AVERSA. L’antica
tradizione del wing chun affonda le
sue origini nell’agro aversano grazie
alla scuola di Pietro D’Alesio,
fondata nell’86.
Oggi
le arti marziali non sono riservate esclusivamente ad un pubblico maschile: sempre
più donne e bambini si iscrivono ai corsi. L’allenamento costante favorisce l’acquisizione
di un corpo sano e flessibile e accresce la fiducia in se stessi. I genitori
iscrivono i propri figli ai corsi perché la ritengono non solo una pratica
fisica, ma una disciplina attraverso la quale si prende coscienza dello stretto
legame tra corpo e psiche, si acquisisce più armonia col proprio corpo. «Oggi i
bimbi trascorrono troppo tempo al pc o ai videogiochi – dice D’Alesio - invece
con le arti marziali già da piccoli si impara la vita di relazione, si
correggono i problemi posturali e di coordinamento motorio. I trenta bambini
che frequentano la mia scuola, secondo quanto riferito dai genitori, sono diventati
più ubbidienti e responsabili».
Anche
le donne si sono avvicinate a queste discipline per autodifesa, ma anche per
superare le proprie ansie e le proprie paure. «Se è vero che gli uomini sono
per natura fisicamente più forti, le donne – continua - sono in genere più
veloci e più sciolte. Non a caso wing chun, che significa letteralmente “eterna
primavera” è uno stile del kung fu nato 300 anni fa in Cina grazie alle
formidabili intuizioni di una monaca Shaolin entrata nella leggenda e nella
storia per non essere mai stata sconfitta in combattimento».
Pietro
D’Alesio, il maetro di wing chun più anziano in Italia, ha fatto della sua scuola
un riferimento regionale per l’autenticità del suo stile. Oggi le arti marziali
vengono notevolmente influenzate dalle idee occidentali, che l’hanno trasformata
in disciplina sportiva. La sua scuola è, invece, rimasta fedele allo stile
autentico del wing chun grazie ai sacrifici di una vita spesa tra Italia e Cina
in continui aggiornamenti ed a breve, il 12 febbraio, parteciperà alla terza
edizione del torneo “kombact wing chun” .
E
tra il wing chun e l’MMA il passo è breve. Tra gli allievi di D’Alesio, Francesco Di Chiara, ha fatto ripartire
completamente la sua vita. Da un passato dalla “rissa facile” e con trascorsi
legali burrascosi oggi è vicinissimo alla fede ed ha aperto a Frignano una
scuola tutta sua di MMA, uno stile
che combina arti marziali miste (judo, boxe, ju jitsu). Si svolge sia in piedi
che a terra, con l’utilizzo di tecniche di grappling (portate a terra, leve
articolari) e di striking (calci, pugni, ginocchiate, gomitate). Lo scorso
anno, a 25 anni, ha debuttato e vinto, in soli 43 secondi contro un atleta con
decennale esperienza e nel corso di quella gara è stato proposto per un
incontro da professionista che si terrà a Roma il 24 febbraio.
Loredana Guida