Di seguito il testo dello statement elaborato oggi, al termine della TAVOLA ROTONDA organizzata dall’Associazione oggi presso la Camera dei Deputati, “Le Industrie farmaceutiche, il piano di risanamento delle Regioni, la Legge Finanziaria e la Salute dei pazienti”.Hanno collaborato alla elaborazione del testo i rappresentanti delle Industrie e delle Associazioni partecipanti alla assemblea.Lo statement è frutto della fattiva collaborazione tra l’associazione Dossetti e i soggetti del settore coinvolti nella manovra economica di questi giorni. Il testo sarà inviato al Ministro Tremonti e a tutti i Parlamentari di Senato e Camera.
nella foto il Presidente Ombretta Fumagalli CarulliPremesso che:- Il settore della farmaceutica è uno dei pochissimi campi ad alto contenuto tecnologico che ancora resiste in Italia. E’ un mercato che muove ogni anno 17,5 MLD Euro, di cui 11,2 coperti dal SSN e 6,2 dai cittadini. Rilevato che:- Il Decreto Legge attualmente all’esame del Parlamento, si basa sulla congiuntura economica negativa del Paese e cerca di porre rimedio alla recessione del 2008-09, che ha registrato un calo del PIL pari a - 6,3% e che ha visto un deterioramento dei saldi e l’aumento del debito pubblico, pari a 118,2% del PIL nell’anno in corso;- La manovra sembra limitarsi alla correzione dell’indebitamento netto, assorbendo la maggior parte delle risorse: 73% nel 2011, 94% nel 2012 e 97% nel 2013 e basa le proprie maggiori entrate, sulle previsioni del recupero dell’evasione fiscale, pari al 79% nel 2011 nonché sulla riduzione dei trasferimenti agli enti territoriali;- I tagli dei trasferimenti alle Regioni annunciati per 4 MLD Euro nel 2011 e 4,5 MLD Euro nel 2012 fatalmente si tradurranno in minori servizi ai cittadini, posto che l’80% del bilancio regionale è spesa del SSN; Sottolineato che :- Una misura emergenziale può comunque essere occasione per costruire prospettive e stabilità, purché tutti gli attori coinvolti si assumano le proprie responsabilità; Sottolineato altresì che:- Tagli indiscriminati non producono crescita e sviluppo, bensì solo immobilismo; se, infatti, alla parola “tagli” non si associa “futuro”, l’unico risultato che si ottiene è staticità, e se questo appare grave per molti settori, diviene drammatico per il comparto sanitario e per le industrie farmaceutiche; Sottolineato, in fine, che:- Nell’ultimo decennio il comparto farmaceutico italiano è stato già duramente colpito. Dal 2001 infatti la spesa farmaceutica convenzionata è diminuita del 2,4%, mentre le altre voci di spesa sanitaria, che rappresentano l’84% del totale, sono aumentate del 54,6%. Questo, in un quadro che vede la spesa farmaceutica pro-capite in Italia più bassa che in altri Paesi europei, con 188,5 euro contro i 265,6 euro della media Ue; Rilevato che:- Allo stato attuale la manovra in corso rischia di paralizzare le aziende che non hanno le condizioni per crescere, a vantaggio di quelle estere, e di determinare immobilismo anche per la ricerca, oltre che disinteresse per la disabilità e per le politiche familiari. In particolare sono a rischio i servizi per i malati a partire dai fondi appena stanziati con la legge 38 sulle cure palliative, ma anche il futuro dell’industria farmaceutica. Preso atto che:- Fortunatamente il Senato ha modificato il sistema di rimborso degli off patent che introduceva il sistema delle gare, e che, nei termini previsti dal Governo, avrebbe prodotto un grave depauperamento dell’intero comparto farmaceutico, sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo.
L’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti"chiede al Governo di: 1. Valutare se l’articolo 11, così come formulato sigli un patto di crescita con le aziende, o piuttosto finisca con il porre le premesse per far crescere le aziende estere a scapito di quelle locali, disincentivando la ricerca e rinnegando il Patto per la Salute.2. Porre in essere ogni correttivo affinché le imprese farmaceutiche operanti in Italia competano ad armi pari con quella concorrenza estera, che spesso opera in assenza di regole rigorose in aree delicate quali la tutela dei diritti dei lavoratori, gli standard qualitativi e i controlli. I correttivi sono urgenti ed indifferibili, anche al fine di non costringere le aziende a trasferire le proprie produzioni verso le Economie emergenti, appetibili sia da un punto di vista economico sia dal punto di vista produttivo, con una inevitabile fuga degli investimenti verso l’estero. Si rileva che questa fuga avrebbe gravi ricadute dal punto di vista occupazionale all’interno del settore farmaceutico italiano che conta circa 67.000 addetti, tra i più qualificati nel panorama industriale (per il 61% laureati e 31% diplomati) e circa 6000 addetti alla R&S e un indotto di altre 60.000 unità.3. Rivedere l’emendamento approvato per cui la riduzione del costo della distribuzione prevista originariamente è stata per la metà messa a carico dell’industria. Si fa a tal proposito presente che se il costo della distribuzione (che è il più alto d’Europa) viene continuamente addossato all’industria, il nostro Paese rischia di trasformarsi da Paese dell’eccellenza manifatturiera nel settore sanitario a semplice mercato con un elevato valore commerciale.4. Escludere i farmaci orfani e prodotti “orphan-like” prevalentemente utilizzati per le malattie rare da possibili tagli alla spesa farmaceutica in considerazione delle seguenti ragioni: a) Ogni taglio entrerebbe in diretto conflitto con gli sforzi a livello UE nel promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci orfani.b) L’uso dei farmaci orfani è strettamente monitorato dai registri di patologia ufficiali dell’AIFA e da ben definiti protocolli terapeutici per cui non esistono “sprechi”;c) Gli stessi centri prescrittori sono selezionati e generalmente rappresentati dai Centri di Riferimento Regionale per le Malattie Rare istituiti dal Decreto Ministeriale 279/2001, ad ulteriore garanzia dell’appropriatezza di utilizzo;d) Le aziende produttrici di farmaci orfani tipicamente re-investono nella ricerca circa il 20% del proprio fatturato. Molte di loro sono realtà giovani e di dimensioni medio-piccole, e di conseguenza rischiano molto a causa del limitato numero di prodotti nel loro portfolio e per l’elevata incidenza dei debiti, alla luce dei ritardi con cui avvengono i pagamenti da parte della PA (mediamente fino a oltre un anno), essendo tutti questi prodotti acquistati in ambito ospedaliero;e) Assoluta irrilevanza della spesa per i farmaci orfani rispetto alla spesa farmaceutica totale, dovuta alla bassa prevalenza delle malattie rare: si calcola che un ipotetico taglio dei prezzi del 5% potrebbe portare ad un risparmio totale non superiore ai 30 milioni di Euro, irrilevante per le necessità di cassa dell’SSN, ma estremamente grave per le aziende che producono esclusivamente o prevalentemente farmaci orfani. 5. Generare un patto di filiera che: a) Tenga conto dei valori del sistema industriale e della distribuzione;b) Premi la ricerca e l’innovazione;c) Coinvolga le Associazioni dei Pazienti nella definizione dei bisogni per realizzare un corretto trasferimento dei costi dall’ospedale al territorio.-
L’Associazione "Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti"chiede al Governo di: 1. Valutare se l’articolo 11, così come formulato sigli un patto di crescita con le aziende, o piuttosto finisca con il porre le premesse per far crescere le aziende estere a scapito di quelle locali, disincentivando la ricerca e rinnegando il Patto per la Salute.2. Porre in essere ogni correttivo affinché le imprese farmaceutiche operanti in Italia competano ad armi pari con quella concorrenza estera, che spesso opera in assenza di regole rigorose in aree delicate quali la tutela dei diritti dei lavoratori, gli standard qualitativi e i controlli. I correttivi sono urgenti ed indifferibili, anche al fine di non costringere le aziende a trasferire le proprie produzioni verso le Economie emergenti, appetibili sia da un punto di vista economico sia dal punto di vista produttivo, con una inevitabile fuga degli investimenti verso l’estero. Si rileva che questa fuga avrebbe gravi ricadute dal punto di vista occupazionale all’interno del settore farmaceutico italiano che conta circa 67.000 addetti, tra i più qualificati nel panorama industriale (per il 61% laureati e 31% diplomati) e circa 6000 addetti alla R&S e un indotto di altre 60.000 unità.3. Rivedere l’emendamento approvato per cui la riduzione del costo della distribuzione prevista originariamente è stata per la metà messa a carico dell’industria. Si fa a tal proposito presente che se il costo della distribuzione (che è il più alto d’Europa) viene continuamente addossato all’industria, il nostro Paese rischia di trasformarsi da Paese dell’eccellenza manifatturiera nel settore sanitario a semplice mercato con un elevato valore commerciale.4. Escludere i farmaci orfani e prodotti “orphan-like” prevalentemente utilizzati per le malattie rare da possibili tagli alla spesa farmaceutica in considerazione delle seguenti ragioni: a) Ogni taglio entrerebbe in diretto conflitto con gli sforzi a livello UE nel promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci orfani.b) L’uso dei farmaci orfani è strettamente monitorato dai registri di patologia ufficiali dell’AIFA e da ben definiti protocolli terapeutici per cui non esistono “sprechi”;c) Gli stessi centri prescrittori sono selezionati e generalmente rappresentati dai Centri di Riferimento Regionale per le Malattie Rare istituiti dal Decreto Ministeriale 279/2001, ad ulteriore garanzia dell’appropriatezza di utilizzo;d) Le aziende produttrici di farmaci orfani tipicamente re-investono nella ricerca circa il 20% del proprio fatturato. Molte di loro sono realtà giovani e di dimensioni medio-piccole, e di conseguenza rischiano molto a causa del limitato numero di prodotti nel loro portfolio e per l’elevata incidenza dei debiti, alla luce dei ritardi con cui avvengono i pagamenti da parte della PA (mediamente fino a oltre un anno), essendo tutti questi prodotti acquistati in ambito ospedaliero;e) Assoluta irrilevanza della spesa per i farmaci orfani rispetto alla spesa farmaceutica totale, dovuta alla bassa prevalenza delle malattie rare: si calcola che un ipotetico taglio dei prezzi del 5% potrebbe portare ad un risparmio totale non superiore ai 30 milioni di Euro, irrilevante per le necessità di cassa dell’SSN, ma estremamente grave per le aziende che producono esclusivamente o prevalentemente farmaci orfani. 5. Generare un patto di filiera che: a) Tenga conto dei valori del sistema industriale e della distribuzione;b) Premi la ricerca e l’innovazione;c) Coinvolga le Associazioni dei Pazienti nella definizione dei bisogni per realizzare un corretto trasferimento dei costi dall’ospedale al territorio.-
Associazione Culturale Nazionale ONLUS "Giuseppe Dossetti
Presidente Prof.ssa Ombretta Fumagalli Carulli