21 febbraio 2011

Mobilitazione sociale di circa 2000 cooperative sociali-Il Portavoce Sergio D’Angelo ospite ad “ANJA SHOW” mercoledì prossimo.



Scioperi della fame collettivi, manifestazioni di piazza, occupazioni: a Napoli da qualche mese sono protagonisti di una grande mobilitazione sociale circa 200 cooperative sociali e associazioni, riunite nel comitato “Il welfare non è un lusso” di cui è portavoce Sergio D’Angelo (nella foto). Da anni le associazioni, laiche e cattoliche, e le cooperative sociali, in integrazione con il sistema pubblico, si fanno carico dei servizi per anziani, disabili, sofferenti psichici, tossicodipendenti, bambini e ragazzi, mamme sole, donne vittime di violenze o costrette a prostituirsi, anticipando i costi di gestione e garantendo contemporaneamente un notevole risparmio di risorse economiche pubbliche. Si tratta di un contributo importante alla realizzazione di tanti percorsi di inclusione sociale e di reinserimento lavorativo, oggi disconosciuto dalla Regione, che non investe nelle politiche sociali e sta facendo retromarcia anche nel settore socio-sanitario, procedendo con proroghe minime dei servizi e non pagandoli da oltre un anno e mezzo, senza prendere in considerazione una loro stabilizzazione. Simbolo della protesta, che riguarda i tagli al welfare operati da governo nazionale ed enti locali, è l’ex manicomio Leonardo Bianchi, da circa due mesi occupato e riaperto al territorio da alcuni operatori sociali e socio-sanitari che anni fa avevano contribuito a chiuderlo, in attuazione della legge Basaglia, e che ora si ritrovano con posti di lavoro precari e migliaia di utenti a rischio di vedersi sottrarre i servizi da un giorno all’altro. Dopo l’occupazione simbolica del Museo Archeologico Nazionale, del Palazzo Reale, della sede comunale di Palazzo San Giacomo, del teatro San Carlo (nel bel mezzo dell’inaugurazione della stagione lirica), un gruppo di operatori sociali dal 20 gennaio 2011 sta anche presidiando il Maschio Angioino, monumento simbolo della città, che è stato perfino “scalato” da due lavoratori. L’intero sistema socio-assistenziale sta crollando, per mancanza di fondi e per i debiti che la Regione, gli enti locali e le Asl hanno verso le associazioni e le cooperative sociali cui hanno affidato la gestione dei servizi, usandoli come vere e proprie banche: basti pensare che coop e associazioni hanno anticipato complessivamente ben 500 milioni di euro di costi di gestione, e ora non ce la fanno più.

Ma il problema non è “solo” quello dei ritardi dei pagamenti: Regione Campania, Comune di Napoli, Ambiti Territoriali, Aziende Sanitarie Locali, stanno andando a marcia indietro in tema di politiche sociali, decidendo di non investire più in questo settore.

Nonostante le manifestazioni, l’occupazione del manicomio e di vari monumenti simbolo di Napoli, nessuna risposta concreta è arrivata dalle istituzioni, a parte qualche generica dichiarazione di intenti. Per questo le organizzazioni sociali chiedono di dichiarare lo stato di crisi del welfare in Campania per ottenere così l’intervento del governo nazionale.

I numeri

La vertenza delle organizzazioni sociali coinvolge l’intera Campania, al collasso non solo per la questione rifiuti ma per un’emergenza che riguarda 630 mila anziani non autosufficienti, 25 mila persone tossicodipendenti, 156 mila disabili, 46 mila sofferenti psichici, un milione di bambini e altre migliaia di persone tra le più fragili della popolazione. Solo a Napoli oltre 34mila famiglie sono povere, in Campania lo è una su quattro. Tutte stanno rischiando di essere lasciate senza servizi sociali e socio-sanitari: vale a dire che stanno chiudendo le comunità, le case famiglia, i gruppi appartamento, i centri per i sofferenti psichici, i malati di Alzheimer, i disabili, i bambini e i ragazzi maltrattati, le donne abusate. Ventimila operatori sociali rischiano di perdere il lavoro.

Dopo i tagli del governo al fondo nazionale per le politiche sociali, la Regione ha di fatto dimezzato le risorse proprie, nonostante in Campania una famiglia su quattro sia alle soglie della povertà e la disoccupazione sia a livelli doppi rispetto a quelli nazionali. La Regione spende poco meno di 33 euro a persona all’anno per i servizi socio-assistenziali, dieci volte di meno di quanto spende la Valle D’Aosta (344 euro). La Regione Campania sta mettendo a repentaglio il lavoro di migliaia di operatori e la certezza dell’assistenza a 20mila persone; sta smantellando una sanità territoriale vicina agli anziani, ai malati, ai disabili, ai sofferenti psichici e alle loro famiglie, che in questi anni ha permesso di ridurre i ricoveri in ospedale e ha consentito la cura delle persone nei loro ambienti di vita, sostenendole nella ripresa dell’autonomia e nel recupero della socialità. Le politiche sociali e socio-sanitarie rivestono un ruolo centrale per garantire benessere e giustizia sociale. Hanno bisogno però di essere sostenute con risorse e investimenti progettuali forti, in grado di consentire l’attivazione di servizi di qualità a vantaggio di tutti i cittadini, soprattutto di quelli che vivono in condizione di particolare svantaggio.

Il comitato Il welfare non è un lusso

Il comitato Il welfare non è un lusso nasce nel 2007 dall’unione di oltre 150 cooperative e associazioni, impegnate nei servizi sociali e socio-assistenziali di Napoli e della Campania per conto di (o in convenzione con) il pubblico. Il rientro del debito con associazioni e cooperative sociali, la riduzione dei tagli alla spesa sociale e il sostegno del lavoro sociale: questi i temi al centro della vertenza del comitato. Gesco, Solco, Cnca, Movi, Legacoopsociali, Forum Terzo Settore, Federazione Città Sociale le sigle più note del comitato, che si è battuto, nel corso del tempo, in rappresentanza di migliaia di operatori sociali, per sostenere il loro lavoro e dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini.

a cura di Maria Nocerino

SUCCESSO DEL 3° TROFEO CITTA’ DI PIEDIMONTE MATESE.



PIEDIMONTE MATESE. Inserito nel contesto delle manifestazioni di promozione turistica e sportiva del Comune di Piedimonte Matese si è svolta Domenica 20 febbraio sulle nevi di Bocca della Selva il 3° Trofeo sciistico Città di Piedimonte Matese, gara di slalom gigante e di snowboard organizzate magnificamente dallo Sci club Tre pini e dal Freestyle matese. Giornata di tiepido sole con temperatura vicina allo zero, si sono dati battaglia , sciisticamente parlando giovani promesse e vecchie glorie dello sci matesino. Alla fine, perfetta la pista e l’organizzazione, sono stati premiati i vincitori dal Sindaco della città avv. Vincenzo Cappello,dall’assessore allo sport Alfredo De Rosa, nonché dal presidente del Parco Regionale del Matese dott. Giuseppe Falco intervenuto anch’egli alla manifestazione. Vincitore assoluto del trofeo è stato Francesco Vinciguerra , seguito da Manfredo Fossa e terzo Vessella Sisto. Nelle categorie giovani ha vinto per i maschi Marco Santangelo seguito da Salvatore Buonpane, mentre per la categoria femminile ha vinto Martina Zoccolillo, seguita da Adonella Di Costanzo, terza Chiara Di Baia. Exploit di Maria Rosaria Buonpane che ha vinto la sua categoria con un tempo inferiore alle categorie superiori, seguita da uno splendido 2° posto di Fulvia Cappello sotto gli occhi compiaciuti dei genitori. Per la categoria ragazzi maschile ha vinto Gian Maria Venditti, seguito da Roberto di Buccio, terzo Corrado Laurenza. Ancora per la speciale categoria degli over 50 ha vinto Massimo Natalizio su un sorprendente Giampaolo Boggia, terzo Ercole Di Baia. Infine per la categoria Cuccioli ha vinto Benedetta Venditti, seconda Margherita Occhibove.Per lo snowboard ha invece vinto il trofeo Gian Maria Marino, secondo Maurizio Venditto , terzo Di Muccio Alessio. Per la categoria femminile ha vinto Alessia Moggio, seguita da Natascia Florio ed infine Gabriella Moggio. La giornata si è conclusa dopo le premiazioni e ringraziamenti da parte delle autorità presenti, con un abbondante assaggio delle specialità matesine offerte dalla ditta Antonucci , sponsor della manifestazione in collaborazione con gli ineguagliabili Marco e Sara di Bacco e Bivacco.

Pietro Rossi

Successo del convegno per presentare i risultati del Progetto Migrandata.




PIEDIMONTE MATESE. Grande successo ha avuto la giornata organizzata da Legambiente e altre associazioni dedicata all’educazione ambientale e ai risultati del Progetto Migrandata a Piedimonte Matese. La scorsa estate si è svolta sul Lago Matese la prima fase del Progetto Migrandata, promosso dal CEDA “Matese” (Centro Educazione Documentazione Ambientale), tra le iniziative di informazione scientifica ed educazione ambientale per l’Anno Internazionale della Biodiversità, previste nell’ambito del Programma INFEA 2007-10 della Regione Campania.Il progetto ha ricevuto il sostegno degli Enti Locali coinvolti, del Circolo Legambiente del Matese, del Parco Regionale del Matese e dell'ASOIM (Associazione Ornitologi Italia Meridionale). Nell'ambito del progetto è stato allestito un campo di inanellamento a scopo scientifico per avere un quadro aggiornato del fenomeno migratorio in un’area di grande valore naturalistico, censire l’avifauna presente e trarre indicazioni di carattere gestionale utili per azioni ed interventi di conservazione della biodiversità del parco. Il CEDA Matese per presentare i risultati analitici del progetto Migrandata e i suoi possibili sviluppi, nella prospettiva di un rilancio delle attività di ricerca naturalistica ed ecoturistiche del Matese, ha tenuto venerdì 18 febbraio una mattinata dedicata alle scuole cittadine ed un convegno alle ore 17,00 presso l’Auditorium in Piazza San Domenico a Piedimonte Matese. Dopo l’introduzione del responsabile del CEDA Matese, Ferdinando Pirro, hanno portato il loro saluto i rappresentanti degli Enti Locali e delle associazioni coinvolti: Antonio Esposito, Responsabile Rete INFEA Regione Campania; Vincenzo Cappello, Sindaco di Piedimonte Matese e Costantino Leuci, Assessore all’Ambiente; il Presidente del Parco Regionale del Matese, Pino Falco; la Presidente dell’ ASOIM, Danila Mastronardi. Dopo la proiezione del suggestivo documentario, “Migrandata 2010. Il Matese anello di congiunzione tra Europa ed Africa”, curato dal coordinatore del progetto, Giovanni Capobianco, Giuseppe Ibello, è intervenuto l’ornitologo Ottavio Janni; l’inanellatore ISPRA e responsabile scientifico del progetto, Rosario Balestrieri; il Responsabile Aree Protette Legambiente Campania, Pasquale Raia.

Pietro Rossi

Rassegna artisti campani


Napoli - Martedì 22 febbraio, alle ore 18.00, nella Saletta Rossa della Libreria Guida Portalba, via Port'Alba n.20/23, à il via una Rassegna di artisti campani tra memoria e presenza promossa dall'Associazione Alfredo Guida Amici del Libro; l'evento, che gode del patrocinio morale della Regione Campania, della Provincia di Napoli, e del Comune di Napoli, propone gli di Eduardo Alamaro, Giovanni Ferrenti, Franco Lista e Carlo Roberto Sciascia e la testimonianze di Diana Franco e Giuseppe Antonello Leone. L’arte contemporanea a Napoli è giovane. Ha poco più di sessanta anni ed è in continuo divenire. Si esprime in contesti e momenti eterogenei : poche gallerie e qualche affrettato museo, ma anche nelle strade,davanti agli occhi dei passanti, sui muri delle metropolitane. L’arte contemporanea napoletana è un linguaggio potente, straripante di energie, quasi impossibile da catalogare, etichettare, definire; ama trasformarsi, evolversi con tutta la velocità della vita di oggi. Ma, e questo è il punto, essa non conquista schiere di ammiratori, non muove passioni profonde e capitali di notevoli entità, non interessa al mercato dell’arte e alle istituzioni. C’è ancora tanta strada da fare per avvicinarsi a tutti, per provare a diventare “popolare”. Per sua natura l’arte non è immediata a chi le si accosta che,intimorito quanto incuriosito e affascinato, può trarre benefici dal suggerimento di una interpretazione, di una spiegazione. Per rendere più accessibile l’arte contemporanea napoletana e delinearne con onesta e senza distorsioni (bandendo il provincialismo diffuso, fautore di una critica "Il nostro interesse – affermano i tre organizzatori - per la verità storica sull’Arte e la Cultura del XX secolo ci impone non solo di soddisfare questa esigenza ma anche di documentare i fermenti e le attività degli artisti, che hanno operato a Napoli e nel territorio campano con un impegno teso a costruire uno spazio per permettere all’Arte di vivere, di esprimersi e incidere nel tessuto sociale. Nasce, pertanto, con uno spirito di rievocazione e documentazione la nostra proposta nella Saletta Rossa della libreria Guida di Napoli, frutto di un incontro corale tra Mario Guida, Franco Lista, Carlo Roberto Sciascia e un gruppo di artisti, che hanno vissuto un tragitto comune nell’arte contemporanea a Napoli; l’intento è quello di organizzare un lavoro di osservazione sulla ricerca creativa, profusa negli anni sul territorio campano e fuori dai suoi confini, improntata al più libero e schietto desiderio di far conoscere la valenza degli artisti che hanno caratterizzato il periodo dal secondo dopoguerra ad oggi e di conseguenza, incidere sulla cultura napoletana e campana con informazioni fondate su quanto è ormai storia. la Con la necessità di fondere assieme un attento esercizio di osservazione con un incondizionato commento sulle ricerche di un congruo numero di artisti, utilizzando il materiale di repertorio reperibile e proponendo conferenze, proiezioni video e mostre". Il primo artista proposto è il ceramista e scultore Peppe Macedonio che nel 1954 ha ultimato la decorazione maiolicata dell’esedra della Mostra d’Oltremare, raffigurante , opera che si sviluppa attraverso le primigene attività della pastorizia, della caccia e dell’agricoltura. L’opera in questione presenta quattro salti sovrapposti, tutti ornati da un fondale fatto di grandi tessere musive dai contorni irregolari, tra le quali erano incastonate grandi figure altre circa due metri ed animali; della composizione ampia e complessa è particolarmente interessante il gruppo dei cacciatori> con gli occhi sbarrati per il terrore dell’ignoto ed il con i simboli del sole, del tuono e del fuoco. Gli organizzatori hanno, poi, concluso: "Raccogliendo varie e puntuali testimonianze di critica d’arte sulla loro vicenda espressiva, si procederà nella ricerca tesa a cogliere gli elementi essenziali, riportandone ogni riscontro. Sarà interessante contattare il circuito di gallerie, spazi espositivi, associazioni culturali (spesso non più esistenti), sparsi sia sul territorio campano si fuori da esso, per quel contribuito che hanno offerto nel tempo all’impianto scenico di una grande e significativa ricostruzione . A fronte di una pubblica politica, spesso distratta se non incurante del proprio tessuto di storia e della realtà artistica, l’evocata ricognizione nel tempo e la proiezione nell’attualità degli artisti campani ci spinge a fornire un tragitto di memoria non dismesso, di memoria praticabile per tanti maestri significativi per la loro valida produzione, onde evitare l’oblio da parte degli storici dell’arte contemporanea sia a livello locale, che nazionale. È evidente che nel considerare il panorama storico del secondo Novecento in Campania abbiamo costatato che diverse sono le personalità emergenti, talvolta geniali, che hanno con la loro opera caratterizzato gli anni dal ’50 al 2000, ma e questa è la cosa a dir poco strana, misteriosamente e lentamente questi artisti, per una serie di concomitanze negative, sono stati risucchiati nel vortice di un profondo oblio. Tanto per fare qualche nome, Libero Galdo, Antonello Leone, Peppe Macedonio, Lidia Cottone, Vittorio Piscopo, Carlo Montarsolo, Enrico Caiati, Antonio Del Donno, Crescenzo Del Vecchio, Bruno Donzelli e tantissimi altri che fuori di questo nostro territorio sarebbero stati il vanto di qualunque altra terra. Quali le cause di questa grave anomalia? Come è stato già detto, sono a nostro avviso colpevoli principalmente le istituzioni locali che con il loro congenito disinteresse per la cultura,(fenomeno tutto napoletano) hanno determinato non solo il mancato sviluppo di tutto un indotto che avrebbe creato una congiuntura favorevole a suscitare l’interesse dei privati e di nuovi collezionisti, ma hanno dimostrato anche una noncuranza di ricavare un utile materiale e morale dalla nascita di una Galleria Campana d’Arte Contemporanea che potesse, come più volte gli artisti hanno auspicato, iniziare un’intensa attività espositiva invogliando i mercanti d’arte a collocare il prezioso prodotto culturale nei luoghi deputati". Con la scomparsa di Giuseppe Macedonio nel febbraio del 1986 l'arte della maiolica ha perduto uno dei suoi più validi innovatori; e ciò va inteso in senso europeo, avendo egli operato con libera modernità, evitando gli scogli dei vari ed attingendo alle grandi fonti della tradizione, mentre anticipava l'interesse per l'espressionismo quando di tale corrente artistica non ancora si parlava in Italia. Nato a Napoli nel 1906, figlio dell'avv. Salvatore che lo aveva avviato agli studi classici per farne un medico, solo all'età di sedici anni, perduto il padre, poté esaudire il desiderio di iscriversi all'Istituto d'Arte di Napoli. Macedonio fu un uomo dalla vasta cultura umanistica, che riversò nelle sue opere; veniva da lunghe esperienze di apprendistato in quanto aveva abbandonato l’Istituto d’Arte ad un anno dall’iscrizione perché aveva capito che . Dopo aver inizialmente lavorato con la ditta Chiurazzi, si dedicò alla decorazione di soffitti secondo la moda liberty. Le sue radici di ceramista – scultore risalgono agli anni compresi tra il 1928 ed il 1934, quando lavorava saltuariamente presso la fabbrica del tedesco ebreo Max Melamerson a Vietri sul Mare; fu dall’incontro con le maestranze locali e con gli artisti tedeschi, olandesi e slavi, scultori e pittori che a causa delle persecuzioni politiche e razziali non potevano più lavorare in patria. Ciò gli permise di attingere alle più avanzate esperienze del Nord Europa e di subire influenze impressionistiche, che caratterizzarono la sua espressività futura.
Per ogni informazione sull'evento occorre rivolgersi alla Libreria Guida Portalba di Napoli, via Port'Alba n.20/23 (081/44 62 77 – elites@guida.it)-

c.s.

Un ponte sull'Adriatico. Incontro culturale promosso dall'Università.


Caserta. Il Rettore della Libera Facoltà di Scienze Turistiche prof. Pietro Farina, comunica, che giovedì 24 febbraio alle ore 10.30, presso la Camera di Commercio di Caserta ospiti graditi del Presidente dott. Tommaso De Simone (nella foto), avrà luogo l'incontro culturale "Un ponte sull'Adriatico" opportunità e progettazioni turistiche tra Italia ed Albania, che ha come obiettivo il consolidamento dei legami culturali con l'Albania, una terra sempre cara al popolo italiano. All'importante appuntamento con i rappresentanti delle Istituzioni, interverranno il vice Ministro della Cultura della Repubblica di Albania On. Dott. Nora Malaj, il Rettore Magnifico dell'Università Statale Luigi Gurakuqi di Scutari prof. Artan Haxhi, il Pro-Rettore dell'Università di Scutari Prof. Fatmir Vadahi, il Preside della Facoltà di Economia Prof.ssa Arjeta Troshani, il Direttore del Dipartimento del Turismo Drita Kruja e la dott.ssa Belma Cela di Scutari, imprenditrice del settore turistico-alberghiero, nonché proprietaria della più importante rete audio televisiva dell'Albania.

c.s.