12 agosto 2009

CHIUSA CON SUCCESSO LA QUARTA EDIZIONE DELLE NOTTI DEI BRIGANTI A SAN GREGORIO MATESE.

San Gregorio Matese. Anche quest’anno si è giunti a tirare le somme sulla kermesse Culturale ed Eno-Gastronomica tenutasi il 7-8-9- Agosto 2009 nel piccolo paese montano di San Gregorio Matese, “Cuore”dell’omonimo Parco Regionale situato a ridosso tra le province di Caserta, Benevento,Campobasso e Isernia; nel centro del Sannio e dell’Alta Terra di Lavoro. Con grande emozione ed altrettanta soddisfazione da parte dell’intera Associazione, si è conclusa la IV edizione di “LE NOTTI DEI BRIGANTI” queste le parole della Presidente dell’;Associazione Culturale I BRIGANTI DEL MATESE- Maria Rosaria DE LELLIS. Manifestazione che già da quattro anni, con l’aiuto dei cittadini del piccolo centro montano e di tredici “Scalmanati Briganti” membri dell’Associazione, rievoca in una tre giorni di Saperi e Sapori così come ci dice la Brigantessa Marcella FATTORE, il periodo storico del Brigantaggio sul Matese. Grande soddisfazione è espressa anche dall’Amministrazione Comunale che rappresentata in seno all’Associazione dall’Assessore Antonio MALLARDO che dichiara: E’ nelle origini, nella storia di ogni popolo, di ogni realtà territoriale che vanno attinti gli impulsi fondamentali per il Futuro; un paese che non conosce la propria storia, che non la rispetta e soprattutto non la valorizza, non ha ragioni culturali per poter proseguire il proprio cammino sociale. Mosso da questo pensiero, l’Assessore Mallardo ha salutato con il Sindaco Antonio DE LELLIS i relatori del Convegno, tenutosi nella prima serata, dal titolo “I BOSCHI DEL MATESE-TEATRO DEI BRIGANTI DI SUA MAESTA’”. Progetto culturale avviato già da diversi mesi così come ci dice la Brigantessa Luisa Fattore, che ci parla anche della collaborazione con l’Associazione Neo- Borbonica guidata dall’ illustre Prof. Vincenzo GULI’ relatore dello stesso convegno che insieme all’illustrazione storica effettuata dal Cavaliere Alessandro ROMANO del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio sono stati presentati dalla necessaria introduzione del Dott. Alberico BOIANO che è stato salutato dal Sindaco di San Gregorio quale: Illustre Storico che trova le origini nel Nostro Amato Paese. I relatori sono stati capaci di stregare così come dichiarato dal Brigante Fernando DE LELLIS le centinaia di spettatori inchiodati al telo del videoproiettore che materializzava in immagini anni di ricerche del Dott. BOIANO. A due passi dal convegno tenutosi nel suggestionante giardino di Villa Ginevra sede del Comune era allestita una mostra inedita sul Brigantaggio, somma anch’essa di anni di lavoro e di ricerche del Cavaliere ROMANO. Con lo stesso impegno, ma in uno scenario sicuramente diverso, la chiesa Antica Santa Maria delle Grazie nel cuore del paese, si è tenuta la conferenza della seconda serata che ha visto effettuarsi un’analisi storico-territoriale del Brigantaggio ed in particolare di alcuni capibanda analizzati con eccellenza storica dal Dott. Rosario DI LELLO che come ci dice il Brigante Ginetto BOIANO, è uno Studioso Locale che da anni si impegna per costruire una verità storica su questo periodo che ha visto il Matese epicentro di un movimento tanto importante per le future sorti del Meridione d’Italia. Non solo cultura, queste le parole del Brigante Paolo FURTUNA che ha salutato i tanti intervenuti, ringraziando inoltre a nome dell’Associazione tutti coloro che hanno fatto si che questa manifestazione continuasse per la sua quarta edizione sempre più ricca di novità e sorprese. E’ toccato invece al Brigante Antonio CASO ringraziare le tante signore Maestre culinarie e la Pro-Loco Le Mura che ha collaborato fattivamente alla riuscita della Kermesse, con un particolare ringraziamento a Giancarlo Spinosa che ha messo a disposizione dei Briganti le sue attrezzature tecniche. La manifestazione si è contraddistinta, come dichiarato dalle Brigantesse Lia DE LELLIS e Ilaria DE PASCALE che si sono impegnate nell’allestimento del paese: ottima collaborazione dell’Associazione Caserta-Promuove e dalla Direzione Artistica del noto Piergiuseppe FRANCIONE, coadiuvato tecnicamente dall’egregio Enzo RAPA e dagli Attori Professionisti Lisa FALSARANO e Rosario GIGLIO che hanno saputo unire come confermato dal Brigante Antonio FATTORE : Arte-Spettacolo-Cultura in - una due ore- indimenticabile. Un grazie particolare va da parte di tutta l’Associazione ai tanti Emigranti di San Gregorio, che da più parti d’Italia e dell’Estero, ritornano nel periodo estivo, collaborando fattivamente alla riuscita dell’evento nonchè ai tanti bambini che hanno partecipato ai Lavori dei tanti Laboratori culminati nelle varie scorribande tenutesi durante le serate di festa, queste le parole di ringraziamento delle Brigantesse Luisa e Maria BOIANO. E’ proprio con la stessa emozione vissuta durante queste ”NOTTI BRIGANTESCHE” su e giù per i vicoli di San Gregorio, che si è tenuta in collaborazione con il C.A.I. (Club Alpino Italiano) di Piedimonte Matese, la passeggiata domenicale ”NEI LUOGHI DEI BRIGANTI” così come raccontatoci dalla Brigantessa Agata BOIANO maestra della “Marenna in Cimacciola” che ha conquistato i palati degli esperti escursionisti. Ed è proprio con la stessa “Alchimia” respirata nei preparativi e durante “LE NOTTI DEI BRIGANTI” che questo ridente paesello di montagna cercherà di rapirvi con la sua storia e le sue tradizioni anche nel prossimo futuro.

Pietro Rossi

COORDINAMENTO CITTADINO PDL

COMUNICATO STAMPA



Le celebrazioni, ormai in corso da qualche settimana, sulla pretesa superiorità del PD dell’Alto Casertano affidato alla guida dei suoi due leaders Natalizio e Cappello, dimenticano un piccolo dettaglio: nelle ultime due tornate elettorali (elezioni politiche 2008 ed europee 2009), il PD è stato sonoramente bocciato, perdendo consensi in modo massiccio proprio nel nostro Matese.
Non solo, anche nelle tornate amministrative, il PD è uscito battuto nei principali centri proprio dell’Alto Casertano, sia a Gioia Sannitica, che a Prata Sannita ed Alife, dove ad essere candidato alla carica di sindaco era proprio un esponente di spicco della famiglia Cappello, protagonista di una sonora sconfitta che non sarà facilmente dimenticata.
Quanto poi al modello amministrativo, il PD è solo capace di alimentare clientele e distribuire prebende secondo modelli ormai non solo superati, ma anche non più ammissibili, come dimostra la pesante censura che il Comune di Piedimonte Matese ha di recente ricevuto non avendo resi pubblici, in violazione del Decreto Brunetta, gli incarichi conferiti nell’ultimo triennio, i nomi dei beneficiari e, soprattutto, gli importi attribuiti: bell’esempio di trasparenza e buona amministrazione!

Il Coordinamento Cittadino del PdL

OGGI RIUNIONE OPERATIVA AL COMUNE TRA AMMINISTRATORI ED ESPERTI PER L’ALLESTIMENTO DEL MUSEO CIVICO.


PIEDIMONTE MATESE. Il 6 Agosto 2009 è una data storica per la Città di Piedimonte Matese. Grazie alle continue insistenze dell’Amministrazione Comunale, ha dichiarato il Sindaco di Piedimonte Matese Avv. Vincenzo Cappello,sono stati ritirati gli ultimi 500 reperti archeologici dell’ex Museo Alifano che giacevano nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal lontano Settembre 1973, dopo i ripetuti furti. La Città di Piedimonte Matese si riappropria dei suoi tesori (vasi arcaici, greci e romani, lucerne, monili, statue, coppe e ceramica a vernice nera, oggetti in bronzo e fittili votivi), dichiarati nel Consiglio Comunale del Dicembre 2008 patrimonio inalienabile del Comune, i quali narrano la vita e le opere dei suoi antichi progenitori. L’Amministrazione Comunale,ha aggiunto l’Assessore Attilio Costarella (nella foto), ringrazia quanti (soprattutto la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei e la Soprintendenza Archeologica di Caserta e Benevento) hanno collaborato alla messa a punto dello splendido risultato da 40 anni atteso in Città e si impegna sin d’ora all’allestimento espositivo delle collezioni nella storica sede dell’ex Convento di San Tommaso d’Aquino. Per dar corso a quanto promesso, oggi mercoledì 12 agosto è prevista presso la Residenza Municipale una riunione operativa di tutte le figure coinvolte (l’Assessore Costarella, funzionari della Soprintendenza di Caserta e Benevento e dell’Università del Salento in veste di consulenti scientifici dell’Amministrazione Comunale, unitamente alla Prof. ssa Raffaella Martino da poco nominata con decreto sindacale quale componente dell’Ufficio di gabinetto del Sindaco poiché esperta museologa ed archeologa, oltre a rappresentanti d’una ditta romana specializzata in allestimenti museali). Ciò per incominciare a muovere i primi passi verso l’allestimento definitivo del Museo Civico, che dovrà necessariamente passare per l’inaugurazione dei lavori del PIT ex Convento di San Domenico, prevista per la fine del mese di Settembre; nonché per la catalogazione ed il restauro dei reperti appena tornati dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Pietro Rossi

IL DOTT. CHIODI FA ALCUNE PRECISAZIONI SULLA QUESTIONE DELLE COMUNITA' MONTANE.


Riceviamo dal Dott. Pasquale, Andrea Chiodi Dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale.

alcune precisazioni in merito all’articolo, apparso su Weblog tv dell’alto casertano ed altri siti, dal titolo Clamoroso!!! Questione Comunità Montane, la Corte costituzionale boccia la riforma!


"Mi corre l’obbligo, in quanto giurista, di replicare nel merito ad alcune osservazioni formulate nel suddetto articolo, anche in relazione all’anticipazione sulla notizia riferita dal prof. Fusco. L’articolo in esame, infatti, reca alcune inesattezze, di carattere sia politico, sia propriamente giuridico, che meritano di essere corrette sul nascere, al fine di rendere ai lettori, del sito e della carta stampata, il dovuto servizio di informazione.
V’è da precisare, anzitutto, che le norme oggetto di esame da parte della Corte Costituzionale nella sentenza n° 237 depositata il 24 luglio scorso sono precisamente i commi da 17 a 22 dell’art. 2 della Legge 24 dicembre 2007, n° 244 – legge finanziaria 2008; ricorderà il lettore che il 24 dicembre 2007 al Governo era il Presidente del Consiglio Romano Prodi (G. Amato Ministro degli Interni e L. Lanzillotta Ministro per gli Affari Regionali), non già il Presidente Silvio Berlusconi. Dopo la proposizione del ricorso alla Corte Costituzionale (peraltro solo dalle Regioni Toscana e Veneto, non dalla Regione Campania), il Governo Berlusconi è intervenuto con il decreto – legge 3 giugno 2008, n° 97, modificando a vantaggio delle Regioni i termini per l’adeguamento ai principi statali in materia di riduzione dei cosiddetti “costi della politica”.
Il comma 17 citato prevede testualmente che le regioni, al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, entro il 30 settembre 2008 provvedono con proprie leggi, sentiti i consigli delle autonomie locali, al riordino della disciplina delle comunità montane, ad integrazione di quanto previsto dall’articolo 27 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in modo da ridurre a regime la spesa corrente per il funzionamento delle comunità montane stesse per un importo pari almeno ad un terzo della quota del fondo ordinario di cui al comma 16, assegnata per l’anno 2007 all’insieme delle comunità montane presenti nella regione. Il successivo comma 18 prevede pertanto i principi cui le regioni, nell’ambito della propria potestà legislativa, devono seguire nell’opera di riordino: le leggi regionali di cui al comma 17 tengono conto dei seguenti princìpi fondamentali: a) riduzione del numero complessivo delle comunità montane, sulla base di indicatori fisico-geografici, demografici e socio-economici e in particolare: della dimensione territoriale, della dimensione demografica, dell’indice di vecchiaia, del reddito medio pro capite, dell’acclività dei terreni, dell’altimetria del territorio comunale con riferimento all’arco alpino e alla dorsale appenninica, del livello dei servizi, della distanza dal capoluogo di provincia e delle attività produttive extra-agricole; b) riduzione del numero dei componenti degli organi rappresentativi delle comunità montane; c) riduzione delle indennità spettanti ai componenti degli organi delle comunità montane, in deroga a quanto previsto dall’articolo 82 del citato testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni.
Orbene, da quanto si legge, non si rintracciano i caratteri di una “riforma” del ruolo delle Comunità Montane nelle poche norme sopra citate, bensì un intervento puntuale orientato esclusivamente alla riduzione del costo di gestione degli enti montani. In ogni caso, tali commi, ispirati allo scopo non di eliminare le Comunità Montane, bensì al risparmio di spesa che devono comportare, sono stati dichiarati legittimi dalla Corte costituzionale nella suddetta sentenza.
La Corte ha anzitutto riconosciuto alle Regioni la competenza a legiferare in materia di Comunità Montane, tanto che solo la Regione potrebbe disporne con propria legge l’eventuale soppressione (richiamando sul punto la precedente sentenza n° 229 del 2001) proprio perché le Comunità Montane non sono enti “costituzionalmente necessari” ai sensi dell’art. 114 Cost., diversamente dai Comuni e le Province. La Corte ha ritenuto legittimo l’intervento statale, espresso dai predetti commi impugnati, dichiarando inammissibile il ricorso sul punto, fondandosi essenzialmente sul presupposto della finalità di riduzione dei costi degli Enti montani (Sulla base delle considerazioni che precedono, deve ritenersi che le disposizioni contenute nel comma 17 in esame costituiscono effettivamente espressione di princípi fondamentali della materia del coordinamento della finanza pubblica, proprio per la chiara finalità che, mediante il divisato riordino delle comunità montane, si propongono di raggiungere e per la loro proporzionalità rispetto al fine che intendono perseguire. Ciò in quanto il loro scopo è quello di contribuire, su un piano generale, al contenimento della spesa pubblica corrente nella finanza pubblica allargata e nell'ambito di misure congiunturali dirette a questo scopo nel quadro della manovra finanziaria per l'anno 2008. Punto 23.9 del considerato in diritto della sentenza), giustificato dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea, con i vincoli di equilibrio di bilancio complessivo (punto 17 del considerato in diritto).

La Corte ha ritenuto validi, inoltre, i criteri proposti dal comma 18 cui le Regioni devono attenersi, nella propria legislazione di riordino, per conseguire gli auspicati risparmi di spesa: il legislatore statale, anche con il predetto comma, in funzione dell'obiettivo di riduzione della spesa corrente per il funzionamento delle comunità montane, e senza incidere in modo particolare sull'autonomia delle Regioni nell'attuazione del previsto riordino, si limita a fornire al legislatore regionale alcuni “indicatori” che si presentano non vincolanti, né dettagliati, né autoapplicativi e che tendono soltanto a dare un orientamento di massima alle modalità con le quali deve essere attuato tale riordino. L'espressione «tengono conto», con la quale si apre il comma 18, va intesa nel senso della non vincolatività per le Regioni delle suddette indicazioni, le quali, pertanto, pur qualificate formalmente alla stregua di «princípi fondamentali», di tale categoria condividono solo la necessità per la loro attuazione dell'intervento del legislatore regionale, ma non l'obbligo per quest'ultimo di conformare la sua azione all'osservanza dei princípi stessi. Non senza ragione, infatti, la disposizione impugnata fa riferimento ad «indicatori», vale a dire ad elementi che, pur idonei a costituire un valido parametro di riordino, tuttavia, in tanto possono contribuire alla richiamata finalità di contenimento della spesa corrente, in quanto ne sia valorizzata l'adeguatezza, rispetto a tale obiettivo, in ragione delle caratteristiche di ciascun territorio regionale, secondo una valutazione operata, in piena autonomia, da ogni Regione. Punto 24.2 del considerato in diritto della sentenza).
La Corte ha dichiarato del tutto inammissibile la censura del comma 19.
Ad essere stati dichiarati illegittimi, in realtà, sono solo i commi 20, 21 (in parte) e 22 dell’art. 2 della legge 244, in quanto lesivi dell’autonomia regionale, poiché prevedevano un sistema di controllo statale sulla effettiva riduzione del costi degli enti montani conseguenti al riordino e, in caso di inadempimento delle regioni, abilitavano un intervento sostitutivo diretto ed immediato da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri (un intervento in tal senso è avvenuto con il D.P.C.M. 19 novembre 2008). La Corte (punti 26.1 – 29 del considerato in diritto).
Ne consegue che, anche dopo la pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale, incombe sulle Regioni la necessità di procedere al riordino delle proprie Comunità Montane; salvando parte del comma 21, la Corte ha ritenuto che spetti al Governo nazionale, sentita la Regione interessata, accertare i risparmi di spesa ottenuta dal riordino. Le conseguenze della decisione della Corte si concentrano proprio sugli effetti dell’accertamento del mancato risparmio: alla automatica soppressione delle Comunità Montane previste dalla norma annullata, si sostituirà la generale previsione dell’intervento sostitutivo del Governo, disciplinato dall’art. 120 della Costituzione e dall’art. 8, comma 1 della Legge 131/2003, cosiddetta Legge “La Loggia”, che ha attuato la riforma costituzionale del titolo V, anch’essa targata centro – sinistra: il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente per materia, anche su iniziativa delle Regioni o degli enti locali, assegna all'ente interessato un congruo termine per adottare i provvedimenti dovuti o necessari; decorso inutilmente tale termine, il Consiglio dei ministri, sentito l'organo interessato, su proposta del Ministro competente o del Presidente del Consiglio dei ministri, adotta i provvedimenti necessari, anche normativi, ovvero nomina un apposito commissario. Alla riunione del Consiglio dei ministri partecipa il Presidente della Giunta regionale della Regione interessata al provvedimento.
Come si vede, derivando la riduzione degli oneri per le Comunità Montane da obblighi comunitari (come riconosciuto dalla stessa sentenza al n°17 del considerato in diritto), le Regioni hanno l’obbligo giuridico di provvedere al riordino, con finalità eminentemente finanziarie, pena l’intervento sostitutivo statale. Molte Regioni, comprese Veneto e Toscana, hanno intrapreso la via della riduzione ed è sub iudice la quantificazione dei risparmi realizzati. In ogni caso, lo Stato sta già intervenendo indirettamente, procedendo al progressivo ridimensionamento delle disponibilità finanziarie indirizzate alle Comunità Montane, in primis il fondo per la montagna (art. 2 L. 97/1994) nelle leggi finanziarie degli ultimi anni.
In conclusione, confermando l’impianto dell’intervento del 2007, a mio modesto parere la sentenza della Corte costituzionale andrebbe letta nel modo del tutto opposto a quanto fatto dall’egregio prof. Fusco, ossia come conferma dell’intento di riduzione dei famigerati “costi della politica”: grava sulle Regioni e sulle singole Comunità Montane l’onere della prova di dover dimostrare la persistente attualità ed utilità di questi Enti.
Non è che abbiamo letto sentenze diverse?

Dott. Pasquale, Andrea Chiodi
Dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale.

AL VIA LA XII EDIZIONE DELLA SAGRA DEGLI ANTICHI SAPORI A GIOIA SANNITICA.


GIOIA SANNITICA. È tutto pronto in città per l’avvio della 12sima Sagra degli Antichi Sapori, in programma da oggi e fino a lunedì prossimo nella piazza retrostante la Casa comunale. L’evento, promosso ed organizzato dalla Pro Loco Gioiese, con il patrocinio dell’amministrazione comunale e con il sostegno della Provincia di Caserta, della Regione Campania, dell’Ente Parco del Matese, dell’UNPLI, dell’E.P.T. di Caserta e della Comunità Montana del Matese, animerà la settimana del Ferragosto, rappresentando una valida ed importante rassegna eno-gastronomica che unisce il sapore della cultura e della tradizionale cucina dell’Alto Casertano agli aspetti che per secoli hanno contraddistinto il paesaggio della zona matesina. Fungo porcino, gnocchi, pappardelle, fusilli, scialatielli, cicatielli per tutti i gusti, porchetta, abbuoti, carne di maiale e peperoni, bistecche e arrosti, pizza fritta, trippa, soffritto, spiedini, peperoni imbottiti, bruschette, salumi, formaggi, dolci...pane, olio e vino delle colline gioiesi, si impongono con i loro profumi e sapori in questa epoca moderna caratterizzata da cibi veloci a volte privi di una loro storia che vengono consumati rapidamente anche per strada. La riscoperta degli antichi sapori con la sua carrellata di pietanze del passato, rigorosamente elaborate con ingredienti genuini e tipici del territorio, la cui qualità e provenienza è garantita dalla serietà dei fornitori, ripropone in maniera anche molto audace la sana produzione di un tempo con la realizzazione di piatti dai sapori e profumi e il gusto per le cose di un tempo. “Anche quest’anno ai “graditi ospiti”-dichiara il presidente della Pro Loco Claudio Melillo-auguriamo di trascorrere delle piacevoli serate all’insegna della buona tavola e del divertimento, sperando che il tempo sia clemente e che le stelle e la luna possano guardare dall’alto compiaciute e sorridenti la nostra festa”

Pietro Rossi


COMUNICATO STAMPA



Nessun merito può essere ascritto all’amministrazione comunale retta dal sindaco Vincenzo Cappello, né tanto meno al suo assessore delegato Attilio Costarella, sul ritorno a Piedimonte Matese delle collezioni museali ritirate nel lontano 1973 dal Museo Civico e sino ad ora custodite presso i magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Lo stop ai maldestri tentativi del duo Cappello-Costarella di attribuirsi la paternità dell’importante risultato conseguito arriva direttamente dal Soprintendente ai Beni Archeologici di Caserta e Benevento Mario Pagano: “Se finalmente dopo decenni di empasse i reperti archeologici sono stati restituiti alla Soprintendenza da me guidata fino al 1 agosto scorso e assegnati temporaneamente alla città di Piedimonte Matese, lo si deve unicamente al decisivo intervento del Senatore Carlo Sarro presso il Ministro ai Beni Culturali Sandro Bondi. Le sue due lettere inviate in marzo ed in maggio al titolare del Dicastero di Viale del Collegio Romano hanno consentito di superare un’annosa situazione di stallo che si protraeva ormai da tempo a causa della difficile catalogazione delle collezioni di proprietà comunale, senza contare i problemi derivanti dai reperti più importanti e di proprietà e di interesse nazionale, come il Corridore del Cila ed il Tesoretto di monete, che gli Uffici ministeriali non volevano in alcun modo concedere neppure momentaneamente. Solo grazie all’incisiva attività politico-parlamentare del Senatore Sarro, che si è preoccupato anche della restituzione dei reperti al Museo Archeologico di Alife, si è riusciti ad avere indietro le collezioni”. Il Soprintendente Pagano ha, poi, anche chiarito che, a differenza di quanto sbandierato ai quattro venti dall’amministrazione Cappello e dall’assessore Costarella, “la restituzione delle collezioni al Museo Civico di Piedimonte Matese è soltanto temporanea per consentire l’allestimento di una mostra presso l’ex Convento di San Tommaso d’Aquino, ma non definitiva in quanto sarà necessario, in futuro, la stipula di un’apposita convenzione con il Ministero e la Soprintendenza per poter esporre per sempre quei reperti in città, un adempimento questo sul quale il Senatore Sarro sta già lavorando da tempo”.
Dal canto suo, il Senatore Carlo Sarro, nel ringraziare e dare atto al “Soprintendente Pagano della correttezza istituzionale e dell’onestà intellettuale che da sempre lo contraddistinguono”, sottolinea come “finalmente grazie all’intervento di un funzionario dello Stato, emerge la verità dei fatti e si fa chiarezza sulla paternità di un’operazione che ridà dignità e prestigio al Museo Civico di Piedimonte Matese, di cui volli fortemente la riapertura quando ero sindaco, mentre oggi, da senatore della Repubblica, ho contribuito in maniera chiara ed inequivocabile alla restituzione allo stesso dei suoi reperti.
Ma al di là di meriti di cui non ho bisogno, questa vicenda dimostra ancora una volta la pochezza politica ed il fallimento dell’amministrazione Cappello che, pur di coprire il vuoto amministrativo nella promozione del patrimonio culturale della città, e pur di prendere in giro i cittadini piedimontesi, non ha esitato in maniera ridicola a prendersi meriti che non gli appartengono. Si rassegni l’assessore Costarella, se c’è qualcuno che ha regalato un ulteriore momento storico a Piedimonte Matese, questo non è certamente né lui né l’amministrazione comunale di cui fa parte dopo l’ennesima operazione trasformistica”.

Dott. Mario Pagano Sen. Carlo Sarro

LANNA ORDINA PARSIMONIA NELL'USO DELL'ACQUA POTABILE.


FRANCOLISE. Nuova ordinnza del Sindaco di Francolise, Nicola Lanna. Questa volta, il primo cittadino dell'importante Comune caleno ha apppuntato le sue attenzioni sui problemi che, specialmentte nel periodo che viviamo, incombono sul settore dell'approvigionamento dell'acqua potabile da distribuire alla cittadinanza. Lanna, tenendo in debita coniderazione i continui ammonimenti da parte del Consorzio Idrco di Terra di Lavoro circa le non tracurabili perdite d'acqua a causa di perdite e vetustà delle condutture in uso e un più che preoccupante impoverimento delle falde acquifere zonali, fa "divieto assoluto ai residenti di usare acqua potabile per l'irrigazione di giardini e simili, per il lavaggio di autoveicoli e, comunque, per fini che non siano igienico-alimentari. Di pari, la massima carica amminitrativa francolisana ha demandato agli Agenti del locale Corpo di Polizia Municipale ogni azione tesa al rispetto della sua nuova ordinanza.

Daniele Palazzo