PIEDIMONTE MATESE. La casa -museo di
Esther Marinelli, una gentile signora bionda di Piedimonte Matese, comune
dell’alto casertano, distante circa 40 km dalla Reggia di Caserta . Dimora non
comune, abitata dalla simpatica Esther(e consorte), sensibile depositaria delle
memorie storiche italiane, casa che dona
sincera e inaspettata emozione alle persone che vi si accostano come
ospiti o visitatori occasionali. E sono tantissimi. Fino a due anni fa nel
museo viveva anche il figlio Carmine, felicemente convolato a nozze. Uno
specchio del passato(oggetti e cimeli di tutti i tipi datati dal 1600 in poi)
custodito con cura e passione nata nel corso dell’infanzia, trascorsa dalla donna nel collegio. Oltre diecimila, le
bambole esposte nel museo permanente: altrettante riposte nel mega-laboratorio
situato all’ultimo piano dello storico palazzo di proprietà. Una sorta di
clinica delle bambole, dove Esther, con grande amore, rianima, aggiusta e
restaura le sue creature, vere e proprie anime viventi per lei, che considera
figlie adottive. Bambole di tutti i tipi, ambitissime dai collezionisti.
Spiccano tra le migliaia, la Shirley Temple della Bonomi e le quattro sorelle Furga, tra le bambole più ricercate nel mondo del
collezionismo, che Esther indica al cronista con occhi lucidi, emozione e
partecipazione. “Ho sempre amato le bambole-racconta Esther- quasi tutte le foto della mia
infanzia mi ritraggono con una bambola,
sono state le mie amiche, quelle che non si allontanavano mai da me,
sempre presenti nei momenti belli e meno belli. Le ammiravo in silenzio, con una sorta di venerazione: mi trasmettevano
sensazioni di calma e serenità. Le ho sempre vissute come simbolo di eterna
giovinezza, piccole creature immortali che non mi avrebbero mai abbandonato.
L’importanza che queste bambole hanno per me, per la mia vita, comporta una
costante ricerca dei motivi che mi hanno spinto a cercarle, a desiderare di
possederle sempre più. E’ stata un’emozione grande trovarle una ad una, nei
mercatini o grazie ad amici fidati,collezionisti. Alcune erano sciupate,
sporche, rovinate: la mia passione, il mio amore, mi hanno spinta a ridar loro
quella dignità perduta”. Casa Marinelli testimonia in modo evidente l’amore per
il passato che non c’è più, un passato
assai presente, attraverso cimeli, quadri, foto, figure devozionali, oggetti
militari, scarpe di cardinali. “Questi sono piatti e specchiera dei Savoia e in
questa una cucina giocattolo degli anni “50, di Agostino Marchesini, pezzo
quasi unico, c’è persino il pollo nel forno: questo è un pacchetto di
sigarette, ha 120 anni”. Una casa ricca di fascino, un museo permanente,
vissuto giorno e notte da Esther e
consorte. All’esterno, nel giardino, gli amici di Esther, gli amatissimi
animali domestici: Chicca, il gatto, Cesina, la civetta, Clara e Pasquino, due
caprette e Gino, un paffuto e ubbidiente maialino nero,che finge di
addormentarsi alle indicazioni di Esther. Animali che seguono fedelmente la
padrona per le strade della cittadina casertana. Esther, continuerà a cercare
bambole e altri oggetti del passato? “Certo, la mia ricerca continua”. Un
conoscente le ha suggerito la realizzazione di un museo permanente interattivo,
dove i visitatori potranno interagire e
toccare quasi con mano tutto quello che è esposto qui. Esther vorrebbe che la
sua collezione risultasse ancora più viva e stimolante, che insegnasse qualcosa
di fondamentale ai bambini e grandi. Con Barbie, Cicciobello e oggetti del
passato, messi in rete, potrà raggiungere il suo nobile obiettivo. Per non dimenticare.
Giuseppe Sangiovanni