CASERTA. Il prossimo 7 Agosto 2010 traguarda il suo ventennale la legge istitutiva della nostra università casertana. Diciotto gli anni accademici inaugurati. Per disposizioni della legge finanziaria di quell’anno, nata come SUN – Seconda Università di Napoli – questa denominazione impropria rimaneva un semplice escamotage legislativo che si poteva e si doveva superare in pochi anni, come è accaduto in altre parti d’Italia. Cosi da noi non è stato. Ancora oggi le nostre strade cittadine e quelle dell’intera provincia ostentano cartelli indicanti tale acronimo, perenne mortificazione ed offesa per quanti, e furono tanti, la vollero nel nostro territorio quale momento di riscatto e di rilancio economico, culturale, sociale e civile delle nostre terre, che restano, invece, al palo. Maldedotte ed ingiustificate ragioni collegate agli interessi di pochi – baroni, lobby e politici – continuano a negare il sacrosanto diritto alla nuova denominazione di Università di Caserta. Poche, e spesso isolate, in questi vent’anni, sono state le indignazioni per tali negazioni che non trovano riscontro in nessuna parte del nostro Paese allorché un’istituzione formativa porti il nome di un altro territorio, quello napoletano Sappiamo di vivere, e sulla nostra pelle, ben altre gravi emergenze . Prima fra tutte quella dei i nostri giovani privati del lavoro e per questo costretti a migrare al nord se non fuori del Paese. Tanti sono quelli che sono costrettti a recidere le loro radici. Molti di essi non ritorneranno piu’, specie quelli, e sono molti, capaci di raggiungere affermazioni eccellenti in ogni campo. A questa emergenza sono connesse tante altre ben note: disastri ambientali, - cave, rifiuti , inquinamento, sicurezza , illegalità, camorra, negazione del diritto alla salute, mancanza di servizi sociali.. Dare all’istituzione universitaria insediata totalmente nel nostro territorio il nome che le spetta non risolverà d’incanto queste emergenze ataviche ma diventerà un segnale importante di un voler voltare pagina e di una riscoperta, da parte dei politici ed amministratori, di un loro doveroso <> da loro da troppo tempo vilipeso. Con questo nostro appello ci rivolgiamo ai tanti cittadini indignati che vent’anni fa apposero 75.000 firme e parteciparono a cortei di protesta, a sit-in, a scioperi, a serrate, a vertenze ministeriali e a denunce perché questo insediamento universitario privilegiasse Caserta. Tutto questo con un fattivo e pregnante impegno della Chiesa locale sempre in prima linea col Vescovo Nogaro, che ospitò le prime Facoltà nei propri locali nei quali l’istituzione formativa laureò i suoi primi studenti, oggi costretti, per altre esigenze, a farlo in Piazza. E’ una primogenitura cui non possiamo rinunciare. Se Caserta non avesse affermato il suo diritto all’Università la stessa non sarebbe nata, con beneficenza per tutto il Territorio di Terra di Lavoro. Lo rivolgiamo, ancora fiduciosi, anche ai nostri politici ed amministratori sempre pronti in periodo elettorale a promettere indiscusso impegno sul tema del cambio del nome per poi dimenticarsene subito dopo rinunciando, finanche, a protestare per palesi violazioni di legge come quella per il Rettorato ancora a Napoli anziché nel nostro Capoluogo. Un’ attenzione la loro mai onorata fino in fondo e caparbiamente benchè da noi sollecitata costantemente con nostri appelli e petizioni in merito rivolti alle nostre assemblee elettive, e sostenuti anche da 5000 firme, perché mettessero in campo non solo auspici ma soprattutto significative pressioni sul Senato Accademico l’unico abilitato al cambio di nome della SUN. Per quanto ci riguarda intendiamo promuovere quello spirito partecipativo di vent’anni fa attraverso azioni, iniziative, pressioni, che portino questa nostra ventennale resistenza ad un approdo risolutivo.
Fonte: Comunicato Comitato pro “Università di Caserta”
Fonte: Comunicato Comitato pro “Università di Caserta”