettate le basi. Il merito dell’idea, lanciata dal ministro Tremonti e raccolta dal governo Berlusconi, è quella di porre lo sviluppo del Sud come grande questione nazionale. Mi sono già espresso in senso favorevole alla realizzazione di una Banca del Mezzogiorno perché ritenevo che l’assenza di banche meridionali, dopo il ruolo fondamentale giocato da esse nel Dopoguerra, fosse un dato unico e certo non gratificante in Europa. Ora, da quanto emerge dalle prime informazioni disponibili circa l’assetto e l’impostazione, direi che il progetto è assolutamente condivisibile. Ma ritengo sia proprio questo il momento giusto per fare alcune considerazioni. Da sempre, come tutti sanno, vivo e lavoro nel mondo dell’imprenditoria nella mia terra, che è il Sud appunto, e so quanto sia fondamentale valorizzare il tessuto delle piccole e medie imprese. Esse necessitano, in primis, di tassi di interesse alla loro portata che siano accompagnati da una vigile valutazione del livello di rischio e sofferenza dei richiedenti. Farò degli esempi. Se un nuovo soggetto finanziario nascerà dovrà risolvere il problema dell’albergo che ha deciso di ristrutturare o costruire una nuova sala; dovrà aiutare lo stabilimento balneare ad aprire un ristorante. In poche parole: avere un rapporto diretto con gli imprenditori e questo si può fare solo se si conosce il territorio. Ecco, dunque, assolutamente condivisibile l’orientamento di agganciare la Banca del Mezzogiorno alla rete delle Banche di credito cooperativo e agli sportelli postali. E pensare che, solo al Sud, la Banca del Mezzogiorno potrà contare su un totale di 4.500 agenzie, non è cosa da poco”.
L’analisi dell’onorevole Patriciello passa, poi, alla questione politica: “Sento nel dibattito aperto sulla Banca del Mezzogiorno delle voci critiche rispetto al nuovo istituto. Sono convinto che siamo all’inizio e che sia giusto arricchire la discussione con tutti i punti di vista ma è necessario che il ruolo della Banca del Mezzogiorno sia preservato come istituzione economica e finanziaria. Intendo dire che il compito della politica non deve essere quello di travalicare le competenze e le prerogative di coloro che comporranno il capitale. E’ chiaro che lo Stato entrerà nel comitato promotore ma è giusto che abbia un ruolo, progressivamente, marginale poiché senza i privati meridionali e senza la loro manifesta volontà di ‘fare banca’ e non di fare altro, si snatura l’idea stessa alla base dell’azione voluta dal governo. Ecco perché, dicevo, che questo, e solo questo, è il momento per la politica di dire la sua. Per le Regioni, ad esempio, il quadro entro il quale far pesare le proprie richieste è il piano di sviluppo del Sud affidato proprio ieri al ministro Scajola. E’ quello, ripeto, il solo ambito. Spero, infine, che tra pochi mesi discuteremo non più del ‘progetto’ di Banca del Mezzogiorno ma leggeremo nelle nostre città le insegne delle agenzie, non solo come facciata o spot mediatico ma, bensì, come sintomo di fiducia. E’ la fiducia e la reale ripresa, in termini di guadagno, che producono più reddito per il lavoro e, quindi, più margine per le imprese”.


Fonte: Ufficio stampa On. Aldo Patriciello

Agitazione alla ex Manuli film.


Sessa Aurunca. Tutto bloccato fino all'alba di questa mattina, poi la ripresa dei normali ritmi lavorativi sebbene gli operai siano ancora sul piede di guerra. Le maestranze hanno sfogato la propria rabbia, sebbene il permanere dello stato di agitazione (sono pronti allo sciopero in qualsiasi momento) fa notare ai vertici aziendali come il fuoco sia pronto a divampare.
I fatti narrati nella mattinata di ieri sono stati eloquenti. I 257 dipendenti non sono disposti a tollerare il "piano di salvataggio", come avrebbe deciso di chiamarlo il Consiglio di amministrazione e come stigmatizzano le rappresentanze sindacali. Il piano di rientro prevede la cassa integrazione speciale per 81 unità a decorrere dalla giornata di ieri, il cui pagamento grava totalmente sulle spalle dell'Inps (istituto di previdenza nazionale) visto che l'azienda si sarebbe rifiutata di anticipare le somme e dunque per molti mesi i cassaintegrati rimarranno senza un soldo. Su questo punto lo scontro è forte, le rappresentanze sindacali hanno avanzato la proposta di turnazione della cassaintegrazione, ma questa non è stata accettata. Il documenti aziendali prevedono anche la decurtazione di ogni forma di agevolazione, sia per i buoni pasto sia per i premi di produzione, per un importo totale di circa 3500 euro a dipendente (300 euro al mese).
Tutto ciò è stato rappresentato al sindaco di Sessa Aurunca Luciano Di Meo nella mattinata di ieri. Una rappresentanza di lavoratori è giunto presso la casa comunale per spiegare i fatti e chiedere il supporto istituzionale dell'Ente, pienamente concesso. All'incontro era presente anche l'assessore comunale alle Attività produttive Erasmo Palmieri (Partito socialista) ed il capogruppo regionale del Partito socialista Gennaro Oliviero. Quest'ultimo si è offerto di intermediare la posizione dei lavoratori presso la giunta regionale al fine di ottenere un tavolo di concertazione tra sindacali, Enti locali, Regione e azienda (cosa già fatta in precedenza in occasione della Formenti Seleco). Le RSU (composte da Marco Napolitano e da Marco Canzani per la Uil, da Emilia Pollano e da Marcello Verrengia per la CGIL, da Michele Mancini per la CISL e da Romano Vittore per la Cisal) alla fine dell'incontro hanno presidiato l'impianto, rilasciando per le nostre colonne le seguenti dichiarazioni: "Si vuole risanare l'azienda solo sulle spalle dei lavoratori, affermando che non è un piano di risanamento ma di tagli". Le rappresentanze unitarie proseguono dicendo: "Siamo disposti a trattare per il momento attuale, ma come RSU chiediamo un vero piano industriale dove si possa entrare in merito ai costi aziendali ed ai tagli, pur sapendo di dover fare dei sacrifici per il momento attuale".
Infine, la capitalizzazione dell'azienda (20milioni di euro) è stata azzerata per i debiti accumulati precedentemente.

Elio Romano

Spaccato storico ed economico della Manucor, ex Manuli s.p.a.



Cellole. Ventidue anni è durato l'idillio della Manuli film s.p.a., ora conosciuta con l'acronimo Manucor (sono cambiati gli assetti aziendali e la famiglia Manuli è divenuta socia di minoranza). Ventidue anni trascorsi tra un ampliamento degli impianti e l'altro fino ad occupare 265 dipendenti (la stragrande maggioranza addetta alle linee di produzione) e fino a decuplicare la mole di pellicole alimentari sfornate. La storia aziendale parlerebbe abbastanza chiaro secondo le fonti sindacaliste: mai un problema fino al 2003, data in cui i Manuli si sono tirati da parte in favore dei fondi di investimento. Il primo è Equinox, che comprò l'81% della società per un importo complessivo di poco superiore ai 200milioni di euro. Non rimase molto a lungo, dopo poco passò le consegne alla meglio conosciuta Banca Intesa ed ad un fondo di investimento ad essa legata. Successivamente, e qui è storia moderna, il gruppo Intesa cede la metà delle proprie azioni a Reno De Medici (45% del capitale azionario), conosciuto in tutta Europa per le proprie produzioni cartiere e per le stampe su supporti cartacei. Siamo al 30 luglio scorso.
In questo breve lasso di tempo, 2004-2009, la Manucor (nella foto) totalizza una passività di 90milioni di euro, parecchi per assicurare un futuro roseo e forse troppi per garantirne semplicemente un futuro. De Medici dal canto suo è conosciuto anche per un altra cosa nell'ambito industriale: i piani di salvataggio. Le azienda rilevate dall'imprenditore solitamente non versano in condizioni positive e la soluzione prospettata alle parti sociali, istituzionali ed al resto delle quote azionarie è quella di provvedere all'esternalizzazione di numerosi servizi tramite la terzializzazione (i servizi vengono svolti da ditte specializzate, con l'uso di lavoro interinale in qualche caso) nonché lo scorporo aziendale delle varie parti al fine di salvare solamente quelle profittevoli. Una cosa che a quanto pare è stata pensata anche per la Manucor, ex Manuli film.




Elio Romano