19 dicembre 2012

NATALE AL CIRCOLO NAZIONALE

Caserta – (Anna Giordano, comunicazione) - Natale e la tradizione al Circolo Nazionale, anche quest’anno con un programma ricco di appuntamenti e di eventi. “Questo Circolo, che è anteriore all’Unità d’Italia, così precisa il presidente, generale Antimo Ronzo, ha sempre avuto un ruolo di prestigio nella storia di Terra di Lavoro, al quale il nostro progetto ancora oggi pienamente si ispira”. Come per gli scorsi anni la programmazione prevede due momenti ben distinti, il Natale e il Nuovo Anno, per i quali sono in cartellone specifici eventi. Per il Natale essi sono iniziati sabato 15 dicembre con la serata a Salerno per ammirarne le fantastiche luminarie. Domenica 16 dicembre, mostra a cura dell’Associazione 50 e più, componente del Coordinamento Associazioni Casertane. Nel salone degli specchi sono state esposte, in una interessante rassegna comparativa di luoghi, piazze, strade ed edifici, cartoline e stampe d’epoca, messe a disposizione da raccolte private, Si é potuta in questo modo ripercorrere una Caserta a due tempi, ieri e oggi. Qualche esempio: alla riproduzione di Palazzo Castropignano, storica sede del Comune e impietosamente abbattuta, è stata affiancata l’immagine dell’attuale sede comunale dall’architettura anonima e sicuramente poco degna di un Palazzo di città. Ma anche operazioni intelligenti, come l’apertura di via Roma messa in comunicazione con il cavalcavia e una volta chiusa da una serie di fabbricati o la stazione ferroviaria stile Liberty prima della guerra e quella ricostruita dopo il bombardamento del 27 agosto 1943. Insomma, la storia in diretta. Gli eventi continuano con il Concerto natalizio, lunedì 17 dicembre, a cura della Fidapa, componente Co.As.Ca., e il relativo scambio di auguri nel nome dell’amicizia che è il costitutivo della Federazione Internazionale Donne Professioni e Arti. Ed infine un appuntamento speciale e anch’esso tradizionale nella storia del Circolo con la grande musica, mercoledì 19 dicembre, ore 18,00, nel salone degli specchi, per il concerto di Andrea Bocelli in My Christmas al The Kodak Theatre di Los Angeles, presentato in videoproiezione dal vicepresidente generale Francesco Di Tria. Altri ancora gli appuntamenti annunciati in bacheca, fino alle porte del Natale, quando sabato 22 dicembre, alle ore 20,00, vi sarà negli storici saloni il tradizionale brindisi per lo scambio di auguri, al quale, con un elegante biglietto d’invito, il Presidente e il Consiglio direttivo “pregano i Signori Soci d’intervenire con i propri familiari”. Uno scambio di auguri anche con le autorità cittadine per auspicare insieme un Natale sereno e soprattutto un Anno migliore per la città e il mondo. Seguiranno gli eventi programmati per il Capodanno, tra i quali quello del 29 dicembre, quando sarà ospite del Circolo la bravissima artista e nostra concittadina Tania Coleti.                                                                                                            

Ad alta voce, Volumi augura a tutti Buone Feste

Succivo - Giovedì 20 Dicembre alle ore 19:30, presso la Casa delle Arti Corso Sicilia 9 -, ci sarà la chiusura , per la pausa natalizia, delle attività del Progetto Volumi. La serata si aprirà con una breve presentazione dei risultati dei moduli laboratoriali svolti finora. Interverranno l'Assessore alla cultura del Comune di Succivo Giovanni Aversano e il coordinatore del progetto Domenico Russo di Arci Spaccio Culturale. Di seguito ci sarà la proiezione del cortometraggio “Suicidami” ideato, girato e realizzato dai partecipanti al laboratorio di linguaggio audiovisivo organizzato dall'associazione Ambaradam. Gli organizzatori del corso hanno articolato gli incontri alternando lezioni teoriche a lezioni pratiche e ad incontri con registi e attori del panorama cinematografico, televisivo e musicale sia nazionale che locale. I partecipanti al laboratorio audiovisivo hanno avuto la possibilità di arricchire il loro bagaglio di conoscenze nel campo, conoscendo artisti importanti come la regista partenopea Antonietta De Lillo, il regista Napoletano Pappi Corsicato, l'attrice e comica Loredana Simioli, il regista casertano Edoardo De Angelis, Lello Tramma leader e voce del gruppo partenopeo Palkoscenico. L'incontro con quest'ultimo è stato propedeutico per l'inizio del modulo del laboratorio intitolato “Videoclip”. Ci sarà, inoltre, una esibizione degli allievi del II modulo del laboratorio musicale intitolato “seminari chitarristici”, organizzato dall'associazione Aspro Cuore. Ogni allievo sceglierà un brano strumentale sul quale improvviserà utilizzando i materiali offerti durante il corso. Questa attività ha dato la possibilità agli allievi di approfondire diversi aspetti della tecnica chitarristica ed i brani scelti per la performance saranno rappresentativi dei diversi stili della musica moderna (rock, jazz, pop, funk). I seminari hanno visto la partecipazione di importanti chitarristi italiani quali Fausto Mesolella, Fabrizio Fedele, Mimmo Langella, Pietro Condorelli chiamati a partecipare alle attività del progetto per le loro differenze stilistiche e i differenti approcci allo strumento. La serata si concluderà con un buffet multietnico realizzato e curato dall'associazione Albatros in collaborazione con i migranti, che partecipano al corso di italiano organizzato dall'Arci Spaccio culturale, e i bambini iscritti al corso di intercultura. Giunto nel vivo delle attività, dopo le feste natalizie, il progetto ripartirà con le attività, gli incontri e sempre con lo stesso fine: ovvero quello di arricchire l'offerta culturale della biblioteca e facilitare il ruolo di quest'ultima come spazio di coesione sociale.

UDEUR POPOLARI PER IL SUD VALLE TELESINA



Il Coordinamento UDEUR POP per il SUD della VALLE TELESIA è orgogliosa di salutare la nomina di FRANCESCO MARIA RUBANO al vertice nazionale del Movimento Giovanile del nostro partito. Il Consigliere Provinciale Nino Lombardi, il Sindaco di San Salvatore Telesino Pasquale Izzo, il Sindaco di San Lorenzello Gianni Di Santo, il Sindaco di Puglianello Tonino Bartone, tutti gli Assessori e Consiglieri comunali del comprensorio telesino nonchè tutti i Segretari sezionali e simpatizzati del movimento che fa capo a Clemente Mastella formulano le più sincere congratulazioni a Francesco. "Siamo sicuri che Francesco Maria Rubano saprà rappresentare il suo territorio con la competenza e la lungimiranza che ormai distinguono il giovane di Puglianello a livello nazionale."  "Finalmente la Valle Telesina ritrova una guida politica giovane, dinamica e determinante per ritornare ad essere baricentrica nelle scelte di sviluppo e pianificazione territoriale."

AUGURI Francesco !!!

POPOLARI per il SUD – UDEUR
Ufficio Stampa Valle Telesina

‘Il calcio e le mafie’, dibattito all’ex Libris con Raffaele Cantone e Rosaria Capacchione



Dopo il successo editoriale di ‘Solo per giustizia’ e ‘I Gattopardi’, arriva all’ex Libris di Capua Football clan. Perché il calcio è diventato lo sport più amato dalle mafie’, la nuova inchiesta del magistrato napoletano, Raffaele Cantone, che ancora una volta accende i riflettori su una piaga sociale, una ferita aperta nella nostra società dalle organizzazioni criminali. L’appuntamento è per giovedì 20 dicembre alle ore 19. Ad intervistare il magistrato, già Pm della Direzione Distrettuale Antimafia, sarà la giornalista de ‘Il Mattino’, Rosaria Capacchione. Attraverso questo libro il giudice Cantone racconta, insieme al cronista Gianluca Di Feo, il tentativo di scalata criminale alle squadre di serie A. Dal tentativo dei casalesi di conquistare la Lazio alle foto di Maradona e Hamsik, usati come testimonial, abbracciati a padrini; dalla cordata di riciclatori che stava acquistando la Roma al giro delle pizzerie-lavanderia di capitali criminali che aveva tra i soci Cannavaro e altri campioni. Cantone e Di Feo raccontano storie inquietanti e spesso inedite. Intrecciando in un’unica voce lo scrupolo del cronista e l’esperienza del magistrato, mettono a nudo i fatti ma anche le falle dei sistemi di controllo e di sanzione della giustizia sportiva (emanazione di un’associazione di privati ispirata a logiche di trattativa). E, soprattutto, avanzano proposte concrete per prevenire gli illeciti, rendere più efficienti i sistemi di indagine e meno indulgenti le punizioni. Perché il calcio è un bene comune e deve tornare a essere il gioco pulito che da sempre unisce gli italiani. All’evento di giovedì parteciperanno anche i rappresentanti della cooperativa sociale ‘Eva’, che da oltre dieci anni è attiva sul territorio provinciale e regionale, con alcuni centri antiviolenza, per tutelare le donne maltrattate.  Quattro le sedi attualmente gestite dalla cooperativa a Maddaloni, Santa Maria Capua Vetere, Napoli e in particolare a Casal di Principe dove la cooperativa si avvale di un bene sequestrato alla criminalità organizzata e riconvertito per scopi sociali. Qui è stato attivato, in collaborazione con la cooperativa Dedalus, un servizio di catering e produzione di marmellate, confetture, composte e dolci artigianali: le Ghiottonerie di Lorena.  ‘La complessità connessa allo start-up di impresa – spiegano i gestori del centro - ha bisogno dell'aiuto di molteplici attori territoriali che, con un proprio piccolo personale impegno, possono accompagnare questa difficile sperimentazione di economia sociale in grado di sostenere concretamente l'indipendenza delle donne in uscita da contesti di violenza intrafamiliare e di rappresentare una nuova buona prassi casertana. Cene, eventi, feste, ordini dei nostri prodotti, raccolte fondi per l'acquisto di nuove attrezzature, tutto può contribuire in questo momento di grande crisi generale ad aiutarci’.


Daniela Volpecina

CROCI E DELIZIE DEL MATRIMONIO IN ANNA KARENINA DI LEV TOLSTOJ



Brillante incontro di Letteratitudini giovedì 13 u.s., serata che è stata anche l’occasione giusta per l’immancabile scambio degli auguri natalizi. I soci molto gioviali, in un clima di estrema sobrietà ed amicizia hanno affrontato il tema trattato dalla relatrice di turno Matilde Maisto, con serietà e impegno, ma, come di consueto, in un’atmosfera di allegra convivialità. In questo incontro è stata affrontata la vicenda d’amore e d’adulterio di Anna Karenina, eroina del romanzo “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Parlando di tutte le eroine tragiche che hanno condiviso il destino fatale di Emma Bovary e di Anna Karenina, Virginia Woolf ha scritto che sono “le donne che hanno illuminato come fiaccole accese le opere di tutti i poeti fin dalla notte dei tempi”. Simboli di un moderno disagio borghese, queste due donne inquiete hanno vissuto in pieno la crisi dell’Ottocento, tradendo tutti i codici morali ottocenteschi e minando l’istituzione familiare per giungere infine sino al suicidio finale (l’una si avvelena con l’arsenico, l’altra finisce sotto le ruote di un treno). La storia di Anna Karenina è sicuramente nota, per cui qui di seguito la ricorderò brevemente, desiderando, invece, fare alcune considerazioni che sono nate spontanee nel corso della lettura di questo grandissimo romanzo. “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo” , così inizia il romanzo, presentando la figura di Stepan Arkad’ic Oblonskij (“Stiva”), un ufficiale civile che ha tradito la moglie Dar’ja Aleksandrovna (“Dolly”). La vicenda di Stiva mostra la sua personalità passionale che sembra non poter essere repressa. Per questa ragione, Anna Karenina, la sorella sposata di Stiva, che vive a San Pietroburgo, viene chiamata da Stiva, per persuadere Dolly a non lasciarlo. Nel frattempo, un amico di infanzia di Stiva, un serio aristocratico che vive in una tenuta che gestisce lui steso, Konstantin Dmtric Levin, arriva a Mosca per chiedere la mano della sorella minore di Dolly, Kitty rifiuta, poiché aspetta una proposta di matrimonio dall’ufficiale dell’esercito Aleksej Kirillovic Vronskij. Ma Vronskij si infatua di Anna ed Anna, scossa dalla propria reazione alle attenzioni di Vronskij, ritorna immediatamente a San Pietroburgo, da suo marito Aleksei Aleksandrovic Karenin, un ufficiale governativo, e da suo figlio Sereza. Vronskij, perdutamente innamorato, la segue sullo stesso treno. A san Pietroburgo Anna cede alla propria passione per Vronskij ed ha così inizio l’idillio che finirà per tormentarla rovinosamente sino ad indurla al suicidio. Centro della vicenda è dunque, la tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante ma superficiale Vronskij. Parallelo a questo amore infelice è quello felice di Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale Tolstoj ha fornito i propri tratti. Pubblicato nel 1877, il libro venne accolto in origine piuttosto freddamente e considerato alla stregua di una semplice storia d’amore, non ottenendo quindi grandi riconoscimenti ma solo critiche. Successivamente rivalutato, è oggi considerato uno dei capolavori dell’epoca. La mole non indifferente del romanzo può scoraggiare ma, in verità, merita tutto il tempo che si impiega per leggerlo! Anna, divisa tra ciò che reputa giusto e ciò che desidera, vive una vita perennemente in lotta con se stessa, sempre in bilico tra ciò che prova e ciò che le convenzioni le impongono. Romanzo introspettivo con descrizioni molto efficaci, è una storia avvincente che descrive sentimenti forti, dall’amore coniugale a quello materno, all’amore passionale e ancora ipocrisia, paura, attrazione e tanto altro. La bravura di Tolstoj nel far partecipare il lettore in prima persona ai sentimenti descritti, il grosso lavoro psicologico, il conflitto interiore della protagonista, lo rendono un romanzo estremamente interessante, a tratti quasi difficile da portare avanti per la sofferenza che trasuda dalle pagine. In effetti, abbraccia diversi temi e contenuti ricorrenti nella letteratura dei grandi classici come questo. Temi dell’amore senza regole, che infrange un vincolo sacro come il matrimonio; quello tra Anna e il marito Aleskey Aleskandrovich, il tema della morte, molto forte, e dell’amore fraterno disinteressato quello tra Dmitrich e il fratello konstantin, il tema dell’amore puro tra Dimitrich e Kitty; il tema della famiglia che traspare nella vicenda familiare di Dolly e Stiva (fratello di Anna) che tradisce la moglie e che viene perdonato pur di non stravolgere l’equilibrio nella famiglia. In realtà, Anna Karenina parla dell’unico reale problema dell’uomo. Oggi come due secoli fa. Come può perdurare l’amore? Tutto quello che occupa le nostre vite, dai problemi politici alle piccole incombenze di tutti i giorni, non è altro che una via molto lunga per capire come amare ed essere amati. Levin, Kitty, Vronkji, Anna, Dolly, Stiva stanno lì al nostro posto tentando di conciliare i desideri più profondi dell’uomo: la passione per la bellezza e l’aspirazione alla pace. Anna, con il suo animo tormentato, le sue paure e il rifiuto verso un mondo ipocrita che non riesce più ad accettare – portandola a compiere scelte drastiche – entra nel cuore del lettore per non uscirne più. Ma noi lettori dobbiamo opportunamente farci una domanda: è colpevole Anna? L’epigrafe apposta al romanzo sembra togliere ogni dubbio in proposito “A me la vendetta, e io renderò il dovuto” (Dt. 32,35). E’ Jahvè che parla per bocca di Mosè, contro i disprezzatori della Legge: là dove dice pure:
Poiché il loro vitigno è della vite di Sodoma,
e dai terrazzi di Gomorra:
la loro uva è uva di veleno,
i loro grappoli sono amari.
[…]
Al tempo stabilito il loro piede
comincerà a incespicare,
poiché il giorno della loro sciagura è vicino
e gli avvenimenti preparati per loro
si affrettano, invero.
Anna dunque è di questa stirpe, e non ha scampo: le sue sofferenze e il suo suicidio sono il castigo divino per l’adulterio che ha consumato con il giovane Vrònskij, abbandonando non soltanto il marito ma anche il figlio, e dando lungo scandalo nell’alta società pietroburghese – di cui prima della colpa, Anna era stata un fiore ammiratissimo. L’alta società, dal canto suo, ha punito Anna con il disprezzo e l’emarginazione, ma illegittimamente: poiché non tocca agli uomini punire, ma a Dio soltanto, a quel terribile Dio veterotestamentario che fa vendetta e retribuisce, e non conosce il perdono. Ma questo, in realtà, ci mostra un Tolstoj moralista, cupo e crudele, che resiste per centinaia di pagine alla tentazione di innamorarsi di quell’Anna dolcissima, bella, intelligente, appassionata che egli stesso va creando, fino al culmine quando egli finalmente distrugge la sua splendida creatura – offrendola in sacrificio, sulle rotaie, alla furia divina. “Avrebbe voluto sollevarsi, gettarsi da un lato; ma qualcosa di enorme, d’inesorabile, la urtò alla testa e la trascinò per la schiena. “Signore, perdonami tutto!” proferì, sentendo che era impossibile lottare”… (Parte settima, capitolo 31). Rabbrividisci, e pensi che non è giusto, per cui il lettore si sente automaticamente investito, dinanzi a tanta crudeltà divina, di insorgere contro l’autore e la sua epigrafe; di prendere le parti di Anna contro quel Dio feroce, e di difendere la colpa di lei, contro la Legge di Lui. “A me la vendetta…”: ma quale vendetta, per cosa? Anna, in fondo, non ha fatto altro che amare, apertamente e con coraggio; e ben più di lei meriterebbe semmai “vendetta” quell’ambiente bigotto, ipocrita e vizioso a cui lei si è ribellata e che le ha voltato le spalle (incapace di perdonarle non tanto l’adulterio, quanto piuttosto il suo coraggio, la sua sincerità, la forza della sua passione) – e innanzi a tutti il marito, lo spregevole Karénin che ricatta la povera Anna facendo leva sul figlio. Perché Tolstoj non massacrò anche Karénin? O Stepàn Arkàd’evic, e Betsy Tverskàja (entrambi colpevoli della stessa colpa di Anna, ma premuratisi sempre di evitare scandali?) Tuttavia Anna è palesemente una donna condannata: è un personaggio tragico, votato alla tragedia, malato d’angoscia, incline all’ossessione, ed è talmente ingombrante! Ingombrante come può esserlo un ribelle, un individuo cioè che non trova pace nel mondo consueto, e che di nessuno può essere compagno (persino Vrònskij a un certo punto ne è annoiato fino alla disperazione). La sua morte salva, rende tormentosamente bello tutto ciò che in lei sarebbe divenuto insopportabile se fosse vissuta più a lungo: il suo egoismo, il suo orgoglio, la sua malinconia, i suoi incubi, la pena che suscita la sua situazione. Sicché la “vendetta divina” finisce per apparire al lettore in un certo qual modo come provvidenziale e pacificante. Un capolavoro senza tempo. Intanto “Letteratitudini” prosegue a vele spiegate ed invita, sin d’ora, a partecipare al convegno letterario che si terrà in data 26 Gennaio 2013 con il Prof. Mario Damiano, filosofo e storico, che affronterà il tema seguente: “La questione Meridionale e la figura di Don Luigi Sturzo”.
A cura di Matilde Maisto