PIEDIMONTE MATESE. Una
sala consiliare gremita di cittadini e amministratori locali ha accolto ieri sera, nel penultimo giorno di
campagna elettorale del Partito Democratico, l’on. Enrico Letta accompagnato da altri candidati a Camera e Senato per
la circoscrizione Campania 2. C’erano con lui Rosaria Capacchione, Enzo
Amendola, Lucia Esposito, Stefano Graziano e Camilla Sgambato. Dopo l’apertura e i saluti del segretario della
sezione piedimontese Rosario Rossi, la parola è passata al padrone di casa, il
sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello, il quale si è subito
concentrato sui problemi che pesano quotidianamente sulle attività di amministratore
di un comune interno di provincia, e sulla necessità di recuperare il legame
della politica con i cittadini: “Dobbiamo
tornare a fare politica, a dialogare con la gente, annullare il clima di
antipolitica che percepiamo ogni giorno. Noi amministratori non abbiamo più
legami con le istituzioni, che spesso ci calano addosso norme o soppressioni”,
ha detto il Sindaco, citando a questo proposito la scelta del governo Monti di
cancellare la sezione distaccata del Tribunale. “Priorità anche per i lavori pubblici, non finanziando le grandi opere
ma dando liquidità ai comuni”, prospettiva che si sposa con l’urgenza di
intervenire sul Patto di stabilità, le cui norme “fanno confusione, e nel 2014 sarà un disastro poiché anche i comuni più
piccoli sono obbligati al rispetto del Patto da quest’anno”, ha ribadito
Cappello evidenziando agli astanti le condizioni di difficoltà economica
vissute dai cittadini. Poi un’aspra critica al centrodestra: “Il nostro territorio non avrà rappresentanti
diretti in Parlamento, ma pensiamo anche che per 5 anni ne abbiamo avuto uno al Governo, e tuttavia da parte sua c’è
stata assenza, lontananza. Dopo il Governo nazionale bisognerà mettere mano a
quello provinciale e regionale, che hanno cancellato le conquiste di civiltà promosse dal centrosinistra, come il reddito
di cittadinanza, il contrasto alla povertà, il reinserimento di ex
tossicodipendenti e detenuti”. Corposo l’intervento di Enrico Letta, giunto
in Municipio dopo un incontro in piazza Plebiscito a Napoli. “Quello in Campania, assieme alla Lombardia,
sarà un voto decisivo in questa tornata elettorale, che si gioca tra noi e
Berlusconi, gli altri possono solo aiutarlo a vincere”. Incomincia così il
vice segretario del Pd, stabilendo subito le differenze con le altre forze
politiche in campo: “Noi siamo un partito
diverso, non abbiamo padroni, non c’è il nome del proprietario sul simbolo, il
nostro leader è stato scelto democraticamente, a differenza di altri. Chi non
vive la democrazia dentro non lo fa neppure fuori”. “Sono contento di essere qui stasera - ha continuato Letta - per dare atto, attraverso il lavoro di
Vincenzo Cappello, della buona amministrazione che tanti sindaci del Pd operano
quotidianamente per tener alto il valore degli enti locali, oggi spesso
lasciati soli in trincea”. La modifica della legge elettorale è il primo
grande tema affrontato dall’esponente del Pd, assieme a quello della riduzione
del numero di parlamentari, e della forte presenza femminile nel Governo di
centrosinistra. Il rilancio del
Mezzogiorno è tra i cardini dell’agenda del Partito Democratico. “Noi possiamo permetterci di parlare la
stessa lingua in ogni parte d’Italia, a differenza di Berlusconi che ha firmato
un patto con la Lega per far rimanere il 75% delle tasse in Lombardia, 8
miliardi di euro tolti al Sud. E’ la fine dell’idea di Paese unito. Il Sud ha
bisogno di investimenti e risorse, non di diventare sussidiario del Nord”. L’evasione
fiscale, la tassazione progressiva (“Come diceva don Milani, non c’è niente di
più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali”), l’occupazione, sono le
questioni che hanno concluso l’intervento di Enrico Letta, che stasera è a
Caserta per la chiusura della campagna elettorale.
Pietro
Rossi