23 marzo 2012

“IL PAESE CHE NON C’E” INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE “THARA ROTHAS” DI MILANO PER PARLARE DI SPOPOLAMENTO E BUONE PRATICHE PER ABBATTERE QUESTA TRISTE PIAGA SOCIALE CHE TOCCA ANCHE TUTTO L’ALTO CASERTANO.

Marco Fusco
“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per le cose come sono, il coraggio per poterle cambiare”: sono partito da queste parole di sant’Agostino per trattare l’argomento “spopolamento” nel mio lavoro “Matese 2009…Matese 2019: come passare dai progetti alle buone pratiche”: uno studio sociologico, socio-politico e soprattutto scientifico che è presente in rete e che è stato oggetto di approfondimenti in diversi ambiti accademici. L’ultimo censimento, quello del decennio 2001-2011, non ha fatto altro che confermare il vero problema che affligge il Matese è lo spopolamento. Il progressivo invecchiamento della popolazione insieme al calo delle nascite stanno determinando un calo demografico inarrestabile, davvero preoccupante. Numeri che continuano a fare paura, numeri che segnano il destino di un intero territorio. Dal 1982 ad oggi, pensate che, mediamente, i comuni dell’area matesina, hanno perso oltre il 30% dei residenti. Di tutto questo e altro ancora si parlerà a Milano, in due giornate di studio il  24 marzo e il  1 aprile all’evento “Il Paese che non c’è”, organizzato dall’associazione “Thara Rothas” presieduta dall’architetta Silvia Passerini. La dottoressa Passerini avrà modo di sottoporre alla sua platea lo studio appena citato che gli studiosi della materia hanno definito l’unico completo che ha trattato l’argomento spopolamento, per l’area del Matese campano, in una sorta di “work in progress”, cioè non solo denuncia dello stato dell’arte, ma anche proposte operative per passare, appunto, dai progetti alle buone pratiche.  Due giornate di studio alle quali dovrebbero partecipare i nostri “bravi” amministratori per apprendere nuove dinamiche di sviluppo e, soprattutto, per ascoltare chi qualcosa ha fatto. Tra chi cerca un adeguato rimedio c’è appunto l’associazione “Thara Rothas” di Milano, presieduta dall’arch. Silvia Passerini, la quale organizza due giornate di studio, il 24 marzo e il primo aprile prossimi, nel capoluogo lombardo, in collaborazione con vari enti ed università italiane, con numerose associazioni, tra cui la famosa Fondazione Nuto Revelli di Torino (presieduta dalla prof.ssa Antonella Tarpino), organizzazioni ecologiste ed ordini professionali. “Il paese che non c’è” è il nome dato all’importante evento milanese che si propone di “ripartire dai margini per assegnare un ruolo possibile per i dis-abitati di ieri e di oggi”. Per l’Università della Calabria parteciperà il prof. Vito Teti, antropologo, il quale nel 2004 ha pubblicato “Il senso dei luoghi” (paesi abbandonati in Calabria) volume di ben 602 pagine, edito da Donzelli. In cerca di soluzioni possibili e sostenibili di recupero edilizio e di vivibilità sociale, oltre a studiosi di fama internazionale, una parte importante, anche nelle relazioni, avranno associazioni come la Recosol(rete dei comuni solidali), l’Ersaf (azioni integrate della montagna), il Comitato Cascine di Milano, Wwf e Legambiente, Uncem (unione nazionale comuni montani), numerosi sindaci ed alcuni protagonisti di esperienze di ripopolamento (come ad esempio quella del comune di Riace, in Calabria) con rifugiati provenienti dall’estero anche in modo clandestino. Badolato, il noto paese in vendita calabrese, sarà rappresentato dal cantautore Claudio Sambiase. Le due giornate avranno luogo in Milano, con ingresso libero, il 24 marzo ore 10 al Teatro Lacucina (Via Ippocrate 45) e il primo aprile ore 10 alla Sala Oceania, Padiglione 4 di Fiera Milanocity e alle 15,30 al Teatro dei Chiostri (Via dei Chiostri 4). Le relazioni e i dibattiti si alterneranno con proiezioni di documentari, con letture e canzoni attinenti, mentre i partecipanti potranno vedere la mostra “L’albero della sostenibilità”. E, poiché queste due giornate di studio interessano molto da vicino i nostri numerosi paesi completamente abbandonati, spopolati, semi-spopolati o in via di progressivo spopolamento, potrebbe essere interesse di parecchi (specialmente associazioni, tecnici, amministratori e politici) almeno saperne i risultati più utili, se impossibilitati a partecipare. Perciò, gli interessati all’evento possono mettersi in contatto con l’associazione organizzatrice “Thara Rothas” - via Lovanio 4 – 00121 Milano tel. 02-87280598 o visitando i siti www.thararothas.com o  http://magazine.terre.it dell’associazione “Terre di mezzo”. Con l’associazione presieduta dalla dottoressa Passerini si pensa di aprire una sorta di step anche in Campania, per creare una rete a sostegno di iniziative per il Matese, l’area dell’alto casertano dove, tra l’altro( è bene ricordarlo) c’è bassa incidenza di popolazione giovanile e la più alta della popolazione anziana e i ritirati da lavoro. Anche sull’indicatore della scolarizzazione quest’area si presenta più svantaggiata: infatti, vi è la più bassa incidenza di popolazione laureata e diplomata, e la più alta popolazione poco scolarizzata(cfr progetto SAPA- Regione Campania-Miur-Invalsi- Università degli studi di Napoli, seconda cattedra di pedagogia Sun di Caserta- 2006/2007: rapporto finale). Partire da queste criticità: questa è la nostra intenzione. Anche perché, come ho scritto nel mio lavoro, il quadro del Matese al 2019 non sarà marcatamente diverso da quello attuale. Tuttavia esso rivela che si vanno innescando processi di cambiamento lenti e graduali. Cambiamenti profondi potranno esserci solo nel caso in cui si verificheranno avvenimenti fuori dall’ordinario.  

Marco Fusco