20 agosto 2013

Morti per shock anafilattico: in media 10 all'anno



L'ultimo è un ex rugbista genovese di 46 anni: soffriva di asma. Le punture colpiscono cinque milioni di persone Dieci decessi all’anno in Italia, è questa la media delle morti dovute a morsi di insetti, su tutti vespe, api e zecche. Ieri l’ultima vittima, un rugbista di 46 anni, forte fisicamente ma impotente di fronte alla puntura di un calabrone: soffriva di asma, è morto subito. Degli oltre cinque milioni di connazionali che ogni anno vengono colpiti da un pungiglione, quindi, soltanto l'un per cento risulta allergico al veleno iniettato e solo una stretta minoranza rischia quindi la morte. Com'è accaduto non soltanto ieri mattina all'ex rugbista genovese, mentre portava a spasso il cane, ma anche a un cinquantatreenne deceduto nei giorni scorsi all'ospedale San Luigi di Orbassano (Torino). A Sestri Levante Andrea Donati era molto conosciuto. Da giovane, terza linea del Cus Genova. Ora allenatore dei bambini. È morto poco prima di pranzo mentre passeggiava con il suo cane. Ed è proprio per difendere quest'ultimo da un calabrone molesto che Andrea si è esposto troppo. L'insetto lo ha punto al braccio. E il collo dell'uomo, che soffriva d'asma, si è subito gonfiato. Inutile l'intervento tempestivo dell'ambulanza. Il cuore dell'uomo ha ceduto ancor prima di raggiungere l'ospedale. Gli ultimi casi di cronaca, insomma, riportano all'attenzione dei media le comuni punture di insetto tanto frequenti proprio d'estate, dal momento che si è soliti indossare vestiti leggeri e smanicati. Le punture di insetti quali vespe, calabroni, e formiche sono eventi che possono registrarsi con una certa frequenza soprattutto per chi vive in ambienti rurali. Tanto che sia in Europa che nell'America del Nord le morti per punture di insetti sono più frequenti di quelle causate da morsi di serpente. In caso di grave allergia al veleno iniettato dall'insetto, la sopravvivenza è spesso una questione di tempo. «In presenza di una reazione estesa alla puntura, che interessi per esempio tutto un arto, un apparato o l'intero organismo - raccomanda Luigi Ferritto, medico-pneumologo della Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE)- è fondamentale rivolgersi subito al pronto soccorso più vicino per la terapia d'emergenza». Una terapia a base di adrenalina, cortisone e antistaminici. «Se oltre al classico rigonfiamento compaiono pure prurito diffuso, difficoltà respiratorie o altri sintomi sistemici, è fondamentale - ricorda Ferritto - recarsi in ospedale per accertamenti. Ci sono casi di grave shock in cui la morte può sopraggiungere in 10 minuti». Nell'80% dei casi, comunque, l'incontro con l'insetto provoca un doloroso, ma passeggero e lieve, disturbo. Per due persone su dieci la reazione alla puntura può invece essere più forte, e provocare gonfiori e dolore.