26 ottobre 2011

LA RICETTA COLDIRETTI PER L’OBESITA’ INFANTILE

Gianni Lisi

CASERTA. Forse sarebbe necessario ricorrere alla  tassa sul cibo spazzatura, ricco di grassi saturi,  al fine di indurre e sostenere con forza il consumo di frutta e degli altri alimenti della dieta mediterranea in un Paese come l’Italia dove un terzo dei ragazzi italiani è obeso o in sovrappeso. E’ quanto afferma  il Direttore della Coldiretti di Caserta - Gianni Lisi , in riferimento alla tassa introdotta per la prima volta nel mondo dalla Danimarca sui cibi spazzatura contenenti grassi saturi. La tassa in oggetto - sottolinea Lisi-  è un segnale importante per tutta l’Europa e si applicherà su tutti i prodotti come merendine, patatine e snack contenenti grassi saturi e prevede un aumento di 16 corone, 2,15 euro, al chilo in più. Tale considerazione nasce dalla radicata cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea che, non ha “salvato” i giovani italiani e quelli della provincia di Caserta, come confermano i dati preoccupanti sull'aumento dei casi di obesità o soprappeso, dovuti a una non corretta alimentazione, che riguardano il 36% dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch. La principale causa individuata dagli esperti nel minor esercizio fisico e nel consumo di cibi grassi e ricchi di zucchero come le bibite gassate e per questo - sostiene Lisi  - occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menu anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. La Coldiretti ha firmato un protocollo di intesa con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca che prevede l'impegno a promuovere attraverso esperienze pilota, nel rispetto della propria autonomia e nell'ambito delle rispettive competenze, iniziative comuni per sensibilizzare i giovani ad un corretto comportamento civico rispettoso dell'ambiente e delle tradizioni alimentari italiane. Il progetto denominato  "Educazione alla Campagna Amica" coinvolge oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano ad oltre tremila lezioni in programma nelle fattorie didattiche e agli oltre cinquemila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L'obiettivo –precisa  Lisi - è quello di formare, speriamo anche nelle scuole della provincia di Caserta,  dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell' agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. A tale proposito, è previsto un incontro con l’Assessore Prov.le  all’ Agricoltura Ettore Corvino e il Presidente Coldiretti Tommaso De Simone, al fine di avviare un progetto sperimentale di Formazione, ma anche, di valutare la possibilità di “cambiare i piatti dei bambini” nel senso di ampliare l’offerta di prodotti alimentari del territorio, con una chiara tracciabilità e qualità. Oltre a formare i giovani , comunque, occorre invertire la tendenza alla “merendina classica” promuovendo il consumo di frutta e verdura a casa, nelle scuole e nelle mense anche con l'aiuto dei nuovi distributori automatici snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”. Tornando al tema obesità, occorre dire che  anche in  provincia di Caserta, area con vocazione ortofrutticola, gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie casertane  sono passati da 450 chili a famiglia all'anno del 2000 ai 350 chili del 2010, come nella media nazionale. Infatti, è accaduto che  negli ultimi dieci anni  i casertani  hanno speso più o meno la stessa cifra per acquistare una minor quantità di frutta: la spesa per l’ortofrutta è stata pari a 560 euro per famiglia nel 2010, non molto dissimile da quella di 10 anni prima in cui però si erano acquistati 100 chili in più. La causa va ricercata – ribadisce Lisi  - nella moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola che ha reso più onerosi gli acquisti, ma ha anche fatto crollare il reddito degli agricoltori. Ecco,  quindi,  che, risulta indispensabile ricordare agli amministratori, politici e dirigenti scolastici – conclude Lisi- di scegliere i prodotti alimentari delle aziende agricole locali che fanno vendita diretta in modo da realizzare più fortemente quel legame con il territorio di origine dell’alunno che è previsto nei programmi ministeriali, infatti,  le linee di indirizzo del Ministero della Salute, elaborate da un gruppo di massimi esperti nazionali in campo nutrizionale, possono contribuire a migliorare la qualità dei pasti nelle scuole, sia dal punto di vista della sicurezza alimentare, che dell’appropriatezza nutrizionale per ridurre i preoccupanti tassi di sovrappeso ed obesità infantile di cui abbiamo già parlato, poi ,” utilizzare prodotti agricoli di aziende locali – aggiunge Lisi  – serve, oltre a  rafforzare il rapporto col territorio anche a dare un contributo in più alla crisi che attaglia fortemente il settore.