''C'e' una cultura da salvare e la battaglia va fatta
sulla qualita', sulla distintivita' e l'italianita'’’: a dirlo e’ il
presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini, intervenuto a un
incontro sul tabacco organizzato a Napoli proprio da Coldiretti e Philip
Morris. Nel corso della giornata sono emersi i numeri da record della
tabacchicoltura campana che la fa da padrona assicurando la meta’ dell’intera
produzione nazionale. ''La nostra
collaborazione con la Philip Morris – dice Marini - e' la dimostrazione che
sono importanti i finanziamenti, ma anche la volonta' degli imprenditori di
fare crescita vera e trovare accordi che abbiano effetti positivi per
l'occupazione e sul pezzo. Sulla filiera non e' importante la somma delle
sigle, ma delle idee. La filiera del tabacco soffre la crisi, ma se la cava
nonostante il taglio importante dei contributi. Attraverso gli accordi
riusciamo a dare risposte concrete e di prospettiva. Questo era un settore che
viveva alla giornata legato solo a quello che accadeva a Bruxelles – continua
Marini - oggi e' legato anche alla capacita' degli imprenditori di fare accordi
solidi e di lungo periodo, fondati su capacita', qualita' e in grado di dare
risposta al consumatore''. Proprio su queste basi poggia un accordo tra
Coldiretti e Philip Morris Italia per gli acquisti di tabacco italiano che di
fatto ha accorciato la filiera a difesa della redditività e per salvaguardare
l'occupazione. “Questo – dice Marini - ci ha permesso di rendere la
tabacchicoltura più sostenibile e più competitiva, ma soprattutto ha offerto
una prospettiva al settore in una ottica di miglioramento dell’efficienza di
filiera in cui la Coldiretti è fortemente impegnata”. E non tutto, infatti, e'
negativo. L'Italia e' anche il primo esportatore di tabacco in Europa e la
Campania, nel settore, la fa da padrona. Da sola infatti produce il 50% del
tabacco italiano. E' nelle province di Caserta, Benevento e Avellino, che si
concentra la maggiore produzione dove, rispettivamente, vengono prodotte il
41%, il 33% ed il 15% dell'intera produzione regionale. ''Con il
chilometro zero abbiamo dato certezza operativa ed economica alla filiera del
tabacco - dice Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania -
Il settore ha corso seri rischi di abbandono, chiusura delle imprese e perdita
di lavoro, con chilometro zero abbiamo ridato certezze. Questo aiuta perche'
spesso si disperdono risorse - aggiunge Masiello - invece cosi' vanno a chi
lavora e produce. L'agricoltura e il turismo possono essere la leva dello
sviluppo del Mezzogiorno per il passato si e' provato con una
industrializzazione spinta e abbiamo visto che ha lasciato solo cemento e
disoccupazione''. ''Ci sono preoccupazioni dovute al quadro generale e ai
problemi del settore - dice Mario Catania, ministro per le Politiche
agricole - Dobbiamo fare di tutto per salvaguardare insieme la filiera
produttiva del tabacco’’. "Si
sta parlando di un settore principe per la nostra economia e per L'Italia -
dice Daniela Nugnes, consigliere delegato per l'Agricoltura della Regione
Campania - Sono appena quattro le regioni produttrici, ma hanno sempre
prodotto un tabacco di qualità e quantitativi molto importanti". Ma in Campania e in Italia riesplode anche il
fenomeno del contrabbando di sigarette. L'aumento, nel 2012, e' stato di oltre
il 50% e addirittura del 300% rispetto al 2009. Il dato e’ tra i piu' elevati
dell'Unione europea e ha raggiunto nel 2012 l'8,5% del totale del consumo di
sigarette. E’ quanto emerso dello studio realizzato da Kpmg per la Commissione
europea presentato oggi a margine di un incontro organizzato da Coldiretti e
Philip Morris a Napoli. La riforma
dell'Organizzazione Comune di Mercato, relativa al tabacco del 2004, ha
previsto la conversione graduale al regime di pagamento unico, con un periodo
di transizione tra i due regimi sino al 2009 incluso. Durante questo periodo,
circa il 40% dell'aiuto e' confluito nel regime di pagamento unico, mentre il
restante 60% e' rimasto vincolato alla produzione, alla qualita' ed al
contratto di conferimento con l'impresa di trasformazione. A partire dal 2010 e
sino al 2013 questo aiuto viene totalmente disaccoppiato, con una
particolarita' che il 50% dell'introito maturato nel triennio di riferimento
confluisce nel premio unico, mentre il restante 50% passa nel secondo pilastro
della Politica agraria comunitaria, relativamente alle politiche di sviluppo
rurale. L'importo spettante alla Regione Campania ammonta a 215 milioni di
euro.