CASERTA - “L’Ordine
degli Architetti PPC per propria natura ha un ruolo che presenta una stretta
connessione con la cultura e con il design, per questo motivo sento l’obbligo
di dissentire in maniera molto forte per la scelta del nuovo logo della Reggia
di Caserta. Il logo scelto per rappresentare il brand “Reggia di Caserta” manca totalmente di ogni riferimento
storico-artistico e sembra un vero e proprio plagio in quanto simile se non
identico ad altri loghi già esistenti. Sembra essere stato preso in prestito da
quello del celebre campione di tennis Roger Federer o ancora peggio da quello
della nota società immobiliare canadese “Ricco Colinares” che utilizza questo
marchio da anni”. A dichiararlo il presidente dell’Ordine degli Architetti
PPC della provincia di Caserta, Raffaele Cecoro (nella
foto), che boccia nettamente la scelta operata dalla società di grafica e dalla
direzione generale di Palazzo Reale per il nuovo brand del sito
vanvitelliano. “Il marchio che dovrebbe rappresentare un complesso
monumentale come quello della Reggia di Caserta, patrimonio dell'UNESCO, non
può essere pensato come un logo di un privato o di una semplice azienda,
dovrebbe, invece, racchiudere in sé riferimenti storico-artistici ma anche
territoriali. In questo logo non vi è alcun riferimento stilistico né al
palazzo né tantomeno allo spettacolare parco vanvitelliano, la scelta sembra
del tutto estranea alla magnificenza della Reggia. Di sicuro più efficace
il logo precedente, ovvero lo schizzo planimetrico con il gioco delle quattro
corti della Reggia di Caserta, un elemento stilizzato che coglieva a pieno
l’essenza di quello che dovrebbe essere un marchio. Era un elemento
riconoscibile ed unico. Abbinare un logo a un monumento internazionale è una
cosa complessa e per questo avrebbe meritato grande attenzione, il tutto sarebbe
dovuto avvenire con procedure e soprattutto competenze in grado di rispettare
l'importanza e la responsabilità del caso”, continua il vertice degli
architetti di Terra di Lavoro che poi nota: “Non è plausibile che, per un
progetto di tale importanza, si sia adoperato lo strumento dell’affidamento
diretto che, seppur previsto dal nostro codice degli appalti, perché sotto
soglia, appare del tutto inopportuno. Sarebbe stato più appropriato
procedere con un concorso internazionale di idee che di sicuro avrebbe avuto
una forte partecipazione internazionale; inoltre, il tutto avrebbe generato una
grande pubblicità per la nostra provincia nel mercato creativo-culturale
globale. Inutile dire che, come Ordine degli Architetti P.P.C., saremmo
stati onorati nel dare una mano nell’organizzare un concorso sul tema del logo
della nostra amata Reggia, oltretutto siamo sempre stati sensibili a certe
tematiche. Personalmente ho conosciuto qualche mese fa la direttrice
Maffei, mi ha fatto un’ottima impressione, una persona preparata ma anche molto
pragmatica, lei è un architetto e come tale non può non essere sensibile ad una
questione del genere. Quello che è successo oltre a mostrare un disastro dal
punto di vista manageriale rappresenta un vero e proprio danno d'immagine per
la Reggia di Caserta e per la nostra provincia. Spero che si agisca per
prendere provvedimenti in merito a questa vicenda, ancora una volta si è persa
un’occasione”, conclude Cecoro
Pietro Rossi