Paride Amoroso |
Infatti,
- spiega Amoroso - il decreto alleggerisce l’insostenibile sovraffollamento
delle carceri italiane e rappresenta un primo passo verso quella riforma
organica del sistema giustizia di cui l’Italia necessita. I circa 206
penitenziari Italiani sono stracolmi di detenuti, molti dei quali devono anche
scontare pene per piccoli reati. Ed è per questo che sembra opportuno snellire
gli istituti di pena facendo scontare gli ultimi 18 mesi di carcere ai
domiciliari. Il provvedimento, quindi, riguarderà circa 3.500 detenuti l’anno. Il testo mette poi uno stop al cosiddetto fenomeno
delle porte girevoli, ossia l’entrata e l’uscita dal carcere di chi vi sosta
solo per tre giorni. Per ovviare al sovraffollamento si prevede, in prima
istanza, la destinazione agli arresti domiciliari degli arrestati in flagranza
per reati minori di competenza del giudice monocratico (sono esclusi i soggetti
accusati di furto in appartamento, furto con strappo, rapina e estorsione
semplici). In seconda istanza i detenuti andranno nelle camere di sicurezza di
commissariati di polizia e nelle caserme dei carabinieri. Alcuni hanno avanzato
critiche poiché le celle di sicurezza non sono adeguate, ebbene in vista del
probabile accorpamento dei carabinieri con la polizia di stato, così come
imposto dall’unione europea, ci sarà una spesa minore per l’erario che potrebbe
compensare i lavori per l’adeguamento di tali strutture. Altresì, la convalida
degli arresti avverrà entro 48 ore e non più entro le 96. Sono poi stanziati 57
milioni per l’edilizia carceraria, visto che la situazione era e rimane
esplosiva: se i posti disponibili nei penitenziari sono poco sopra i 45 mila, i
detenuti effettivi sommano al momento a oltre 68 mila.
Questo
– conclude Amoroso – è solo un primo tassello per una completa riforma del
sistema giustizia che, come ha anche evidenziato l’On. Marco Pugliese, deve
essere accompagnata dalla revisione della legge delega n.138 che riorganizza la
geografia dei Tribunali. Il Tribunale è la casa della giustizia. Non ci può
essere giustizia se non ci sono i Tribunali. I Tribunali sono dei presidi di
legalità dello Stato, sopprimerli vuol dire favorire la criminalità organizzata
soprattutto in alcune aree del Sud.”
Pierluigi Schiavone