12 novembre 2008

STIPULATA UNA CONVENZIONE PER L’INSERIMENTO SOCIALE DEI DISABILI TRA COMUNE E PROVINCIA.


Piedimonte Matese.È stata stipulata ieri una convenzione tra la Provincia di Caserta, per il tramite dell'Agenzia per la Qualità e le Politiche Sociali, e il Comune di Piedimonte Matese, quale comune capofila dell'Ambito Territoriale C6, avente per oggetto la realizzazione condivisa e partecipata di un percorso di collaborazione per il sostegno ai disabili nelle attività scolastiche ed extra-scolastiche; una convenzione derivata dall'impegno del sindaco di Piedimonte Matese, avv. Vincenzo Cappello in sinergia con l'assessore provinciale Renato Ricca e i consiglieri provinciali Dario Puorto e Enzo Di Franco, che rappresentano istituzionalmente il territorio dell'Ambito C/6. Si tratta di nuove risorse che consentiranno di migliorare ed espandere i servizi per i soggetti disabili per quel che concerne il diritto allo studio. La tutela di questi soggetti più deboli si concretizza infatti non solo attraverso le cure e la riabilitazione, ma soprattutto tramite un reinserimento sociale e scolastico. Presenti alla stipula, oltre al sindaco Cappello e all'assessore Ricca, anche la coordinatrice dell'Ambito Territoriale C6, la dott.ssa Francesca Palma, e il presidente dell'Agenzia sulla Qualità e le Politiche Sociali, Vincenzo Mataluna, che ha voluto commentare:”Si tratta di un piccolo progetto è vero, ma per l'Amministrazione Provinciale è importante implementare i servizi per la disabilità, specialmente se si tratta del diritto allo studio. In più, questa convenzione sta a dimostrare quanto è vivo il rapporto tra la Provincia e i suoi ambiti territoriali, vanno ringraziati la dott.ssa Palma, che si impegna a costruire una rete di rapporti nella nostra amministrazione, ma sopratutto il sindaco Cappello e l'assessore Ricca, sempre attivi a collaborare con noi in rappresentanza del proprio territorio”. Anche il sindaco Vincenzo Cappello ha voluto esprimere la sua gratitudine: “Rivolgo i miei ringraziamenti al presidente Vincenzo Mataluna per la professionalità dimostrata, nonché all'assessore Ricca e ai consiglieri Puorto e Di Franco per il loro impegno istituzionale nei confronti dell'Ambito Territoriale C/6”.

Pietro Rossi

LA DEA BENDATA DISTRIBUISCE 100.000 EURO A PIEDIMONTE MATESE.


Piedimonte Matese. La fortuna questa volta è passata per la tabaccheria-ricevitoria Ossorio in Piazza Gaetani a Piedimonte Matese dove la dea bendata ha baciato il fortunato acquirente di un biglietto della Lotteria Istantanea Gratta e Vinci da 2 euro della serie "Mercante in Fiera" che con sole due "zebre" ha totalizzato la vincita di ben 100.000 Euro. Come ha confermato il titolare della rivendita non è la prima volta che la fortuna ha premiato i clienti della sua attività, già in passato si erano verificate altre vincite grosse certo quest'ultima da 100.000Euro è la più grossa in assoluto.

Pietro Rossi

IL PDL SCRIVE AL SINDACO E CHIEDE L'ANNULLAMENTO DEL RUOLO DEL SERVIZIO IDRICO PER L'ANNO 2005.


COMUNICATO STAMPA

Città di Piedimonte Matese
Gruppo Consiliare “Popolo della Libertà”



Al Sig. Sindaco
Città di Piedimonte Matese



I sottoscritti Giovanni Ferrante, Giacomo Cestaro, Nicola De Girolamo, Michele Iannarelli e Mauro Martino, quali Consiglieri comunali, nel prendere atto che questa Amministrazione comunale con Determina n. 1083/233 del 13/10/2008 ha provveduto ad emettere il ruolo del servizio idrico integrato relativo al periodo: 01/01/2005 – 31/12/2005;
che nella nota in allegato alle fatture e indirizzata a tutti gli utenti del servizio idrico integrato si informa che “ i cittadini pagheranno il servizio idrico in base al consumo rilevato dai misuratori idrometrici. Dove non è stato possibile rilevare la lettura per contatori guasti o illeggibili o per utenze prive di rilevatori idrometrici, è stato attribuito in maniera forfetaria un consumo medio stimato”;
che molti cittadini lamentano di aver ricevuto fatture con importi considerevoli e, in ogni caso, con consumi superiori a quelli realmente effettuati;
che numerosi cittadini sono in possesso di rilevatori idrometrici non funzionanti e, molto spesso, sprovvisti del sigillo che ne impedisce la manomissione;
che, pertanto, ci sono cittadini che pagheranno il servizio idrico in base al consumo rilevato e cittadini che, invece, pagheranno in maniera forfetaria;
che, di conseguenza, non potrà essere rispettato quell'elementare principio (peraltro riportato nella nota in allegato alle fatture) di giustizia contributiva, per cui paga di più chi più consuma;

CHIEDONO

alla S.V. L'annullamento del ruolo del servizio idrico integrato per l'anno 2005 causa l'evidente disparità di trattamento riservato ai cittadini di Piedimonte;

PROPONGONO

di procedere per l'anno 2005 e seguenti al calcolo forfetario per tutti gli utenti del servizio idrico integrato; di effettuare ogni necessaria verifica, riparazione e/o installazione dei misuratori idrometrici presso tutte le utenze e, solo dopo, reintrodurre il pagamento del servizio idrico in base al consumo rilevato nel rispetto di quell'elementare principio di giustizia e di equità contributiva che tanti cittadini reclamano.
Piedimonte Matese, data del protocollo

CONVEGNO “IL RAPPORTO TRA FISCO E CONTRIBUENTE:RUOLO E ATTIVITA’ DEL PROFESSIONISTA” AD AVERSA.


COMUNICATO STAMPA
UNIONE GIOVANI COMMERCIALISTI ed ESPERTI CONTABILI di CASERTA in collaborazione con EUROFORMAT SRL


CONVEGNO
“IL RAPPORTO TRA FISCO E CONTRIBUENTE:
RUOLO E ATTIVITA’ DEL PROFESSIONISTA”

AVERSA, 14.11.08, ORE 15 - AUDITORIUM COMUNALE - VIA LENNIE TRISTANO – EX MACELLO


“Un momento per confrontarsi in modo costruttivo su quegli strumenti che favoriscono il ricorso ad istituti volti a responsabilizzare sia l’Amministrazione Finanziaria che il contribuente, frenando l’indiscriminato ricorso al contenzioso ed anticipando in sede amministrativa l’instaurarsi della lite. In un contesto normativo di rafforzamento dei piani di contrasto all’evasione, infatti, riveste particolare importanza per il professionista consolidare strumenti e nozioni giuridiche tributarie, fondamentali per consigliare al cliente le strategie preventive e difensive più efficaci e convenienti. Tutto ciò nell’ottica di un corretto rapporto tra fisco e contribuenti a volte troppo pesante sia per le imprese sia per i professionisti”.
Commenta così Raffaele Marcello - componente del consiglio direttivo dell’Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Caserta nonché docente universitario – introducendo i lavori del convegno “Il rapporto tra fisco e contribuente: ruolo e attività del professionista” che avrà luogo venerdì 14 novembre dalle ore 15, presso l’Auditorium Comunale ad Aversa.
Il coordinamento scientifico-didattico dell’evento, organizzato dall’Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili della provincia di Caserta, è stato affidato a Unoformat srl.
Interverranno per i saluti: Giovanni Gerardo Parente, componente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili; Pietro Raucci, presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili di Caserta; Gennaro Martone, vice-presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili di Caserta; Francesco Costanzo, presidente Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Caserta; Paolo Saltarelli, Presidente Cassa Nazionale di Previdenza dei Ragionieri Commercialisti; lo stesso Raffaele Marcello, componente direttivo Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili.
“Il potere di autotutela e l’impugnazione del provvedimento di diniego” sarà l’oggetto della relazione di Paola Rossi, ricercatrice dell’Università La Sapienza, mentre Mauro Nicola, dottore Commercialista in Novara, dibatterà circa “gli istituti deflattivi e gli strumenti di difesa dal fisco”.
La partecipazione al convegno, la cui prenotazione è obbligatoria al sito unoformat.it, è valida ai fini della formazione continua obbligatoria per gli iscritti all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Interrogazione della minoranza sul servizio di depurazione.


Comunicato Stampa

Città di Piedimonte Matese
Gruppo Consiliare “Popolo della Libertà”

Al Sig. Sindaco
Città di Piedimonte Matese

I sottoscritti Consiglieri comunali: Giovanni Ferrante, Giacomo Cestaro, Nicola De Girolamo, Michele Iannarelli e Mauro Martino
Premesso che la Corte Costituzionale con sentenza n. 335/08, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n.36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario, e sia nel testo modificato dall'art. 28 della legge 31 luglio 2002, n.179 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota relativa al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». Illegittimità estesa anche all’art. 55 comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota relativa al servizio di depurazione, è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi»; nella fattispecie si è stabilito che tale quota, pagata finora da tutti gli utenti del servizio idrico, non configura una tassa ma il corrispettivo di un servizio che, nei casi in cui manchino gli impianti, non viene erogato;
Considerato che questa Amministrazione comunale con Determina n. 1083/233 del 13/10/2008 ha provveduto ad emettere il ruolo del Servizio Idrico Integrato relativo al periodo: 01/01/2005 – 31/12/2005;
Considerato, altresì, che nel ruolo suindicato è addebitata agli utenti un importo per il “Servizio di depurazione per utenze domestiche e non” per l'importo di €. 0,26/mc;
INTERROGANO

la S.V. Per conoscere se nel periodo oggetto del ruolo del Servizio Idrico Integrato di cui sopra, il servizio di depurazione sia stato regolarmente ed ininterrottamente erogato e, in caso contrario, quali provvedimenti intende adottare per far cessare e, qualora sia stato già pagato, per ristornare il costo indebitamente sostenuto dai cittadini. Infine, alla luce di quanto sopra, se non ritiene giusto e necessario adottare il provvedimento di annullamento del ruolo cosi come già richiesto dai sottoscritti con comunicazione precedente del 12/11/2008, procedendo all'emissione di un nuovo ruolo con l'indicazione di un importo forfetario per tutti gli utenti.
Piedimonte Matese, data del protocollo

La Lega Consumatori Caserta ha attivato la modulistica per le istanze di rimborso e di sgravio per le tariffe di depurazione.


Comunicato Stampa
LA LEGA CONSUMATORI Sede Provinciale di Caserta, in persona del suo Presidente Vito Conforti, da sempre sensibile alle esigenze dei cittadini consumatori
COMUNICA
di aver attivato presso i suoi sportelli di Caserta la modulistica necessaria al fine di inoltrare presso i Comuni le istanze di rimborso e di sgravio relative alle tariffe di depurazione.
Il tutto per effetto ed in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008, la quale sancisce l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 1°, legge n. 36/1994 (Disposizione in materia di risorse idriche), sia nel testo originario, sia nel testo modificato dall’art. 28 della legge n. 179/2002 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”.
I cittadini interessati potranno rivolgersi nei giorni di lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00 presso:
- Lega Consumatori sede Provinciale di Caserta – Largo San Sebastiano Cenobio S. Agostino - 81100 Caserta – tel. 338 5027093;
- Sportello Lega Consumatori di Caserta c/o avv.ti Giuseppe Posillico e Paola Iorio, via F. Renella n. 55 – 81100 Caserta – tel. e fax 0823 220037;
- Sportello Lega Consumatori di Maddaloni c/o avv. Laura Tramontano, via Caudina n. 177 – 81024 Maddaloni (CE) – tel. e fax 0823 432397.
- Sportello Lega Consumatori di S. Maria C.V. c/o avv. Pozzuoli Bruno, via Convento delle Grazie n. 2 – 81055 S. Maria C.V. (CE) - tel . e fax 0823 797220.
- Sportello Lega consumatori Zona Matese c/o Michele Santoro
Via A.Moro Baia e Latina Cell.233362

Il Presidente Provinciale
Vito CONFORTI

L'ACQUA: BENE COMUNE PRIMARIO.


Quarto intervento, sempre sull’acqua. Proviamo anche solo per qualche istante a riflettere su un dato di fatto. Se è vero che, come ho ripetuto fino ad annoiarvi, l’acqua è un bene comune primario, e che perciò il diritto di tutti all’uso dell’acqua va difeso ad ogni costo, poniamoci una domanda: quante volte al giorno uso l’acqua per bere? Mi riferisco naturalmente all’acqua del rubinetto. Non è paradossale che si difenda l’acqua e poi la si usi per mille scopi tranne che per quello principale: dissetarci? Perché la mania di ricorrere all’acqua minerale? È diventata ormai prassi comune che essa sia una necessità di cui non è lecito farne a meno. Se andate al bar o in un ristorante e chiedete l’acqua del rubinetto spesso capita che non ve la diano. Motivo? Potrebbe recare danno alla salute. Quanta difficoltà - un altro esempio - per me prete di parrocchia mettere a disposizione dei bambini che frequentano l’oratorio l’acqua del rubinetto. Tra parentesi: non sarebbe anche un risparmio di soldi? Perché pagare una bottiglietta di acqua minerale? So già la tua obiezione: l’acqua del rubinetto non darebbe le garanzie che invece dà l’acqua minerale. Ma chi te l’ha detto? O, meglio, chi ti ha catechizzato così bene da ingannarti? Naturalmente chi ha interesse perché tu paghi un prodotto che arricchisce le tasche di qualche ditta che distribuisce l’acqua minerale. Volete saperne di più? Lascio la parola a gente più competente di me. Dico subito che si tratta di interventi che risalgono a qualche anno fa. Tuttavia il pensiero di fondo rimane attuale. Forse bisognerebbe aggiornare i dati e le cifre ma in senso peggiorativo. Purtroppo. «È molto chiaro che fare affidamento sull’acqua in bottiglia, pensando che solo perché non viene dal rubinetto sia più pura e immune dall’inquinamento, non risolverà affatto i problemi di sicurezza e approvvigionamento», afferma Gianfranco Bologna, portavoce del WWF Italia. «Ma la migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia», chiarisce Bologna. «Se vogliamo bere acqua pura dobbiamo porre maggiori sforzi nel proteggere fiumi, laghi e falde idriche, e poi investire in modo che tale acqua arrivi in modo sicuro al consumatore attraverso i rubinetti». Per queste ragioni, l’acqua minerale è stata inclusa tra gli otto mali che affliggono l’acqua in Italia nel controforum organizzato a Firenze negli stessi giorni del Terzo forum mondiale dell’acqua che si è tenuto a Kyoto nel marzo 2003. Non solo: il consumo di acqua minerale è stato incluso fra i mali del «Pozzo di Antonio», il rapporto sullo stato dell'acqua in Italia, a cura di Riccardo Petrella, presidente del Comitato italiano del contratto dell'acqua, che delinea un quadro dello stato delle risorse idriche nel nostro paese e della loro gestione. E dove starebbe il male? L'acqua minerale non è forse più pura e più sana e, dunque, migliore per la salute di quella potabile? «La prima ragione del 'male' - risponde Petrella - sta per l'appunto nell'ingiustificata credenza che l'acqua minerale sia più pura e più sicura dell'acqua potabile. L'acqua minerale non è né per definizione né in pratica necessariamente più pura e più sana dell'acqua potabile, si legge nella relazione. Anzitutto l'acqua minerale non è considerata dal legislatore un'acqua potabile, ma come un'acqua terapeutica in ragione di certe caratteristiche fisico-chimiche che ne suggeriscono un uso per fini specifici. Per queste ragioni è consentito alle acque minerali di contenere sostanze come l'arsenico, il sodio, il cadmio in quantità superiori a quelle invece interdette per l'acqua potabile. Mentre non è permesso all'acqua potabile di avere più di 10µg/l (microgrammi per litro) di arsenico, è frequente che nella maggior parte delle acque minerali siano contenute 40/50µg/l di arsenico senza l'obbligo di dichiararlo sulle etichette. Lo stesso vale per altre sostanze. Una clamorosa omissione che può essere pericolosa per la salute di chi beve sistematicamente la stessa acqua minerale per anni senza controllo medico. Ricordiamo, inoltre, che nel febbraio 2000, l'Italia ha ricevuto un ammonimento da parte della Commissione dell'Unione europea, perché i valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acque minerali italiane erano superiori alle norme imposte a livello comunitario». «La seconda ragione del 'male' - aggiunge Petrella - risiede nel fatto che se - come abbiamo visto - l'acqua minerale non è né più pura né più sana della potabile è certamente molto più cara: dalle 300 alle 600 e persino 1000 volte più cara. Il successo di mercato delle acque minerali è chiaramente uno scandalo. Ci troviamo di fronte a un fenomeno di sfruttamento a fine di lucro di un bene demaniale che secondo quanto ha riconfermato la legge sull'acqua del 1994 (la legge Galli) fa parte del patrimonio inalienabile delle regioni. Lo sfruttamento avviene con il beneplacito formale ed esplicito delle autorità pubbliche. Le regioni hanno ceduto il diritto di gestione delle acque minerali a delle tariffe ridicolmente basse. Il caso della Lombardia, una delle regioni a più alta densità di fonti minerali illustra bene la situazione. Su più di 2000 miliardi di lire che rappresentano il business delle acque minerali in Lombardia per 8 miliardi di litri di acqua estratti di cui solo 2 miliardi e mezzo sono stati imbottigliati e venduti (che fine hanno fatto gli altri 5,5 miliardi di litri estratti?), la regione Lombardia ha visto arrivare nelle sue casse meno di 300 milioni di lire, una miseria rispetto agli incassi delle imprese private. Quel che è grave è che più dell’80% delle acque minerali sono imbottigliate in contenitori di plastica (in Pet), il cui costo si aggira sui 1° cent contro i 25 cent per la bottiglia di vetro. I costi dello smaltimento ricadono sulle regioni che spendono di più di quanto incassino dai canoni delle concessioni di sfruttamento delle fonti». «Non è difficile capire, ora, - precisa Petrella - perché il business dell’acqua minerale sia così lucroso e le ragioni che hanno spinto il capitale privato a influenzare, tramite la pubblicità e la potenza della grande distribuzione, il comportamento delle popolazioni occidentali a diventare dei grossi consumatori d’acqua minerale. Aneddoto che aggiunge il 'comico' a una situazione inquietante: nel febbraio 2002 un decreto del Ministero della Sanità ingiungeva agli esercizi di vendere al consumatore l’acqua minerale naturale originariamente preconfezionata in confezione integra o aperta soltanto al momento della consumazione. Una tale misura, se fosse entrata in vigore, avrebbe comportato uno sperpero inimmaginabile di bottiglie. Fortunatamente, di fronte alla numerose critiche, il Ministero ha ritirato il decreto alcuni giorni dopo averlo adottato». «La terza ragione del 'male' - continua Petrella - risiede nella mercificazione dell’acqua e nella privatizzazione dei servizi d’acqua. Questi hanno trovato nel business delle acque minerali uno strumento potente di stimolo e di 'legittimazione'. Perché non mercificare anche l’acqua potabile, si sono detti gli operatori privati? Che differenza c’è – domandano – tra l’acqua potabile e l’acqua minerale? Se la mercificazione di quest’ultima non solleva nessun problema economico, politico, sociale, etico, perché – si chiedono il consumatore e il finanziere – si deve impedire di vendere e acquistare l’acqua potabile come ogni altra merce? Perché le imprese private non dovrebbero prendersi cura anche dei relativi servizi idrici? Il mondo commerciale dell’acqua minerale sta scombussolando l’intero settore dell’acqua.
Attirate dagli alti livelli di profitto e dalle allettanti promesse future del business acqua, potenti imprese come la Coca Cola sono entrate anch’esse nel settore introducendo un nuovo tipo di 'acqua da bere', l’acqua purificata. L’acqua 'purificata' non è altro che acqua d’acquedotto sottoposta ad alcune operazioni di demineralizzazione e di declorizzazione. Piano piano, il legislatore ha autorizzato anche in Italia la vendita in bottiglia dell’acqua di rubinetto. Una grande confusione caratterizza sempre più il 'business dell’acqua' composto da un numero crescente di tipi d’acqua: acqua potabile di rubinetto, 'acqua da tavola’ (si tratta di acque da potabili in bottiglia), acqua potabile in bottiglia in bottiglia 'naturale' con 'aggiunta di anidride carbonica', acqua 'purificata', acqua naturale minerale (acqua minimamente mineralizzata, acqua oligominerale, acqua minerale terapeutica), acqua di sorgente (cioè acqua potabile prelevata alla fonte ma che non può essere clorata. Tutte le acque minerali sono di sorgente ma non tutte le acque di sorgente sono minerali), acqua di sorgente 'naturale', acqua di falda. L’espansione del 'mercato dell’acqua' ha condotto a un rimescolamento delle carte a livello delle imprese: le imprese tradizionali d’acqua minerale sono entrate nel settore dell’acqua potabile in bottiglia e, viceversa, le imprese d’acqua potabile cominciano a intervenire nel settore delle acque in bottiglia (minerali comprese). Tutto ciò in una logica commerciale e di profitto. La mercificazione dell’acqua, facilitata dal boom delle acque minerali, rappresenta uno dei mali più gravi e insidiosi».
Don Giorgio De Capitani

Fonte:dongiorgiodecapitani.it

AN e Azione Giovani protestano per il gazebo dell'IDV durante la Fiera di S.Martino


Comunicato Stampa AG - ANNon vorrei dover parlare dell'Italia dei Valori, se non altro per non dare loro una importanza che non sembrano meritare; ma sono costretto a farlo. Di nuovo, per giunta. Poichè a nulla sono servite le parole di tanti cittadini, e del sottoscritto, che si lamentavano per la palese speculazione politica già perpetrata durante la festa delle associazioni, quando stazionava in piazza Carmine il gazebo propagandistico del suddetto partito, "a danno dell'immagine di imparzialità e di impegno nel sociale delle tante associazioni presenti", come sottolineato dal Consigliere Giovanni Ferrante nella sua interrogazione sul tema.Non contenti, i "dipietrini" erano ancora lì durante la tradizionale festa di San Martino, precisamente tra un banchetto di prodotti tipici locali e le attrezzature musicali del gruppo "l'epoca della Piedigrotta", che intanto si esibiva tra un manifesto contro il Presidente del Consiglio e una bandiera... Non ne facciamo una questione di merito. Ben vengano iniziative democratiche di opposizione politica. Non ci si risponda come l'altra volta
"invitiamo i ragazzi di AG a firmare, c'è un emergenza democratica da affrontare". Stavolta non attendiamo risposte, ma scuse. Poichè ne facciamo ora una questione di educazione e rispetto: sono questi che mancano ai dipietristi, che evidentemente perseverano nel loro comportamento irrispettoso nei confronti della cittadinanza. Prenda posizione netta l'amministrazione comunale: è con il loro placet che quel gazebo era legalmente presente nella piazza. Chiedo, a nome dei tanti cittadini che ancora una volta sono costretti a segnalare la sconveniente presenza dell'Italia dei Valori in Piazza Carmine, chiarimenti al Sindaco e agli Assessori competenti. E spero(la speranza è l'ultima a morire...) che non si ripetano più episodi del genere.

Andrea Boggia

Premio Pace e Diritti Umani in occasione del 60° anniversario dei diritti dell'uomo rilasciato a nota personalità del Matese.



Alife. In Occasione delle Solenni Celebrazioni del 60° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo che ricorre il prossimo 10 Dicembre 2008, si comunica che verrà rilasciato un Riconocimento importante in memoria di suddetto anniversario. Si tratta di un "Premio speciale per la Pace ed i Diritti Umani" che sarà consegnato ad una nota personalità del territorio matesino particolarmente impegnata nel sociale e aperta alla Pace, che attraverso la propria professione, l'attenzione e la dedizione verso il prossimo ed il mondo istituzionale con cui é contatto, in particolare quello legato alla formazione, all'educazione e all'istruzione, si prodiga per la promozione e la cultura dei valori umani, universali e sociali della Pace e della Giustizia. Questo é quanto ha riferito l'Ambasciatrice internazionale della Pace Agnese Ginocchio, premio internazionale per la Pace di Assisi, nonché portavoce del Movimento per la Pace. Il Riconoscimento legato ad attestato e Targa di merito che sarà consegnato in memoria del 60° anniversario della Dichiarazione di Diritti dell'Uomo - riferisce Agnese Ginocchio- ha un valore unico ed universale. Lo scopo di questo riconoscimento -continua- é quello di spronare la società civile tutta ad essere più attenta su queste tematiche, a non confondersi. La cultura della Pace la si pratica mediante azioni di nonviolenza e di dialogo, quindi la Pace non é assolutamente da celebrare con funzioni che celebrano le armi come mezzo di risoluzione per la pace, é un anatema, un assoluta discordanza che il Movimento per la Pace condanna. Si faccia molta attenzione su questi concetti. Urge e occorre impegnarsi seriamente, al di là di ogni parola, parata e gesto esteriore, per la promozione della cultura della Pace, della solidarietà, della difesa del bene comune, della Legalità e della convivenza civile, poiché senza la difesa di questi valori non c'é futuro. Per questo diventa necessario dare l'esempio in prima persona, mediante una vita coerente ai principi prefissi. L'educazione alla Pace- conclude l'Ambasciatrice della Pace- é l'educazione civica del futuro. A breve seguiranno altri comunicati che ci aggiorneranno meglio sulla nomina dell'Istituzione a cui sarà consegnato il Premio speciale per la Pace ed i Diritti Umani. Per info contattare: www.agneseginocchio.it

Da ufficio stampa del Movimento per la Pace segret. provinciale