Caserta - (Di Anna Giordano)
- Quando un centro storico era un Centro Commerciale a cielo aperto.
Lungo le strade si aprivano botteghe di ogni tipo, perfino qualche
cavallino a dondolo per l’intrattenimento dei bambini mentre mamma e
papà facevano la spesa, oggi shopping, da un negozio all’altro tra una
rivendita di alimentari e un gioielliere. Né mancavano i punti di
ritrovo per gli adulti, dalle osterie che offrivano piatti casarecci,
alle locande con la frasca di limone a vista strada per un buon
bicchiere di vino. Ai negozi di tutto rispetto
si affiancavano le botteghe degli artigiani, che vi lavoravano con
l’intera famiglia. La bottega al piano terra con i battenti aperti e
invitanti sulla strada e la casa dell’artigiano e famiglia al piano
ammezzato con il balconcino. Casa e puteca. Oggi di questo esemplare,
che è una testimonianza oltre che lavorativa anche sociale, ne è rimasto
a Caserta uno solo nella tratta centrale di via S. Carlo. E poi i
palazzi con le corti, nelle quali si lavorava, ma si conversava anche e
si socializzava, mentre in strada i bambini, disturbati solo da qualche
carrozza di notabile o carretta di venditore ambulante, giocavano
impunemente a moscacieca e al pallone. Infine, i mitici bassi intorno
alle corti, autentici appartamentini, oggi diremmo monocamere, servizio
unico in comune nel cortile, costituito da lavatoio e latrina. Ora
si va verso i Centri Commerciali Naturali, come previsto dalla Regione
Campania, che di recente ne ha autorizzato uno a Caserta, mentre quei
vecchi centri autenticamente naturali, dove non solo si vendeva e si
comprava di tutto, ma si chiacchierava e si faceva solidarietà, e dove
si respirava aria pura e non al condizionatore, sono quasi scomparsi. Di
tutto questo si parlerà oggi, venerdì 11 novembre 2011, ore 17,30, al
Circolo Nazionale di Caserta con una conversazione multimediale guidata,
alla quale potranno partecipare i soci del Circolo, familiari e amici,
non solo per ascoltare e vedere, ma anche per dire le loro esperienze.