PIEDIMONTE MATESE.Per i residenti dei 35 comuni compresi nell’area Matese-Alto Casertano ammalarsi al giorno d’oggi è diventato un lusso. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano resta attiva solo la struttura di Piedimonte Matese, Un ospedale che dovrebbe garantire servizi e assistenza ad una vasta zona al confine col Molise e che invece vive frequenti criticità dalle quali scaturiscono pesanti disservizi per l’utenza. Da alcuni giorni anche l’unità di Urologia ha sospeso i ricoveri per mancanza di personale medico. Dopo un incontro con i sindacati il commissario aveva provveduto a trasferire da altra sede un urologo che, però, non si è mai presentato in servizio. Attualmente i turni vengono ancora effettuati dal personale rimasto fino a quando gli ultimi degenti verranno dimessi. Grave disagio per il territorio per un reparto importante e previsto dal nuovo piano sanitario regionale. La problematica che ha spinto alla chiusura del reparto di urologia è solo l’ultimo tassello di un quadro desolante che di fatto rende i servizi sanitari nell’alto Casertano e nel Matese una chimera. I residenti, per curarsi, sono costretti a continui pellegrinaggi verso strutture del Molise, del Lazio oppure verso il capoluogo di Terra di Lavoro. Non è bastata una sentenza del Tar, confermata poi dal Consiglio di Stato, che imponeva all’Asl di incrementare i presidi e il personale sull’intero territorio. «Siamo molto preoccupati per il nostro ospedale, unico punto di riferimento sanitario in un territorio vastissimo. Siamo amareggiati— dice Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese — perché da diversi mesi non si riescono a risolvere problematiche banali. Sono lontani i tempi — sottolinea Cappello — quando la nostra struttura sanitaria si permetteva il lusso di chiudere con bilanci attivi. Appare evidente che su questa linea l’ospedale è a forte rischio di ridimensionamento. Temiamo— continua primo cittadino — che dietro disservizi perenni possa nascondersi un disegno ben preciso che si giocherà sulle spalle dei cittadini dell’alto Casertano. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che da due anni resta chiusa una nuova struttura pronta per ospitare i disagiati psichici mentre gli stessi vengono affidati a cooperative private — conclude Cappello — allora si capisce che l’Asl non ha alcuna intenzione di rendere efficiente il sistema sanitario nel Matese». Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano, unico in provincia di Caserta a possedere tutte le certificazioni di sicurezza previste dalle legge, si riducono ulteriormente i posti letto per la popolazione dell’area. Ora è disponibile poco meno di un posto letto per ogni 1000 abitanti. La media regionale è invece di 3.2 posti letto per 1000 abitanti. Una media che sale ulteriormente per il capoluogo partenopeo.
Giancarlo Izzo
Corriere del Mezzogiorno