CANCELLO E ARNONE. Giuda Iscariota è stato uno dei dodici apostoli di Gesù,
quello che, secondo il Nuovo Testamento, lo ha tradito per trenta denari
(Matteo 26,14-16) attraverso il gesto di un bacio. E' stato quindi una figura
chiave durante la Passione
di Gesù (la notte del Giovedì Santo). Perseguitato dalla colpa, successivamente
si è suicidato. E' passato alla storia come l'uomo "simbolo" del
tradimento. L'esatto significato del nome "Iscariota" è sconosciuto;
alcune interpretazioni hanno suggerito che il termine potrebbe indicare
"uomo di Kariot" (Ish Kariot). Secondo altri potrebbe derivare dal
persiano Isk Arioth, ovvero "colui che serve" oppure "colui che
sa". È possibile collegarlo al termine Iskariot (che in aramaico, non
scrivendo le vocali come consuetudine, sono omografi -S-q-r-t-), i killer
zeloti e da cui deriva appunto il termine moderno sicario. Mercoledì 21 marzo
u.s., nella parrocchia Maria Regina di Tutti i Santi, don Sabatino Sciorio ci ha fatto approfondire la Parola di Gesù rispondendo
al seguente quesito: come morì Giuda, l’uomo che consegnò Gesù nelle mani dei
suoi nemici? Se
Gesù sapeva che Giuda lo avrebbe tradito, perché l’ha tenuto sino alla fine
nella cerchia dei più vicini? Ragionando con calma su questa domanda si può
desumere che:
-
Se Gesù
ha chiamato Giuda è perché pensava veramente che avesse le potenzialità per
diventare un buon apostolo (per potenzialità s’intende ciò che è “in potenza”,
che è “latente”, che potrebbe svilupparsi e diventare nella pratica, ma che è
ancora allo stato di possibilità). Quante volte è capitato anche a noi di
trovare delle persone che hanno magari un cuore perfetto in quanto a
sentimenti, ma che poi per altri motivi, come l’avidità oppure la debole
volontà, vengono corrotti nel carattere?
-
Molti
credono alla predestinazione, ossia un destino già prestabilito, senza
possibilità da parte dell’uomo di modificarlo; chi è destinato alla salvezza
sarà salvato e chi non è destinato alla salvezza non lo sarà. La Chiesa non è d’accordo con
questa dottrina, infatti la salvezza è per tutti ed è raggiungibile in ogni
momento della nostra vita, in base al “libero arbitrio” cioè alla libera
possibilità di scelta che ogni uomo ha. Questo vale a dire che Giuda non era
condannato o incaricato a tradire Gesù per forza. Egli poteva decidere
liberamente di seguire davvero Gesù come apostolo.
Ma
che cosa sappiamo della morte di Giuda?
Il
figlio dell’uomo se ne va (più precisamente muore), ma guai a quell’uomo dal quale
il Figlio dell’uomo è tradito! Bene per quell’uomo se non fosse mai nato! (Mc
14,21). In
realtà si deve considerare che Giuda non ha tradito, perché egli in effetti ha
consegnato Gesù ai romani, convinto di potergli dare una spinta a reagire nei
confronti degli usurpatori, ma aveva sbagliato il suo giudizio e per di più
“pretendeva di saperne più di Dio”. Allora Giuda, il traditore, vedendo che
Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai
sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue
innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!” Ed egli gettate
le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi (Mc 27, 3-5). Questo
passo di Marco indica chiaramente che Giuda quando si rende conto che Gesù era
stato condannato, cerca di giocarsi la sua ultima carta, nel senso che va dai
sommi sacerdoti e confessa il suo peccato, con lo scopo di offrire la sua
persona al posto di quella di Gesù, infatti dal momento che lui aveva fatto
condannare un innocente avrebbe dovuto pagare per la sua menzogna, ma non fu
così i sommi sacerdoti e gli anziani che volevano la morte di Gesù non gli
diedero ascolto e Giuda non poté più aiutarlo. A questo punto gettò a terra le
monete d’argento, si allontanò dal tempio e andò ad impiccarsi. A
questo proposito per comprendere l’esatta interpretazione del Vangelo di Matteo,
bisogna sapere che con l’espressione “andò ad impiccarsi” si vuole intendere
che chi non segue la Parola
di Gesù, va incontro ad uno sfacelo totale, rovina la sua vita. Tale è anche il
riferimento biblico ad Achitòfel, consigliere del re Davide. Egli avendo
disubbidito al suo re, se ne andò a casa nella sua città, mise in ordine gli
affari della casa e poi s’impiccò (dice la Bibbia). Ovviamente anche in questo caso il verbo
impiccarsi non ha un significato letterale, ma sta per rovinarsi. In
conclusione Giuda non è morto impiccato, ma avendo disobbedito a Gesù ed avendo
voluto sostituirsi al pensiero di Dio stesso, ha rovinato tutta la sua vita.
Matilde Maisto