15 ottobre 2009

Caffè, tazzina sempre più cara.


Il rincaro medio è del 6,9%. A Roma e a Milano si toccano punte del 13%. E c’è chi sospetta un accordo di cartello tra gli esercenti
Neppure la deflazione li ferma. I prezzi dell’espresso hanno subito un rincaro variabile del 6,9%. A Milano e a Roma si arriva anche al 13%. Dai 70, 75 agli 80 cent il costo medio di una tazzina, con punte massime di 90 cent e aumenti previsti fino a 1,10 euro.A denunciarlo è un’indagine dell’Adoc (il sindacato dei consumatori), ovvero su segnalazione di alcuni consumatori a inizio settembre, infatti, le associazioni hanno appurato che nei bar della penisola fare colazione con un espresso più un cornetto costa circa 1,94 euro. E l’aumento non riguarda solo i bar del centri storici, ma riguarderebbe anche quelli della periferia.
Un corsa al rialzo generalizzata che secondo alcuni nasconderebbe una pratica concordata fra gli esercenti, tanto che è scattata una segnalazione all’Antitrust per verificare l’ipotesi di cartello.Colpa del ciclo produttivo, dicono gli esperti. Le piogge in Colombia e la siccità in Brasile hanno provocato un sensibile calo del raccolto di arabica, che ha fatto diminuire le scorte anche in Italia.
Secondo l’Adoc i rincari non riguardano solo il caffè: hanno subito rialzi anche i biscotti (+14,8%), lo yogurt alla frutta (+12,6%) e le merendine (+4%). In calo solo i succhi di frutta, di circa il 2%. Le conseguenze? “I prezzi elevati dei bar - dichiara Carlo Pileri, presidente Adoc - spingono circa 9 italiani su 10 a fare abitualmente, almeno 5 giorni a settimana, colazione a casa. Farla a casa, difatti, conviene: una colazione tipo composta da un caffé e 50 grammi di biscotti (0,21 euro) costa mediamente circa l’800% in meno rispetto al caffé più cornetto del bar ( 1,94 euro), a parità di porzioni, ed escludendo i costi di gestione dei locali”.


Mimmo Russo