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| Nando Cirella | 
 "Sono
 pienamente d'accordo alla chiusura di lager - spiega Nando Cirella 
direttore della rivista Agricultura e Innovazione e responsabile del 
progetto Capra Napoletana allo Zoo di Napoli - non penso però che la 
struttura partenopea sia un lager". Questa la risposta in riferimento 
alla lettera inviata al Sindaco De Magistris da parte del''ex ministro 
Brambilla, dove lo si invita a chiudere lo zoo- lager. "E' a mio avviso 
un'area di otto ettari che è stata preservata per oltre settant'anni da 
qualsiasi speculazione edilizia, grazie alla flora e alla fauna 
presente. Infatti, sembra strano a tutti quelli che visitano il parco, 
di trovare ancora oggi, così tanto verde nel pieno centro di Napoli. Lo 
Zoo è un mini orto botanico sapientemente curato, un piccolo polmone 
verde per i cittadini napoletani". Degli illustri personaggi che hanno 
firmato l'appello alla chiusura, (Marco Berry, Licia Colò, Rita Dalla 
Chiesa, Vivianne Lamarque, Giorgio Panariello, Fulco Pratesi, Mario 
Tozzi, i 99 Posse, Maurizio Costanzo, Vittorio Feltri, Margherita Hack, 
Dacia Maraini, Susanna Tamaro, Umberto Veronesi, Franco Zeffirelli e 
Renato Zero) a detta degli operai della struttura, nessuno di loro ha 
mai varcato la soglia di ingresso dello zoo. Come è possibile definire 
un posto lager se non lo si è mai visto? E poi quando si propone di 
chiudere la struttura è interessante sapere come. "Non
 penso, spiega Cirella - viste le illustri firme, che la soluzione 
potrebbe essere quella di trasferire gli animali in un altro zoo, oppure
 quella di reintrodurli in natura, non sarebbe una soluzione possibile e
 razionale. E poi ci sono i 70 operai con le rispettive famiglie. Lo zoo
 non è stato in questi anni un costo per le casse comunali e non è stato
 uno spazio negato ai cittadini, anzi, uno spazio preservato per le 
future generazioni, ad un costo ragionevole di cinque euro per gli 
adulti e gratis per i bimbi. In
 quanto alla didattica, anche Vincenzo Peretti docente di genetica alla 
Facoltà di Veterinaria di Napoli e presidente del comitato scientifico 
della rivista Agricultura, è convinto che quell'area possa diventare una
 grande fattoria all'interno della città, che ospiti tutte le razze 
zootecniche campane a rischio di estinzione, che oggi sono in serio 
pericolo. Grazie al progetto capra napoletana oggi si può dire di aver 
salvato, dall'estinzione e dal macello, 15 capre napoletane le uniche 
iscritte al registro anagrafico di questa razza. Ma ci sono ancora il 
cavallo napoletano, il salernitano e il persano, la pecora bagnolese, 
laticauda e matesina, la capra cilentana, la vacca agerolese e il suino 
casertano, che oggi non trovano più posto in allevamento e quindi 
rischiano di estinguersi. Perdere queste antiche razze significherebbe 
perdere un patrimonio genetico frutto di combinazioni millenarie mai più
 ripetibili. L'area zoo potrebbe dare un forte contributo allo 
scongiurare queste estinzioni e nello stesso tempo, dare un forte 
contributo alla didattica, ricerca, conservazione e salvaguardia di 
piante ed animali che oggi trovano sempre meno spazio in quel magnifico 
universo chiamato natura.
Dr. Nando Cirella
Direttore
cell.320/5711994
www.agriculturaeinnovazione.it