Marco Fusco |
“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per le
cose come sono, il coraggio per poterle cambiare”: sono partito
da queste parole di sant’Agostino per trattare l’argomento “spopolamento” nel
mio lavoro “Matese 2009…Matese 2019: come passare dai progetti alle buone
pratiche”: uno studio sociologico, socio-politico e soprattutto scientifico che
è presente in rete e che è stato oggetto di approfondimenti in diversi ambiti
accademici. L’ultimo censimento, quello del decennio 2001-2011, non ha fatto
altro che confermare il vero problema che affligge il Matese è lo spopolamento.
Il progressivo invecchiamento della popolazione insieme al calo delle nascite
stanno determinando un calo demografico inarrestabile, davvero preoccupante.
Numeri che continuano a fare paura, numeri che segnano il destino di un intero
territorio. Dal 1982 ad oggi, pensate che, mediamente, i comuni dell’area
matesina, hanno perso oltre il 30% dei residenti. Di tutto questo e altro
ancora si parlerà a Milano, in due giornate di studio il 24 marzo e il
1 aprile all’evento “Il Paese che non c’è”, organizzato
dall’associazione “Thara Rothas” presieduta dall’architetta Silvia Passerini.
La dottoressa Passerini avrà modo di sottoporre alla sua platea lo studio
appena citato che gli studiosi della materia hanno definito l’unico completo
che ha trattato l’argomento spopolamento, per l’area del Matese campano, in una
sorta di “work in progress”, cioè non solo denuncia dello stato dell’arte, ma
anche proposte operative per passare, appunto, dai progetti alle buone
pratiche. Due giornate di studio alle
quali dovrebbero partecipare i nostri “bravi” amministratori per apprendere
nuove dinamiche di sviluppo e, soprattutto, per ascoltare chi qualcosa ha fatto.
Tra chi cerca un adeguato
rimedio c’è appunto l’associazione “Thara Rothas” di Milano, presieduta
dall’arch. Silvia Passerini, la quale organizza due giornate di studio, il 24
marzo e il primo aprile prossimi, nel capoluogo lombardo, in collaborazione con
vari enti ed università italiane, con numerose associazioni, tra cui la famosa
Fondazione Nuto Revelli di Torino (presieduta dalla prof.ssa Antonella
Tarpino), organizzazioni ecologiste ed ordini professionali. “Il paese che non
c’è” è il nome dato all’importante evento milanese che si propone di “ripartire
dai margini per assegnare un ruolo possibile per i dis-abitati di ieri e di
oggi”. Per l’Università della Calabria parteciperà il prof. Vito Teti,
antropologo, il quale nel 2004 ha pubblicato “Il senso dei luoghi” (paesi
abbandonati in Calabria) volume di ben 602 pagine, edito da Donzelli. In cerca
di soluzioni possibili e sostenibili di recupero edilizio e di vivibilità
sociale, oltre a studiosi di fama internazionale, una parte importante, anche
nelle relazioni, avranno associazioni come la Recosol(rete dei comuni
solidali), l’Ersaf (azioni integrate della montagna), il Comitato Cascine di
Milano, Wwf e Legambiente, Uncem (unione nazionale comuni montani), numerosi
sindaci ed alcuni protagonisti di esperienze di ripopolamento (come ad esempio
quella del comune di Riace, in Calabria) con rifugiati provenienti dall’estero
anche in modo clandestino. Badolato, il noto paese in vendita calabrese, sarà
rappresentato dal cantautore Claudio Sambiase. Le due giornate avranno luogo in Milano, con ingresso libero, il 24 marzo ore
10 al Teatro Lacucina (Via Ippocrate 45) e il primo aprile ore 10 alla Sala
Oceania, Padiglione 4 di Fiera Milanocity e alle 15,30 al Teatro dei Chiostri
(Via dei Chiostri 4). Le relazioni e i dibattiti si alterneranno con proiezioni
di documentari, con letture e canzoni attinenti, mentre i partecipanti potranno
vedere la mostra “L’albero della sostenibilità”. E, poiché queste due giornate
di studio interessano molto da vicino i nostri numerosi paesi completamente
abbandonati, spopolati, semi-spopolati o in via di progressivo spopolamento,
potrebbe essere interesse di parecchi (specialmente associazioni, tecnici,
amministratori e politici) almeno saperne i risultati più utili, se
impossibilitati a partecipare. Perciò, gli interessati all’evento possono
mettersi in contatto con l’associazione organizzatrice “Thara Rothas” - via
Lovanio 4 – 00121 Milano tel. 02-87280598 o visitando i siti
www.thararothas.com o http://magazine.terre.it dell’associazione “Terre
di mezzo”. Con l’associazione presieduta dalla dottoressa Passerini si pensa di
aprire una sorta di step anche in Campania, per creare una rete a sostegno di
iniziative per il Matese, l’area dell’alto casertano dove, tra l’altro( è bene
ricordarlo) c’è bassa incidenza di popolazione giovanile e la più alta della
popolazione anziana e i ritirati da lavoro. Anche sull’indicatore della
scolarizzazione quest’area si presenta più svantaggiata: infatti, vi è la più
bassa incidenza di popolazione laureata e diplomata, e la più alta popolazione
poco scolarizzata(cfr progetto SAPA- Regione Campania-Miur-Invalsi- Università
degli studi di Napoli, seconda cattedra di pedagogia Sun di Caserta- 2006/2007:
rapporto finale). Partire da queste criticità: questa è la nostra intenzione.
Anche perché, come ho scritto nel mio lavoro, il quadro del Matese al 2019 non
sarà marcatamente diverso da quello attuale. Tuttavia esso rivela che si vanno
innescando processi di cambiamento lenti e graduali. Cambiamenti profondi
potranno esserci solo nel caso in cui si verificheranno avvenimenti fuori
dall’ordinario.
Marco Fusco