09 novembre 2011

Animali maltrattati nel Parco del Matese.


Animali maltrattati nel Parco Regionale del Matese, cavalli con le zampe anteriori legate tra loro. Lungo le sponde dello splendido lago Matese, in uno scenario naturalistico incantevole, è possibile assistere ad uno spettacolo che, da lontano, riempie il cuore, a distanza ravvicinata, raggela. Decine di cavalli pascolano liberamente nei pressi dello specchio d'acqua, dando l'impressione di un romantico ritorno al passato. Avvicinandosi agli animali, maestosi e corpulenti poiché destinati a finire sulle tavole dei cittadini casertani e non solo, ci si accorge che quello che si ha di fronte è tutt'altro che una vista piacevole. Quei cavalli, infatti, hanno le zampe anteriori legate tra loro e sono in grado "saltellando" di spostarsi solo di pochi metri. Non possono né camminare come gli altri quadrupedi, né, ovviamente, correre, ma solo alzarsi un po' sugli arti posteriori e cercare con un movimento innaturale di brucare più in là. Decine e decine di giumente, molte delle quali incinte o con il puledro al seguito, rimangono gran parte dell'anno nella vasta spianata che circonda il lago Matese, attraversando le stagioni e quindi le condizioni atmosferiche, rimanendo pressoché immobili. Ma di chi sono quei cavalli e chi ha pensato in maniera così brutale di violentare la loro natura e calpestare la loro dignità? Quei maestosi destrieri sono dei cittadini del posto che non avendo un recinto in cui mettere l'animale, volendo comunque godere delle sue carni o farne commercio, lo lascia su un suolo pubblico, praticamente ancorato al terreno. Le zampe delle povere bestie infatti vengono legate fra loro per evitare che i cavalli possano spostarsi, invadere una proprietà privata o scappare. In questo modo si ha la certezza che pioggia, vento o sole cocente, quel cavallo non potrà muoversi da lì, ingrassando a puntino, tra l'altro, per l'assenza di movimento. Chi dovrebbe vigilare sul rispetto della natura e dell'ambiente nel Parco regionale del Matese non si è accorto della barbarie perpetrata su suolo pubblico e così alla luce del sole? Qualora così fosse, si spera che così ne vengano a conoscenza e agiscano di conseguenza. 

Antonella Giannattasio

Fonte: teleradionews