On. Enrico Letta |
In un momento
estremamente delicato per la vita del Paese, il Consiglio dei Ministri ha fatto
un primo passo, atteso e fortemente spinto dai sindacati, e dalla Cisl per prima,
approvando un decreto legge (per le disposizioni più urgenti e di peso) e un disegno
di legge (con normative da approfondire in Parlamento) in tema di pubbliche
amministrazioni e in particolare di stabilizzazione dei precari. Un primo passo
importante, che dopo anni di ghigliottina affidata alle proroghe di contratto,
stabilisce finalmente un percorso per dare certezze ai 100 mila lavoratori flessibili
delle amministrazioni pubbliche. Un primo passo che è però, per noi, solo il
progetto di un edificio chiamato stabilizzazione. E a cui devono fare seguito
tanti altri cantieri e tavoli di confronto che, anche attraverso la
contrattazione, costruiscano il futuro di tutte quelle persone che spendono
ogni giorno il loro mestiere e la loro professionalità a vantaggio della
comunità. I punti salienti contenuti nei due provvedimenti vanno dal giro di
vite su auto blu e consulenze esterne, decurtate rispettivamente del 20 e 10%
rispetto all’anno passato, all’assegnazione alla Civit di funzioni
esclusivamente di controllo della prevenzione e di lotta alla corruzione,
mentre quelle connesse alla valutazione passeranno all’Aran. Ci sono poi misure
che permetteranno di gestire meglio i processi di riorganizzazione delle
amministrazioni centrali e locali, in particolare nelle soluzioni di
sovrannumero, migliorando la legge sulla spending review (mobilità interna e
fra amministrazioni diverse, pensionamento con requisiti pre-Fornero prorogate
fino al 2015). Ma quello che più ci impegnerà nei mesi a venire sono appunto le
disposizioni che riguardano i lavoratori flessibili. Anzitutto, si pone un
argine al perpetuarsi del fenomeno del precariato pubblico. Mentre per coloro
che negli ultimi 5 anni abbiano lavorato per almeno 3 con contratti temporanei
si apriranno finalmente le procedure di stabilizzazione nei limiti delle
facoltà assunzionali. Infine, l’efficacia delle recenti graduatorie pubbliche
verrà prolungata fino a tutto il 2015. Sono, nell’insieme, misure che possiamo
considerare positive. Ma che non risolvono di per sé il problema. Sono solo le fondamenta
di un’opera che spetterà anche a noi portare avanti, attraverso il confronto
con il ministro e con le amministrazioni che deve proseguire, e attraverso la
contrattazione. Il cantiere è aperto; la costruzione dell’edificio, cioè una Pa
riorganizzata e moderna capace di valorizzare tutto il suo capitale umano,
compresi i tanti professionisti, giovani e donne con contratti flessibili,
resta il nostro obiettivo. A tutte queste persone che per anni si sono
costruite sul campo esperienza e professionalità, fornendo servizi fondamentali
a beneficio dei cittadini, delle imprese e della comunità pur senza la garanzia
di potersi sentire a tutti gli effetti come parte dell’organizzazione in cui
operavano e senza godere delle stesse tutele dei colleghi “stabili”, deve
rivolgersi ora tutta la nostra attenzione. Per loro non vogliamo più soluzioni
tampone, e nemmeno soluzioni-parcheggio: il loro percorso di stabilizzazione
deve essere parte integrante del progetto di rinnovamento del
lavoro pubblico. Questi provvedimenti, finalmente, forniscono gli strumenti a
questo scopo. Naturalmente dovremo essere vigili sulla loro applicazione e, se
sarà necessario, anche mobilitarci per “sollecitare” le amministrazioni centrali
e locali che dovessero ancora cercare di fare melina. Soprattutto, dobbiamo
ricordare che questo cammino potrà essere percorso tanto più speditamente, e
dare presto la certezza di una prospettiva professionale solida a tanti nostri
colleghi, quanto più profonda sarà la riqualificazione della spesa e la
riorganizzazione del lavoro in ogni singolo ente o amministrazione. Ecco una
ragione in più per spingere sull’acceleratore dei piani di razionalizzazione!
incalzare i responsabili dei nostri enti a metter mano con il nostro contributo
all’esame delle voci di spesa, cancellare gli sprechi, correggere le
inefficienze, ottimizzare l’organizzazione del lavoro… L’abbiamo detto sempre:
le risorse ci sono. Per migliorare la qualità
dei servizi, per fare più formazione, per premiare la produttività e la professionalità,
per rinnovare i contratti… e anche per stabilizzare, nei prossimi anni, TUTTI i
lavoratori precari! Serve la disponibilità a recuperare quelle risorse dalle
sacche in cui sono finite per anni, dando un taglio a inerzie e clientelismi.
Serve la volontà di gestire le risorse degli enti, sia quelle finanziarie che
quelle umane, in maniera trasparente. Serve il coraggio di dare alla PA un progetto
coerente e ambizioso di sviluppo. A guadagnarne saranno tutti i lavoratori pubblici
e tutti i cittadini. Avremo molto da fare ai tavoli di confronto, quelli già aperti
e quelli ancora da aprire. Non dobbiamo trascurarne nessuno. Spingendo per
relazioni sindacali sempre più partecipative. E potremo dirci davvero
soddisfatti solo quando tutti i lavoratori flessibili, di tutte le amministrazioni
del Paese, avranno trovato la strada per continuare a fare ciò che hanno fatto
in questi anni di incertezze, con la serenità e la dignità cui ha diritto chi
fa bene il proprio lavoro.
Comunicato
Stampa CISL-FP