23 dicembre 2011

I DISASTRI AMBIENTALI IN ASIA CENTRALE. TAVOLA ROTONDA A TASHKENT


Si è tenuta recentemente a Tashkent, splendida capitale della Repubblica dell’Uzbekistan, Perla dell’Asia Centrale, la Tavola rotonda "Current Problems of Environmental Safety and Health Protection: Role of Civil Society Institutions in Solving Them". L’evento è stato organizzato del “Movimento Ecologico dell’Uzbekistan” cui la Costituzione riserva 15 seggi nella Camera Legislativa. Ai lavori, aperti da Boriy Alikhanov, presidente del Movimento Ecologico e deputato alla Camera Legislativa, hanno partecipato 12 relatori uzbeki, 8 stranieri e 30 rappresentanti istituzionali che hanno esaminato i tre grandi problemi ambientali che affliggono da anni l’Uzbekistan, ma che non sono imputabili agli uzbeki.
** LAGO D’ARAL. Era il quarto lago più esteso del pianeta. Oggi appartiene all'Uzbekistan e al Kazakistan. All’inizio degli anni ’60, in epoca Sovietica, politici e tecnici scellerati hanno attuato un programma di sviluppo agricolo senza prevedere gli effetti sull’ecosistema. L'acqua dei fiumi  Amudarya e Syrdarya, che affluivano nel lago, è stata prelevata per anni tramite l'uso di canali per irrigare i campi di cotone. A causa di questo “scriteriato sfruttamento” i due fiumi si sono prosciugati determinando l’essiccazione catastrofica del lago e dell’area circostante, un tempo rigogliosa. Oggi il livello del Lago d’Aral è sceso di 22 metri e la sua estensione è diminuita del 60%. L’arretramento della linea costiera di ben 120 chilometri ha formato un deserto salato dove si è estinta quasi tutta la flora e la fauna ittica. L’alterazione dell’ecosistema ha determinato nella zona l’insorgenza di malattie delle vie respiratorie, del sistema endocrino e anemia, soprattutto tra i bambini, che ha colpito il 70% della popolazione. Il disastro del Lago d’Aral è la più grande manifestazione di scelleratezza compiuta dall’uomo sul suo ambienteVai a: Navigazione, cerca
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** PROVINCIA SURKHANDARYA. Sita nella Repubblica del Tagikistan, a breve distanza dal confine con l’Uzbekistan, la SUE TALCO (State Unitary Enterprise “Tadjik Aluminum Company”) industria statale per la produzione di alluminio, dal 1980 sta emettendo nell’ambiente grandi quantitativi di sostanze chimiche tossiche (idrogeno fluoridrico, anidride solforosa, monossido di azoto, monossido di carbonio) che inquinano l’ecosistema e - trasportate dal vento - contaminano anche quella parte del territorio uzbeko in prossimità del confine, la provincia Surkhandarya. Gli effetti devastanti prodotti dalle sostanze tossiche provenienti dalla TALCO sono oggi visibili su tanti bambini uzbeki nati con gravi alterazioni osteo-scheletriche e su soggetti adulti che hanno contratto malattie degli apparati neuro-endocrino, cardio-vascolare e respiratorio. Per quanto tempo ancora deve continuare questa tragedia?
** CENTRALE IDROELETTRICA DI ROGUN. Il progetto per la costruzione della Centrale Idroelettrica di Rogun, nella Repubblica del Tagikistan, risale agli anni '70, durante il periodo sovietico.   I lavori per la costruzione della base della futura grande diga, iniziati nel 1976, furono sospesi a seguito del crollo dell'URSS. L’area in questione si trova in una zona sismica di 8-10 gradi della scala Richter, dove è stata osservata una frattura sismotettonica. Oggi il Governo del Tagikistan vuole realizzare il vecchio progetto della centrale idroelettrica, dando inizio alla costruzione di una diga alta 335 metri (sarà la più alta del mondo) mediante tecniche obsolete. E vuol fare ciò senza aspettare i risultati della perizia tecnica degli esperti internazionali. Hanno pensato ai rischi di un disastro ambientale?
Conclusioni. In virtù della mia esperienza nel campo della cooperazione con le istituzione uzbeke, dieci visite in quattro anni, ho partecipato alla Tavola rotonda a Tashkent come relatore ed ho avuto dall’on. Boriy Alikhanov anche il grande onore di svolgere il ruolo di moderatore. Voglio, quindi, evidenziare che l’Uzbekistan è un Paese con un’antica storia e una luminosa identità culturale, che dal 1991 (anno della sua indipendenza) ad oggi ha saputo raggiungere importanti livelli nel campo politico-democratico ed economico. Tutte le richieste e gli appelli che le autorità dell’Uzbekistan hanno inviato a quelle del Tagikistan, sono rimasti inascoltati. Fortunatamente questi problemi ambientali riguardano zone del paese molto distanti dalle splendide città di Samarcanda, Bukhara, Khiva e Tashkent, note mete del turismo internazionale. In definitiva questi problemi sono così macroscopici che gli Uzbeki non possono risolverli da soli, ma hanno bisogno dell’intervento  delle Organizzazioni Internazionali e delle ONG affinché il Tagikistan adotti tutte le necessarie misure per eliminare per sempre le cause dell’inquinamento ambientale e i rischi di un possibile disastro ambientale, in osservanza dell’Accordo di Cooperazione sull’Ambiente firmato nel 1994 dai Governi dell’Uzbekistan e del Tagikistan, e delle norme di Diritto Internazionale sul divieto di inquinamento transfrontaliero. Dobbiamo comprendere, con la mente e col cuore, che questi “Disastri Ambientali”, frutto dell’incoscienza dell’uomo, sono così enormi e devastanti che non appartengono soltanto all’Uzbekistan e all’Asia Centrale, ma al Mondo intero e a tutta la Comunità Internazionale. 

Vittorio Giorgi


* Vittorio Giorgi, avvocato civilista di Caserta, esperto in cooperazione con l’Uzbekistan. vittorio.giorgi@libero.it

ENVIRONMENTAL DISASTERS IN CENTRAL ASIA. ROUND TABLE IN TASHKENT
Vittorio Giorgi

The Round Table "Current Problems of Environmental Safety and Health Protection: Role of Civil Society Institutions in Solving Them" was recently held in Tashkent, the beautiful capital of the Republic of Uzbekistan, the Pearl of Central Asia. The event was organized by the "Ecological Movement of Uzbekistan" that, according to the Constitution, has 15 seats reserved in the Legislative Chamber. The event opened by Boriy Alikhanov, president of the Ecological Movement and member of the Legislative Chamber, was attended by 12 Uzbek speakers, 8 foreign speakers and 30 representatives of institutions that have examined the three major environmental problems faced for years in Uzbekistan, but that do not depend on the Uzbeks.
** ARAL SEA. It was the fourth largest lake in the world. Today it belongs to Uzbekistan and Kazakhstan. At the beginning of the 60s, during the Soviet era, bad politicians and technicians implemented a programme of agricultural development without predicting the effects on the ecosystem. The water of Amudarya and Syrdarya rivers, which flowed into the lake, has been collected for years through the use of canals to irrigate cotton fields. Because of this "thoughtless exploitation" the two rivers have dried up causing a catastrophic drying of the lake and of the surrounding area, once a flourishing one. Today, the level of the Aral Sea has decreased by 22 meters and its length by 60%. The retreat of the coastline of 120 km has formed a salt desert where almost all fish fauna and flora have extinguished. The alteration of the ecosystem in the area has led to diseases of the respiratory system, of endocrine system and to anemia, especially among children, affecting 70% of the population. The disaster of the Aral Sea is the largest event of villainy caused by man on his environment.
** SURKHANDARYA PROVINCE. Located in the Republic of Tajikistan, near the border with Uzbekistan, the SUE TALCO (State Unitary Enterprise "Tadjik Aluminum Company"), the state industry for the aluminum production, since 1980 has been emitting large quantities of toxic chemicals (hydrogen fluoride, sulfur dioxide, carbon monoxide, nitrogen, carbon monoxide) that pollute the ecosystem and - carried by the wind - contaminate the part of the territory of Uzbekistan near the border, that is the province Surkhandarya. The devastating effects of toxic substances from products TALCO can be seen today on many Uzbek children born with severe osteo-skeletal alterations and on adults who were affected by neuro-endocrine, cardio-vascular and respiratory systems diseases. For how long will this tragedy go on?
** ROGUN HYDROPOWER STATION
. The project for the construction of the Rogun hydropower station in the Republic of Tajikistan, dates back to the '70s, during the Soviet period. Works for the construction of the bases of the future big dam, which began in 1976, were suspended further to the collapse of the USSR. The area in question is located in a seismic zone on the Richter scale of 8-10, where a seismotectonic fracture was observed. Today the Government of Tajikistan wants to make the old hydropower station project, beginning with the construction of a dam 335 meters high (this will be the highest in the world ) using old techniques. It wants to do this without waiting for the results of the technical expertise of international experts. Do they think of the risks of an environmental disaster?
Conclusions. According to my experience in setting up cooperation with Uzbekistan, ten visits in four years, I attended the round table in Tashkent as a speaker, and I had from Mr. Boriy Alikhanov also the great honour to play the role of moderator. I therefore emphasize that Uzbekistan is a country with an ancient history and a bright cultural identity, which since 1991 (the year of its independence) to today has been able to achieve significant levels in the political-democratic and economic fields. These environmental problems affect parts of the country far away from the splendid city of Samarkand, Bukhara, Khiva and Tashkent, international tourist sights. All requests and appeals to the authorities of Uzbekistan have sent to those of Tajikistan, have gone ignored. Hopefully, these problems are so macroscopic that the Uzbeks can not solve alone, but they need the help of International Organizations and NGOs so that Tajikistan adopts all necessary measures to eliminate forever the causes of the environmental pollution and the risk of an environmental disaster, in observance of Environment Cooperation Agreement signed in 1994 by the governments of Uzbekistan and Tajikistan, and the rules of international law on the prohibition of transboundary pollution. We need to understand, with the mind and heart, that these "environmental disasters", result of unconsciousness of man, are so huge and devastating that do not belong only to Uzbekistan and Central Asia, but to the whole World and the whole International Community. .

* Vittorio Giorgi, civil lawyer of Caserta (Italy), expert in cooperation with Uzbekistan.
vittorio.giorgi @ libero.it