CAIAZZO - Attenti e silenziosi hanno partecipato e ascoltato i messaggi cristiani di monsignor Antonio Chichierchia. Presenti scolari e studenti, operatori scolastici ai vari livelli, impiegati e amministratori comunali, sindaco Stefano Giaquinto in testa. E’ stato proprio questo il clima che si è respirato nella chiesa di San Francesco di Caiazzo in occasione del Precetto Pasquale. “La celebrazione della Pasqua per un credente è il culmine della Fede - ha spiegato nell'omelia don Antonio invitando i presenti e i giovani in particolare a riflettere – Gesù si è fatto carne per essere uno di noi e, ogni volta che l'Eucarestia viene celebrata, si fa carne per ognuno di noi. Noi dobbiamo fare lo stesso con i nostri fratelli: amatevi e vivete nell'amicizia così quando vi incontrerò per strada vedrò sui vostri volti il volto di Gesù”. Ha invitato i giovani al sacrificio, a non “sprecare il pane” (“perchè anche a Caiazzo ci sono tantissimi famiglie che non riescono a fare la spesa”), ad essere al servizio del prossimo. “Anche l'amministrazione comunale è al servizio con la sua attività – ha aggiunto il prelato ringraziando il primo cittadino Giaquinto, gli amministratori e gli insegnanti per l'organizzazione del precetto – aiutando le fasce della popolazione bisognose ed educando voi, nuove generazioni, alla responsabilità”. Particolarmente sentiti i momenti dell'offertorio e delle preghiere dei fedeli. Incolonnati e in religioso silenzio, gli alunni hanno consegnato nelle mani di don Antonio cesti colmi di beni di prima necessità (doni che “saranno messi a disposizione di chi ne ha bisogno”), altri invece hanno letto preghiere di strettissima attualità, il riferimento è andato agli immigrati ospitati dall'ex caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere e alle tantissime giovani donne uccise e balzate ai disonori della cronaca.
c.s.