03 novembre 2010

INAUGURATA LA SETTIMANA DELLA MEMORIA A PIEDIMONTE MATESE.

PIEDIMONTE MATESE. Con l’inaugurazione ufficiale, da parte del Sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello, della mostra storica allestita presso il Complesso museale di San Domenico, con le opere degli studenti delle scuole cittadine, è partita la terza edizione della “Settimana della Memoria. Il concorso “La memoria nella pietra”, bandito dal Comune di Piedimonte Matese ha dato lo spunto ai giovani che hanno lavorato per l’allestimento della mostra mettendo in risalto gli orrori della guerra con riflessioni, cartelloni, disegni e foto d’epoca. Storie vissute e racconti di guerra sono stati raccolti grazie alle interviste fatte dagli alunni ai nonni e ai parenti. La Settimana della Memoria avrà il suo apice il 4 novembre, quando autorità civili, militari e religiose, associazioni degli ex combattenti, studenti e cittadini tutti fedeli all’annuale appuntamento si ritroveranno davanti al monumento ai caduti, riuniti con una solennità che in poche altre occasioni si ripete uguale, per onorare i nostri Caduti in guerra, per ricordare l’Unità nazionale e per festeggiare le Forze armate. “E’ importante, ha dichiarato il Sindaco Cappello, celebrare la ricorrenza del 4 novembre, data della fine della Prima Guerra Mondiale, per commemorare con rispetto e dolore quanti soffrirono, militari e civili, durante i lunghi anni del conflitto. La gratitudine della Patria e di tutti noi va verso coloro che con la loro vita, i loro sacrifici, il loro dolore lottarono per creare un’Italia unita, libera e democratica.”

Pietro Rossi

Il Coordinatore del PDL protesta per gli avvisi di pagamento sulle tombe del cimitero.


Piedimonte Matese.In questi giorni, in cui in occasione della commemorazione dei defunti il cimitero cittadino è sicuramente più frequentato, abbiamo purtroppo assistito ad uno spettacolo disdicevole, indice di una assoluta mancanza di sensibilità sia da parte di chi gestisce il servizio cimiteriale, sia e, ciò è sicuramente ancora più grave, da parte dell'amministrazione comunale, che, comunque, dovrebbe vigilare e sovraintendere al buon andamento del servizio stesso.Molte tombe, sono risultate ornate oltre che dai fiori e dalle lampade votive, poste dai visitatori quale ricordo ed omaggio alla memoria dei defunti, anche da altro tipo di pro-memoria in forma di fogliettini di colore giallo autoadesivi, con i quali i familiari dei defunti venivano perentoriamente invitati a recarsi presso la guardiania del cimitero, presumibilmente per la regolazione di posizioni contabili - burocratiche.Ciò che lascia sconcertati, al di là della palese violazione della privacy degli interessati (era infatti facile leggere negli inviti delle vere e proprie richieste di pagamento), è la assoluta mancanza di rispetto per i defunti e per i loro visitatori. Tali manifestazioni non sembrano proprio indice di quel “ritorno agli antichi fasti” che l'amministrazione comunale vanta a ogni piè sospinto.Cosa ne pensa di tutto ciò il Sindaco Cappello, che dopo l'ultimo rimpasto di giunta, mantiene ancora tutte le competenze compresa quella ai servizi cimiteriali, non avendo ancora provveduto alla assegnazione delle deleghe?Appare evidente come la diarchia Sindaco -Vicesindaco, che di fatto oggi gestisce il Comune, non riesce a stare dietro a tali piccolezze, che, certamente, non risultano essere di fondamentale importanza per la vita della Città, ma che altrettanto certamente sono un pessimo segnale per la stessa.
Biagio Molitierno
Coordinatore Cittadino del PdL di Piedimonte Matese

Teatro Del Sangro e Teatro Stabile d 'Abruzzo presentano L'Avaro di Molière.


CASERTA. Al Teatro Civico 14 di Caserta è la volta de L’Avaro di Molière, nella rilettura di Stefano Angelucci Marino e l’interpretazione di Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini e lo stesso Stefano Angelucci Marino. La compagnia abruzzese sarà sul palco di vicolo F. Della Ratta sabato 6 novembre (ore 21.00) e domenica 7 (ore 19.00). L’Avaro di Stefano Angelucci Marino è una coproduzione Teatro Del Sangro e Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con Centro di Ricerca Abruzzese per il Teatro di Maschera. Il noto testo del drammaturgo francese, nella versione tratteggiata dal regista e attore abruzzese, incontra la commedia dell’arte e il carico delle sue maschere, dei suoi burattini. Un’operazione che, come afferma lo stesso regista, “ancora una volta mette sul palco il gioco è l'amorevole massacro della Tradizione. Non ‘mettere in scena’, ma ‘mettere in vita’ un testo antico: resuscitare Molière, non recitarlo”. E la resurrezione parte proprio dal fare a pezzi, disossare uno dei testi fondamentali nella cultura europea di tutti i tempi e alternare scrittura e ri-scrittura, seguendo e deformando lo scheletro del testo originario. Nasce così un Avaro ambientato in un settecento abruzzese, in un equilibrio carico di tensione scenica, tra realismo e visionarietà. “Non si entra in Molière senza conseguenze – afferma Stefano Angelucci Marino – Oggi come non mai la lezione di Molière è attuale, la sua capacità di penetrare il male in tutte le sue forme (sociali e psichiche), facendo ricorso alle armi della satira e della comicità. Molière ha utilizzato il comico come dispositivo per raccontare la violenza del mondo”. Stessa crudezza che può essere ritrovata nello studio delle maschere dalla tradizione italiana, e da lì il connubio fra i due. “L’Avaro – continua Marino – è una commedia dove Molière riesce magistralmente a ridicolizzare all’estremo l’avarizia e la totale mancanza di sentimenti del vecchio Arpagone rendendole, soprattutto nelle scene in cui sono poste a confronto con gli impeti giovanili del figlio Cleante, drammaticamente amare. Il tema dominante è quello del possesso, dell’avere. Tutto può essere trasformato in denaro, anche i figli, gli amici. Una vera passione devastatrice che soffoca ogni sentimento e annulla la coscienza.

c.s.