30 luglio 2009

Bandiera nera alla Campania per la mancata depurazione.


Napoli. La cattive notizie per il mare della Campania corrono lungo i corsi dei fiumi: tutte le 9 foci analizzate dall'imbarcazione ambientalista risultano gravemente contaminate da coliformi fecali, streptococchi fecali ed Escherichia coli. Oltre alle foci di Regi Lagni (Ce), Agnena (Ce), Lagno Vesuviano (Na), Canale di Quarto (Na), Sarno (Na), Rio Arena (Sa), Sele (Sa), Picentino (Sa), Irno (Sa), sono fortemente inquinate anche le due spiagge del Lido di Licola a nord e a sud della foce Canale di Quarto (Na). Un caso, quest'ultimo, che conferma in tutta la sua drammaticità la cattiva influenza dello sversamento in mare dei reflui emessi dal depuratore di Cuma. Come se non bastasse, a tenere sotto scacco coste e mare campano ci sono anche una miriade di abusi e speculazioni edilizie "vista-mare". È questo l'allarme lanciato da Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente, in occasione della tappa campana a Napoli. Le criticità del mare e delle coste della Campania, ma anche proposte, sono state presentate questa mattina in conferenza stampa a Napoli, alla presenza di: Gianluca Della Campa, portavoce Goletta Verde; Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania; Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania; Raffaele Del Giudice, direttore Legambiente Campania; Francesca Maria Montemagno, responsabile comunicazione e marketing Renergies; Eliana Bruschera, responsabile marketing Novamont. Anche quest'anno le analisi di Goletta Verde, con campionamenti puntuali e in grado di fornire un'istantanea dello stato di salute del mare, vogliono essere campanello d'allarme per situazioni critiche che necessitano maggiori controlli. Per la Campania dati fortemente negativi sono stati registrati alle foci dei fiumi. Come testimonia il caso della località Lido Licola la situazione è chiaramente grave anche sulle spiagge che si trovano ai lati dei corsi d'acqua. La tendenza generale emersa dalle analisi dell'imbarcazione ambientalista vede attribuire il pesante bilancio dei punti critici lungo le coste campane ad una rete di depurazione fortemente carente in tutte le province costiere. Non a caso, agli ampi tratti di litorale interdetti alla balneazione nel casertano e nel napoletano lungo il litorale Domizio Flegreo, si aggiungono anche quelli del salernitano, che da pochi giorni ha visto comparire cartelli di divieto di balneazione anche tra Torrione e Mercatello a Salerno. Seppur gravissima, la situazione non stupisce: circa il 14% delle 1.810 infrazioni accertate nell'ultimo anno nel Belpaese per scarichi illegali e cattiva depurazione sono state registrate in Campania (Mare Monstrum 2009). "Lo stato di salute delle nostre acque è gravemente compromesso da un deficit depurativo che ha passato i limiti tollerabili in un paese che si presume civile – commenta Gianluca Della Campa, portavoce Goletta Verde. – E' davvero scandaloso che i fiumi campani siano ormai diventati collettori di batteri. Ancor più vergognosa, forse, l'inefficacia con cui finora le istituzioni hanno affrontato una crisi denunciata da anni. Per i Comuni, tanto quelli costieri che quelli dell'entroterra, si devono prendere provvedimenti immediati per garantire ai cittadini un'efficace rete di depurazione e per combattere altrettanto efficacemente gli scarichi abusivi. È responsabilità di Regione, Province e Comuni mettere quanto prima la parola fine allo scandalo dei reflui in mare. Un'indecente emergenza che non solo provoca gravi danni ambientali, ma mette a rischio la salute dei cittadini". "La complessità e la vastità del problema della carenza depurativa – evidenziano Michele Buonomo e Raffaele del Giudice, rispettivamente presidente e direttore Legambiente Campania - non si può risolvere in qualche mese, ma richiede anni, e lo si potrà affrontare adeguatamente solo per via ordinaria, quindi escludendo Commissariati, mettendo piuttosto nelle condizioni di operare gli unici enti deputati per legge alla funzione, cioè gli Enti d'Ambito Territoriale Ottimale (ATO), che sono consorzi obbligatori di comuni e province del territorio di riferimento. Per il litorale domizio-flegreo ha competenza l'Ente d'Ambito Territoriale Ottimale 2 "Napoli-Volturno": i comuni e le province che ne fanno parte, come pure la Regione, dovranno abbandonare le velleità individualiste di gestione diretta e piuttosto adoperarsi per governare sinergicamente ed organicamente il settore delle acque attraverso il loro Ente d'Ambito Territoriale Ottimale. Abusivismo edilizio sulle coste, scarichi abusivi, condotte illegali, comuni non collegati alle fogne, traffico illegale dei fanghi di depurazione sono la sommatoria di un comportamento illegale sulle nostre coste che rappresentano una costante. L'emergenza di quest'anno –proseguono i due rappresentanti di Legambiente - e' solo il frutto di anni di mal governo, mancanti controlli, di malapolitica che in parte la buona capacità autodepurativa del mar Tirreno ha nascosto. " Una Regione di pirati. Proprio per la mancata depurazione delle acque, ed in particolare dei tratti critici come il litorale Domizio Flegreo, Goletta Verde ha assegnato alla Campania la Bandiera nera dei pirati del mare. Un trofeo poco ambito, conquistato dalle amministrazioni campane per il decennale immobilismo e la pessima gestione degli impianti di depurazione. Un caso esemplare di cattiva politica, una situazione intollerabile che richiama precise responsabilità, anche penali, circa la gestione e la manutenzione degli impianti di depurazione e che mette in evidenza l'inerzia degli stessi organi di vigilanza. Gli impianti, più di tutti, sotto accusa sono quelli di Cuma, Foce Regi Lagni, Acerra, Napoli Nord e Marcianise, ovvero tutti e cinque i depuratori preposti alla pulizia delle acque che confluiscono al litorale Domizio Flegreo. Depuratori fuorilegge che immettono le loro acque non depurate nel mare, realizzati con i fondi della Cassa del Mezzogiorno, mai rimodernati e soggetti a scarsa manutenzione ordinaria. Una bandiera nera "collettiva", dunque, assegnata per la terza volta per l'ennesima debacle della classe politica campana: Regione, Province e Comuni. Vince la Bandiera Nera anche il soprintendente di Salerno, Giuseppe Zampino, per aver smantellato l'ufficio Antiabusivismo provinciale. Contenuta nel piano di riorganizzazione della Soprintendenza, questa assurda decisione non si spiega proprio. Tanto più che l'ufficio antiabusivismo provinciale si è distinto per l'efficace lavoro di identificazione e denuncia dei tanti casi di abusivismo edilizio che costellano il territorio salernitano. "Un dato per tutti rende ragione con particolare efficacia e sintesi della situazione depurativa a livello regionale: la Campania è l'unica regione d'Italia a presentare una lunghezza della costa non balneabile a causa dell'inquinamento pari al 17% - chiarisce Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania -. Si noti che la media nazionale si attesta intorno al 3% e nessuna regione supera il 10% !. Si tratta di un primato nazionale di misura negativo e che risale almeno ad un decennio addietro. In testa in termini di costa non balneabile a causa dell'inquinamento si trova la provincia di Caserta con il 66%, quindi la provincia di Napoli con il 17% e quella di Salerno con il 7%. Davanti a questi numeri inequivocabili- conclude Chiavazzo di Legambiente- bisogna intervenire sul livello di copertura del servizio, assicurando l'allacciamento di tutta la popolazione agli impianti, garantire l'efficacia del servizio, cioè l'adeguatezza tecnologica e prestazionale degli impianti nel rimuovere gli inquinanti, e l'adeguatezza della conduzione degli impianti, cioè la capacità professionale del personale impegnato nel fare funzionare correttamente gli impianti. " Ecomostro da Top Five. Come se non bastassero depuratori fantasma e decisioni opinabili, le coste della Campania sono devastate anche da una selva di edifici abusivi costruiti in riva al mare. Case, casette, stabilimenti balneari, alberghi e non solo. Tra tanti, è tristemente noto il caso dell'Albergo di Alimuri a Vico Equense (Na), inserito nella Top Five nazionale dei mostri di cemento da abbattere con urgenza stilata da Legambiente. L'Albergo di Alimuri, infatti, è uno sfregio al territorio della penisola sorrentina che tiene in ostaggio una delle conche più belle del golfo di Napoli da 47 anni. Oltre che un pericolo per i bagnanti che si arrampicano sul suo scheletro o che si tuffano dalla spiaggia antistante. E proprio lo scorso primo luglio un ragazzo di 17 anni è rimasto ferito dal crollo di quello che avrebbe dovuto essere un balcone dell'albergo di Alimuri. E l'abusivismo edilizio in riva al mare è così endemico che, nella classifica regionale degli abusi edilizi sul demanio, la Campania svetta al primo posto del podio grazie ai 783 reati accertati nell'ultimo anno (Mare Monstrum 2009). Ampiamente diffuso in tutta la Regione, il fenomeno del calcestruzzo illegale è particolarmente grave ad Ischia. Considerando anche gli illeciti commessi in relazione alla pesca di frodo, agli scarichi illegali e al codice della navigazione, la Campania è ancora una volta la regione leader nazionale, con 2.776 infrazioni accertate su un totale nazionale di 14.544. Forse ancor più del numero in valore assoluto, rende l'idea della diffusione degli illeciti la proporzione dei reati per chilometro di costa: ben 5,9. I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l'ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e le analisi sono fatte nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri microbiologici indagati sono i coliformi fecali, streptococchi fecali, escherichia coli.


Fonte : comunicato stampa