On. Aldo Patriciello |
Ieri la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ai Ministeri dello Sviluppo e
dell’Economia, ha presentato il pacchetto di iniziative predisposto dal Governo
italiano che disciplina i rapporti di credito e debito della Pubblica
Amministrazione e le imprese fornitrici escludendo però da tale Decreto, quali
beneficiari dei fondi stanziati, le Regioni sottoposte al Piano di Rientro
Sanitario. Per tale motivo, consapevole che anche tali Regioni debbano essere
sostenute in un momento di profonda difficoltà economica, l’On. Aldo
Patriciello ha presentato, insieme agli On.li Rivellini e De Mita, una interrogazione
alla Commissione Europea con la quale chiede che vengano inglobate nel
pacchetto di iniziative in oggetto anche le Regioni con Piano di Rientro. “I primi due
decreti ministeriali - spiega Patriciello nell’interrogazione -riguardano la certificazione dei debiti non
scaduti ma iscritti a ruolo, in particolare il primo riguarda la certificazione
dei crediti verso gli Enti locali, compresi quelli del Servizio sanitario
nazionale. Il terzo decreto ministeriale prevede invece la creazione di
un’assicurazione gratuita per le imprese
in modo che il credito vantato dalle aziende possa essere garantito dal fondo
centrale di garanzia. Pur condividendo e apprezzando la volontà, indispensabile
per l’intero tessuto imprenditoriale italiano, di fornire liquidità alle
aziende tramite il supporto del sistema bancario o attraverso compensazioni di
crediti e debiti nei confronti della P.A. tale meccanismo risulta applicabile
solo ad alcune Regioni, ed in particolare verrebbero escluse le Regioni al
centro di un piano di rientro dal disavanzo. I decreti così formulati,
pertanto, farebbero emergere la paradossale condizione di una Regione sempre
più posta ai margini dell’integrazione europea e strutturalmente
impossibilitata ad equipararsi agli standard comunitari. Questo significa che l’esclusione di alcune regioni italiane dai decreti che assicurano lo
sblocco dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione
danneggi il tessuto imprenditoriale delle regioni escluse, introducendo
nell’ordinamento una discriminazione su base territoriale suscettibile di
arrecare danni economici e disparità commerciali rilevanti. Questo potrebbe,
inoltre, rallentare la possibilità che le stesse regioni si adeguino agli
standard europei. Penso quindi, insieme ai miei colleghi
europarlamentari, che l’applicazione di tali decreti a tutte le regioni
italiane, senza esclusione, permetterebbe un più agevole recepimento della
direttiva europea 7/2011 che dal marzo 2013 dovrebbe obbligare tutti gli Stati
membri a tagliare i tempi di pagamento a 30 giorni con possibili deroghe fino a
60 giorni. Voglio ricordare, infine, che il problema dei debiti commerciali
della Pubblica Amministrazione ammontano a circa 60 miliardi di euro, nei
confronti delle imprese private”.
Ufficio
Stampa On. Aldo Patriciello