“Il decreto sulla spending review così com’è proprio non va”. Il segretario della Cisl Fp Giovanni Faverin alza i toni della mobilitazione per chiedere modifiche sostanziali al provvedimento messo a punto dal Governo definendo “Inaccettabili i tagli al personale”. Già dalla prossima settimana partiranno sit-in, presidi e manifestazioni davanti a tutte le Prefetture: “i lavoratori pubblici saranno in piazza per protestare contro i tagli lineari previsti dal governo e per chiedere una riorganizzazione concertata degli enti e dei servizi pubblici, come definito nell’Intesa del 3 maggio scorso”. Per Faverin è infatti inaccettabile il taglio del 10% agli organici delle amministrazioni: “ancora una volta si impongono misure indiscriminate e inefficaci che creano grave danno a lavoratori e cittadini. Non c’è selettività nel taglio, non si tengono in considerazione le specificità delle diverse amministrazioni, di quelle che hanno già subito riduzioni di personale o di quelle che sono sottoposte ai patti di stabilità o alle norme del patto per la salute. In molti enti, come le agenzie, gli enti previdenziali o le autonomie locali, si rischia la paralisi organizzativa. In molti altri, come ministeri e aziende sanitarie, una riduzione secca dei servizi”. A creare allarme tra i lavoratori pubblici, la questione degli esuberi che apre un enorme problema di equità: “la mobilità, anche quella fra enti, così come i relativi criteri e condizioni devono essere contrattate e decise insieme ai lavoratori”. “E poi con questo decreto si tagliano indistintamente tutti i profili professionali: senza fare attenzione alle competenze che servono a rendere più moderni e veloci i servizi. Non c’è ombra di riorganizzazione. Ma solo il rischio di una voragine nel sistema di welfare”. In sanità per esempio, rimarcano i sindacati, “dove una sforbiciata di 3 mld alla spesa non farà altro che scaricare gli effetti negativi sui cittadini costretti a pagarsi privatamente le prestazioni che il ssn non riuscirà più a coprire (ticket, diagnostica, visite specialistiche solo per fare alcuni esempi). “Vogliamo che il decreto venga cambiato nei passaggi parlamentari. I tagli agli organici devono essere dirottati sulle consulenze, sulle esternalizzazioni e sugli appalti poco trasparenti che costituiscono la vera zavorra della spesa pubblica. Come si è iniziato a fare con la norma sulla centralizzazione degli acquisti attraverso la Consip, con la razionalizzazione degli immobili (affitti, nuovi criteri per il dimensionamento delle sedi, valorizzazione del patrimonio degli enti disciolti) o con la stretta sulle società in house”. Misure su cui però “il governo ha dimostrato troppo poco coraggio”. “Per questo metteremo in atto una grande mobilitazione, per far modificare come sempre in questi anni norme e provvedimenti ingiusti. Una mobilitazione dura per cambiare la Pa e non per lasciare a casa i lavoratori”..