06 ottobre 2010

A SAN POTITO SANNITICO NASCE IL CENTRO SOCIALE “A VOCE RU TIEMPU”.


SAN POTITO SANNITICO. Per iniziativa spontanea della gente, a San Potito Sannitico, è nato il Centro Sociale Polivalente 'A voce ru tiempu, che sarà presentato pubblicamente durante la festa che si terrà sabato 16 ottobre, in Piazza della Vittoria, in S. Potito Sannitico. Dopo varie iniziative ludiche e culturali nate per puro divertimento e con la voglia di stare insieme, spontaneamente è nata l'idea di creare qualcosa di stabile che potesse continuare e magari estendere a largo raggio l'animazione del territorio. È nato così, con la voglia di “fare”, il Centro Sociale. L'impegno che il Centro si prefigge, ha precisato il presidente Paolo D’Abbraccio (nella foto), è la crescita della persona singola nell'interazione con la collettività, attraverso iniziative adatte a tale fine. Il Centro si radica nel territorio e ne assume la caratteristica e le dinamiche. Il merito è da ascrivere all'entusiasmo e all'impegno di Paolo D'Abbraccio che ha saputo coinvolgere tutti e voluto come primo Presidente del Centro. Un plauso particolare va fatto anche ai soci fondatori del Centro e in particolare all'Avv. Claudia Izzo e al parroco don Cesare Tescione che ha sostenuto l'iniziativa.

Pietro Rossi

Successo per convegno organizzato da Sinistra del Matese contro l’aumento della Tarsu, con la presenza del Sindaco Vincenzo Cenname.


PIEDIMONTE MATESE. Mentre i media nazionali sono tutti concentrati su problemi gravissimi quali “La casa di Montecarlo di Fini”, “i simboli della Lega nella scuola di Adro” e per ultimo “La commissione di inchiesta parlamentare sulle toghe rosse”, in Campania si sta consumando l’ennesima vicenda di mala gestione nell’ambito raccolta e smaltimento rifiuti. L’argomento è stato ampiamente discusso domenica sera presso l’aula consiliare del Comune di Piedimonte Matese, in un meeting, organizzato dalla Sinistra del Matese, con Vincenzo Cenname (nella foto), già sindaco del Comune di Camigliano. La storia di Vincenzo ha del surreale, quasi viene voglia di dire “c’era una volta…”. C’era una volta un’amministrazione comunale ed un sindaco i quali capirono che il problema rifiuti poteva essere risolto non con proclami e promesse stile “ventennio” (….chi vuol capire capisca) ma con il semplice impegno dell’intera comunità ad attuare un programma di raccolta differenziata. Un programma che comincia ad avere un certo successo tanto che Camigliano viene inserita con merito nella lista dei comuni virtuosi. Ma i cittadini campani hanno degli angeli sulla loro testa (che da due anni a questa parte pensano sempre a noi, che fortuna) che un bel giorno decisero di promulgare una legge, la 26 del 2010 appunto, perché a loro dire basta la pubblicazione di una legge per risolvere il problema. Il fulcro del provvedimento legislativo è questo: le competenze, amministrative ed operative, nell’ambito raccolta rifiuti, passano dai singoli comuni alle province, attraverso la creazione di società, con partecipazione di capitale privato, che dovranno gestire l’intero ciclo: dalla raccolta all’ emissione e riscossione dei ruoli, dalla decisione ed attuazione delle tariffe alla decisione dei siti di smaltimento ecc. Sinteticamente vengono defraudate le amministrazioni locali delle loro competenze, con risultati più che eloquenti: il primo fra tutti è stato l’aumento delle tariffe Tarsu da applicarsi ai 104 comuni della provincia, deciso a seguito di una stima dei costi del servizio. Tra i costi principali l’assorbimento del personale dei Consorzi (art. 13) e quello per le consulenze esterne (..ci risiamo). Camigliano non ci sta e decide di opporsi a questa forzatura prendendo la decisione (motivata da una relazione accurata) di non consegnare, come previsto dall’art. 11 comma 3 della suddetta legge, gli archivi inerenti la Tarsu. Gli eventi precipitano ed in breve si passa dal commissariamento alla rimozione del sindaco dalla carica. Ma Vincenzo continua a crederci: continua a credere che i campani siano meglio di quanto si creda al di fuori dei confini regionali e che questa battaglia, non la sua personale, ma quella di un’intera comunità, abbia motivo di essere sostenuta da tutti quei cittadini che ormai sono stanchi di strategie politiche, di sciacallaggio mediatico, di opportunismo, di clientelismo e di malavita organizzata dietro ad un problema serio che tocca la dignità delle persone. Il cuore della questione, secondo Vincenzo, è che il problema rifiuti sia una pericolosa commistione tra disinformazione ed interessi bipartisan malavita-politica. Sulla seconda si è scritto tanto e non spetta (…o spetterebbe) ai cittadini trovare una soluzione. Sulla disinformazione c’è molto da dire. L’input che i media (guidati dai famosi “angeli” di prima) hanno dato alla gente è che il problema rifiuti dipenda solo ed esclusivamente dalla disponibilità dei siti di scarico e dalla presenza di uno o più inceneritori, questi “giocattoli” magici, tanto utilizzati e decantati nel “perfetto” nord; secondo Vincenzo invece il problema andrebbe risolto con l’adozione di un piano, di rapida attuazione, di raccolta differenziata, facendo leva sul buon senso delle amministrazioni comunali e pubbliche in genere. C’è addirittura un parere dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Bertolaso, sulla possibilità di escludere dalle norme di emergenza quei comuni virtuosi che, con oggettivo vantaggio in termini di efficacia ed efficienza, abbiano migliorato il servizio. E’ questo il punto centrale: il buon senso e l’onestà della politica che devono essere le basi di partenza di un percorso che metta la parola fine ad un’assurda “Via Crucis” che da troppi anni flagella e discredita, agli occhi del mondo, un’intera regione. Quello di Vincenzo è un esempio: l’esempio di come l’unione dei cittadini di buona volontà, impulso vitale della democrazia moderna, mettendo da parte le normali differenze ideologiche, sia più forte ed incisiva di decenni di politica becera e corrotta che hanno peggiorato progressivamente la già difficile situazione. E sembra di ascoltare le parole di Roberto Saviano: “Il riconoscimento del merito, il potere condiviso, la coesione sociale e l’informazione sono le armi migliori per combattere la malavita”.


c.s.

ANDREA BOGGIA NOMINATO IN DIREZIONE NAZIONALE DELLA GIOVANE ITALIA.


L’intera comunità provinciale della destra politica giovanile saluta, con orgoglio e soddisfazione, la nomina dell’amico Andrea Boggia (nella foto), storico militante di Azione Giovani di Piedimonte Matese, in seno alla Direzione Nazionale della Giovane Italia, nuova organizzazione giovanile del PDL. E’un successo che premia il radicamento ed il lavoro svolto dal 2004 dalla federazione provinciale di Caserta, a cui giunge questo riconoscimento nazionale per l’impegno largamente profuso per la crescita del movimento. A giorni la Direzione Nazionale procederà alla ratifica dei coordinamenti regionali e provinciali, prima di stabilire e comunicare le modalità ed i criteri attraverso cui i presidenti e coordinatori provinciali potranno avviare, d’intesa, la nomina dei responsabili del movimento nei singoli comuni. La Giovane Italia si appresta, quindi, a vivere una nuova stagione di protagonismo giovanile, attraverso una serie di campagne mediatiche e culturali con cui saranno rappresentati, su tutto il territorio, i principi ed i valori di riferimento della gioventù che si riconosce nel Popolo della Libertà.


Fonte: Comunicato GIOVANE ITALIA - PRESIDENZA PROVINCIALE CASERTA

FIREMA E L'URAGANO TINA(THERE IS NO ALTERNATIVE).


CASERTA. Meno di due anni fa lo stabilimento casertano veniva indicato dal “ Sole 24 ore” tra le dieci eccellenze imprenditoriali campane . La FIREMA si qualificava infatti per punti di forza ritenuti essenziali dai teorici dell’economia ultraliberista, ovvero ricerca tecnologica ed impianti all’avanguardia, maestranze a elevata specializzazione e buon clima di relazioni sindacali. Di converso il “core business” dell’Azienda era ed è orientato verso un segmento di mercato, quello della progettazione, produzione e riparazione di motrici e vagoni ferroviari, di grande prospettiva sul medio-lungo periodo, sia per lo sviluppo in atto della rete locale che per il mercato estero per realtà, come la Firema, in grado di assicurare un prodotto di qualità. Le commesse non sono infatti mai mancate. Appare così rovesciata, per l’Azienda casertana, la tesi dei cantori del “pensiero unico” quando, dovendo giustificare la chiusura di tante realtà produttive, ci spiegano, con la freddezza di chi ha la pancia piena, che la tale azienda non regge il mercato o che, il clima sindacale non consente una adeguata produttività. Se dunque i processi avvengono senza regole condivise e trasparenti, ma spesso con le carte truccate da dati o principi non discutibili, e soprattutto senza che chi ha la responsabilità paghi mai, è necessario comprendere perché la Firema corre il rischio di chiudere, dopo oltre 80 anni di attività, pur essendo una realtà sana e produttiva. L’azienda, come peraltro ben evidenziato dall’Amm.re Avv. Staiano e dai Sindacati, è colpita da una crisi finanziaria , meglio ancora di liquidità , in quanto col precedente management ha incamerato anticipi su treni da produrre, con penali già scattate, e col rischio, pertanto, che le commesse risultino in perdita. Il laccio al collo deriva soprattutto dalla cessione di crediti ad altre aziende partners, circostanza che, in pratica, si traduce nel paradosso che Firema produce ma non incamera profitto. La ciliegina sulla torta è stata posta dalla Regione Campania che ha bloccato per tagli di bilancio (non si possono tagliare gli sprechi ma si possono cancellare 500 famiglie)importanti ordini, strategici non solo per il futuro della Firema ma anche per lo sviluppo della nostra Regione. Si profila così il paradosso di questo “turbocapitalismo”, ovvero un mercato sempre più preda dalla speculazione finanziaria e sempre meno orientata alla produzione industriale, cioè sempre meno alla creazione di vera ricchezza. Naturalmente, come sempre, anche nel nostro caso tutti i responsabili, il manager Ansaldo, Firema, alti consulenti, ecc., continueranno le loro ben pagate attività, mentre i lavoratori sono sul lastrico a chiedersi sbigottiti come possa collassare una fabbrica all’avanguardia . In altri tempi (non così lontani e non certo idilliaci, ma con maggior senso dello stato e più decenza) tutti i livelli istituzionali locali sarebbero insorti. E poiché la FIREMA rappresenta, per dimensioni e potenzialità, forse l’ultima realtà produttiva della nostra provincia scampata alla colossale speculazione della “new economy” e alla indifferenza della “ nuova politica”, risulta scandalosa in questa vicenda l’assenza delle istituzioni al di là degli scontati passaggi. L’Assessore regionale, titolare della questione, risulta “scomparso”, mentre gravissima è la sostanziale indifferenza della Giunta Regionale ed un penoso intervallo appaiono gli incontri romani. In realtà , al di là delle azioni e proteste del Sindacato e delle forze di opposizione, i veri titolari dell’Agenda risultano inattivi, quasi rassegnati all’ennesima sconfitta di una Regione dove tutti (in particolare le imprese del nord con ben altri pirateschi sponsor) vengono a prendere ma dove nessuno (pensiamo al Governo) viene a dare . Eppure l’esempio della Regione Basilicata , che si è mobilitata compatta senza dividersi tra forze politiche , individuando nella Presidenza del Consiglio e nel Ministero dello sviluppo economico le controparti essenziali, dovrebbe illuminarci nel capire quale sia la strada corretta per salvare la FIREMA. L’unica concreta possibilità viene infatti da una generale mobilitazione di tutte le forze rappresentative della nostra Comunità. Politica, Sindacato, Associazioni ,mondo produttivo. L’obiettivo è ottenere che il Presidente della Regione Caldoro assuma quella della Firema come questione straordinaria per l’Agenda della Regione Campania, considerata nella sua urgenza e drammaticità, posto che da mesi 500 famiglie sono prive di reddito. Ci piacerebbe che il Presidente Caldoro sentisse il dovere di venire subito a Caserta per riunire i vertici degli Enti locali, i parlamentari nazionali e regionali , il Sindacato e decidere, per una volta tutti insieme, un forte intervento presso il Governo nazionale per una provincia che invece di essere mortificata dalle scemenze di qualche Ministro andrebbe aiutata nella “lotta per la legalità” con i fatti. Il Presidente della Regione dovrebbe assumere il problema non quale esponente di una parte politica ma senza timidezze, con la forza del Presidente di tutti i Campani, dimostrando di saper anche alzare la voce col “suo” governo. Questa urgentissima richiesta parta dalle Istituzioni, per prima dalla Amministrazione Provinciale, dai Sindaci dei Comuni di Caserta, San Nicola la Strada, Recale e San Marco Evangelista. Comprendiamo infatti, al di là della umana condivisione, che il destino di tante famiglie oggi in pericolo ci riguarda, in maniera diretta od indiretta, tutti. Auspichiamo che la nostra classe dirigente faccia il proprio dovere e che per qualche giorno la politica non si dedichi alle future candidature, alle presidenze di Enti o al gossip, ma ai problemi della gente. Svegliamoci tutti, respingiamo la filosofia truffaldina che si cela dietro il famoso acronimo TINA “there is no alternative” che la Signora Thatcher enunciò per giustificare un mercato che poteva prescindere dall’uomo, dal territorio, dal diritto. L’alternativa c’è, è quella di respingere le mistificazioni e riprendere in mano il nostro futuro, sentirci parte di una Comunità che ha bisogno del lavoro della FIREMA ma anche di politica vera e pulita e di imprenditori che sostituiscano i tanti speculatori. Carta 48 propone valutazioni e comportamenti coerenti con quei principi che, mai come in tema di lavoro e dignità umana, la nostra Costituzione afferma. In questa cifra la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta della Firema e di tutte le altre realtà produttive e l’appello che lanciamo con questo nostro intervento alle Istituzioni locali e ai Parlamentari della Provincia perché ottengano l’avvio di un tavolo di confronto, qui ed ora, presieduto dal Presidente della Regione Campania.


C.S.