22 marzo 2011

Premi in memoria di Don Diana A Saviano, Nogaro e al medico Grasso.


CASERTA — Risuonano tre nomi nella casa, a Casal di Principe, di don Peppe Diana (nella foto), ucciso
diciassette anni fa dalla camorra. Tre persone indicate, nel giorno dei suoi funerali, dal comitato promotore del «Premio nazionale Don Diana -per amore del mio popolo», comitato di cui fanno parte Libera Caserta, il Comitato don Diana e i genitori di don Peppino. Insieme allo scrittore Roberto Saviano e al vescovo emerito di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, viene menzionato anche chi «è meno conosciuto ma ha lavorato sempre nel silenzio a favore degli emarginati», come commenta il presidente di Libera Caserta Valerio Taglione: Gianni Grasso, medico di strada, volontario, fa parte dell’associazione Jerry Masslo. Ed è lo stesso Taglione a specificare le finalità del premio: «Viene assegnato a tre personalità che hanno saputo meglio incarnare, ognuno nel proprio campo, il messaggio di don Diana nel corso dell’anno, contribuendo alla denuncia e alla costruzione di comunità libere alternative alle mafie» . Il presidente di Libera Caserta — tra la soddisfazione dei genitori di don Peppe, che annuiscono — motiva anche i riconoscimenti: «Saviano ha reso la figura di don Peppino patrimonio del mondo intero; il vescovo Nogaro ha consentito che il suo nome non venisse infangato, lo ha definito un beato, un giusto. Grasso è quasi un San Francesco laico» .
Il Premio consiste in una Vela realizzata dall’artista Giulio Baldascino, versione in miniatura
del monumento presente nel Parco cittadino dedicato a don Peppe. Due le menzioni speciali:
all’Agesci (Associazioni guide e scouts cattolici italiani) e alla Direzione nazionale antimafia. «Il
vescovo e Grasso — spiega Renato Natale, presidente dell’associazione Jerry Masslo — si sono
detti molto contenti per questo riconoscimento, così come Saviano, che cercherà di essere alla
premiazione, motivi di sicurezza permettendo. Casale deve diventare terra di don Diana, non terra
di Gomorra» . La premiazione avverrà entro i primi di maggio, presumibilmente al Santuario della
Madonna di Villa di Briano. «Dobbiamo cominciare a parlare di queste terre in modo nuovo, non
solo in termini negativi» , suggerisce Gianni Solino del comitato don Peppe Diana, mentre il
parroco don Carlo Aversano parla di un «cammino nuovo iniziato da don Peppe» , specificando:
«abbiamo bisogno di impegno per riscattarci dalla camorra. Gli onesti devono venire fuori» . E a chi gli domanda di un’eventuale beatificazione del prete coraggio («È giunto il momento di
proclamarlo beato-makarios, il valoroso, il giusto» , aveva scritto in una lettera ai genitori di don
Peppe il vescovo Nogaro l’anno scorso) don Carlo risponde: «Non credo spetti a noi, ma don Peppe lo possiamo trovare sull’altare, dove si trovano i santi, e lui lo è».

Marilena Mincione
22 marzo 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA