Sliding Etra dedica una
mostra monografica ai recenti lavori dell’artista piemontese Vito
Boggeri. Titolo dell’esposizione “Le proprietà della casa”.
Le
opere selezionate ed esposte segnano il ritorno dell’artista alla
pittura. Un ritorno vivamente caratterizzato da una componente
visionaria ed intimista ma filtrata da uno sguardo lucido ed obiettivo
sulla realtà. Uno sguardo, quello di Boggeri, che attiva incanto,
sorpresa e meraviglia, ma anche riflessioni sulle cose, gli oggetti e
gli uomini.
Le 43 opere in esposizione in
galleria sono prevalentemente realizzate su cartone, materiale povero
prediletto dall’artista, da lui magnificamente nobilitato attraverso
l’incisività del segno e la forza dei colori.
La
mostra e i testi critici in catalogo sono a cura di Enzo Battarra e
Gabriella Ibello. “Irriverenti e fantastici – scrive Battarra – i lavori
di Vito Boggeri, colpi di teatro esplosi su superfici dai colori netti,
brillanti, entusiasti. C’è tanta vita e tanta ironia in ogni scatto, in
ogni sussulto. Tornano i benevoli mostri dell’infanzia: la casa che
mangia la casa, i denti aguzzi degli squali in quella che dovrebbe
essere la dimora al mare, la spazzola che non perdona, gli uomini-lupi,
la poltrona che ci sovrasta, la sirena che ci ammalia”.
Formatosi
alla fine degli anni Cinquanta come artista performer nell’ambito
dell’esperienza dell’Informale, Boggeri ha poi percorso da protagonista
le avanguardie italiane del secondo Novecento, dagli anni Settanta fino
ad oggi, mostrando nel corso della sua produzione artistica una
propensione alla ricerca e alla sperimentazione di diversi modi
espressivi muovendosi tra pittura, fotografia, installazioni,
assemblaggi di oggetti, videoarte.
“La pittura
di Boggeri – prosegue Battarra – ha tratti sicuri e spessi, parte da un
impianto grafico per poi generare personaggi che vivono di pittura,
attraversando le nostre storie, le storie di tutti. Con garbo, ma anche
con sarcasmo, emergono allarmi collettivi e ambientali. L’arte ritrova
ancora, e con grande piacere, un ruolo sociale, un’illuminazione. A
volte è un grido, è l’urlo, è l’allarme che scuote. Altre volte il
disagio denunciato si diffonde sulla superficie come un velo di
tristezza, come una consapevolezza amara, pronta per essere riscattata”.
L’Ufficio Stampa
Maria Beatrice Crisci