AVERSA. “Il
sogno delle emozioni genera l’arte” è il titolo della tre giorni che si terrà
ad Aversa il 16-17-18 dicembre presso l’ex Macello - Sala “Caianiello”.
La
mostra di Antonello De Biase, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Aversa e dalla Camera di
Commercio di Caserta, documenta un percorso artistico e culturale nel quale si
fonda un arabesco compositivo molto variegato ad una tecnica eccellente ed
espressiva.
L’installazione,
composta di 18 opere, racconta l’entusiasmo appassionato per l’arte, ma anche l’amara
appartenenza dell’uomo alla società in cui vive. Che si tratti rievocazione al
mondo biblico o moderno non importa, alla base c’è sempre il segreto di una vita fuggevole e un pò amara.
Antonello De
Biase, laureando in Ingegneria, spazia tra le tecniche più disparate: pittura ad olio,
acrilico, scultura passando dal figurativo all’astratto con uguale facilità. La
sua pittura materica prevede l’utilizzo del colore e di materiali riciclati (legno, allumino, fili di rame,
vecchie cornici, silicone isolante, merletti, cera, ferro, etc) che rendono le
opere corpose ed estremamente vive, frutto di stimoli visivi, reali o evocati dalla
memoria.
La
formazione di autodidatta non trapela dai suoi lavori, non solo per l’ottima
manualità, ma per l’analisi delle forme, l’uso dei colori e la ricerca sapiente
dei temi trattati. La pennellata è decisa, i fondi inchiodati con trapano e
martello, sono parte integrante dell’opera e il risultato è una armonia
espressiva di grande intensità, una vibrazione emozionale in cui tutta l’incisività
del segno tende ad addensarsi fino a riempire ogni strato, ogni frammento di
superficie. Ed i soggetti dei suoi quadri sono frutto dei suoi stessi sogni.
Le opere,
divise in tre gruppi, si ispirano ad un viaggio simbolico: “Viaggio Mitologico”, “Viaggio Biblico”, “Viaggio per il Mondo” ed altre a libera ispirazione.
Del “Viaggio Biblico” fanno parte: l’Esodo,
Sodoma, l’Angelo Buono, il Peccato Proibito, 21 Grammi e 1/2, opere di denuncia
di una società coercitiva, in cui spesso le ingiustizie e i soprusi ci piegano
ad una obbedienza fisica, ma non dell’anima.
L’Esodo è il
racconto delle acque del Mar Rosso che si aprono per salvare gli ebrei dagli
egiziani. In quest’opera vengono rappresentati in maniera metaforica i soprusi
della società odierna.
L’Angelo
Buono è la storia di un angelo che chiese a Dio di scendere sulla terra per far
propri i disastri degli uomini, ma che alla fine morì inutilmente poiché il
mondo non si libererà dal male.
Del “Viaggio Mitologico” fanno parte:
Arianna, Narciso, Vulcano, Venere, anch’esse narrano il rischio del
fallimento dell’uomo, un fallimento annunciato in quanto troppo tardi si trova
la propria strada…
In Arianna
c’è un’eco al “Filo di Arianna”. Con l’aiuto di un filo la protagonista ritrova
la via d’uscita. Ed anche noi nel corso della nostra vita cerchiamo di riemergere,
ma diversamente da Arianna, spesso restiamo incatenati ai problemi (filo
d’argento) e riusciamo a liberarcene solo con grandi sofferenze (filo rosso
sangue).
In Narciso
si concretizza l’apoteosi della solitudine esistenziale. Egli è innamorato
follemente della sua immagine e non riesce a separarsene. In questo affiora la
paura dell’uomo di invecchiare e che la caducità della bellezza purtroppo agita
l’esistenza.
Del “Viaggio per il Mondo” appartengono:
India, Città Notturna, Siviglia, Napoli, l’Onda, dove il dualismo spazio-tempo si manifesta in chiave
dinamica ed emozionale,
e dove la notte e l’onda sono il frutto di una madre amorevole e un pò matrigna.
c.s.