20 maggio 2013

Nominato il Direttore responsabile del Museo civico “R. Marrocco”


Raffaella Martino

PIEDIMONTE MATESE. Dopo il recupero del bronzetto del ‘Corridore del Monte Cila’, lo scorso 17 maggio per la città di Piedimonte Matese è stata la volta della nomina del Direttore scientifico del Museo civico “R. Marrocco”, come previsto dal regolamento di attuazione n°5 del 18/12/2006 della legge regionale n°12 del 23/02/ 2005: il profilo che all’Amministrazione comunale è apparso più consono è stato quello della dottoressa Raffaella Martino.  La nomina segue il bando emanato dal Comune di Piedimonte lo scorso 9 maggio, a cui hanno risposto nove candidati, per l’affidamento di un incarico a contratto extra dotazione organica per le funzioni di Direttore responsabile con compiti di direzione scientifica del Museo Civico, cat. D3 ai sensi dell’art. 110, comma 2 del D.lgs 267/2000 con contratto a tempo parziale e determinato. Tra i requisiti richiesti dalla Regione Campania per il mantenimento dello status di museo di interesse regionale compare infatti “la disponibilità di almeno un responsabile cui affidare la funzione di direttore o conservatore, che possiede il titolo di studio del diploma di laurea in discipline attinenti alla tipologia del museo…” (legge n° 5/ 2006, art. 4, comma 2, lettera d). In fase preliminare il ruolo del Direttore responsabile era stato affidato al Segretario generale del Comune di Piedimonte Matese, la dottoressa Rita Riccio, in attesa della nomina di un dirigente ad hoc. La decisione di avvalersi della collaborazione tecnica della dott.ssa Martino è intesa dall’Amministrazione Comunale di Piedimonte come un importante investimento sul futuro del Museo, che potrà e dovrà rappresentare un punto di forza  per il territorio, sia per l’offerta turistica sia in quanto  luogo privilegiato di aggregazione e di formazione della comunità. Inoltre, l’istituzione museale, affidata alla guida tecnico-scientifica di una persona proveniente dal mondo universitario, potrà certamente giovarsi di ulteriori qualificate proiezioni verso il mondo della ricerca e dell’alta formazione.   Il sindaco Vincenzo Cappello e la Giunta augurano alla dott.ssa Martino il più proficuo avvio della propria attività, assicurandole al contempo un forte sostegno affinché la vita del Museo possa riprendere nel modo più idoneo possibile alle attese che tutta la cittadinanza ripone in questa importante istituzione civica.

Il Curriculum della dottoressa Raffaella Martino
Raffaella Martino è nata a Piedimonte Matese, dove risiede. Nel 2002 ha conseguito la Laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso il “Suor Orsola Benincasa”. Tra il 2004 e il 2005 ha frequentato la Scuola di Perfezionamento in “Economia dei Musei e Management dei Servizi Culturali” (MuSec) presso la Facoltà di Economia dell’Università di Ferrara, mentre nel 2009 ha acquisito il titolo di Dottore di Ricerca in “Archeologia e didattica dei Beni Culturali: sistemi integrati di fonti, metodi e tecniche”, presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Foggia. Ha maturato sul campo la propria formazione di Conservatore Archeologo principalmente come responsabile delle procedure di post-scavo in molti cantieri archeologici, tra i quali San Vincenzo al Volturno (IS) e il Criptoportico romano di Alife. Dall’anno accademico 2002 – 2003 svolge attività didattica presso il “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, prima come Assistente al corso di Restauro Archeologico e poi (fra il 2006 e il 2010) come titolare del corso stesso. Dal 2010 è titolare nel medesimo Ateneo del Laboratorio di “Catalogazione dei Reperti Archeologici: dallo scavo al museo”, attivo nell’ambito della Laurea Magistrale in Archeologia e Scienze dell’Antichità e del Medioevo. Il curriculum del neodirettore, inoltre, evidenzia numerose attività e collaborazioni professionali con diverse istituzioni del territorio nazionale; per il Comune di Piedimonte Matese ha validamente collaborato, a titolo gratuito, presso il Gabinetto del Sindaco in qualità di Consulente Museologo e Archeologo già dal 2009. In particolare la dottoressa Martino ha partecipato  al processo di recupero delle collezioni museali e all’incipit della mostra “Gens fortissima Italiae - I Sanniti nel territorio di Piedimonte Matese”, che aprirà i battenti il prossimo 14 Giugno, per volontà dell’Amministrazione Comunale. 

Comunicatop Stampa Sindaco Vincenzo Cappello

COLDIRETTI CAMPANIA PRESENTA ‘CIBO CRIMINALE’


COLDIRETTI CAMPANIA PRESENTA
‘CIBO CRIMINALE’


Il libro inchiesta di Mara Monti e Luca Ponzi
dedicato alle agromafie e alla contraffazione del Made in Italy



Lunedì 20 maggio alle 18.00
Chiesa della Pietrasanta
Piazzetta Pietrasanta - NAPOLI



INTERVENGONO:

VITTORIO MARTUSCIELLO, Procuratore Generale della Repubblica Napoli
DONATO CEGLIE, Magistrato sostituto procuratore generale Napoli
PAOLO VINCENZO PEDONE, Direttore dipartimento scienze ambientali, II Università di Napoli
Colonnello MAURIZIO DELLI SANTI, Comandante Nuclei Antifrode Carabinieri
Generale RICCARDO RAPANOTTI, Comandante della Guardia di Finanza di Napoli
Generale GIUSEPPE VADALÀ, Corpo Forestale dello Stato
GENNARINO MASIELLO, Presidente Federazione Regionale Coldiretti Campania

MODERA:
STEFANO MASINI, Responsabile area ambiente e territorio di Coldiretti

Mozzarelle di bufala alla diossina, concentrato di pomodoro con il Vesuvio in etichetta ma proveniente dalla Cina, olio italiano che italiano non e'. Fino ad arrivare ai recenti scandali dalla carne di cavallo nelle confezioni di pasta fresca, all'ipotesi della carne di cane per la preparazione di alcuni cibi o dei batteri coliformi, solitamente presenti nelle feci, scoperti nelle torte al cioccolato Ikea in Cina. Storie da far cadere la forchetta, da abbandonarla per sempre. Ed e’ tutto nero su bianco, tutto scritto in Cibo Criminale, il libro di Mara Monti e Luca Ponzi edito dalla Newton&compton, che Coldiretti presenta lunedi' alle 18 nella chiesa di Pietrasanta a Napoli. E' il 'Gomorra' dell'agroalimentare italiano, un'impietosa fotografia delle maxitruffe che muovono un giro d'affari enorme e che, in molti casi, rischiano addirittura di avvelenare le tavole di tante famiglie. L'Italian sounding, ovvero quel valore aggiunto attribuito ai prodotti per il solo fatto di richiamare all'Italia, a livello mondiale ha un giro d'affari che supera i 60 miliardi di euro, ben 164 milioni al giorno. Ma c'e' un'anomalia: questa cifra e' 2,6 volte superiore al valore delle esportazioni agroalimentari italiane. Cio' significa che per ogni prodotto veramente Made in Italy ce ne sono in commercio almeno tre che di italiano hanno solo il nome. A questo poi si aggiunge il giro d'affari dell'agromafia stimato in 12,5 miliardi di euro all'anno con guadagni che incidono su tutta la filiera, dalla produzione alla commercializzazione finale. ''Bisogna tutelare da atteggiamenti folli e dalla competizione sleale tutte le imprese che stanno nel gioco in maniera onesta - dicono il presidente e il direttore di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello e Prisco Lucio Sorbo - Scegliendo un prodotto garantito italiano, sappiamo che oltre ad aiutare la nostra filiera agroalimentare, acquistiamo un alimento garantito, coltivato in un certo modo e che risponde a degli standard qualitativi molto rigidi. Il consumatore non deve lasciarsi ingannare da indicazioni forvianti e deve fidarsi solo del vero marchio italiano per portare sulla propria tavola un prodotto di qualita', salutare e che racconta una storia e una tradizione antica del suo territorio''.

I PRODOTTI CAMPANI IN ‘CIBO CRIMINALE’
Ma la Campania come se la passa? I due autori del libro, documenti e atti giudiziari alla mano, raccontano la faccia piu’ nera del territorio campano. A cominciare dalla mozzarella di bufala, tanto preziosa, quanto maltrattata. In Giappone, si legge nel libro, e’ venduta anche a 60 euro al chilo. Eppure furono proprio i giapponesi e i coreani i primi a bloccarne le importazioni nel 2008 di fronte all’allarme diossina (che poi sembrerebbe rientrato) in relazione agli incendi dei cumuli di immondizia e il rilascio di sostanze cancerogene che sarebbero finite nei pascoli degli animali da latte. I test hanno mostrato livelli superiori alla norma in almeno il 14% nei caseifici analizzati di alcune province.  Inoltre esiste un mercato parallelo della contraffazione che secondo alcune stime vale ogni anno 100 milioni di euro e smercia circa 8 milioni di chili di mozzarella taroccata in Italia e all’estero. E non solo, le indagini della Procura di Napoli hanno scoperto che il disciplinare per la mozzarella di bufala veniva regolarmente trasgredito. Secondo le indagini, chi adultera le mozzarelle sostituisce almeno uno dei quattro litri di latte previsti con latte proveniente dalla Lituania, dall’Estonia e dalla Polonia e si accenna persino a latte in polvere in arrivo dall’India.
Discorso simile per l’olio extravergine d’oliva. I signori dell’olio, si legge nel libro, ormai non spremono più, ma trasformano: molto meno costoso e più redditizio. I porti del Sud sono i centri dove transita il maggior numero di merci contraffatte, in particolare a Napoli e Salerno. L’ultima frontiera della falsificazione, è scritto nel libro, è la deodorazione, un sofisticato meccanismo di manipolazione per rendere accettabile a palati esperti oli di scarsa qualità. Capita anche che venga venduto come vergine l’olio lampante, quell’olio che presenta caratteristiche tali da non essere adatto all’alimentazione perché troppo acido, oltre il 2% di acidità, e che in passato veniva utilizzato per alimentare le lampade a olio.  Un altro tesoro per la Campania, patria del pomodorino del piennolo e del San Marzano, è il pomodoro, l’export vale in Italia 1,3 miliardi di euro.  Eppure ogni giorno nei porti italiani vengono sbarcati 1500 fusti da 200 chili l’uno di triplo concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina. Soltanto nel 2010 ne sono arrivate 120.000 tonnellate, con le importazioni aumentate del 274% in dieci anni. La polpa rossa viene allungata con acqua e sale, inscatolata in un barattolo con appiccicata un’etichetta “made in Italy” e poi venduta all’estero come doppio concentrato di pomodoro italiano realizzando guadagni stratosferici. E poi c’e’ il problema della malavita organizzata. La Direzione nazionale antimafia avverte che, per esempio, gli insediamenti industriali dell’Agro nocerino-sarnese in cui si lavora il pomodoro sono ad alto rischio d’infiltrazione camorristica.

DATI, STATISTICHE E NUMERI DI COLDIRETTI:


Da uno studio di Coldiretti è emerso che 6 italiani su 10 hanno paura di consumare cibi contaminati dopo che negli ultimi anni si è assistito a una escalation di allarmi sanitari a tavola. Le emergenze alimentari sono storia vecchia: solo in tempi più recenti, ricordano da Coldiretti, c’è stata in media una all’anno, dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, dalla mozzarella blu al batterio killer nei germogli.
Da uno studio di Coldiretti sull’attività del Nucleo anti sofisticazione dei Carabinieri è emerso che le frodi alimentari scoperte solo in Italia hanno portato, nel 2012, al  sequestro di quasi 20 milioni di chili di prodotti alimentari e bevande per un valore di  468 milioni di euro. I prodotti alimentari piu’ colpiti dalle frodi sono stati, dicono da Coldiretti,  farine, pane e pasta (16 % in valore del totale sequestrato), quello della carne e degli allevamenti (11%), latte e derivati (8 %), vini e alcolici (5%). Va inoltre precisato, sottolineano da Coldiretti, peraltro che ben il 31 % del valore dei sequestri riguarda la ristorazione con la chiusura dei locali.

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI SCANDALI ALIMENTARI:
1986 vino al metanolo
2001 mucca pazza
2003 allarme aviaria
2008 carne alla diossina a seguito della contaminazione nei mangimi e latte alla melamina in Cina
2010 la mozzarella blu
2011 il batterio killer e.coli dei cetrioli

DALLA CINA (E NON SOLO) I RISCHI MAGGIORI
Ecco, secondo i numeri di Coldiretti, basati sullo studio dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha valutato gli effetti combinati di una esposizione incrociata a diversi agenti chimici con proprietà tossicologiche simili, i cibi con valori oltre i limiti:
Cavoli cinesi che in piu’ di quattro casi su cinque, 83%, sono risultati oltre i limiti
Broccoli cinesi irregolari il 77% dei casi
Pomodori cinesi fuori norma nel 47% dei casi
Uva indiana con il 65% di superamento dei limiti
Pepe indiano con il 42%
A seguire piselli sloveni, aglio argentino e patate brasiliane.

 

Il “Corridore del Monte Cila” ritorna a Piedimonte Matese e lancia la riapertura del Museo civico il prossimo 14 giugno



Piedimonte Matese. Il “Corridore del Monte Cila”, bronzetto votivo di tipo agonale scoperto a Piedimonte Matese nel 1928, è stato recuperato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e riportato finalmente in città. Lo ha annunciato, nel corso del Consiglio Comunale riunitosi lo scorso 15 maggio, l’Assessore delegato alle collezioni museali Attilio Costarella, visibilmente soddisfatto poiché l’avvenimento segna il compimento di una missione inseguita per tredici anni, durante i quali sono stati caparbiamente portati avanti i lavori di restauro conservativo del complesso monumentale dell’ex Convento di San Tommaso d’Aquino, ottenuta la restituzione di tutti i reperti appartenuti all’ex Museo Alifano ed allestita la mostra ‘Gens fortissima Italiae: i Sanniti nel territorio di Piedimonte Matese’. E’ stata inoltre annunciata la riapertura del Museo Civico “Raffaele Marrocco” per il prossimo 14 giugno. Fervono, quindi, i preparativi per l’atteso evento, per il quale si sta predisponendo anche una biglietteria ed un locale per il nuovo Direttore.  Ora tutto è pronto”, ha dichiarato il sindaco Vincenzo Cappello, altrettanto soddisfatto, “affinché il Museo Civico, dopo quaranta lunghi anni di quiescenza, riapra i battenti. Lo esige la storia, la cultura e l’arte di cui sono ricche le nostre terre, la nostra ferma volontà e determinazione ad ottenere questo splendido risultato. Abbiamo diramato un avviso pubblico per la ricerca di un qualificato e qualificante Direttore scientifico del Museo, successore di Raffaele e Dante Marrocco, e, a breve, sarà individuato con Decreto sindacale sulla base dei curricula presentati dai nove concorrenti che hanno risposto all’appello. La città ha atteso anche troppo questo grande evento ed io, insieme all’Assessore Costarella, credo di aver speso tante energie per il raggiungimento di questo risultato. Dopo 85 anni, il ‘Corridore del Monte Cila’ è ritornato in Città con il suo carico di magia e di magnetismo; ed è giusto che la stessa città ed il suo vasto circondario ne possano godere”. Assieme al “Corridore”, sono ritornati in città altri pregevoli reperti, tra cui due profumari, un cratere a figure rosse raffigurante una donna diademata una figura maschile davanti ad un’ara, un Herakles bronzeo (V-IV secolo a.C.), un frammento di lamina di cinturone bronzeo di epoca sannitica, un coppo di colmo (Kalyipter hegemon), rinvenuto durante gli scavi del 2008 sul Cila finanziati dall’attuale Amministrazione Comunale, più altri oggetti fittili votivi, per un totale di 12 nuovi reperti che vanno ad arricchire il patrimonio museale. L’ala antica del Museo, in collaborazione con il Dott. A. Salerno, dirigente dell’Ufficio scavi di Alife, rimarrà aperta al pubblico sabato 18 maggio, dalle ore 18 alle ore 24, in occasione della ‘Notte dei Musei’ organizzata dal Ministero dei Beni Culturali su tutto il territorio nazionale.

c.s.