Dopo soli due mesi
dall'individuazione dei primi focolai in alcuni allevamenti, l'epidemia di
aviaria che ha interessato l’Emilia-Romagna è ufficialmente conclusa. Lo dichiara una nota della Regione,
comunicando la fine del periodo sottoposto a vincoli, nelle zone di
sorveglianza. Il presidente della Regione Vasco Errani, su proposta
dell’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti, ha infatti emesso una nuova ordinanza che
revoca tutti i provvedimenti precedenti. Ciò nonostante, rileviamo da nostre
fonti, la carenza di selvaggina a scopo di ripopolamento, presente nei nostri
allevamenti nazionali. Se questa notizia dovesse essere confermata, ci saranno
seri problemi per poter effettuare i ripopolamenti faunistico venatori dal prossimo
febbraio 2014 in poi. Il caso ci impone di avvisare tutti gli organi di
gestione degli ATC della regione, ad attivarsi fin da subito, per cercare
celermente, una soluzione sostenibile, affinchè la prossima imminente programmazione
faunistica di immissioni di selvaggina non ci riservi brutte sorprese. L’intento
è di affidare già da subito le convenzioni a quegli allevatori idoneamente selezionati,
in maniera tale da avere con certezza la possibilità di opzionare già
nell’immediato, selvaggina buona ed idonea da immettere sul territorio a caccia
programmata. Ad aspettar l’inizio del nuovo anno, potrebbe esser troppo tardi.-
Altra nota dolente i danni all’agricoltura causati dai cinghiali in regione
Campania e nell’intero Sannio Irpinia. Bisognerebbe applicare i programmi
d’intervento in un contesto nuovo per dimensioni e complessità del fenomeno,
attuare un confronto continuo con gli esperti degli Istituti zooprofilattici,
dei ministeri della Salute, della Difesa, dell’Agricoltura, della Protezione
civile, regionali, e con i sindaci dei Comuni interessati. A ciò si aggiunge la serietà e la
consapevolezza di un intero sistema produttivo. Lavorando tutti insieme,
potremmo ottenuere risultati che da ora in poi, dovranno essere approfonditi
per migliorare ulteriormente i modelli, regionale e provinciale, con cui affrontate
questa emergenza. Non basteranno le somme del 10% delle entrate, accantonate in
apposito capitolo di bilancio dell’ATC, nella valutazione dei danni per
indennizzare nel più breve tempo possibile gli allevatori e agricoltori colpiti”,
Noi, dell’EPS, torniamo a chiedere interventi per i danni dei cinghiali
sui terreni agricoli direttamente alla regione; «L'agricoltura è in ginocchio
per i danni causati all'attività agricola dalla fauna selvatica ed in
particolare dai cinghiali che infestano le campagne soprattutto nelle zone
protette. L'obiettivo è di sollecitare la politica ad affrontare il problema
trovando le soluzioni più efficaci e in tempi rapidi per evitare la chiusura
delle tante aziende danneggiate". Chiediamo la garanzia di adeguati stanziamenti sul bilancio
regionale specificatamente dedicati al ristoro dei danni causati dalla fauna
selvatica ed in particolare dagli ungulati; la
redazione di un piano di abbattimento selettivo e cattura degli ungulati con
l'obiettivo di riportare la popolazione dei cinghiali a livelli compatibili con
un buon equilibrio dell'ecosistema agricolo delle zone maggiormente interessate
e la creazione di un fondo di solidarietà regionale per i danni
da fauna selvatica sul modello di quello previsto per le calamità naturali,
magari da finanziare anche con i fondi del prossimo Piano di sviluppo rurale
regionale". Nell’immediato, l'attivazione
di un Piano di prevenzione da concordare in conferenza Provincia-Regione Non
vi è ad oggi traccia di nessuna iniziativa a tal riguardo da parte della Regione,
nonostante i vari solleciti e segnalazioni. L'impegno a costituire una task
force per la redazione di un piano di prevenzione che abbia i suoi punti di
forza nelle misure di abbattimento selettivo ed eventuale cattura. “Gli agricoltori, ormai stanchi, ancora una volta
delusi dalle vuote promesse della politica, sono diventati una bomba ad
orologeria, che può esplodere da un momento all’altro. Chiederemo a breve un
incontro con il Prefetto perché quello dei cinghiali non si trasformi in
un’emergenza sociale”. Registriamo continue segnalazioni con relativi avvisi ad
adempiere da parte di elenchi di agricoltori.
Ufficio Stampa Eps Campania