On. Lucia Esposito |
"Con
l'obbligo di certificazione le imprese potrebbero riscuotere crediti
per oltre 20 miliardi nel 2012, vantati nei confronti dello Stato. Un
meccanismo che prevede una richiesta, sessanta giorni per la risposta e
nomina di un commissario in caso di esito negativo, da parte della
Ragioneria dello Stato. C'è però un particolare che ha subito spento gli
entusiasmi in Campania. Nel provvedimento varato ieri dal governo si
fa, infatti, esplicito riferimento al fatto che «sono escluse
dall'obbligo di certificazione le Regioni sottoposte ai piani di
rientro». Si tratta dei debiti nel settore della sanità. Personalmente
ritengo che sarebbe incostituzionale escludere alcune Regioni e gli
stessi tecnici ministeriali non si sono ancora espressi, poiché il
riferimento potrebbe essere ai soli crediti della sanità. Ma se dovesse
essere esteso anche al bilancio ordinario, allora ci troveremmo di
fronte ad una delle più evidenti assurdità mai registrate. Sarebbe come
negare le medicine ai malati che più ne avrebbero bisogno. Oltretutto -
prosegue Lucia Esposito -, in Campania i ritardi nei pagamenti alle
imprese arrivano ad una incredibile media di 803, con punte del doppio.
La media nazionale si agirà sui di 316 giorni. Una discriminazione
intollerabile - conclude il consigliere regionale -, alla quale va posto
rimedio immediatamente, poiché non se ne comprenderebbe né la logica né
l'utilità. Un'unica
voce
di protesta, dunque, da parte di consiglieri regionali e parlamentari
campani contro un provvedimento che danneggerebbe una regione che,
proprio in virtù di ritardi inammissibili, meriterebbe una corsia
preferenziale e non certo un provvedimento insensato".
c.s.