Pasquale Sarnelli |
CASERTA. In
merito alla delibera di Giunta comunale
che reintitola Viale Ellittico come Viale dell'Università
di Caserta, commentandola con
ironia potremmo dire con la saggezza dei nostri proverbi: “avvimme
accattato primmo o' scurriato e po' o
cavallo” (vale a dire abbiamo comprato prima la frustra e poi il cavallo). Corre
l'obbligo di ricordare che i tre
diversi livelli istituzionali -
Consiglio Regionale, Amministrazione
Provinciale e Comune Capoluogo casertano - anni fa
avevano rispettivamente deliberato nel richiedere questo cambio di nome. Non pare che l'Ateneo napoletano in questione si
sia mostrato sensibile in tal verso e/o
mai sentito in dovere di dare una qualche risposta anche per solo cortesia istituzionale. Talchè crediamo che non sortirà alcun effetto questo scurriato prima del cavallo; anzi il tutto ci
appare quasi come una vergognosa
resa alla ventennale tracotanza del Rettore e del Senato accademico napoletano
temendo che ci vorranno parimenti
48 mesi , come per il completamento del Policlinico, per avere forse il cambiamento di nome.En
passant ci associamo alla critica di rinominare Viale
Università di Caserta quello Ellittico, tanto per l'origine storica, urbanistica,
architettonica che quest'ultimo ha. Si poteva pensare , per
esempio di rinominare Viale
dell'Università di Caserta il Viale
dell'Industria nell'ex area Saint Gobain, viale oggi offeso da tale
appellativo perchè diventato di fatto area solo di servizi, di palazzoni e di dichiarata speculazione
rispetto all'accordo di programma iniziale! Una denominazione,
quest'ultima, oggi anacronistica, ma che
invece (credendo ancora possibile
il completamento del Policlinico e
questo solo per la lotta continua del sindacato) diverrebbe
il vero cuore di
quell'Ateneo che i casertani auspicarono
vent'anni fa con la Facoltà di Chirurgia e Medicina. Per finirla
qui, ci consenta il nostro caro Sindaco solo di sottolineare
la nostra amarezza laddove si sbrodola da solo e con pochi altri, mentre viene dimenticato l'impegno delle tantissime associazioni che si battono da vent'anni per il cambio del nome, per avere a Caserta un
vero Rettorato ed il completamento del Policlinico, anche
se esse, per tre volte all'anno,
pongono questi problema all'O.d.G
della Città , senza avere mai attenzione
- nelle ricorrenze dell' Aprile 1992, decreto istituzione corsi; dell'Agosto
1990, legge istituzione ateneo; del
Novembre 1992, data inizio corsi, in quel
seminario vescovile grazie alla beneficenza di Padre Vescovo Nogaro.
Attenzione che riproponiamo anche
per questo inizio dell'anno
accademico 2012/2013 che giunge al suo ventennale e fa registrare ancora che la SUN rimane l'unica Università italiana, (fa vergogna
ripeterlo), che insiste interamente in
un territorio e ne porta il nome di un
altro. Si perpetua il disonore che per
bassi interessi di bottega napoletana – rettori, docenti, medici, funzionari - ci viene ancora negato anche
questo riconoscimento ineludibile. Un riconoscimento che darebbe un sussulto di dignità, di
vantaggi economici, di immagine ad un
intero territorio, mentre, oggi, le
grandi dispute cittadine restano solo la
circolazione, l'illuminazione fatiscente, il verde spelacchiato, i vigili
insufficienti, le movide dei giovani senza speranza, gli immigrati con le
bancarelle, qualche congresso cittadino e null'altro.I grandi temi del lavoro,
dell'occupazione, dello sviluppo,
della qualità della vita, dello scempio
delle cave, della solidarietà dovuta per i piu' deboli, del turismo mordi e fuggi, della cultura e della
formazione restano , quasi vergognosamente, soffocati e/o sopiti, quando non affidati a iniziative private lodevoli. Contraltare
resta la tragedia dei nostri figli.Emigrare oggi: per i nostri giovani
il vissuto di frustrazione, di
sofferenza, di dolore rimane lo stesso di quello del primo dopoguerra, quello del cosiddetto miracolo economico,
anche se il contesto complessivo
è diverso. Non ci sono piu' valigie di cartone tenute chiuse da
spago e piene di vettovaglie tipiche della propria zona ma
ragazzi col trolley, ragazzi normali, presentabili, accattivanti, molti dei
quali laureati: questi i nostri figli che emigrano per trovare lavoro, al Nord
o all'estero, con la consapevolezza,
che oggi, la crisi generata da una
classe capace solo di ruberie, di ladrocini, di inefficienze, li sta
costringendo a rimanere lontani e senza
lavoro, anche stando al Nord. Ancora una volta restano profetiche le parole
del Vescovo emerito Nogaro: col
suo appello – raccolto da 75.000
cittadini - a firmare la
petizione per l'università di Caserta <<
la nostra strada, la nostra meta, la nostra radice, la nostra scaturigine, la
nostra anima, il nostro punto di riferimento e di sostegno spirituali e
culturali hanno un nome: civitas
Casertana. Senza un preciso progetto di rinascita noi ci sentiamo piuttosto
ministri del crepuscolo, che profeti
dell’avvenire >>.
per il “Comitato pro Università
di Caserta”
Pasquale Sarnelli