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Referendum sulla privatizzazione dell'acqua pubblica, bene comune: Saranno ben due i quesiti sulla privatizzazione dell’acqua. Esattamente com’è già accaduto con l’energia elettrica e tanti altri servizi, anche l’acqua sta per finire in mano ai privati. Con tutti i rischi annessi e connessi: le compagnie distributrici potranno agire in regime di libero mercato, imponendo tariffe potenzialmente esorbitanti per i servizi idrici. La gestione pubblica è stata criticata per gli sprechi e la gestione delle risorse umane, ma in presenza di regime privatistico lo Stato non potrà più calmierare i prezzi. Il SI’ rimetterà l’acqua in mani pubbliche, dando ragione a chi ritiene l’acqua un bene vitale di prima necessità. Il NO lascerà strada libera alla privatizzazione dell’acqua, che potrà sì ridurre sprechi e inefficienze, ma anche dar un potere economico enorme alle aziende del settore che potranno imporre tariffe incontrollabili.(P.S. Secondo il WWF è bene sfatare alcuni miti, come quello secondo cui i privati sono più efficienti. Confrontando i dati forniti dagli stessi erogatori – riporta il WWF – in Italia laddove si è avuta una gestione privata, le tariffe sono aumentate del 60% e gli investimenti sono diminuiti del 66%. Di conseguenza sono diminuiti i controlli e le manutenzione con una inevitabile compromissione della quantità e della qualità dell'acqua sia come risorsa naturale che idropotabile.). Referendum sul legittimo impedimento: Dal lodo Alfano (bocciato dalla Corte Costituzionale) fino all’approvazione della versione ‘soft’ del 10 marzo 2010 con ben due voti di fiducia – successivamente rivista dalla Corte il 14 gennaio 2011- , il legittimo impedimento è stato al centro del dibattito politico italiano per anni.
Ma cosa prevede il decreto legge? La possibilità per il Presidente del Consiglio e i Ministri di giustificare la propria assenza in un’udienza penale, in caso di “concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi, nonché di ogni attività coessenziali alle funzioni di Governo”. In sostanza, consente loro di non presentarsi in aula in caso di processi a loro carico. Come da articolo 1 comma 6, il rinvio dell’udienza per “legittimo impedimento” non influisce sul corso della prescrizione del reato, che rimane sospeso per l’intera durata del rinvio e riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione.
La finalità, come si legge nel testo ufficiale, è di assicurare il “sereno svolgimento delle funzioni attribuite dalla Costituzione e dalla legge” al Presidente del Consiglio e ai Ministri. Ad ogni modo, il ddl ha durata temporanea (18 mesi) in attesa di una legge costituzionale di più ampia portata. Votando SI’, si decreterà la definitiva sconfitta di questa legge, ‘costringendo’ il premier e i ministri a presenziare sempre e comunque ai processi a loro carico. Della serie, la legge è uguale per tutti. Votando NO, il legittimo impedimento potrà essere esercitato da tali cariche istituzionali. Il referendum passa se viene raggiunto il quorum. (È necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone) In caso di vittoria del NO o del non raggiungimento del quorum, lo stesso referendum non potrà essere ripresentato per i prossimi 5 anni”. La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare. (Charles Bukowski)
Fonte: teleradionews