13 marzo 2013

Presentazione del libro La Battaglia del Grano, gli uomini e le macchine del Sannio.



SAN POTITO SANNITICO. Sabato 16 marzo alle ore 18,00, nella Chiesa dell’Ascensione  a San Potito Sannitico si svolgerà la presentazione del volume di Nicolino Lombardi  “La Battaglia del Grano, gli uomini e le macchine del Sannio” che riporta al centro del dibattito l’elemento base nell'alimentazione, il grano, di cui oggi si discute tanto, e non solo per le necessità del Terzo Mondo.  Il testo parte dall’analisi della politica agraria di un ben determinato periodo storico, quello del Ventennio fascista ed offre, in realtà, uno spaccato della vita politica locale relativa ad un periodo più ampio e spunti di discussione sulle drammatiche conseguenze degli eventi bellici e su tematiche straordinariamente attuali quali la disomogenea distribuzione del reddito e delle risorse alimentari. Il mondo della fame è appena alle nostre spalle, chissà quante volte avrete sentito raccontare che durante la guerra il macinino da caffè veniva utilizzato indifferentemente per sfarinare ghiande tostate e quel pugno di grano o di mais che i più fortunati riuscivano a sottrarre alla requisizione. Ebbene, storie di questo tipo, che ancora oggi sentiamo raccontare dai protagonisti, i nostri genitori e i nostri nonni, e che ci appartengono tutte, trovano puntuale riscontro nei documenti pubblicati in questo bellissimo volume. Si, perché bisogna sapere che a monte dell’ingenuo racconto del macinino ci sono scelte di politica internazionale e nazionale, c’è la guerra, ci sono gli ammassi e la requisizione dei cereali, i controlli della polizia locale, ecc. Di fronte agli sprechi della vita odierna sembra impensabile che si possa morire ancora di fame, eppure, nonostante i granai siano pieni, secondo gli ultimi dati diffusi dalla FAO, nel mondo muore di disagi legati alla fame un bambino ogni otto secondi. In realtà le risorse della terra, considerate globalmente, sono in grado di nutrire tutti gli abitanti del mondo, ma nell’indifferenza generale la forchetta fra ricco e povero diventa sempre più ampia, ed in questo contesto tantissime persone non hanno neppure un pugno di riso, frumento, orzo, segale, o miglio per sfamarsi. C’è da dire poi, che la narrazione attraverso il documento utilizzata dall’autore, comunque equidistante da qualsiasi posizione strumentale o politica, consente di guardare gli eventi del periodo preso in considerazione da un angolo di visuale insolito e soddisfa anche la crescita di interesse per la storia del Ventennio e per la figura del duce che sta caratterizzando questi ultimi anni. Le bellissime foto, infine, quasi tutte prese in contesti locali della mietitura e della trebbiatura, inedite e sempre di azione, riportano ad una ruralità che tutti ricordano con nostalgia, non fosse altro per il fatto che all’epoca erano giovani e forti, e sono anche la testimonianza di una meccanizzazione agricola che dalle nostre parti ha progredito con lentezza e dei costumi dell’epoca.
Pietro Rossi