11 ottobre 2010

ALL'OMBRA DELLA CORTE. DONNE E POTERE NELLA NAPOLI BORBONICA.


CASERTA. Anteprima nazionale al Belvedere di San Leucio, martedì 12 ottobre alle ore 17,00, per il primo volume dedicato alle regine del Regno di Napoli. "All'ombra della corte. Donne e potere nella Napoli borbonica (1734-1860)" a cura di Mirella Mafrici, voluto dalla napoletana Fondazione Valerio per la storia delle donne, edito dalla Fridericiana Editrice Universitaria, è un libro pregiato e prezioso che mette insieme la parte femminile della storia del Regno di Napoli in un'operazione editoriale coraggiosa e appassionata che restituisce visibilità all'universo femminile da sempre così maltrattato dalla storiografia.
“Caserta è - ha detto il sindaco Nicodemo Petteruti - la culla della maturazione culturale che in questo libro si dipana. Far conoscere da qui questo lavoro rigoroso e prezioso ci è parso naturale. Il Belvedere di San Leucio è stato per queste sovrane, studiate e raccontate, lo scenario regale in cui molte di loro si sono espresse, con capacità e intelligenza tanto più evidenti quanto più scialbe sono state le figure dei loro consorti”. Ricco di illustrazioni e realizzato in una veste tipografica elegante, il volume sarà presentato dalla preside della facoltà di Lettere della Sun, Rosanna Cioffi, dalle docenti universitarie Maria Rosaria Pelizzari e Adriana Valerio. I saluti saranno portati dal primo cittadino e dal presidente della Fondazione, Francesco Valerio, appositamente qui dalla Svizzera. Sarà presente la curatrice. «Sono grata alla città di Caserta - ha dichiarato Adriana Valerio, anima della Fondazione - per aver voluto ospitare questo evento. L'attenzione che l'amministrazione ha voluto dare al lavoro di tante studiose su quello che è stato l'universo muliebre della corte borbonica dimostra, se ce ne fosse bisogno, che nel capoluogo di Terra di Lavoro l'essere stato patria del diritto delle donne è ormai patrimonio genetico della città».

Fonte: Comunicato Ufficio Stampa Comune di Caserta

Grande partecipazione al convegno Ail sulle cellule staminali per l’oncoematologia.




CASERTA. Il convegno organizzato dall’Ail Sezione di Caserta onlus “Valentina Picazio”, il 2 ottobre al Crowne Plaza, sul “Ruolo strategico delle donazioni di cellule staminali”, ha visto la partecipazione di oncoematologici, associazioni di volontariato e pazienti/volontari dell’Ail.
Hanno partecipato all’evento: Fulvio Picazio, presidente dell’Ail, David Pagnini referente scientifico dell’Ail, Vincenzo Mettivier oncoematologo dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, Antonio Abbadessa oncoematologo dell’Ospedale “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta, Michela Quarantiello dell’Ordine dei Medici di Caserta, Raffaele Felaco presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Concetta Quintarelli, docente di biochimica della Federico II, Carmine Selleri della Federico II, Giovanna Griso psicologa, Mariano Di Meo dell’Ospedale di Caserta, Salvatore Palmieri dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, Nicola Cantore oncoematologo dell’Ospedale “S. Giuseppe Moscati” di Avellino, Fiorina Casale e Paolo Indolfi dell’Unità di Oncologia pediatrica della Seconda Università di Napoli, Gianfranco Salzillo cardiologo e docente di Bioetica c/o ISSR di Capua. Il convegno ha voluto sottolineare quanto sia importante lavorare in sinergia e quanto si possibile migliorare la qualità di vita dei malati sensibilizzando i donatori su una responsabile donazione: «Esiste una parte di sanità corrotta che in questi anni ha lavorato male e che non ha tutelato la salute pubblica, - dice Fulvio Picazio, presidente dell’Ail - ma c’è una parte encomiabile che ci mette passione e cura, ed è proprio in questa direzione che gli operatori coinvolti nel mondo della salute devono proseguire. Come diceva Einstein “La responsabilità rende complicato il male e semplice il bene». A chiusura sono intervenute le associazioni di volontariato, tra cui la Lilt, l’Avis, Adisco, l’Agop, l’Avo ed alcuni pazienti a portare la loro testimonianza.


Loredana Guida


CAIAZZO NON DIMENTICA MONTE CARMIGNANO.


CAIAZZO – Caiazzo non dimentica il sessantasettesimo anniversario dell’Eccidio di Monte Carmignano, sterminio perpetrato dai tedeschi in ritirata il 13 ottobre del 1943. Il programma di commemorazione, messo a punto dall’amministrazione comunale retta dal sindaco Stefano Giaquinto (nella foto) su impulso dell’assessorato alla Cultura rappresentato dal vicesindaco Tommaso Sgueglia, inizierà alle ore 10 di mercoledì 13 presso il Cimitero di Caiazzo. Sul Sacrario dei Martiri di Montecarmignano sarà deposta una corona di alloro in onore delle vittime, seguirà un momento di raccoglimento e di preghiera con il parroco della Cattedrale Monsignor Antonio Chichierchia alla presenza di autorità diplomatiche, civili e militari, Associazioni e rappresentanze del mondo della scuola. Alle ore 16 inoltre, in collaborazione con la Diocesi di Alife-Caiazzo – Parrocchia di San Giovanni e Paolo San Rufo, è stata organizzata una “Marcia della Pace” con raduno presso “Fontana Fistola” per procedere in corteo verso Monte Carmignano dove sarà celebrata la Santa Messa in ricordo delle vittime e dei militari caduti in missioni di pace. “Ricordare vuol dire non aver dimenticato il passato - sostiene la fascia tricolore - Il significato di questa giornata non si deve limitare ad onorare la memoria ma deve essere considerato come un punto di partenza per portare a conoscenza soprattutto dei giovani e dei bambini, l’importanza della storia e di come giovani militari, ancora oggi, mettono a repentaglio la loro vita per sacrificare la Patria”, il riferimento va ai 4 alpini italiani rimasti uccisi in un attentato avvenuto a Farah, parte occidentale dell’Afghanistan.


c.s

Riparte la procedura per la definizione della bozza del nuovo PUC di Marcianise.


MARCIANISE. E’ stato attivato un percorso che si articola in tre fasi: la prima fase che si chiude con il convegno che si terrà lunedì presso la biblioteca comunale dal titolo “Progetto Scuola: step nell’iter del PUC di Marcianise” dove si presenteranno le conclusioni del progetto e la premiazione dei vincitori del concorso “Miglioriamo la vivibilità della città di Marcianise” indirizzato alle scuole della città. Aprirà i lavori il Sindaco di Marcianise Antonio Tartaglione (nella foto); seguiranno i saluti dei segretari dei partiti della coalizione di governo, Giovanni Russo UDC, Vincenzo Sagliano PDL e Enrico Tartaglione PL. Migliorare la vivibilità: obiettivo per il futuro di Marcianise è il titolo della relazione che terrà Ciro Costagliola già Assessore al Territorio Città che avrà il compito del coordinamento dei lavori; seguiranno gli interventi dell’Assessore all’Urbanistica Francesco Zinzi con il tema: Verso la definizione della bozza del Nuovo PUC e di Antonella D’Avanzo, coordinatrice del Progetto scuola: disegniamo insieme il futuro della nostra città che presenterà i risultati. I vincitori del Concorso “Miglioriamo la vivibilità della città di Marcianise” sono l’ISISS Giovan Battista Novelli con il lavoro “L’esedra del giardino all’italiana di Palazzo Novelli: un’emergenza storica ed artistica da salvare” e l’Istituto Comprensivo Aldo Moro presenterà con “Il PEDIBUS”. Il Dirigente del Settore Urbanistica Angelo Piccolo presenterà il “Concorso di idee per la progettazione di un comparto urbanistico per la realizzazione di un quartiere residenziale con edilizia abitativa di alta qualità” (seconda fase in itinere) e Loreto Colombo Capogruppo progettista del Piano terrà la relazione “La prospettiva del nuovo PUC”. Dopo un dibattito, le conclusioni sono affidate a Domenico Zinzi, Presidente della Provincia di Caserta. Completata la seconda fase con il bando in scadenza il 15 novembre, seguirà un “Avviso pubblico per l’acquisizione della disponibilità da parte dei cittadini, proprietari di aree idonee nel centro abitato, alla cessione di suoli nudi finalizzata all’arricchimento del patrimonio pubblico, mediante la trasmigrazione volumetrica verso l’area di cui al comparto urbanistico da realizzarsi”. La raccolta di idee ed ipotesi progettuali finalizzate al miglioramento della vivibilità della città, saranno la base per la definizione di un P.U.C. che introdurrà elementi di innovazione, con particolare riguardo al risparmio energetico, all’impiego di tecniche di bioarchitettura, all’impiego di sistemi costruttivi ad elevato contenuto tecnologico e alla progettazione di servizi collettivi con economie di scala, reti wireless. Questo è l’elemento di innovazione che già recepisce il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di recente presentato. Completate le tre fasi si avranno tutti i dati per stilare la bozza di un “Piano perequativo” che conterrà tutti gli elementi raccolti in un anno di lavoro.


C.S.

AGNONE, IL CACCIATORE DEL BOIA NAZISTA.


CAIAZZO. Con la visione dei microfilm del New York Times inizia la caccia al responsabile della strage del 13 ottobre 1943, compiuta in un casolare delle campagne casertane. Un dossier di 55 pagine, contenente “Il processo di Algeri”-coperto per 40 anni dal segreto militare inchioderà Emden. Strage dimenticata, caduta nell’oblio, rimasta impunita, a sessantadue anni dalla drammatica sera dell’eccidio, avvenuto il 13 ottobre del 1943, in un casolare di Caiazzo, in provincia di Caserta, per ordine di Wolfang Lehnigk Emden giovane sottotenente della Wermacht-che fece massacrare con violenza inaudita 22 civili. Si deve a Josepf Agnone (nella foto), italoamericano originario di Castel di Sasso, la riapertura del caso della strage di Caiazzo. Con una ricerca minuziosa durata anni, riuscì all’inizio degli anni novanta a scovare il responsabile dell’ eccidio. Migliaia di ore a spulciare negli archivi americani, visionando documenti e microfilm di inviati di guerra del New York Times-fino al 1983 coperti dal segreto militare: che lo condussero alla realizzazione di un dossier, inviato nel 1988 alla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere. Dal materiale emergevano la responsabilità dei militari tedeschi nell’eccidio ed una parziale identificazione degli autori della strage. Dossier di 55 pagine riguardante principalmente il cosiddetto “Processo di Algeri”, ovvero gli atti di una commissione militare di inchiesta, guidata dal colonnello Wiliam Clarck, che si occupò nel gennaio 1944 della strage. Nel 1994 a S.Maria Capua Vetere un processo platonico, condanna all’ergastolo Emden: nel 1995 la Cassazione tedesca decreta la prescrizione del reato e lascia libero il boia di Caiazzo.
Troppo per i giudici tedeschi, il mezzo secolo trascorso. Oltre al danno, la beffa per i parenti delle sfortunate vittime, cittadini compresi dell’intera comunità. Strage dimenticata, perché prima del gemellaggio con Ochtendung, cittadina tedesca dove risiedeva il responsabile(morto pochi anni fa) della strage di Caiazzo, prima degli scambi culturali, di cortesia, di ospitalità con i cittadini e borgomastri tedeschi- le amministrazioni comunali di Caiazzo- bene avrebbero fatto a ricordare l’eccidio con un degno sacrario, un museo per non dimenticare quel sacrificio umano: da costruire sul luogo della strage, sul Monte Carmignano. Un monumento anche semplice per deporre un fiore: non il fantomatico museo e parco attrezzato sbandierato da amministratori rampanti senza memoria. Gemellaggio nato per far riflettere le nuove generazioni sulla guerra. La dinamica non è mai stata chiarita. Due le ipotesi su cosa avesse fatto scattare quella furia omicida. Tra le quali: l’uccisione di un soldato tedesco da parte dei civili, o il torto di aver indicato agli americani la sede del comando tattico della compagnia tedesca (come recita l’epigrafe dettata nel 1945 da Benedetto Croce)

Giuseppe Sangiovanni

LA STRAGE DI MONTE CARMIGNANO, LA MARZABOTTO DEL SUD.



CAIAZZO. Una strage dimenticata, quella compiuta dai tedeschi in un casolare delle campagne di Caiazzo, e precisamente nella frazione San Giovanni e Paolo, la sera del 13 ottobre del 1943.
Ventidue le vittime, 4 uomini, 7 donne, 11 bambini d’età compresa tra i 3 e 16 anni: donne, uomini, bambini, tutti trucidati con inaudita violenza per ordine di un giovane sottotenente della Wermacht –29° Panzer Grenadier Regiment, identificato per Wolfang Lehnigk Emden.



L’EPIGRAFE DI BENEDETTO CROCE
“Presso Caiazzo/nel luogo detto San Giovanni e Paolo/alcune famiglie campagnuole /rifugiate in una stessa casa/furono il 13 ottobre MCMXLIII / fucilate e mitragliate /per ordine /di un giovane ufficiale prussiano/ uomini, donne, infanti/ ventidue umili creature/non d’altro colpevoli / di aver inconscie/ alla domanda dove si trovasse il nemico/additato a lui senz’altro la via/ verso la quale s’erano volti i tedeschi/improvvisario/nelle umane guerre/ma l’atroce presente nemico/dell’umanità. Questa l’epigrafe dettata da Benedetto Croce sulla tomba delle vittime di Monte Carmignano, –dettata due anni dopo la strage nel 1945-su di una lapide collocata nel cimitero di Caiazzo “solo” nel 1968.

QUELLA MALEDETTA SERA
Sera del 13 ottobre 1943. Le truppe tedesche sono arrivate da cinque giorni. La sede di comando tattico della terza compagnia del 29° reggimento, terza divisione corazzata granatieri si trova presso una casa colonica di Monte Carmignano, nelle vicinanze del fiume Volturno.
Alle ore venti scatta la follia, il ventenne sottotenente Wolfang Lehnigk-Emden , insieme a due sottufficiali –Kurt Shuster e Hans Gnass entra nella masseria e avverte il comandante della compagnia, che da una casa vicina stanno facendo segnali luminosi. “Questa gente dovrebbe essere presa e fucilata-dice Emden: il comandante Raschke, gli risponde di non volersi assumere questa responsabilità e si reca alla sede di comando tattico del battaglione. Emden a questo punto assume il comando: con Shuster e Gnass si reca nel casolare da dove erano partiti i segnali, presentandosi come inglese, chiedendo loro notizie circa le posizioni tedesche. E la condanna a morte a questo punto era scattata per gli sfortunati civili, rei di aver indicato la sede di comando tattico della compagnia tedesca. Le sette persone, sono condotte alla sede di comando tattico e fucilate a distanza ravvicinata(due metri). Emden non pago , si reca con altri 4 uomini nell’altro casolare E’ la carneficina. Quindici persone donne e bambini trucidati con modalità allucinanti: con colpi di fucile, di pistola –usate addirittura due bombe a mano. Corpi amputati e violentati con pioli di legno.



IL CASOLARE DELLA MORTE
Calda è l’aria , un sole timido batte sulle mura di tufo della vecchia masseria: visibili ancora dopo sessantadue anni i fori fatti dai colpi di mitragliatrice. Tranquillità e inquietudine miscelate nell’aria ormai contaminata da quella maledetta sera del 13 ottobre del ’43; quella sera sarà scoppiato l’inferno , quest’aia , da teatro di vita (qui si erano consumati come di usanza conviti nuziali)- trasformata da cattivissimi scenografi a teatro di morte. Una morte giunta improvvisa, inaspettata, strazio e crudeltà inimmaginabili: donne e bambini violentati e mutilati con furia inaudita, una dinamica dei fatti oscura, che pone interrogativi che potrebbero aver scatenato una reazione –risposta cosi dura: ventilato tradimento o l’uccisione di un tedesco, mai giustificheranno l’efferata strage della Marzabotto del sud.



QUEL MASSACRO IN PRESCRIZIONE
I responsabili dell’eccidio furono individuati, ma riuscirono a farla franca. Carteggi “scomparsi”- tirati fuori dopo mezzo secolo, per merito di Josepf Agnone, un’italo americano-che dopo ricerche durate anni riuscì nel 1993 a fare arrestare i responsabili della strage. Nel 1994 a Santa Maria Capua Vetere, un processo platonico condannò all’ergastolo il boia di Caiazzo. Nel 1995 a Caiazzo, la Marzabotto del Sud , piomba come un macigno dalla Germania la notizia che la Cassazione ha decretato la prescrizione del reato di strage per l’ex sottotenente della Werhrmacht che ordinò il massacro di 22 innocenti il 13 ottobre del ’43: una pietra tombale messa sopra al massacro dalla Cassazione tedesca. Reato prescritto , per l’ex tenentino Emden- divenuto rispettabile imprenditore-architetto, paradossalmente presidente del locale comitato per le feste di Carnevale, “il boia della strage”. Verità nascoste per troppi, tanti anni. Cinquant’anni. La barbarie ricordata con un gemellaggio con la città del boia- nato per riflettere insieme sulla guerra.



Giuseppe Sangiovanni

Maria Rosaria Minicozzi nominata direttrice artistica dell’evento commemorativo per Rosa Ponselle.


CAIAZZO. L’amministrazione comunale di Caiazzo, in modo particolare l’assessore alla cultura Tommaso Sgueglia, dedicherà l’anno 2011 alle celebrazioni di Rosa Ponselle, famoso soprano italo-americano, figlia di Caiatini, che ha sempre cantato con Enrico Caruso tanto da essere definita la “Caruso in gonnella”. Il progetto dell’evento e la direzione artistica vede impegnato il Soprano Maria Rosaria Minicozzi (nella foto) di Benevento che ha dichiarato: “Sono grata all’amministrazione comunale di Caiazzo per la fiducia che mi ha concesso e per la nomina a direttore artistico di questo importante evento, che vede il coinvolgimento dei conservatori campani e di altre istituzioni musicali italiane." Si celebra Rosa Ponsella, nome d'arte di Rosa Melba Ponzillo, famosissimo Soprano originario di Caiazzo morto a Baltimora il 25 maggio 1981, figlia dei caiatini Bernardino e Maddalena Conte. La kermesse, che illustro per grandi linee, interesserà tutto l’anno 2011 in quanto prevede un programma ricco di manifestazioni che avranno inizio dal mese di marzo con un evento multimediale e fotografico, l’esposizione al pubblico di cimeli appartenuti al famoso soprano, la proiezione di video e l’ascolto di registrazioni sonore dell’epoca. Si prevede, in questa fase, di coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado per avvicinare le nuove generazioni alla musica e far conoscere al grande pubblico la magnifica voce della Ponselle così importante nel registro grave, tersa e lucente nell'acuto, penso in particolare alla Vestale e alla Gioconda. A seguire, nel mese di maggio 2011 l’evento presenterà il momento più importante del programma, il “Concorso Internazionale di musica lirica “ Premio Rosa Ponselle – Città di Caiazzo” aperto a tutti gli studenti, italiani e stranieri, il cui regolamento è stato scritto dalla stessa Rosa Ponselle. Il programma proseguirà, nel mese di luglio, con un evento internazione di musica lirica “In memory of Rosa Ponselle” e siccome la Ponselle fu talent-scout, tra gli altri, di Raina Kabaivanska e Placido Domingo, ho intrapreso contatti con la signora Kabaivanska la quale ha dato una prima disponibilità a partecipare all’evento. Le celebrazioni di Rosa Ponselle, nel trentennale della scomparsa, si terranno anche a Baltimora dove il Maestro Simeone Tartaglione, incaricato dal console d’Italia a Baltimora, Francesco Luigi Legaluppi, sta collaborando all’iniziativa intrapresa dall’amministrazione comunale di Caiazzo. La Fondazione "The Rose Ponselle” di Baltimora nella persona del Presidente Elayne Duke, ha invece preso contatti con i colleghi e gli studenti di Rosa Ponselle, tra cui Placido Domingo, James Morris ed il Maestro Igor Chichagov, dell’Opera Metropolitan, che ha lavorato con il famoso Soprano. La signora Duke ed il console Legaluppi saranno a Caiazzo nel prossimo mese di novembre ed allora, nel corso di una conferenza stampa, sarà presentato al pubblico il programma definitivo del grande evento “Rosa Ponselle ritorno a Terra Madre nel trentennale della scomparsa”.

Pietro Rossi

Una giornata di pesca sportiva per i ragazzi diversamente abili di Alvignano.


ALVIGNANO. Il Presidente Vincenzo Del Genio della Proloco Alvignanese e Marco Saggese, Presidente della A.P.S. Fario Club Alvignano (Associazione Pesca Sportiva), con la fattiva collaborazione dell’associazione Umanità Nuova e dell’Amministrazione Comunale di Alvignano, hanno organizzare una giornata all’insegna della pesca sportiva per i ragazzi disabili del Comune di Alvignano nelle bellissima località di Sisto Riccio nel comune di Alife, appena al di sopra del fiume Volturno; il lago di Sisto Riccio è utilizzato come luogo di preparazione per le squadre di pesca sportiva dell’alto casertano come Associazione APS Fario Club e a livello nazionale per le entusiasmanti gare della FIPSAS in provincia di Caserta. Il lago si ritrova ai piedi della catena montuosa del Matese, la più importante della dorsale campano-molisana ed immerso nel verde vicino alle sponde del Fiume Volturno; uno scenario davvero tranquillo ed accogliente, un bacino naturale alimentato da falde d’acqua sorgiva. I ragazzi disabili ed i loro accompagnatori hanno avuto l’occasione di vivere un esperienza unica soprattutto dal punto di vista culturale e sportivo grazie alla possibilità di avere come istruttori i ragazzi della squadra sportiva dell’A.P.S. Fario Club di Alvignano. Con il loro aiuto e la loro dedizione i ragazzi disabili si sono potuti cimentare nella pesca sportiva da lago; infatti dopo la visita all’allevamento di trote e carpe dove ad illustrare il tutto sono stati Mario e Vincenzo Giaquinto, proprietari dell’impianto, i ragazzi sono stati impegnati prima in una lezione frontale tenuta da alcuni componenti dell’A.P.S. Fario Club in primis Marco Saggese Presidente dell’A.P.S Fario Club, Carmine Di Lello, Responsabile Trota Lago, Pasquale Mazzarella, Responsabile Provinciale Trota Torrente e Alessandro De Stasio, Campione Provinciale Trota Torrente, che hanno spiegato ai ragazzi tutte le fasi della pesca da lago; iniziando con la spiegazione del montaggio della canna da pesca, i vari modelli ed usi, fino alla parte pratica con la pesca della trota. Dopo una parte pratica e sotto la guida attenta della squadra sportiva dell’A.P.S., tutti i ragazzi muniti di canne si sono cimentati nella pesca di trote con un totale pescato di 87 trote. La giornata è stata inframezzata anche da un lauto pranzo nell’area pic-nic posta lungo i bordi del lago, conclusosi con un buffet di dolci. Dopo il lauto pranzo e la successiva pausa dopopranzo utilizzata per la disamina delle problematiche e delle peculiarità della pesca sportiva a cui i hanno risposto esaurientemente i componenti della squadra dell’APS, si è ritornati a pescare e a far chiacchiere. Grande merito va dato agli organizzatori dell’evento, l’APS Fario Club, che con il presidente Saggese e i ragazzi della squadra, Carmine Di Lello, Pasquale Mazzarella e Alessandro De Stasio, hanno allietato un magnifico sabato assolato e divertente per i ragazzi disabili e per i loro accompagnatori. Grande soddisfazione ed entusiasmo del presidente dell’ APS Fario Club di Alvignano, Marco Saggese e del sindaco Angelo Di Costanzo che ha seguito con grande gioia buona parte della mattinata e del pomeriggio, soffermandosi per il pranzo. Una iniziativa che rappresenta il continuo di un percorso di collaborazione tra le associazioni alvignanesi, presenti con il presidente della ProLoco Vincenzo Del Genio, il responsabile della Associazione Umanità Nuova, Irma Ciccolini, il presidente Associzione R.A.T.A Giuseppe Di Sorbo, Giuseppe Di Lorenzo per l’Associazione Giovani Alvignanesi, la Protezione Civile e per conto dell’Amministrazione Comunale il Sindaco Angelo Di Costanzo che si è cimentato anche lui nella pesca, il Consigliere alle Politiche Giovanili Paola Corniello, il Responsabilile Amministrativo dott. Antonio la Vecchia accompagnato dal Responsabile dell’Ufficio Contabile, Mario Mingione che si sono uniti alla comitiva per un intramezzo sportivo. “Tutte le associazioni, unanime concordano che queste iniziative rappresentino l’inizio di un lavoro proficuo e che in futuro si possa continuare a realizzare eventi e manifestazioni, che nel loro piccolo, sono momenti di condivisione e partecipazione con i ragazzi disabili , favorendo la loro integrazione nel tessuto sociale. Alle associazioni ed alle persone che ci hanno aiutato nelle attività va un grande “grazie”, ma un ringraziamento speciale va ai ragazzi disabili ed alle loro famiglie che hanno, con entusiasmo, partecipato alle attività”.

Pietro Rossi

Lettera aperta al ministro degli interni on. Roberto Maroni, di Marco Fusco. Le tante facce della camorra. E’ camorra non aderire alla Stazione Unica.


LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI INTERNI ONOREVOLE ROBERTO MARONI. LE TANTE FACCE DELLA CAMORRA …E’ CAMORRA NON ADERIRE ALLA STAZIONE UNICA APPALTANTE…


Piedimonte Matese. Onorevole Ministro dell’Interno Roberto MARONI, intervenga Lei. Le scrivo dalla provincia di Caserta, da un piccolissimo paesino, Fontegreca appena 800 anime. Più volte amministratore pubblico, alle ultime elezioni amministrative non ho partecipato per passare nell’associazionismo. In questo momento, tra le tante cariche che ricopro al di fuori della politica, c’è quella di coordinatore della regione Molise dell’Associazione “Fareambiente”. Signor Ministro, giustamente Ella nelle sue tante uscite pubbliche, quando si tratta di parlare di azioni di contrastato alla malavita organizzata, parla di “modello Caserta” che Ella ha voluto fortemente come una costante sinergia di tutte le forze dell’’ordine di un determinato territorio per sconfiggere quei fenomeni di corruzione che minano in tanti luoghi della nostra amata Patria, la solidità dello Stato. Gli ultimi episodi di cronaca e precisamente la morte del sindaco di Pollica, nel Cilento, e l’atto intimidatorio subito nei giorni scorsi dal sindaco di Castello del Matese, impongono una seria riflessione. Signor Ministro, dopo l’esecuzione ordinata dalla camorre nei confronti del sindaco di Pollica, ho deciso di scriverLe per informarLa che c’è un’emergenza criminalità in tutta l’area del versante matesino. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra non aderire alla stazione unica appaltante. Mi consta che lo stesso Ministero dell’Interno ha sollecitato, soprattutto per l’area del casertano, l’adesione di tutti gli Enti a questo organismo centrale per combattere la camorra e tutte quelle ditte con prestanome che operano solo apparentemente nella legalità. La stazione unica appaltante è un organismo che espleta le gare d’appalto per tutti i lavori, i servizi e le forniture di interesse comunale, provinciale e degli altri enti che vi aderiscono attraverso la stipula di una convenzione. Aderendo alla stazione si ha la possibilità da parte degli enti, di affidare le spesso complesse procedure d’appalto ad una struttura specializzata che può più efficacemente garantire funzionalità, efficienza e puntuale rispetto della normativa. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra il sistema della gare di appalto che vedono prevalere sempre le stesse ditte “prestanome” quasi che l’espletamento delle stesse gare si trasforma in un rituale formale e dagli esiti scontati. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra il sistema dei sub-appalti gestito da un elenco di imprese con un’azione capillare su una vasta area dell’alto casertano, come hanno dimostrato le inchieste della Magistratura. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra appaltare un’opera e poi, a distanza di qualche anno, riappaltarla come è avvenuto per diversi interventi nell’impiantistica sportiva e in opere pubbliche di recupero urbano. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra il sistema dell’appalto –concorso utilizzato per favorire sempre le stesse imprese-amiche. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra il monopolio di ditte in tanti comuni; il territorio è ben delineato quasi fossimo dinanzi a quei clan che si contendono vaste zone per avere il predominio assoluto per traffico di droga e per azioni di estorsione. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra indire pubblici concorsi con bandi fatti su misura per gli amici degli amici e, addirittura, con l’inserimento di requisiti che non consentono la partecipazione a giovani laureati. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra non approvare i piani regolatori e consentire l’abusivismo edilizio e addirittura dare licenze per ricovero mezzi anche per mansarde che poi, con una semplice richiesta di cambiamento di destinazione d’uso diventano appartamenti abitativi…Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra non utilizzare le risorse dell’Unione Europea 2007/2013 e non attivare le innumerevoli “misure” per lo sviluppo del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro. Signor Ministro, dalle nostre parti è camorra il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche come è avvenuto per i fondi europei 2000/2006 che hanno creato solo cattedrali nel deserto senza una seria programmazione con tanti soldi finiti in mille rivoli senza ricadute importanti per lo sviluppo socio-economico della regione Campania. Signor Ministro, dalla nostre parti è camorra …signor Ministro potei continuare l’elenco ma per il momento mi fermo qui, in attesa di una Sua risposta e, soprattutto, di una maggiore azione di controllo da parte degli organi dello Stato, a cominciare dalla Magistratura che dovrebbe in provincia di Caserta andare a verificare quanto da più parti sostenuto circa gli strani “giochetti” che avvengono per coprire coloro che sono in odore di camorra e che oramai condizionano appalti in tantissimi centri del Matese. Signor Ministro, la gente onesta del Matese vorrebbe essere governata da sindaci e amministratori coraggiosi: come sarebbe bello se anche nel Matese potessimo dire: anche noi abbiamo il sindaco di Pollica….


Con cordialità e stima

Prof. Marco FUSCO